martedì 17 novembre 2015

Marmotte a Roma (13-15 novembre)

La Frecciargento sfreccia sui binari divorando la distanza che ci divide da Roma. Roma...si può dire di tutto e il contrario di tutto ma la culla della splendida civiltà imperiale esula dai canoni banalizzanti della metropoli consacrandosi a perenne bellezza.
Roma, immensa e contraddittoria, caciarona ed intellettuale, egocentrica ma aperta al mondo...la stessa città che dall'Aventino riesci a racchiudere in un sintomatico abbraccio. Scendiamo a Termini, il tempo di un caffè e mentre la città viene inghiottita dalle prime ombre notturne, ci ritroviamo a zigzagare fra storici vicoli dai nomi spiritosi che si prestano a irriverenti gags. Le marmotte romane, di cui siamo ospiti, ci accompagnano al ristorante Grisù, a due passi da Fontana di Trevi, dove viene proposta l'esilarante esibizione delle drag queens.
E quando rintoccano le 23 non si può assolutamente perdere il giocoso barocco di una delle fontane più famose al mondo. L'opera progettata dall'architetto Nicola Salvi su commissione di papa Clemente XII nel 1792, è uno dei simboli forti della Roma papale e ad essa sono anche collegate molte tradizioni popolari, la più conosciuta afferma che lanciando una moneta dentro la fontana voltandole le spalle porti fortuna in amore.
La notte è ancora giovane e le gambe hanno voglia di saltellare sul ciottolato capitolino. Attraversiamo Piazza di Spagna salendo con lo sguardo a Trinità dei Monti: ai suoi piedi la Fontana della Barcaccia, opera del Bernini, riportata all'antica bellezza dopo l'ondata distruttiva degli hooligans olandesi. Da lì proseguiamo verso la celeberrima Via Condotti, patria della Grandi Firme (e dei portafogli a fisarmonica) e rapite dalla notte attraversiamo Via del Corso mantenendo alla nostra destra Palazzo Chigi, sede del governo, con grande spiegamento di forze militari dopo l'attentato di Parigi. I piedi bollono e le ore da piccole...sono diventate piccolissime: domani ci aspetta un tour de force!
E' sabato, il cielo è bigio ma poco importa. Lasciando ad un immediato futuro la visita ai Musei Vaticani (ah tempo tiranno!) ci facciamo largo su viale Vaticano letteralmente invaso da turisti provenienti da tutto il mondo e sentendoci anche noi un pò cosmopolite ci affacciamo quasi timidamente nella piazza del Papa. La fiumana di gente per la Basilica ci fa desistere dall'intento e allora tutte verso Via della Conciliazione lasciando alle spalle il simbolo per antonomasia della cultura cristiana. e tra chiacchiere e varia umanità raggiungiamo Castel Sant'Angelo. Il castello o mausoleo di Adriano che ne iniziò la costruzione nell'anno 125 d.C., nei secoli successivi fu teatro di grandi eventi storici sino a legare dal 1367 indelebilmente le sue sorti a quelle dei pontefici. Il castello è ricco di grandi opere artistiche e salendo al quinto livello, si trovano i fastosi appartamenti di Paolo III Farnese con la meravigliosa Sala Paolina affrescata dal toscano Perin Del Vaga tra il 1545 e il 1547. Più in alto, la Biblioteca, la Sala del Tesoro con le sue armi e i suoi forzieri sino a raggiungere il Terrazzo dell'Angelo dove l'occhio può finalmente perdersi sulla città di Roma. La fame scalpita, due passi indietro per una pizzetta veloce e poi di corsa per nuove suggestioni! 
Superiamo ponte Sant'Angelo e ci inoltriamo nel cuore capitolino sulla sponda opposta del Tevere. Ecco Vicolo delle Vacche (un nome che è un programma...), poi si va ad incrociare Bar del Fico, dalla pianta di fico che spunta letteralmente da mura storiche sino a raggiungere Piazza Navona, La celebre piazza, la cui forma è quella di un antico stadio su quello preesistente dedicato all'imperatore Domiziano (85 d.C.), celebra la grandiosità dell'antico casato dei Pamphili con la seicentesca chiesa dedicata a Sant'Agnese in Agone e l'imponente Fontana dei Quattro Fiumi di berniniana memoria. La piazza è diventata col tempo anche luogo d'incontro di artisti di strada, pittori e ritrattisti caricaturali. Ci blocchiamo in Piazza Colonna davanti alla Chiesa di Santa Maria Maddalena, bell'esempio di arte rococò in Roma, entrando silenziosamente nella sua unica navata. Poi raggiungiamo finalmente il Pantheon, unico edificio pagano trasformato in un luogo di culto cristiano.
E' affollatissimo! Pieghiamo a sinistra lungo via della Minerva dove nella piazza omonima c'è la splendida Basilica di Santa Maria sopra Minerva le cui volte, di fattura ottocentesca, richiamano un cielo stellato e che i romani hanno ribattezzato "chiesa blu". Mentre la sera si affaccia su Roma, noi ci avviciniamo al Vittoriano, giriamo intorno al monumento salendo a Campidoglio dove giganteggia la statua equestre di Marco Aurelio, o meglio la sua copia, visto che per motivi di conservazione l'originale è all'interno dei Musei capitolini. Scendiamo poi verso il Foro Romano, ormai immerso nei chiaroscuri della notte e puntiamo il Colosseo, simbolo di Roma stessa. I nostri piedi a questo punto sono out, prendiamo la metro a ritroso e raggiungiamo il rione Testaccio dove abbiamo un appuntamento importante...oh sì, con un piatto di fantastici bucatini all'amatriciana al ristorante Da bucatino. Quale modo migliore per concludere degnamente una serata? 
Domenica si apre con un sole incredibile ma è anche giornata di ritorno a casa, non prima di una passeggiata a Castel Gandolfo, cittadina nota soprattutto per essere residenza estiva del pontefice, con splendida vista sul sottostante Lago Albano. Un breve giro tra i banchi di un mercatino antico prima di fiondarci nell'Osteria del Borgo, vero trionfo gastronomico della più genuina romanità...ma il tempo vola e il treno ci aspetta e non accetta ritardi. Arrivederci Roma!

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