lunedì 10 luglio 2017

La Charly Gaul è sempre...più leggendaria! (domenica 9 luglio)

Emma Delbono
Una situazione meteo perfetta fa da suggello alla Leggendaria Charly Gaul (Uci Gran Fondo World Series), edizione numero dodici. Il temporale della notte ha rinfrescato l'aria offrendo a tutti gli atleti le condizioni ideali per una strepitosa giornata di sport. Tracciati avvincenti culminati sul passo del Vason a 1650 metri di altezza, sono scenari di quell'8 giugno 1956 dove indelebile è l'impresa compiuta da Charly Gaul durante la 21a tappa del Giro d'Italia partita da Merano. Lo scalatore lussemburghese arrivò al traguardo sotto una tormenta di neve infliggendo un distacco di otto minuti sul secondo arrivato e conquistando in questo modo la maglia rosa che porterà sino al traguardo finale di Milano.
In diretta Rai, una fiumana di ciclisti è partita dalla piazza del tridente di Nettuno a dare il via ad una competizione che è ormai una classica nel calendario delle due ruote.
Il primo sul traguardo del percorso mediofondo di 57 km e 2.000 metri dislivello, in meno di due ore, visibilmente affaticato dopo aver scalato gli ultimi 17,5 chilometri sul Bondone (38 tornanti con media dell’8% di pendenza) è stato il fiorentino Davide Lombardi, abile a staccare Andrea Zamboni sull’ultima salita dopo che il trentino era stato in testa per lunghi tratti della gara. Terzo il veronese Andrea Pontalto felice del terzo posto anche perché l’erta del Bondone “non perdona”. La favorita assoluta sul mediofondo era Serena Gazzini, atleta di casa che spesso e volentieri lascia solamente le briciole alle altre specialiste delle medie distanze, e infatti sul Bondone si è nuovamente confermata. La trentina ha condotto la propria prova dall’inizio alla fine giungendo in solitaria al traguardo: “Regalo più bello per i miei figli, ma devo dire grazie anche alla caporeparto dell’azienda in cui lavoro che mi ha permesso di saltare la giornata lavorativa, sarebbe stato impensabile per me andare al lavoro alle ore 2 dopo aver affrontato una salita come questa" ha commentato ai microfoni subito dopo l'arrivo.
Stefano Cecchini

In seconda posizione la veterana Olga Cappiello che già era giunta seconda alla cronometro di Cavedine (TN) di venerdì, terza la vicentina Deborah Rosa davanti ad un’altra trentina, Jessica Leonardi, arrivata in contemporanea con Jury Chechi, campione olimpico e ormai presenza fissa alla Charly Gaul. Appassionante la contesa della granfondo, esaltata magnificamente dalla diretta Rai, con i suoi 141 chilometri e gli incredibili 4000 metri di dislivello capaci di emozionare la miriade di appassionati di ciclismo presentatisi in ben 2500 ai nastri di partenza di Trento.Un drappello di atleti è rimasto compatto sino a sette chilometri dall’arrivo, con Stefano Cecchini sempre a condurre il gruppo, al quale gli altri corridori non hanno nemmeno lasciato il diritto di rifiatare un momento, nessuno ha voluto inserirsi e fare da traino per un po’ lasciando tutto nelle gambe del corridore toscano. Negli ultimi tornanti Cecchini stacca decisamente lasciando a Zen il compito di tenere a bada Mauro Facci per il secondo posto, giungendo a braccia alzate tra gli applausi dei numerosi presenti.
"La salita è sempre dura da affrontare” ammette a Radiocorsa. Tra le donne la bresciana Emma Delbono riprende un discorso interrotto dalla maternità bissando la vittoria del 2015. Seconda e terza classificata rispettivamente Simona Parente e Manuela Sonzogni. Dietro di loro arrivano gruppetti di ciclisti di ogni età, segnati dalla fatica ma felici di aver superato il traguardo mentre "nascosti" tra gli spettatori si aggirano con le loro sorprendenti biciclette i protagonisti della Moserissima, ciclostorica di Trento firmata da Francesco Moser, svoltasi sabato 8 luglio e unica tappa trentina del Giro d'Italia d'Epoca. 

Nessun commento:

Posta un commento