venerdì 29 agosto 2014

Noemi in Val Rendena (27 agosto)

Penultimo appuntamento con I suoni delle Dolomiti e il talento e la simpatia di Noemi, in Val Rendena a 2082 metri sopra Madonna di Campiglio. Nonostante le fosche previsioni meteo dei giorni precedenti gli organizzatori rischiano il "sì" per lo svolgimento del concerto. Noi ci portiamo con la cabinovia dal centro campigliese al Monte Spinale e trotterelliamo lungo il tranquillo sentiero che porta sull'erba verde di Camp Centener, meravigliosa conca naturale circondata dalle dolomiti del Brenta e dai ghiacciai dell'Adamello e della Presanella. E il sole non delude le attese e regala una giornata fantastica agli oltre tremila spettatori che sono saliti ad ascoltare la grintosa cantante romana. Gran voce, forte e graffiante tanto da paragonarla alla popstar Anastacia, Noemi non sì è risparmiata portando una carica incontenibile nelle esecuzioni tratte dal suo ultimo lavoro "Made in London", scherzando con gli spettatori disseminati a macchia d'olio sui prati della vallata, riproponendo i successi di inizio carriera e..ad un certo punto, togliendosi le scarpe "per meglio sentire il contatto con la terra" parole di Noemi. Il pubblico non ha lesinato applausi, cori, ritmi sempre in crescendo sino al tutti in piedi nel bis di "Vuoto a perdere". In continua progressione emotiva il concerto ha riconfermato le grandi doti artistiche e umane dell'interprete lanciata da X-Factor, non sottraendosi al bagno di folla finale e concedendo sorrisi, autografi e foto a tutti i suoi fans. Ad un certo punto una rappresentante dell'organizzazione le ha detto che di questo passo avrebbe fatto sera. E Noemi con un ampio sorriso "Si sono fatti un'ora di cammino per venirmi ad ascoltare, è il minimo che possa fare". Grande Noemi! Nel tornare in paese scopriamo una vera chicca, una minuscola ma interessantissima mostra che celebra i cento anni delle guide alpine di Madonna di Campiglio, con reperti, foto, testimonianze d'epoca sul percorso storico delle guide di questo comprensorio.

martedì 26 agosto 2014

Valle delle Cartiere e le Camerate (24 agosto)

Una veloce sgambata quella di domenica 24 agosto nella Valle delle Cartiere, antico polo cartario di Toscolano Maderno e più in generale della sponda bresciana del Garda le cui radici si perdono nel Quattrocento. Il paesaggio è incantevole e non sembra proprio di trovarsi a pochissimi chilometri dall'affollata gardesana che costeggia il lago. Intorno il silenzio è rotto solo dal mormorio sommesso delle acque che scavano nella roccia percorsi suggestivi. Sulla nostra sinistra la Cartiera, immobile nel tempo, narra vicende di prosperità e grandezza ora disperse nei secoli...Ci spostiamo oltrepassando Gaino, dirette verso il sentiero 20, quello delle Camerate, una tranquilla mulattiera che si inoltra fra boschi ancora impregnati di pioggia e verdissime radure. Lungo la salita ruderi di antiche abitazioni mute testimoni di vite lontane, ricche sorgenti, isolate baite e in lontananza s'innalza Monte Castello di Gaino. Camminiamo ascoltando i pensieri mentre la montagna ci respira addosso, sentendoci parte di essa...Come scrisse Jean Jacques Rosseau "un paese di pianura per quanto sia bello, non lo fu mai ai miei occhi. Ho bisogno di torrenti, di rocce, di pini selvatici, di boschi neri, di montagne, di cammini dirupati ardui da salire e da discendere, di precipizi d'intorno che mi infondano molta paura"...

venerdì 22 agosto 2014

Grandi Donne: GERTRUDE BELL, la regina del deserto

Scrittrice, spia, viaggiatrice, archeologa...Gertrude Bell, "la donna che inventò l'Iraq", personalità indiscussa dell'impero britannico in Medio Oriente, la prima donna a fare un viaggio attraverso il deserto per ben 1500 miglia a dorso di cammello, la prima a scalare tutte le cime della catena Engelhorner nelle Alpi svizzere e tutto questo un centinaio di anni fa. Gertrude nasce il 14 luglio 1868 a Washington Hall, nella contea di Durham, in Inghilterra da un ricca famiglia di industriali, dimostrando subito una vivacità intellettuale che le permettono, fatto inusuale per le donne dell'epoca, di potersi laureare ad Oxford. Appena ventiquattrenne si reca in visita in Persia da suo zio sir Frank Lascelles, ambasciatore a Teheran e qui esplode la sua insaziabile sete di viaggi. Nel decennio che segue la troviamo esploratrice instancabile per il mondo, alpinista in Svizzera, archeologa in Oriente. Impara velocemente l'arabo, il persiano, il francese e il tedesco, l'italiano, il turco. Nel 1899 visita la Palestina e la Siria, l'anno successivo è sulla strada che da Gerusalemme conduce a Damasco dove conosce i Drusi, seguaci di una antichissima religione, che vivono a Jabal al-drusi. Tra il 1899 e il 1904, provetta scalatrice, conquista una serie di montagne tra cui il Monte Bianco. Un picco alpino nell'Oberland Bernese, il Gertrudspitze (mt 2632) è stato chiamato così in suo onore dopo averlo attraversato con le guide Ulrich e Heinrich Fuhrer nel 1901. L'anno successivo nel tentativo fallito di scalare il Finsteraarhorn rischia davvero la vita rimanendo aggrappata alla roccia in condizioni climatiche terrificanti. Molte le opere che ripercorrono i suoi viaggi. Nel 1907 pubblica "Siria: il deserto e il seminato" mappando minuziosamente l'area mesopotamica, da Antiochia a Beirut.  Ed è in queste terre che con l'archeologo William M. Ramsey scopre un campo di antiche rovine sulla riva orientale dell'Eufrate. Visitando  le rovine di Ukhaidir, Babilonia e la città ittita di Carchemis, conosce Thomas Edward Lawrence, il celeberrimo Lawrence d'Arabia.
Scoppia la prima guerra mondiale con la Bell volontaria nella Croce Rossa in Francia. In pieno conflitto Gertrude viene convocata al Cairo e vista la profonda conoscenza della complessa realtà araba, diviene la prima donna a lavorare per l'Intelligence presso il Bureau a Baghdad. Terminata la guerra insieme a Lawrence viene delegata da Winston Churchill a partecipare alla conferenza del Cairo per stabilire i confini del mandato britannico in Medio Oriente in un complicato e delicatissimo gioco delle parti fra i leader arabi e i diplomatici di Sua Maestà che porteranno fra l'altro alla creazione dell'Iraq, dopo la rivolta vittoriosa di re Faisal sull'impero Ottomano. Descritta dai persiani come "al-Khatun" (Signora della Corte che tiene occhi e orecchie aperte a beneficio dello Stato) aiutò alla composizione di uno stato unitario supportando il re sino alla sua incoronazione avvenuta il 23 agosto 1921. Il Museo Archeologico di Baghdad fu il suo capolavoro. L'archeologia era sempre stato il primo amore e il suo obiettivo era di preservare la storia delle civiltà mesopotamiche tenendole nel paese d'origine. L'immenso lavoro unito ad una brutta bronchite (era una grande fumatrice) minarono poco per volta la sua salute. Tornata in Gran Bretagna nel 1925 trovò la famiglia in grave dissesto economico a causa della guerra e della depressione economica, sino al suo tragico epilogo. Gertrude Bell fu trovata morta il 12 luglio 1926 apparentemente per un'overdose di sonniferi. Si è molto dibattuto sulla sua morte, se fosse stata accidentale oppure un suicidio intenzionale. "Vengono verso di me un gruppo di cammellieri. Erano chiaramente tutti arabi tranne uno che sembrava essere una donna. Era Gertrude Bell. Non riuscivo a credere ai miei occhi quando ho visto una donna inglese ben vestita e in ordine nonostante le settimane di viaggio nel deserto!" scrive nel 1914 sir William Willcocks, l'ingegnere costruttore della diga di Assuan in Egitto.

martedì 19 agosto 2014

I giorni di ferragosto delle marmotte: 13 agosto PAOLA TURCI E MARINA REI ...

Le bizzarrie stagionali del meteo anche qui in Trentino, hanno scompigliato in toto il programma de I giorni di ferragosto delle marmotte a cominciare dall'atteso concerto di Paola Turci e Marina Rei previsto sui prati del Bondone e giocoforza spostato in serata all'auditorium di Vezzano, ma non ha certo smorzato l'entusiasmo degli spettatori, diligentemente in coda davanti alla biglietteria pur di accaparrarsi i posti disponibili del piccolo teatro della Valle dei Laghi. Scenografia spoglia ed essenziale, un pizzico di attesa e poi le due artiste romane appaiono sul palco accompagnate dal basso di Pierpaolo Ranieri, ruolo che in passato aveva visto esibirsi Max Gazzè. La Turci voce cantautorale e chitarra e la Rei grintosa tra batteria, voce e piano, applauditissime alla loro entrata in scena, sfoderano i pezzi più importanti del loro repertorio alternandosi tra viaggi interiori e calde atmosfere acustiche, in assoli che si trasformano a due voci in perfetta simbiosi. Un percorso musicale che sa tessere arrangiamenti rockeggianti declinando poi con leggerezza su toni più intimi, che sa far coinvolgere il pubblico presente sempre pronto ad accompagnarle nei ritornelli e sa anche far ridere quando verso la fine del concerto, Paola e Marina si sono lasciate andare ad uno scambio veloce di battute che ha divertito il pubblico in sala. Da "Volo così" in acustica alla dirompente "Donna che parla in fretta " in cui la Rei ha stupito per l'eccellenza di percussionista, è un viaggio musicale il loro, dolce e intenso insieme sino allo standing ovation finale. Richiamate a gran voce sul palco Marina Rei ha proposto la bellissima "I miei complimenti" seguita dalla Turci con quella canzone senza tempo che è "Bambini" ma non finisce qui perché il pubblico ha fame di musica, musica che è soprattutto magia, e le due ritornano proponendo la canzone di Battiato "Cuccurucucù" cantata praticamente in unisono con tutto il pubblico. Grande serata! Il mormorio allegro della serata si perde nelle chiacchiere che portano verso Monte Bondone...e già spunta il nuovo giorno... (continua)

I giorni di ferragosto delle marmotte: 14 agosto LA VALLE DEI LAGHI

lago di Toblino
lago di Cavedine
castello di Drena
Metti il naso fuori dalla finestra, qualche lampo di sole sembra illuminare il cielo. Tentare l'escursione sul Monte Cornetto, perché no. Ma è un'idea che naufraga miseramente, giusto il tempo di allacciare gli scarponcini e caricare lo zaino sulle spalle e immensi goccioloni freddissimi precipitano dal cielo. Nulla da fare, si cambia programmazione. Ritorniamo verso la piana, sempre inseguite dalla pioggia, imboccando la SP85 del Bondone, superiamo prati, radure e boschi gettando lo sguardo in alto verso Castel Medruzzo stupendo sulla roccia (purtroppo solo residenza privata) e poi sempre più giù, dimenticandoci i tornanti. Dopo la grande curva arroccato in cima al colle che domina la vallata, sorge il Castello di Drena splendida roccaforte del XII secolo caratterizzata dalla torre quadrata alta 25 metri che ci regala una spettacolare visione della valle del Sarca. Un certo languorino incombe, il chiosco è a due passi dal maniero, la pioggerella ci regala un attimo di tregua ma in fondo ogni scusa è buona quando si è tra marmotte. Caffè, due risate e si prosegue! Costeggiata da immensi vigneti, la strada piega verso il lago di Cavedine, un  suggestivo specchio d'acqua turisticamente poco sfruttato. Regna un silenzio quasi sospeso nel tempo, regalando sensazioni di serenità. Il cielo è cupo ma ci fermiamo lo stesso in una piccola area verde non lontano dal fluttuare leggero di piccole imbarcazioni. In lontananza c'è chi fa del windsurf....Poi di nuovo pioggia, fine e fastidiosa. Riprendiamo il cammino segmentando la Gardesana  per alcuni chilometri ed ecco l'incontro col meraviglioso lago di Toblino, che morfologicamente chiude la Valle dei Laghi, circondato da rigogliosi canneti e sul cui isolotto si erge l'omonimo castello, anch'esso del XII secolo ma portato al massimo splendore nel Cinquecento ed oggi utilizzato come ristorante. Gustarsi un gelato e negli occhi tanta superba bellezza, persino la grande sfera solare si decide a decantarla specchiandosi nelle argentee acque....E poi si risale a Vason e ai suoi piatti trentini....(continua)
Castel Toblino - le mura

I giorni di ferragosto delle marmotte: 15 agosto IL CASTELLO THUN

...E' arrivato ferragosto, non ce ne siamo accorte perchè ovviamente...piove! Cavoli, sembra autunno. Ci saranno dodici gradi, ventine e pile sono d'obbligo in questi giorni così uggiosi! Nel frattempo altre marmotte si sono unite al gruppo ma sembrano aver adocchiato il centro benessere a due passi dall'albergo Vason, base operativa delle marmotte, ma noi che siam più intrepide, pioggia o non pioggia andiamo alla scoperta del famoso castello Thun in Val di Non. Presa la Brennero e uscite a San Michele, ci troviamo circondate da immensi meleti carichi di frutti e all'altezza di Ton avvistiamo il poderoso castello, uno dei più belli del Trentino, della potente casata dei Thun. Edificato sopra una collina a oltre 600 metri d'altezza il maniero, costituito da torri, mura e bastioni, domina l'intera vallata. Fortificazione imponente che rispecchia il carattere insieme austero ed elegante della nobile famiglia trentina, riflesso storico del plurisecolare dominio dei Thun su questa ricca vallata. Attraversiamo una breve radura e arriviamo al castello oltrepassando la cinquecentesca Porta Spagnola che da sull'ampio porticato. Ci sono molti visitatori nonostante l'inclemenza del meteo. Superiamo le mura e ci ritroviamo nella Storia. Al piano terra ci sono le sale pubbliche, al piano superiore le stanze dei signori, tutte riccamente arredate con mobili dell'epoca. E poi le grandi cucine. Una luce calda spezza il grigiore del cielo, guardi oltre la grande finestra e appare il sole, allora infili la scalonata e scendi nei giardini umidi di pioggia che circondano il castello. Ad ovest la possente torre della biblioteca, occasionalmente allestita per una minuscola  ma interessante mostra sul neoclassicismo pittorico di Giuseppe Craffonara. Disegni, matrici di stampa e bozzetti dell' artista trentino in voga a metà Ottocento, trovano la giusta dimensione in questa sede. Ritorniamo inseguite dal tepore del sole sino al suo declinare dietro al Bondone....(continua)

I giorni di ferragosto delle marmotte: 16 agosto VIRNA IN CONCERTO

...E stasera canta Virna MarangoniNella sala feste del Vason fervono i preparativi per il concerto della musicista mantovana. Mentre alcune marmotte fanno un pieno di scienze naturali visitando il Muse di Trento, la macchina organizzatrice del gruppo è in piena attività suddividendosi fra cucina  per la preparazione del buffet, e il salone dove tavoli, pareti e colonne vengono rivestiti di colori e allegria. Il tempo vola veloce, il sole lascia il passo alle prime ombre della sera, la hall si affolla di marmotte piano piano. Abbracci, sorrisi, attese si mescolano confusamente mentre risuonano accenni di chitarra richiamando l'attenzione di altri avventori del ristorante. Ti aspetti la "solita" Virna, poderosa, energetica, dalla voce graffiante. Ti aspetti l'esecuzione magistrale  della sei corde, fonte di magie musicali tra gioia e spirito libero. E Virna non delude le attese, pizzica le corde e attacca con un brano mitico di Janis Joplin! Poi è un crescendo di suoni che riscaldano l'ambiente. Virna ti prende per mano, ora rockeggiando ora lasciando scivolare morbide melodie in totale simbiosi con la sua chitarra. Da brividi! Poi nella breve pausa musicale chi ti saltano fuori? Le folleggianti Schiappers, ormai più che una sorpresa, con le loro libere - molto libere - interpretazioni canterine tra l'ilarità delle presenti. Avranno un futuro nel mondo dello spettacolo queste Schiappers? Dopo il divertente siparietto ancora tanta Virna sino all'epilogo della serata...Epilogo? Assolutamente no. Bucando l'orario previsto del concerto, Virna si è lanciata con stornellate popolari quasi ad una voce con le divertite presenti...Bellissima serata! (continua)

I giorni di ferragosto delle marmotte: 17 agosto SPLENDE IL SOLE, SI SALE SUL PALON...

...e alla fine Elios ha deciso di regalarci una giornata perfetta, meteorologicamente parlando! Certo anche oggi le felpe sono d'obbligo soprattutto se si vuole salire sul Palon a quota mt 2089 con la seggiovia del Monte Bondone. Il colpo d'occhio dalla vetta è qualcosa di eccezionale: lo splendore delle Dolomiti del Brenta, i fremiti lontani della città di Trento, la placida Valle dell'Adige sino ad incrociare, silenziose, le tre cime del Bondone. Alle ore tredici ultima riunione gastronomica delle marmotte all'Albergo Vason poi lentamente e senza troppa voglia il gruppo si snocciola, ognuna verso una diversa destinazione.

martedì 5 agosto 2014

Il castello di Torrechiara (Parma) domenica 3 agosto




Ecco il castello di Torrechiara maestoso sulle colline parmensi. La sua posizione domina la vallata dove scorre il torrente Parma punto di incontro fra la città e gli Appennini. Struttura difensiva importante ma anche bellissima alcova del conte Pier Maria II de' Rossi e della sua amante Bianca Pellegrini di Arluno, il castello fu costruito fra il 1448 e il 1460. In una serie armoniosa ed insieme possente di torri e doppie cinte di mura che circoscrivono il grande cortile interno, il castello  sede di avvenimenti teatrali, apre le proprie stanze decorate a motivi naturalistici, grottesche, scene mitologiche, paesaggi di gusto fiammingo opere principali della scuola di Cesare Baglione, pittore del tardo manierismo emiliano del Cinquecento e sottolineano la trasformazione del maniero in elegante residenza. I nomi delle sale seguono fedelmente gli affreschi raffigurati e noi li percorriamo tenendo il naso all'insù. Dalla Sala di Giove bellissima e imperiosa a quella degli Angeli così chiamata per gli angeli che decorano la volta a crociera, che fa da raccordo fra la Sala della Vittoria e le cucine. Nella cucina è ancora visibile l'acquaio, il grande focolare e uno scaldavivande. Dalla cucina oltrepassiamo un giardino ben curato e rientriamo nell'altra ala del castello giusto il tempo di evitare un bel temporale. Ci perdiamo in quattro chiacchiere mentre aspettiamo l'evolversi meteo sprofondato in un pieno novembre. Ecco la Camera d'Oro, la stanza più famosa del castello: occupa tutto il primo piano della torre omonima. Era la camera da letto di Pier Maria de Rossi che la fece riccamente affrescare dal pittore Benedetto Bembo. Bellissime le formelle in cotto che rivestono la stanza anticamente ricoperte da una lamina d'oro. Il castello è stato anche location del celebre film "Ladyhawke" (1985) con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer. Lasciamo la signorile fortezza e ci dirigiamo verso Traversetolo, non molto distante, dove c'è Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca. Immersa nella quiete del parco, la villa ha mantenuto invariata la collocazione degli arredi per conservarne l'atmosfera più autentica. Nelle sale, importanti opere di Filippo Lippi, Durer, Tiziano, Monet nonché splendidi mobili e oggetti Impero fra le quali le grandi coppe in malachite dono dello zar Alessandro I a Napoleone, leggiamo testualmente. Ma l'antico proprietario della villa Luigi Magnani era anche un grande estimatore di Giorgio Morandi, uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento, presente con una cinquantina di opere fra bozzetti e dipinti. Come da tradizione, sulla strada del ritorno scopriamo "Ca' Pina", locale appena fuori Parma, per un apericena spettacolare.