lunedì 23 novembre 2015

Il Monte Creino e la Val di Gresta (domenica 22 novembre)

La Val di Gresta è certamente una delle vallate meno conosciute rispetto alle blasonate mete turistiche trentine eppure per la varietà dei suoi paesaggi e la mitezza delle temperature che favoriscono una importante produzione ortofrutticola, tanto da essere nominata "l'orto biologico del Trentino", ne fanno un gioiellino da riscoprire. Incastonata tra i monti Biaena e Creino, con la mole dello Stivo a chiuderla a nord, la piccola valle è dolcemente suggestiva. Ed è proprio il Monte Creino la nostra destinazione, non una vera escursione ma una piacevole passeggiata - modesto è il dislivello - che sin dai primi passi verso l'alto regala il tepore di una bella domenica novembrina. Dall'abitato di Ronzo-Chienis saliamo in località Santa Barbara e, lasciando alla nostra destra l'hotel Genzianella, impegniamo la stradina in salita seguendo il percorso boschivo Creinarte realizzato dai bambini delle scuole del luogo. Il bosco è ancor più rosseggiante accarezzato com'è dal sole, poi la comoda forestale si apre su ampi prati e appezzamenti coltivati sino a raggiungere la croce di Monte Creino a 1280 metri.
Intorno, quasi a corolla l'orizzonte si perde sulla Valle del Sarca, sulle vette imbiancate della Presanella e delle Dolomiti del Brenta per poi cadere a strapiombo sul lago di Garda. La sosta è fitta di chiacchiere, thermos di caffè caldo, panini di vario genere e fotografie a iosa, poi quando si riprende la via del ritorno deviamo verso le trincee risalenti alla Grande Guerra e in ottime condizioni grazie all'opera degli alpini che ne hanno curato la manutenzione. Lungo i trinceramenti si aprono cunicoli che fungevano da ricovero dei soldati o utilizzati come depositi mentre le postazioni di vedetta si "buttano" sul Garda sottostante. Il Monte Creino del resto era parte della principale linea di difesa degli austro-ungarici nell'Alto Garda e per questo motivo fu fortificato in ricongiunzione con la copertura difensiva posta sul Monte Biaena. Il fronte della Val di Gresta fu parte attiva del conflitto mondiale tra il 1915 e il 1916 fino a quando la guerra si spostò definitivamente verso l'Isonzo. Percorriamo le trincee con curiosità e nel silenzio del bosco ed è difficile comprendere le sensazioni appartenenti a quei lontani soldati...Il sole lentamente scompare e nuvole su nuvole si affollano intorno alle montagne. 


PARTENZA: Santa Barbara
(metri 1140)
SEGNAVIA: ------
DIFFICOLTA': T
DISLIVELLO: mt 140
ALTITUDINE: mt 1280
LUNGHEZZA: km 4




martedì 17 novembre 2015

Marmotte a Roma (13-15 novembre)

La Frecciargento sfreccia sui binari divorando la distanza che ci divide da Roma. Roma...si può dire di tutto e il contrario di tutto ma la culla della splendida civiltà imperiale esula dai canoni banalizzanti della metropoli consacrandosi a perenne bellezza.
Roma, immensa e contraddittoria, caciarona ed intellettuale, egocentrica ma aperta al mondo...la stessa città che dall'Aventino riesci a racchiudere in un sintomatico abbraccio. Scendiamo a Termini, il tempo di un caffè e mentre la città viene inghiottita dalle prime ombre notturne, ci ritroviamo a zigzagare fra storici vicoli dai nomi spiritosi che si prestano a irriverenti gags. Le marmotte romane, di cui siamo ospiti, ci accompagnano al ristorante Grisù, a due passi da Fontana di Trevi, dove viene proposta l'esilarante esibizione delle drag queens.
E quando rintoccano le 23 non si può assolutamente perdere il giocoso barocco di una delle fontane più famose al mondo. L'opera progettata dall'architetto Nicola Salvi su commissione di papa Clemente XII nel 1792, è uno dei simboli forti della Roma papale e ad essa sono anche collegate molte tradizioni popolari, la più conosciuta afferma che lanciando una moneta dentro la fontana voltandole le spalle porti fortuna in amore.
La notte è ancora giovane e le gambe hanno voglia di saltellare sul ciottolato capitolino. Attraversiamo Piazza di Spagna salendo con lo sguardo a Trinità dei Monti: ai suoi piedi la Fontana della Barcaccia, opera del Bernini, riportata all'antica bellezza dopo l'ondata distruttiva degli hooligans olandesi. Da lì proseguiamo verso la celeberrima Via Condotti, patria della Grandi Firme (e dei portafogli a fisarmonica) e rapite dalla notte attraversiamo Via del Corso mantenendo alla nostra destra Palazzo Chigi, sede del governo, con grande spiegamento di forze militari dopo l'attentato di Parigi. I piedi bollono e le ore da piccole...sono diventate piccolissime: domani ci aspetta un tour de force!
E' sabato, il cielo è bigio ma poco importa. Lasciando ad un immediato futuro la visita ai Musei Vaticani (ah tempo tiranno!) ci facciamo largo su viale Vaticano letteralmente invaso da turisti provenienti da tutto il mondo e sentendoci anche noi un pò cosmopolite ci affacciamo quasi timidamente nella piazza del Papa. La fiumana di gente per la Basilica ci fa desistere dall'intento e allora tutte verso Via della Conciliazione lasciando alle spalle il simbolo per antonomasia della cultura cristiana. e tra chiacchiere e varia umanità raggiungiamo Castel Sant'Angelo. Il castello o mausoleo di Adriano che ne iniziò la costruzione nell'anno 125 d.C., nei secoli successivi fu teatro di grandi eventi storici sino a legare dal 1367 indelebilmente le sue sorti a quelle dei pontefici. Il castello è ricco di grandi opere artistiche e salendo al quinto livello, si trovano i fastosi appartamenti di Paolo III Farnese con la meravigliosa Sala Paolina affrescata dal toscano Perin Del Vaga tra il 1545 e il 1547. Più in alto, la Biblioteca, la Sala del Tesoro con le sue armi e i suoi forzieri sino a raggiungere il Terrazzo dell'Angelo dove l'occhio può finalmente perdersi sulla città di Roma. La fame scalpita, due passi indietro per una pizzetta veloce e poi di corsa per nuove suggestioni! 
Superiamo ponte Sant'Angelo e ci inoltriamo nel cuore capitolino sulla sponda opposta del Tevere. Ecco Vicolo delle Vacche (un nome che è un programma...), poi si va ad incrociare Bar del Fico, dalla pianta di fico che spunta letteralmente da mura storiche sino a raggiungere Piazza Navona, La celebre piazza, la cui forma è quella di un antico stadio su quello preesistente dedicato all'imperatore Domiziano (85 d.C.), celebra la grandiosità dell'antico casato dei Pamphili con la seicentesca chiesa dedicata a Sant'Agnese in Agone e l'imponente Fontana dei Quattro Fiumi di berniniana memoria. La piazza è diventata col tempo anche luogo d'incontro di artisti di strada, pittori e ritrattisti caricaturali. Ci blocchiamo in Piazza Colonna davanti alla Chiesa di Santa Maria Maddalena, bell'esempio di arte rococò in Roma, entrando silenziosamente nella sua unica navata. Poi raggiungiamo finalmente il Pantheon, unico edificio pagano trasformato in un luogo di culto cristiano.
E' affollatissimo! Pieghiamo a sinistra lungo via della Minerva dove nella piazza omonima c'è la splendida Basilica di Santa Maria sopra Minerva le cui volte, di fattura ottocentesca, richiamano un cielo stellato e che i romani hanno ribattezzato "chiesa blu". Mentre la sera si affaccia su Roma, noi ci avviciniamo al Vittoriano, giriamo intorno al monumento salendo a Campidoglio dove giganteggia la statua equestre di Marco Aurelio, o meglio la sua copia, visto che per motivi di conservazione l'originale è all'interno dei Musei capitolini. Scendiamo poi verso il Foro Romano, ormai immerso nei chiaroscuri della notte e puntiamo il Colosseo, simbolo di Roma stessa. I nostri piedi a questo punto sono out, prendiamo la metro a ritroso e raggiungiamo il rione Testaccio dove abbiamo un appuntamento importante...oh sì, con un piatto di fantastici bucatini all'amatriciana al ristorante Da bucatino. Quale modo migliore per concludere degnamente una serata? 
Domenica si apre con un sole incredibile ma è anche giornata di ritorno a casa, non prima di una passeggiata a Castel Gandolfo, cittadina nota soprattutto per essere residenza estiva del pontefice, con splendida vista sul sottostante Lago Albano. Un breve giro tra i banchi di un mercatino antico prima di fiondarci nell'Osteria del Borgo, vero trionfo gastronomico della più genuina romanità...ma il tempo vola e il treno ci aspetta e non accetta ritardi. Arrivederci Roma!

venerdì 13 novembre 2015

Una marmotta in Iran (ottobre 2015)

Da alcuni anni mi si era stata presentata l’occasione per andare in Persia, ma solo ora ho potuto realizzare questo viaggio. Prima di partire, anzi ancor prima di confermare la mia adesione, familiari, amici e conoscenti andavano a gara nello sconsigliarmi questa avventura principalmente per motivi di sicurezza relativi a motivazioni religiose.
Nonostante tutti i tentativi di dissuadermi dal partire, ho preferito ascoltare il mio desiderio di conoscere un popolo nuovo e una civiltà diversa naturalmente dopo aver raccolto informazioni dettagliate sulla sequenza del viaggio dal sito “Viaggiare sicuri-Farnesina-Ministero degli esteri”. Ora posso raccontare attraverso i miei occhi la bellezza di questo paese.
L'Iran, ex Persia, è una terra ricca di storia, di cultura e di un popolo positivo, pieno di speranza per il futuro. Grande circa cinque volte l'Italia, ha metà del territorio ricoperto da catene montuose a cui si antepongono ampie zone desertiche il Dasht-e Kavir (letteralmente Immenso Deserto) mentre la parte meridionale del paese è quello dove vive in prevalenza la popolazione.
In Iran vige una repubblica, o regime, islamica fondata da Khomeyni che seguì alla caduta dello Scià di Persia (fine anni '70). Tale regime capillarmente rappresentato legifera in modo assolutistico leggi, norme e regolamenti a cui tutti devono adeguarsi: il controllo e la vigilanza sono quasi assoluti! Tutte le donne devono portare il velo nero o tendenzialmente scuro ed un indumento consono a coprire le forme del corpo. Solo le bambine vestono all'occidentale, ma purtroppo ci sono anche bimbe completamente coperte da un burqa nero.
Questo controllo capillare, quasi soffocante, porta una sicurezza al 100 per cento per tutti ma chi viola le regole viene punito severamente: pena di morte, prigione, lapidazione oppure semplicemente scompare. Anche l'ambiente rispetta questo assolutismo: città, paesi, strade, giardini, vicoli insomma tutto e' sempre pulito. In pubblico inoltre è vietato far uso di alcolici.
Tornando alle mie valutazioni, posso dire che il viaggio è stato splendido, perché  è un paese affascinante e ricco di storia risalente fino al 5000 a.c.
Ho visitato Teheran, capitale dell’Iran  che possiede circa una decina di musei, immersi in ampi parchi e splendide moschee, poi con un viaggio aereo interno sono scesa nella parte meridionale dell’Iran raggiungendo la città di Shiran, denominata anche la città dei poeti e delle rose.
Nei giorni successivi risalgo l’Iran di oltre 500 chilometri raggiungendo Persepoli, una delle capitali dell'antico impero Achemenide, costruita intorno al V secolo a.c. da Dario il Grande e successivamente ampliata da Serse. Inestimabile antico gioiello del vicino Oriente. rimasto in uno splendido stato di conservazione. Sono rimasta entusiasta di questi suggestivi capolavori di civiltà. Sui resti ci sono le narrazioni storiche risalenti a 4-5000 anni fa, che riportano un’immagine  quanto mai viva di una grande antica civiltà. Sempre risalendo a nord troviamo Yazd ,città zoroastriana, l’unica che conti ancora parecchi seguaci dell’antica religione. La visita al Tempio del fuoco dove arde una fiamma eterna, tenuta accesa dall'anno 470 a.c. è emozionale, poi alle moschee adorne di ricchezze ed in fine il mausoleo di Sayed Jafar. E dopo finalmente raggiungiamo la grandiosa Isfahan, con le favolose Moschee composte da 4 logge e rifinite con finissime piastrelle nella piazza dell’Iman. Una nota curiosa: la piazza è grandissima, anzi lunghissima! In origine veniva usata per il gioco del polo. Sapevate che questo sport è nato in Persia? Solo successivamente venne "trasportato" in Inghilterra. Nel mio viaggio si susseguono altre moschee e altri mausolei, poi un antico bagno turco ora diventato museo, ricco di materiali architettonici e pietre preziose.
Poi visitiamo la città di Kashan  sede di uno dei più splendidi mausolei Agha Bozorg costruito nel 1700, a seguire ai più antichi palazzi dell’architettura Sasanide, antica grande civiltà risalente a oltre 2000 anni fa. Dopo questo lungo tour si fa nuovamente ritorno a Teheran. In sei giorni tra viaggi in aereo o su pullman abbiamo macinato oltre 1500 chilometri!
Una nota importante: anche noi turiste abbiamo dovuto portare il velo ed un indumento consono a coprirsi le forme del corpo ancor prima di scendere dall’aereo e fino alla partenza del volo per l’Italia. Quello che si sente in questa nazione è comunque positivo. Gli uomini tendono a tenere un comportamento “distante”, mentre nelle donne, nonostante portino un vestito tutto nero compreso il capo, si nota un viso ben curato e truccato, spesso sorridente. I giovani sono sempre desiderosi di avvicinarsi al turista, per parlare e capirne la provenienza. Molti di loro parlano perfettamente l’inglese e scalpitano nella speranza di un cambiamento.
E' stato un viaggio che ha soddisfatto le personali aspettative. Conoscere altri popoli e altre abitudini...Un viaggio da consigliare in tutta tranquillità e sicurezza.

(Santi)

giovedì 12 novembre 2015

Due marmotte a Praga (17-19 ottobre)

Eccoci finalmente a Praga! Accolte calorosamente al nostro arrivo dalla marmotta "praghese" Robi e dal fratello Alberto arriviamo in questa città, nel cuore storico dell'Europa, quando calano le ombre della sera accolte da una pioggerellina sottile sottile. Fiondiamo in un locale "italiano" a festeggiare un compleanno poi è di pragmatica un giro notturno per la città. C'è il  festival della luce!  Sono luci particolari proiettate sugli edifici storici della città accompagnate da melodie suggestive, luci danzanti in totale simbiosi con i diversi ritmi musicali che creano incredibili effetti scenici: sembra proprio che l’edificio stesso si metta a ballare!!! 
Il giorno dopo è tempo di tour per la città. Raggiungiamo Ponte Carlo, storico ponte in pietra sulla Moldava e su su sino al castello, situato sopra una delle nove alture su cui si sviluppa la città. All'interno del complesso si trova la gotica Cattedrale di San Vito, ci aspetta una salita di 285 scalini per raggiungere le splendide guglie da cui si osserva un panorama bellissimo. Le altissime vetrate finemente decorate dai maestri vetrai ci lasciano senza fiato. Poi raggiungiamo il palazzo reale, il convento di San Giorgio, il bellissimo giardino circostante e una piccola via ricca di caratteristici negozietti. Una visita alle armature antiche di Palazzo Schwarzenberg e si continua camminando con occhi curiosi attraverso piazze e vie sino a raggiungere il fiume…non ci facciamo mancare nulla!
Seconda giornata a Praga dedicata alla memoria mentre il tempo si diverte a mutare pioggia in sole e viceversa. Visitiamo il cimitero ebraico, sembra un parco...Il pomeriggio è dedicato alla visita di Piazza Venceslao, santo protettore della repubblica ceca la cui statua di notevoli dimensioni domina un lato della piazza, e poi i suoi palazzi importanti e tutta una serie di negozietti in cui perdersi...in fondo a questa enorme piazza ci sono dei piccoli capanni di arte e mestieri di un tempo!!! Finalmente ci concediamo una primizia gastronomica praghese assaggiando le loro splendide salsicce in un paninone buonissimo!!!!! Il tempo stringe e il volo di ritorno ci aspetta, ma non ci facciamo scappare l’occasione per un giro a Piazza della Città Vecchia (Staromestské nàmesti) dove si trova il famosissimo orologio astronomico, montato sul lato sud del municipio e uno dei simboli della città, e una veloce visita alla chiesa barocca del Gesù Bambino. Purtroppo dobbiamo partire, grazie Praga di averci fatto vivere un sogno. (Anna e Franca)

lunedì 9 novembre 2015

Croce di Perlè (domenica 8 novembre)

A guardarlo dall'alto il lago di Idro sembra quasi un fiordo nordico con il suo aspetto allungato, viceversa è il più piccolo dei bacini prealpini italiani ma la corona delle montagne che lo circonda offre più di un motivo per lasciarsi incantare e saggiarne i sentieri. A Pieve di Idro abbandoniamo la statale che prosegue in direzione Madonna di Campiglio volgendo a destra sulla provinciale 58 per Capovalle. Oltrepassiamo il bivio che scende a Crone d'Idro procedendo per circa 400 metri sino all'intersezione con una stradina asfaltata (località Ravausso) dove la segnaletica predisposta dal "Gruppo Sentieri Attrezzati Idro 95", a cui si deve la bella manutenzione sentieristica di questa zona, indica il segnavia 451.  Zaino in spalla ci incamminiamo lungo la stradina poi, entrando nella boscaglia, l'ampia mulattiera si restringe in uno ripido tracciato immerso dal fogliame autunnale sino a incrociarci con il cartello che indica Croce di Perlè dritto davanti a noi mentre a destra si scende al Sentiero delle cascate. La vista sull'Eridio sottostante si accende dei colori di questa splendida domenica di sole. Il sentiero sale con maggiore decisione verso oriente abbandonando la vista del lago e penetrando in un vallone boschivo. Il serpentineo percorso diventa finalmente più facile e con fondo ben tracciato, rimontiamo lungamente la destra orografica del vallone totalmente immerse in un bosco silenzioso interrotto solo dalla lontana presenza dei cacciatori e delle loro doppiette.

Si sale ancora di dislivello mentre il sentiero gira a sinistra rimontando un solco terroso per poi raggiungere Gola di Meghè, a 968 metri, dove troviamo un pannello con diverse indicazioni. Seguendo il segnavia per la sommità, rimontiamo una facile cresta con qualche affioramento roccioso. Il bosco rimane alle nostre spalle mentre il cielo si spalanca d'azzurro. Ancora pochi metri in falsopiano e guadagniamo la Croce di Perlè da dove la visione è meravigliosa su tutto l'orizzonte. Siamo a 1031 metri e sotto la nostra verticale c'è il paese di Crone, in lontananza la Corna Blacca e più a nord le altre cime delle Giudicarie. Volgendo lo sguardo più a oriente si erge l’ampia sagoma erbosa del Monte Manos. La sosta panino è solo il pretesto per godersi, sedute tranquillamente alla base della grande croce lignea, lo scenario spettacolare che si apre davanti a noi. Procediamo a ritroso l'intero tracciato sino a raggiungere nuovamente l'incrocio con il sentiero delle cascate che impegniamo in direzione contraria. Il sentiero è piuttosto tranquillo, si affronta la forra del torrente Neco con alcuni tratti attrezzati da scalette e funi metalliche, peccato solo che le cascate rimangono solo immaginifiche vista la totale assenza d'acqua, ma l'insieme naturale è davvero emozionale... 


PARTENZA: loc. Ravausso (mt 480)
SEGNAVIA: 451
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 550
ALTITUDINE: mt 1031
LUNGHEZZA: km 7

lunedì 2 novembre 2015

La Valvestino (domenica Primo novembre)

La prima domenica novembrina ti accoglie con un cielo dipinto d'azzurro e la voglia di montagna, mai sopita, si accende di nuove curiosità...Non serve andare molto lontano per scoprire la Valvestino, silenziosa valle tra la Val Sabbia e il Garda, territorio del parco regionale dell'Alto Garda Bresciano.
Seguiamo la statale 45bis oggi poco movimentata abbandonandola all'altezza di Idro per poi immetterci sulla provinciale 58 che porta alla piccola vallata. Arriviamo a Moerna (992 metri) nel più assoluto silenzio, parcheggiamo la macchina nel piazzale antistante il minuscolo cimitero del paese e imboccando la stradina carrabile (sentiero Cai 76) risaliamo in buona pendenza le ultime propaggini del Dosso Garsù che scende direttamente dal sovrastante Monte Stino. Giunti ad un bivio, a 1190 metri, prendiamo una carrareccia che ci porta nel cuore di un fitto faggeto dove persino i raggi solari stentano a penetrare, ci alziamo così di quota sino a raggiungere Bocca Cocca (1327 metri) caratterizzata da un vecchio roccolo e da numerose postazioni di guerra. Alzi lo sguardo e vedi un cocuzzolo che si innalza oltre il capanno di caccia, a lato della forestale uno striminzito sentiero sale seccamente ai resti di una fortificazione austro-ungarica risalente alla guerra '15-'18 che si affacciano sull'impervia e selvaggia Val Piombino che, restringendosi, sprofonda nel sottostante lago di Idro.
Saliamo i ripidi scalini che portano al primo ingresso scavato nella roccia e poi attraverso una strettoia, regolata ai fianchi rocciosi tramite una fune metallica, raggiungiamo una galleria che porta alle postazioni di vedetta: dalle naturali feritoie scorgi lo skyline delle prealpi bresciane in tutta la loro bellezza! Sullo sfondo da sinistra, la Corna Zeno, la Cima Meghè, la Corna Blacca, il Dosso Alto e il Maniva. All'estrema destra emerge da altre montagne la sommità del Cornone di Blumone. Dopo la sosta panino, ridiscendiamo recuperando la mulattiera che porta al  fianco orientale del Monte Bezplel (sentiero Cai 75) raggiungendo in meno di un'ora Bocca di Valle, a 1392 metri, da dove si apre una visione panoramica sull'Eridio, sul Garda e sui boschi rosseggianti della Valvestino.
L'intero percorso porterebbe fino a Cima Rest ma preferiamo tornare sui nostri passi e presa l'autovettura, percorrere il versante opposto della vallata. La strada perimetra tra imprevedibili tornanti e spettacolari gallerie naturali sino a raggiungere il lago di Valvestino, splendido bacino artificiale alimentato dal torrente Toscolano, su cui si erge la possente diga costruita nel 1962. Il lago si incunea meravigliosamente con le sue acque smeraldine tra le montagne e i rigogliosi boschi diventando un tutt'uno...poi il Garda all'improvviso appare in lontananza...




PARTENZA: Moerna 
(mt 992)
SEGNAVIA: sentieri Cai 75-76
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 400 
ALTITUDINE: mt 1392
LUNGHEZZA: km 8,5