martedì 5 agosto 2014

Il castello di Torrechiara (Parma) domenica 3 agosto




Ecco il castello di Torrechiara maestoso sulle colline parmensi. La sua posizione domina la vallata dove scorre il torrente Parma punto di incontro fra la città e gli Appennini. Struttura difensiva importante ma anche bellissima alcova del conte Pier Maria II de' Rossi e della sua amante Bianca Pellegrini di Arluno, il castello fu costruito fra il 1448 e il 1460. In una serie armoniosa ed insieme possente di torri e doppie cinte di mura che circoscrivono il grande cortile interno, il castello  sede di avvenimenti teatrali, apre le proprie stanze decorate a motivi naturalistici, grottesche, scene mitologiche, paesaggi di gusto fiammingo opere principali della scuola di Cesare Baglione, pittore del tardo manierismo emiliano del Cinquecento e sottolineano la trasformazione del maniero in elegante residenza. I nomi delle sale seguono fedelmente gli affreschi raffigurati e noi li percorriamo tenendo il naso all'insù. Dalla Sala di Giove bellissima e imperiosa a quella degli Angeli così chiamata per gli angeli che decorano la volta a crociera, che fa da raccordo fra la Sala della Vittoria e le cucine. Nella cucina è ancora visibile l'acquaio, il grande focolare e uno scaldavivande. Dalla cucina oltrepassiamo un giardino ben curato e rientriamo nell'altra ala del castello giusto il tempo di evitare un bel temporale. Ci perdiamo in quattro chiacchiere mentre aspettiamo l'evolversi meteo sprofondato in un pieno novembre. Ecco la Camera d'Oro, la stanza più famosa del castello: occupa tutto il primo piano della torre omonima. Era la camera da letto di Pier Maria de Rossi che la fece riccamente affrescare dal pittore Benedetto Bembo. Bellissime le formelle in cotto che rivestono la stanza anticamente ricoperte da una lamina d'oro. Il castello è stato anche location del celebre film "Ladyhawke" (1985) con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer. Lasciamo la signorile fortezza e ci dirigiamo verso Traversetolo, non molto distante, dove c'è Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca. Immersa nella quiete del parco, la villa ha mantenuto invariata la collocazione degli arredi per conservarne l'atmosfera più autentica. Nelle sale, importanti opere di Filippo Lippi, Durer, Tiziano, Monet nonché splendidi mobili e oggetti Impero fra le quali le grandi coppe in malachite dono dello zar Alessandro I a Napoleone, leggiamo testualmente. Ma l'antico proprietario della villa Luigi Magnani era anche un grande estimatore di Giorgio Morandi, uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento, presente con una cinquantina di opere fra bozzetti e dipinti. Come da tradizione, sulla strada del ritorno scopriamo "Ca' Pina", locale appena fuori Parma, per un apericena spettacolare.

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