martedì 25 luglio 2017

I Suoni delle Dolomiti: l'alba di alcune marmotte con la musica di Mario Brunello e la Kremerata Baltica (domenica 23 luglio)

Il desiderio di ascoltare all'alba il concerto di Mario Brunello e la Kremerata Baltica, con le Dolomiti meravigliose protagoniste, era vivo ormai a tempo.
Alle 4:30 siamo pronte per l'appuntamento alla funivia del Grostè a Madonna di Campiglio, dove troviamo una marea di persone che come noi non vedono l'ora di salire e effettuare la breve camminata a Pra di Flavona al cospetto della catena montuosa del Brenta.
Giovani temerari hanno trascorso la notte in quota in tenda e sacco a pelo, sfidando il freddo e l'umidità.
Viole,violini,violoncelli e contrabbasso, uniti ad archetti e spartiti che vibrano nel vento ci attendono, mentre ognuno prende posto nei prati, sulle rocce e sulle creste dei monti che circondano la conca in un colpo d'occhio fantastico.
Siamo sicuramente più di duemila persone!
Gli strumenti iniziano a diffondere i primi suoni e in un attimo le cime accolgono i primi raggi del sole donando a ognuno di noi una forte emozione che prosegue fino all'ultimo brano dove veniamo invitati da Mario a cantare tutti insieme.
La musica sembra accarezzare dolcemente la roccia penetrando ogni fessura e le note sembrano seguire le forme di queste fantastiche montagne, mentre entrambe avvolgono tutti noi in un caldo abbraccio.
Al termine m'incammino con le mie tre compagne d'avventura insieme ai musicisti con i loro strumenti a spalla e a tutti coloro che hanno vissuto con noi questa indimenticabile giornata con la consapevolezza di aver ricevuto un dono grandioso e una enorme gioia nel cuore. Due parole su Mario Brunello: è il principale ideatore dei Suoni delle Dolomiti oltre che direttore musicale del Festival di Arte Sella. Accademico di S.Cecilia. è direttore artistico del Premio Borciani e del Festival del Quartettod i Reggio Emilia. E' stato il primo artista italiano a vincere nel 1986 il concorso Cajkovskij di Mosca ed è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Infine aggiungo una mia considerazione personale: alla delicatezza con la quale sfiora le corde del violoncello si accompagna una calda e poderosa stretta di mano da vero montanaro.
Grazie Mario e grazie a chi ha condiviso con me questa esperienza.

(Annalisa Rizzini)

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