venerdì 7 settembre 2012

Grandi Donne: GIUNI RUSSO

Edizione 2009 del Festivaletteratura di Mantova. Incuriosite dalla presentazione  ufficiale del libro di Bianca Pitzorno "Giuni Russo. Da un'Estate al mare al Carmelo" e dalla presenza autorevole di Franco Battiato, ci ritroviamo all'appuntamento letterario in un Teatro Sociale stracolmo di persone. Ma sì, Giuni Russo quella dell'estate al mare...E' il 13 settembre. E' particolare la concomitanza con la data della sua dolorosa scomparsa avvenuta pochi anni prima. Di norma la presentazione di un'opera biografica procede con la solita prefazione dell'autore pronto a prenderti per mano e allora ecco Giuni Russo, nata a Palermo il 7 settembre 1951........ma questa volta no. Si abbassano le luci,si accende un'immagine e "appare" la sua Voce, potente,vibrante, immensamente emozionale, il flusso sanguigno rallenta bruscamente per catturare energia allo stato puro!

Una strada stranamente in salita quella di Giuni che dopo uno scoppientante esordio appena sedicenne, vittoria al Festival di Castrocaro, si appresterà ad affrontare una lunga gavetta di studi, di sperimentazioni e curiosità musicali ma  costellata di incomprensioni di ogni sorta.
Nel 1969 in un locale milanese l'incontro fondamentale con Maria Antonietta Sisini con cui condividerà un sodalizio artistico e profondamente umano durato tutta una vita. Nel 1975, con un nome d'arte diverso da quello degli esordi, Junie Russo, si affida ad un album interamente in inglese Love is a woman con contributi di grande spessore tra i quali il jazzman Enrico Rava. Verso la fine del decennio Junie diventa Giuni a tutti gli effetti.
Siamo al punto di svolta! Arriva l'incontro determinante con Franco Battiato, artefice Alberto Radius poliedrico musicista e paroliere (ex Formula Tre e grandi interazioni con Mogol e Battisti). Collaborazione artistica sì, ma soprattutto profonda amicizia destinata a resistere nel tempo. E' il 1981, vede la luce il 33 "Energie", un lp straordinario dove le estensioni vocali di Giuni Russo si liberano da ogni schema lasciandole vibrare a picchi vocali incredibili (la sua voce le permetteva di coprire quasi cinque ottave!) . La CGD la nota e la mette sotto contratto. E l'anno successivo arriva Un'estate al mare.

E' un successo clamoroso! La Russo viene proiettata sulla ribalta nazionale vincendo, fra i tanti riconoscimenti, il disco d'oro e rimanendo per quasi un anno ai vertici delle classifiche italiane. Per lei  dovrebbe trattarsi di una parentesi musicale "leggera" sentendosi cantante e autrice in continua sperimentazione viceversa si trova imprigionata nel clichè delle hit "balneari" tanto in voga negli anni '80. Inizia il pugno di ferro con Caterina Caselli, mente della casa discografica. L'album "Vox" (1983), testi scritti da Giuni si avvale delle firme oltre che della Sisini, di Battiato, Francesco Messina e Giusto Pio. L'album viene pubblicato nonostante l'atteggiamento di chiaro dissenso della Caselli che vorrebbe sfruttare commercialmente la grande popolarità ottenuta. Successivamente è la volta di "Mediterranea" che mette in luce un'artista in costante evoluzione, desiderosa di confrontarsi con altre atmosfere musicali. Ma il rapporto con la CGD ormai è compromesso e una Giuni profondamente delusa chiede la liberatoria ad un contratto a dir poco "capestro".
La ottiene ma si rende ben presto conto che le case discografiche che contano le hanno voltato le spalle! Nonostante tutto esce "Alghero" (1986) con un'etichetta discografica minore, ed è un nuovo successo. Poi nell'88 un repentino cambio di rotta. "A casa di Ida Rubinstein" taglia i ponti con il passato avvicinandosi ad un genere che sa fondere elegantemente lirica, pop e jazz divenendo precorritrice di un genere che diverrà importante nel decennio successivo. Gli anni Novanta empirici e profondamente spirituali, anche come scelta di vita, ampliano ancor di più i suoi interessi (si sente tanto Petrolini nello scanzonato Se fossi più simpatica sarei meno antipatica) e avvicinano Giuni agli antichi testi sacri, soprattutto le opere di Santa Teresa d'Avila e di San Giovanni della Croce da cui scaturirà la toccante La mia figura (1994).

Giuni Russo si ripropone in diverse manifestazioni televisive o in spettacoli itineranti, promuovendo il suo percorso artistico sempre più lontano dalle "canzonette". Nel 1997 il connubio fra poesia e musica, sui versi di Jorge Luis Borges, trovano un duetto d'eccezione in Giuni e nel grande Giorgio Albertazzi nello spettacolo Verba tango. Nel 1998 Giuni Russo festeggia i 30 anni di carriera pubblicando il suo primo "live" dal titolo quanto mai significativo "Voce prigioniera". Il 2002 è l'anno del suo secondo live "Signorina Romeo Live" album che si avvale fra gli altri della firma di Juri Camisasca e che sottolinea la profonda maturità raggiunta dalla cantante. Ma la grave malattia, sempre tenuta dignitosamente in sordina, si manifesta pubblicamente nella kermesse festivaliera del 2003 con l'esibizione della splendida  Morirò d'amore, quasi un testamento musicale di Giuni. Nell' autunno dello stesso anno il Teatro Zancanaro di Sacile organizza una serata d'autore con l'anteprima del film restaurato Napoli che canta girato nel lontano 1926 da Roberto Leone Roberti, padre del regista Sergio Leone, sul tema dell'emigrazione dei nostri connazionali negli Stati Uniti, film malvisto dall'allora regime fascista.
Giuni dal vivo dimostra una volta di più il grande estro vocale e la versione live, con inediti extra, di questa performance verranno alla luce in un bellissimo cofanetto l'anno successivo: fra le tante classiche canzoni napoletane proposte compare A cchiù bella, una poesia di Totò musicata da Giuni e dalla Sisini. Poi nella notte fra il 13 e il 14 settembre giunge la fine. Dopo la prematura scomparsa della "grande voce", Maria Antonietta Sisini ha voluto continuare a tutelare tutta la produzione artistica della cantante attraverso la Giuni Russo Arte.

E a Mantova quel pomeriggio di settembre la sua Voce non era più prigioniera....

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