lunedì 7 aprile 2025
CHIUSE LE PRENOTAZIONI!!!
mercoledì 2 aprile 2025
Ripartiamo con un altro grande cesto (su richiesta di alcune marmotte) con estrazione sulla Ruota del Lotto di Napoli, SABATO 17 MAGGIO.
domenica 30 marzo 2025
Sfida a bowling lombardo-veneta!!! - VENERDì 4 APRILE
sabato 29 marzo 2025
Pasquetta in Lessinia!!! (lunedì 21 aprile)
Anticipiamo il programma del pranzo di Pasquetta (lunedì 21 aprile) alla Locanda Viaverde, via Viaverde 9 a Velo Veronese nei Lessini. Abbiamo prenotato dei posti ma vi consigliamo di prenotarvi con largo anticipo al 347 1527671, sulle nostre
pagine Facebook e su questo blog. Menù alla carta!
L'allenamento di mercoledì 26 marzo al Bowling Leonessa di Brescia....Forza marmotte della Lombardia, del Veneto e magari del Trentino! Appuntamento al Gran Canyon Bowling Biliard, all'interno del centro commerciale La Grande Mela, via Trentino n°1 a Sona (VR) ore 21.00. Euro 7 ogni partecipante. Premi alle prime tre col miglior punteggio e...tante risate in bella compagnia! Chi desidera si mangia qualcosa insieme prima del match all'interno del centro commerciale!!
venerdì 21 marzo 2025
Prossimamente...con le marmotte
- Escursione al Rifugio Mirtillo (BG) – domenica 6 aprile
….e fra le altre proposte: Il sentiero dell’infinito in Liguria (6-7 settembre), la Valle D’Aosta (13-15 giugno), La Viel del Pan in Val di Fassa (1-2 giugno), Trekking ai tre castelli di Appiano (21 settembre), due tappe del Cammino di Oropa (settembre/ottobre), e soprattutto…
DOMENICA 4 MAGGIO si festeggiano i 15 anni delle marmotte con lo spiedo da
“Sole&Luna”, via San Zeno n° 31 a Montichiari (ore 12.30) con tanta
musica!!
Le escursioni in montagna tra le Dolomiti e le prealpi lombarde, le cene, pranzi e apericene saranno inseriti di volta in volta nel programma considerando anche il venerdì sera e il sabato
Seguiteci
sulla nostra pagina Associazione Allegre Marmotte e anche sul profilo Facebook
Linda Mian (Allegre Marmotte)
Il
nostro blog: allegremarmotte.blogspot.com
Per
contatti telefonici: 347 1527671
lunedì 17 marzo 2025
Le atmosfere sospese di Felice Casorati a Palazzo Reale di Milano - domenica 16 marzo
giovedì 6 marzo 2025
Il 4 maggio Grande Festa per i 15 anni delle Marmotte!!! - domenica 4 maggio
In occasione dei 15 anni di attività delle Allegre Marmotte, domenica 4 maggio dalle ore 12.30 Grande Festa con musica, giochi e balli!
Menu con aperitivo di benvenuto, l'ottimo spiedo con patate e polenta, un buffet generoso, vini d'eccellenza e con un occhio di riguardo per le vegetariane e similari
Prezzo: 25 euro
Location: Casavacanze "Sole&Luna", via San Zeno n°31 - Montichiari (BS)
LE PRENOTAZIONI SONO APERTE DA OGGI CON TERMINE MASSIMO il 14 aprile 2025 al 347 1527671, su queste pagine Facebook e sul nostro blog allegremarmotte.blogspot.com con una caparra di € 15 da dare "brevi manu" in occasione dei nostri eventi oppure tramite versamento sulla nostra Postapay Evolution n° 5333 1712 2956 3610 a nome Teodolinda Mian
(causale FESTA 15 ANNI DELLE MARMOTTE 4 MAGGIO 2025)
IBAN: IT20P3608105138244435344441 (verrà emessa regolare ricevuta della caparra)
lunedì 3 marzo 2025
Brescia si colora di rosa! - domenica 2 marzo
lunedì 24 febbraio 2025
Anello del Monte Ricco e del Monte Castello a Monselice (PD) - domenica 23 febbraio
martedì 18 febbraio 2025
La splendida mostra "PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo" al Castello di Novara - domenica 16 febbraio
Superato il vedutismo settecentesco e la visione neoclassica e romantica del paesaggio si approda al paesaggio moderno che non si limita a cogliere la bellezza della natura ma si sofferma sulla trasformazione antropica dei paesi. La nascita del paesaggio "moderno" nella pittura italiana del secondo Ottocento si frammenta, in verità, su molteplici correnti nel concorso d'intenti più che nella sostanza di esiti davvero omogenei, schematizzati in convergenze di ricerche, visioni e militanze artistiche e riferite alla geografia dei luoghi che le videro nascere: dalla scuola di Resina a quella macchiaiola (Castiglioncello e Piagentina), dalla scuola piemontese di Rivara a quella genovese di Carcare. Le sale espositive dunque si tramutano in cromatiche sezioni di viaggio che ripercorrono le tappe salienti di questa trasformazione mettendone in risalto i principali temi - la predilezione per la pittura dal vero, le ricerche dedicate alla resa delle atmosfere e agli effetti di luce e colore - riunendo oltre settanta opere straordinarie provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private.Ad aprire la mostra è Filippo Carcano, con Pianura lombarda (1887), capolavoro assoluto del Naturalismo lombardo, che introduce lo spettatore alla prima sezione "La Pittura di paese: dalla veduta al paesaggio" dedicata al paesaggio di età romantica rappresentato da alcuni dei più valenti artisti di area settentrionale. Tra le opere presenti in sala La morte del conte Josselin di Montmorency (1825) del torinese Massimo D’Azeglio che ha per soggetto la Crociata del 1187 e per protagonista la bella Matilde, sorella del re Riccardo d'Inghilterra, e la mirabile Veduta della laguna di Venezia presa dal Campo di Marte (1838) di Giuseppe Canella. Nella sala rossa si prosegue con Il naturalismo romantico d’oltralpe e la sua influenza sul paesaggismo italiano che offre il giusto spazio agli apporti fondamentali della pittura di paesaggio romantico naturalistica di area mitteleuropea. Ed ecco il ginevrino Alexandre Calame con Paese con macchia (1850) e il tedesco Julius Lange (Paesaggio nordico con montagne - 1852) presenti fin dai primi anni cinquanta alle esposizioni braidensi che influenzeranno la nuova generazione di paesaggisti operante nel nord ovest italiano, di cui sono esempio Angelo Beccaria (Alla Pesca - 1855) proveniente dalla Collezione del principe Odone di Savoia e Gaetano Fasanotti con il bucolico Strada di montagna (1862). La sezione si chiude con Antonio Fontanesi e lo straordinario Vespero (1859). Nella successiva sezione Incontri, amicizie e sodalizi artistici. Dallo studio ginevrino di Alexandre Calame a Rivara e Carcare oltre a Fontanesi (Aprile. Sulle rive del lago del Bourget, in Savoia - 1864) e al genovese Tammar Luxoro (La via ferrata - 1870) , tra i fondatori nel 1849 della Società Promotrice di Belle arti di Genova, Alexandre Calame e la sua prestigiosa scuola attirano la maggior parte dei giovani pittori paesaggisti. A parte Carlo Pittara, qui presente con Le imposte anticipate (1865), che si trasferisce a Ginevra e si perfeziona frequentando lo studio del pittore animalista Charles Humbert, per le nuove leve della pittura di paesaggio Ginevra è la Scuola di Calame. Tra i primi a seguire le sue lezioni il portoghese Alfredo de Andrade (Motivo sulla Bormida - 1865), lo spagnolo Serafin de Avendaño (Sulle alture. Primavera - 1881) e il genovese Ernesto Rayper (Sulle rovine dell’antico castello a Volpiano - 1869) tutti presenti nella sala. La quarta sezione espositiva si muove Verso la pittura di impressione, infatti dalla prima metà degli anni settanta il paesaggio diviene il luogo privilegiato per il confronto con il vero anche per un pittore di scene di genere come era stato considerato fino ad allora Filippo Carcano che si spingerà, in compagnia di Eugenio Gignous qui presente con l'olio Il ruscello (1879), a lavorare en plein air nelle terre dei laghi lombardi, nei dintorni di Stresa, sulle alture del Mottarone, cercando di elaborare un nuovo linguaggio: La quiete del lago (1878) e L’isola dei Pescatori (1880) ne sono due splendidi esempi. Nella successiva sezione ecco Il trionfo del naturalismo lombardo e la diffusione del nuovo linguaggio. Partendo proprio da Carcano la sezione presenta alcune tra le opere più significative di Pompeo Mariani Il porto di Genova da Palazzo Doria (1884), di Achille Befami Formis Sulla Strona (1887), di Giorgio Belloni Nei campi (1889) e di Lorenzo Delleani con due deliziosi quadretti Giochi di bimbi e Capitombolo, ambedue del 1885, lavori che documentano anche la vita, gli usi e i costumi dei popolani. La sala successiva, Il naturalismo nel paesaggio urbano: tra i Navigli e il Carrobbio, è dedicata ad alcuni scorci del paesaggio urbano milanese divenuto oggetto di indagine pittorica. Presente colui che diventerà il maestro del Divisionismo, Giovanni Segantini con Il Naviglio al Ponte San Marco (1880) e Nevicata (1880-1881), La prima neve (1890) di Mosè Bianchi e le lavandaie di Emilio Gola (Naviglio a Milano 1890-1895) . Tra vita en plein air e intimità familiare. Leonardo Bazzaro all’Alpino la settima sezione è interamente dedicata a Leonardo Bazzaro e accompagnano il visitatore tra le alture della montagna verbanese, nella campagna nei dintorni di Gignese, tra i fiori del giardino del villino del pittore all'Alpino – costruito proprio sulla strada che da Gignese conduce al Mottarone – luogo amatissimo da Bazzaro e dalla moglie, la nobildonna Corona Douglas Scotti della Scala qui ritratta ne Tra le ortensie (1902). La penultima sala Dalle Prealpi all’alta montagna presenta alcuni dipinti eseguiti negli anni novanta, tra questi la grande tela de il Lago del Mucrone (1890) di Lorenzo Delleani, due straordinari dipinti di un ormai celeberrimo Filippo Carcano, Dall’alto (1895) e Il ghiacciaio di Cambrena (1897), e le raffinate sfumature di Ludovico Cavaleri (Dalle montagne del Lago Maggiore - 1898).L’ultima sezione della mostra, Il paesaggio divisionista: dal vero al simbolo, è dedicata alle opere di autori che hanno operato in ambito divisionista come Giovanni Segantini con Mezzogiorno sulle Alpi (1891), manifesto ufficiale di questa mostra novarese, Carlo Fornara poesia cromatica della tela Fine d'autunno in Valle Maggia (1908) e soprattutto Giuseppe Pellizza da Volpedo, Sul fienile (1893-1894), il primo quadro in cui Pellizza cerca di applicare meticolosamente il divisionismo. La mostra è parte di un percorso di celebrazione della figura di Pellizza avviato da METS Percorsi d'arte congiuntamente alla GAM di Milano. Proprio a questo itinerario “pellizziano” è dedicata l’ultima sala della mostra di Novara che ospita anche La Clementina (1906-1907) un dipinto che non si vedeva dalla Biennale di Venezia del 1909. Il percorso proseguirà con l’uscita nelle sale del docufilm con Fabrizio Bentivoglio diretto da Francesco Fei, "Pellizza Pittore da Volpedo", prodotto da METS e Apnea Film e si concluderà a Milano nell’autunno del 2025 con un'ambiziosa mostra monografica organizzata congiuntamente da METS e dalla GAM, con l'opera simbolo di Pellizza, Il Quarto Stato. Questo variegato itinerario offrirà al pubblico l'opportunità di conoscere e apprezzare i molteplici volti del pittore che deve essere giustamente collocato tra i più grandi artisti europei del suo tempo. Conclusione di giornata all'ottima Trattoria Risorgimento a Caltignaga!
sabato 15 febbraio 2025
il "torneo" di bowling a Brescia - venerdì 14 febbraio
Serata divertente al Bowling Leonessa di Brescia. Altezzosamente denominato "torneo" ha visto fronteggiarsi ben dieci concorrenti su due belle piste. La battaglia a colpi di bocce ha decretato la vittoria di Gabry, un gradino più in basso la mitica Bice e terza Susanna, poi via via tutte le altre. E ora ci aspetta il torneo interregionale con le venete!
mercoledì 5 febbraio 2025
lunedì 3 febbraio 2025
“La Belle Epoque. L’arte nella Parigi di Boldini e De Nittis” a Brescia - domenica 2 febbraio
Giuseppe De Nittis ha celebrato i riti della vita moderna, esaltando il vivere borghese dei salotti parigini, ma anche ritraendo con un vedutismo nuovo e personale, gli angoli più pittoreschi ed eleganti di Parigi, come quelli dei suoi parchi e giardini (Accanto al laghetto del giardino del Lussemburgo, 1877) dove si incontrano amazzoni e cavalieri, dame eleganti a passeggio o in conversazione sulle panchine (Sulla panchina agli Champs-Élysées, 1875). La rassegna non manca di dare conto delle opere dedicate all'amata moglie Leontine (Léontine che pattina, 1875) e quelle che evidenziano la sua fugace adesione all’impressionismo con Boulevard Haussmann a Parigi (1877) e Campo di neve (1880). A questi lavori, De Nittis alterna un nuovo slancio creativo che lo porta a sperimentare tecniche pittoriche come l’acquerello e il pastello Ritratto di signora in giardino (1882) e ad indagare con inediti tagli visivi angoli di Parigi. Giovanni Boldini giunge a Parigi nel 1871 con un bagaglio di esperienza decennale trascorsa tra le fila dei macchiaioli. Nel giro di pochi mesi Boldini intraprende una propria strada che lo porta a creare un nuovo genere pittorico fortemente influenzata dal fascino della metropoli che Boldini dipinge con il suo stile nervoso e sensuale. Di questa fase sono esposte alcune opere importanti come L’ultimo sguardo nello specchio (1873), Berthe esce per la passeggiata (1874), o l’acquerello Al parco (1872). Sul finire degli anni Settanta ottocenteschi il linguaggio di Boldini si evolve per appropriarsi di una spazialità più ampia, di una più disinvolta mobilità del segno nel tentativo di cogliere una modernità più attuale e il senso dell’evoluzione stilistica del ferrarese è chiaramente percettibile nelle tele Carro con cavalli alla Porte d’Asnières (1887) e Alle Folies Bergère (1885). Sul finire del secolo Boldini perfeziona il ritratto mondano nel segno di una eleganza estrema che tende ad astrarre il personaggio raffigurato in una dimensione a parte. Ne sono un esempio, tra gli altri, lo splendido ritratto di Miss Bell (1903), La passeggiata al Bois de Boulogne (1909) e Ritratto della principessa Radziwill (1910). Ad arricchire la schiera degli Italiens de Paris, giunge nel 1874 Federico Zandomeneghi con alle spalle l’avanguardia macchiaiola. Già nel 1876 le sue prove pittoriche rivelano un’apertura verso l’impressionismo che si traduce nei primi anni Ottanta in straordinari capolavori come Al caffè Nouvelle Athènes (1885), Visita in camerino (1886), Place du Tertre (1880), Il tè (1892). Il percorso espositivo si completa ripercorrendo le vicende artistiche di due autori quali Antonio Mancini che con i suoi scugnizzi napoletani commuove e incanta per l'eccezionale virtuosismo pittorico, Scugnizzo con chitarra (1877) e Il piccolo Savoiardo (1877) ed infine Vittorio Corcos, qui presente con alcuni dei suoi capolavori più famosi, Le istitutrici ai Campi Elisi (1892), Messaggio d’amore (1889) e Neron Blessé (1899) capaci di trasmettere la felicità di un’epoca, segnata dal trionfo dell’eleganza e del lusso, in una Parigi, città mitizzata e sognata in ogni angolo del pianeta. Del resto già i contemporanei erano consci di vivere un periodo di sfarzo e frivolezza. Il critico Jules Claretie, nel suo libro "La Vie à Paris" descrive la Parigi della Belle Époque come un’era in cui la città sembrava essere il centro del mondo, aggiungendo che la Belle Époque c’était l’époque des rêves éveillés, de la foi en l’avenir et de l’amour de la beauté sous toutes ses formes / era l‘epoca dei sogni a occhi aperti, della fede nel futuro e dell’amore per la bellezza in tutte le sue forme. La mostra di Palazzo Martinengo è un invito ad un viaggio affascinante, ispirate dalla ricchezza delle tele e dei manufatti, veri e propri crocevia culturali di un'epoca dove storia, arte moderna, immagine si fondono per offrire ai visitatori esperienze culturali indimenticabili. Conclusione ugualmente importante alla "Locanda dei Guasconi", nel cuore storico di Brescia per assaporare l'autentica brescianità a tavola.
lunedì 27 gennaio 2025
Al Castello di Thiene nel vicentino - domenica 26 gennaio
Domenica condizionata dalla pioggia, peccato perché il Castello di Thiene è davvero molto bello, quindi si è considerato di organizzare un piccolo tour al Castello, al bellissimo Duomo, la settecentesca Villa Fabris e al santuario Madonna dell'Olmo ad inizio primavera. Pranzo confermato alla Cà Vecchia dove ieri si è mangiato benissimo!
mercoledì 22 gennaio 2025
"Unseen, le foto mai viste di Vivian Maier" . La splendida mostra alla Villa Reale di Monza - domenica 19 gennaio
Con la scatto silenzioso della sua Rolleiflex, Vivian Maier ha immortalato per quasi cinque decenni il mondo che la circondava. Gli oltre 150.000 negativi scattati nel corso della sua esistenza coprono una immensa gamma di soggetti occupandosi di documentare meticolosamente ogni aspetto della vita ovunque andasse. Eppure il suo lavoro è rimasto sconosciuto sino alla casuale scoperta nel 2007 di John Maloof, giovane filmaker, che acquista ad una asta pubblica di Chicago per 380 dollari una scatola contenente centinaia di negativi appartenuto all'artista. Maloof comincia a svilupparne alcuni rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una straordinaria fotografa e ne divulga l'eccezionale bravura con il bellissimo documentario "Finding Vivian Maier" (2014), candidato all'Oscar, diretto insieme al regista Charlie Siskel dando a Vivian Maier fama mondiale.Capace di unire l’approccio umanista europeo (in Francia, paese d’origine della madre, dove trascorse l’infanzia) al richiamo moderno della street photography americana, Vivian Maier ha costruito un corpus di opere che la rendono oggi, a tutti gli effetti, una delle più grandi fotografe del XX secolo, al pari di artisti come Robert Frank, Diane Arbus, Robert Doisneau o Henri Cartier-Bresson. Il percorso espositivo è stato allestito al terzo piano della Reggia di Monza, chiamato sontuosamente Piano Belvedere, nonostante fosse uno spazio adibito alla servitù, è stato interessato da opere di riqualificazione e restauro conservativo conferendogli un grande impatto visivo. Le sale, i corridoi, i locali d'angolo e le aree di risulta sono state lasciate il più possibile aperte in un ambiente in cui proprio tutto è a vista, dalle gigantesche capriate in legno del Piermarini alle strutture lignee residuali rispetto ad antichi allestimenti perduti, dai tubi in acciaio degli impianti ai graffiti impressi sui muri ai tempi della Biennale delle Arti decorative e a quelli lasciati dalle famiglie istriane che hanno occupato la Villa Reale durante gli anni dell’abbandono, che conferisce all’ambiente una visione architettonica di ampio respiro e pronta, come in questo caso, ad esposizioni artistiche di rilievo. Ma adesso addentriamoci nei temi della bellissima mostra.
VIVIAN SONO IO
La mostra si apre con il nucleo di lavori forse più iconici dell’artista, quelli con cui ricerca se stessa per mezzo della fotografia. Autoritratti ricavati attraverso diverse soluzioni e processi visivi che raccontano della sua capacità creativa e intuitiva, come gli scatti alla propria silhouette proiettata, alla forma della sua ombra, al riflesso in uno specchio o in un vetro. Un vocabolario di situazioni che utilizza per affermare la sua presenza in un determinato momento e in un determinato luogo. Un lavoro particolarmente rilevante nell'era dei social media, con i suoi autoritratti che risuonano con la cultura del selfie contemporanea.
UNO SGUARDO RAVVICINATO E SINCERO SU UN'EPOCA PASSATA
Prima a New York, tra il 1951 e il 1956, poi a Chicago, Vivian Maier ama perdersi passeggiando nei quartieri popolari della città, avventurandosi nel luogo dove per eccellenza va in scena il quotidiano: la strada. Gli attori sono una serie di soggetti inconsapevoli che Maier segue, osserva e immortala in gesti e reazioni spontanee, suscitando possibili narrazioni. Tra queste molte donne, di estrazione umile o benestanti, di cui Maier riusciva a raccontare la bellezza, la profondità e la saggezza dei loro visi solcati dal tempo.
L'AMERICA DEL DOPOGUERRA E LA FACCIATA DEL SOGNO AMERICANO
Nelle sue frequenti passeggiate lungo la città, accompagnata dai bambini di cui si occupa, lo sguardo di Maier si posa su coloro che vivono ai margini del Sogno americano, la grande utopia da cui sono esclusi. Lontani dai classici ritratti con soggetti in posa e agghindati, l'autrice ritrae i suoi soggetti sorprendendoli, precedendo il momento in cui, accorgendosi di lei, avrebbero perso spontaneità.Concentrandosi spesso su un dettaglio corporeo, sono iconici gli scatti in cui immortala la figura di spalle, un taglio che oggi le si riconosce come distintivo del suo stile.
IL SUPER 8 E LA VIVACE TRAMA UMANA DEGLI SPAZI METROPOLITANI
Negli anni sessanta Vivian Maier affronta più compiutamente il linguaggio cinematografico, filmando frontalmente, senza artifici né montaggio, la realtà che osserva durante le sue peregrinazioni urbane. In un avvicendarsi che diviene stimolo reciproco, Maier alterna la macchina da presa Super 8 e la Rolleiflex, muovendosi e riprendendo inesorabilmente ciò che le si pone davanti e, una volta attratta da un elemento in particolare, immortalandolo in uno scatto.
TUTTI COLORI DELLA STRAORDINARIA VITA ORDINARIA
Se il suo lavoro in bianco e nero è profondamente silenzioso, il colore è per l'autrice il Blues che percorre le strade di Chicago, in particolare quelle dei quartieri operai, che restituisce in un gioco cromatico estremamente ricco. L'utilizzo di una Leica 35 mm, il cui formato rettangolare differisce notevolmente da quello quadrato della Rolleiflex, conferisce un marcato dinamismo alla composizione di queste immagini, esposte pochissime volte in pubblico e tra le più rare della sua produzione.
BAMBINI NEL TEMPO
Istitutrice per quasi quarant'anni, Maier ha spesso documentato la vita dei bambini di cui si è presa cura, scoprendo e rappresentando il modo autentico con cui guardano il mondo. I volti, le espressioni, le mimiche, gli sguardi, le lacrime, i giochi: tutto ciò che costituisce la vita del bambino è passato sotto l’obiettivo della fotografa, che ha saputo restituirne lo spirito più intenso e genuino.
L’ASTRATTO VISTO DA VICINO
L'ultima sezione della mostra raccoglie fotografie di dettagli così piccoli e ravvicinati da perdere il legame con la realtà e sfociare quasi nell'astratto. Sono primi piani di oggetti, dettagli precisi, che Maier guarda così da vicino e con tale intensità da farne talvolta perdere i contorni. Si tratta di scatti poetici e documentaristici che mostrano l'abilità innata di Maier nel comporre rapidamente le sue foto con piccole stranezze e sottili trucchi fotografici.
lunedì 13 gennaio 2025
Lo splendido "Grande Anello della Storia " a Montorio (VR) - domenica 12 gennaio
SEGNAVIA: AS - Cai 264
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 200
ALTITUDINE: mt 310
LUNGHEZZA: km 17.5
sabato 11 gennaio 2025
domenica 5 gennaio 2025
Passeggiata lungo il Brenta...- sabato 4 gennaio
fiume. Si segue il sentiero della ciclabile raggiungendo in breve tempo il laghetto Finesso. Proseguendo passiamo sotto il ponte della ferrovia e successivamente quello della statale e svoltate a sinistra si raggiunge una stradella asfaltata dove troviamo un pannello informativo del parco. Molti i ciclisti che ci sfrecciano sulla ciclabile. Continuiamo diritto passando accanto ad una impresa di scavi e più avanti giriamo a destra, dove incrociamo un gruppo di cavalieri, proseguendo sullo sterrato in direzione del lago di Camazzole dalle acque smeraldine tanto da meritarsi l'appellativo di "Caraibi del Veneto". Raggiungiamo il lago nel silenzio più assoluto, e utilizzando uno dei tanti sentieri ancora umidi di rugiada, ne facciamo il perimetro fino a rimetterci sulla stessa ciclabile che ora sì accompagnate da un tiepido sole, ci riporta al parcheggio. In totale sedici bellissimi chilometri.