sabato 1 novembre 2025

Prossimamente...con le marmotte

PROGRAMMA 2025

- Torneo interregionale di bowling al cc La Grand Mela - domenica 9 novembre
- Cena con spettacolo delle Drag Queen al Ristorante Nuova Speranza di Bussolengo (VR) - venerdì 21 novembre
- Visita ad una villa veneta - domenica 23 novembre
- Il sentiero degli Ezzelini (TV) - domenica 30 novembre
- Mostra fotografica di Margaret Bourke-White a Reggio Emilia - sabato 13 dicembre
- Cena di Natale - sabato 20 dicembre
…e tanto altro ancora…

Inoltre nel 2026: Mostra “Liberty” a Palazzo Martinengo (Brescia) - domenica 8 febbraio, escursione in Val di Fumo (TN) a maggio/giugno, El Caminito del Rey in Spagna a maggio, tre giorni sulle dolomiti friulane (estate), un cammino a tappe (in definizione), quattro giorni in Val Formazza (Piemonte) e tanto altro ancora da elaborare insieme strada facendo…

Le escursioni in montagna tra le Dolomiti e le Prealpi lombarde, le cene, pranzi e apericene saranno inseriti di volta in volta nel programma considerando anche il venerdì sera e il sabato.

Consideriamo proposte dalle nostre associate da mettere in programmazione!

Contatto telefonico: 347 1527671
Il nostro blog: allegremarmotte.blogspot.com





lunedì 27 ottobre 2025

Domenica 9 novembre è in programma la sfida "interregionale lombardo-veneto" di bowling, aperta a tutti le associate e associati, al Centro Commerciale La Grande Mela di Bussolengo (VR) con ritrovo al terzo piano del centro alle ore 15.00. In palio alla vincente un buono della Decathlon del valore di 25 euro, mentre a tutti le partecipanti un premio di consolazione. Iscrizione gratuita.

Info ed iscrizioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog ENTRO SABATO 8 NOVEMBRE

lunedì 13 ottobre 2025

Ecco la cinquina vincente ruota del lotto di Milano

6-11-8-48-53

Tutte le vincitrici dei cinque numeri sono state informate!!

sabato 11 ottobre 2025

I primi tre giorni in Tuscia - (3-5 ottobre)

Il toponimo Tuscia indicava il territorio abitato da quelli che i Romani chiamavano Tusci (gli Etruschi), un territorio assai vasto che comprendeva la Toscana, l'Umbria occidentale e il Lazio settentrionale dove storia e arte si uniscono perfettamente ad una natura composta da boschi, laghi vulcanici e vallate rapite dalle bellezze di antiche chiese, residenze nobiliari, palazzi eleganti e dai misteriosi siti archeologici.
Venerdì 3 ottobre - Ha inizio il nostro viaggio nel suo cuore più intimo, l'Umbria da sempre incontro di culture differenti, custode accorta delle tracce del suo passato: l’Umbria santa, l’Umbria guerriera, l’Umbria verde che ben descrivono questa terra. E mentre si profila Assisi arroccata sulle pendici del monte Subasio nell'omonima frazione, si staglia maestosa la Basilica di Santa Maria degli Angeli uno dei luoghi più sacri del francescanesimo. Costruita tra il 1569 e il 1679 per proteggere la Porziuncola, la piccola chiesetta dove san Francesco trovò rifugio e fondò il suo ordine, questa basilica è un trionfo rinascimentale arricchito da secoli di storia e devozione. Assisi si presenta come un borgo fortificato che domina la valle umbra e dove si respira un’atmosfera mistica e suggestiva. Nel 1182 vi nacque San Francesco d'Assisi, uomo di Dio ed emblema della città ed alla sua figura si associa quella di Santa Chiara d'Assisi, sua allieva spirituale, fondatrice dell'ordine delle Clarisse.
La Basilica Superiore di Assisi. In un’epoca di sovraccarico informativo si recupera la dimensione della meraviglia rapite dal ciclo di affreschi di Giotto, del Cimabue, di Simone Martini e di Pietro Lorenzetti fra i più influenti artisti del Trecento italiano. Raggiungiamo Piazza del Comune. Quando nel 1786 Johann Wolfgang von Goethe arriva ad Assisi per il suo viaggio in Italia, resta incantato davanti alle colonne del Tempio della Minerva, il primo monumento dell‘antichità che avesse mai visto integro! Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il principale luogo ecclesiastico di Assisi non è la Basilica di San Francesco ma il Duomo di San Rufino (XII secolo). La chiesa è la più antica di Assisi e si ritiene sorga nello spazio dove c’era l’antico Foro Romano e nello stesso luogo in cui esisteva un tempio dedicato alla Bona Mater (o Cerere dea delle messi). All’altro estremo della città la duecentesca chiesa di Santa Chiara. In alto troneggia la Rocca Maggiore. Da più di 800 anni il bastione domina la città di San Francesco e la 
campagna circostante. Un ultimo sguardo alla terra umbra prima di raggiungere Pitigliano in terra maremmana.
La prima cena: Il tagliere maremmano a San Quirico (GR)
Sabato 4 ottobre - Raggiungiamo Viterbo, capoluogo della Tuscia, che conserva un centro storico medievale ricchissimo di valenze storiche, artistiche e architettoniche, difficilmente riassumibili in poche righe.
Una sorpresa ci aspetta subito osservando dall'alto la Valle di Faul, polmone verde del centro storico disteso tra il colle del Duomo e l’area di parcheggio del Sacrario. In una sorta di museo a cielo aperto, è stata collocata un’opera ciclopica dello scultore americano Seward Johnson intitolata Risveglio. Si tratta di un figura gigantesca che sembra emergere dal sottosuolo. Si raggiunge il cuore antico di Viterbo salendo in piazza San Lorenzo sui cui si affacciano il Duomo e il Palazzo dei Papi, sede papale fra il 1257 al 1281. Una visita è doverosa alla chiesa di Santa Maria Nuova, prestigioso esempio di romanico, sede della parrocchia più antica della città risalente al 1217, non distante dal Quartiere medioevale di San Pellegrino, il vero gioiello della città. Lasciamo Viterbo non prima di aver visitato fuori dalle mura storiche, la settecentesca Chiesa della Santissima Trinità un gioiello "nascosto" (si vede benissimo ma è poco conosciuta) con un grandioso chiostro affrescato. Il piccolo borgo di Bagnaia si trova a circa cinque chilometri da Viterbo e deve la sua fama per la splendida Villa Lante con i suoi giardini all’italiana del XVI secolo e il parco monumentale. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di San Giovanni Battista mentre sul lato sud della stessa  la Chiesa di Sant’Antonio.
Dalla parte opposta spicca la caratteristica torre circolare con l’orologio alla cui base si trova un arco sormontato dallo stemma del cardinale Ridolfi. Davanti all’arco la Fontana del Pisciarello circondata da alberi. Procedendo verso Caprarola raggiungiamo Palazzo Farnese uno dei più affascinanti esempi di dimora rinascimentale di tutta Europa. Il cardinale Alessandro Farnese il Giovane nel 1555 affida all’architetto Jacopo Birozzi detto il Vignola l'esecuzione di un palazzo al posto della fortezza originaria, avviando una serie di lavori per adattare l’assetto urbano di Caprarola alle esigenze architettoniche del Palazzo. Fu così che vennero abbattuti alcuni edifici per realizzare una nuova grande strada in asse con il palazzo, la via Diritta, oggi via Filippo Nicolai. Palazzo Farnese si compone di cinque piani a forma pentagonale e un cortile interno circolare. Il Vignola fu anche autore degli affreschi della sontuosa Scala Regia elicoidale poggiante su trenta colonne doriche. Gli ambienti vennero decorati con affreschi di soggetto mitologico e con episodi storici della famiglia Farnese. Una delle stanze più rappresentative è la Sala dei Fasti di Ercole decorata magistralmente dai Fratelli Zuccari con la raffigurazione della creazione mitologica del lago di Vico.
Dai piani più alti del palazzo si gode una vista spettacolare sul Monte Soratte, il Terminillo e i Monti Sabatini. 
La seconda cena: Agriturismo Podere del Lepre a San Quirico (GR)
Domenica 5 ottobre - Pitigliano è uno splendido borgo della Maremma scavato nel tufo in verticale sullo strapiombo delimitato da valli verdissime solcate dai fiumi Lente, Meleta e Prochio. Passiamo sotto l’arco delle mura e già ci si ritrova in una deliziosa piazzetta con vista sui tetti di quel colore caldo toscano che accomuna i borghi antichi di questa terra. Sulla nostra sinistra ecco l'acquedotto Mediceo grandiosa opera idraulica costruito tra il 1636 e il 1639 fortemente voluto dalla famiglia Medici per l’approvvigionamento idrico alla cittadella, e nel  prosieguo della visita si passa davanti a Palazzo Orsini, imponente costruzione di origine aldobrandesca (XII secolo) fatto ristrutturare dagli Orsini a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento. Si è ammagliate dalla magia di Pitigliano passeggiando tra gli antichi vicoli e il famoso ghetto ebraico. Lo splendido borgo è infatti passato alla storia come la Piccola Gerusalemme per la numerosa e attivissima comunità ebraica che dal XV secolo vi si stabilì. Pregevole la duecentesca Chiesa di San Rocco.
Il centro storico di Sovana si sviluppa nel corso del Medioevo nelle vicinanze della preesistente necropoli etrusca, sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi, che edificarono un castello intorno all'anno mille. Il periodo di massimo splendore è legato alla figura di Ildebrando di Sovana divenuto Papa Gregorio VII e considerato uno dei papi più importanti della storia, dal 1073 al 1085. La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di investitura lo condusse a uno scontro che lo vide contrapposto al futuro imperatore Enrico IV di Franconia, lotta che sfociò con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest'ultimo a rispondere scomunicandolo. Emblematica la cosiddetta "umiliazione di Canossa" di Enrico IV nel 1077, in cui il re si sottomise e fu liberato dalla scomunica, è considerata il culmine del conflitto con il papato. Piazza del Pretorio rappresenta il fulcro di Sovana, contornata dai più importanti edifici medievali del borgo. Il duecentesco Palazzo Pretorio, che conserva sulla facciata gli stemmi gentilizi dei capitani di giustizia che si avvicendarono alla guida della città. Il Palazzo dell'Archivio risalente alla fine del XII secolo. Nel 1588 fu aggiunto l'orologio e successivamente il campanile. La Chiesa di San Mamiliano, ora sconsacratala e sede di un museo archeologico, è la più antica del borgo e durante recenti restauri al suo interno sono stati rinvenuti importantissimi reperti, numerose tombe e perfino un tesoro di 498 solidi d'oro coniati sotto l'imperatore romano Antemio, tra il 457 e il 474. 
La Concattedrale dei Santi Pietro e Paolo (VIII-IX secolo) è un imponente esempio romanico-gotico in Toscana, celebre per le sue peculiarità architettoniche, come il portale scolpito, i capitelli figurati, una cripta e il particolare orientamento astronomico: ogni 21 giugno, il primo raggio del sole attraversa la monofora absidale e si proietta sulla parete opposta dando vita ad uno spettacolo di rara bellezza. Dalla sommità di una rupe di tufo posta al vertice dell'abitato, svettano i possenti ruderi della Rocca Aldobrandesca. Oggi restano in piedi una torre e un tratto di mura. La zona circostante è ricca di stupende tombe etrusche. La necropoli di Sovana si trova ad appena un chilometro dal piccolo borgo medievale in direzione San Martino sul Fiora. La parte più imponente della necropoli etrusca si trova sulle colline a nord del torrente Calesine dove si possono raggiungere, attraverso percorsi immersi nella fitta vegetazione, le straordinarie architetture funerarie rupestri: le tombe monumentali a fronte colonnata come la tomba Pola e la tomba Ildebranda. Oltre ai monumenti sepolcrali la necropoli è caratterizzata da numerose vie cave tra le più grandiose e suggestive della zona come il Cavone, la via cava di Poggio Prisca e la via cava di San Sebastiano. Il pomeriggio va ora declinando e il mare non è poi così lontano. Allora andiamo a raggiungere Albinia, una tranquilla località balneare della Toscana, situata sulla costa tirrenica della Maremma. Al tramonto il cielo si infiamma e il silenzio è rotto solo dal fruscio delle onde. In alto una meravigliosa luna piena ci osserva compiaciuta.
La terza cena: Ristorante Da Renato ad Albinia (GR)
                                                                                                                                                      (...continua)

lunedì 22 settembre 2025

Dalla Val di Non all'escursione ai tre castelli di Appiano (BZ) - 20-21 settembre

Con i suoi rilievi montuosi a tratti dolci ed arrotondati e altrettanto aspri e scoscesi, ricoperti di boschi di quercia, carpino e faggio, l'Alto Adige rappresenta uno scrigno di ricchezze storiche e naturalistiche di immenso valore. L'anello dei Tre Castelli di Appiano diventa quindi l'occasione perfetta per un itinerario suggestivo fra storia e leggenda, frazione di un week end in gran spolvero!
Sabato 20 settembre - Avete presente un impervio sperone alto 70 metri sulla cui cima da secoli restano incredibilmente aggrappate cinque chiesette, una sopra l'altra? Ecco questo è il Santuario di San Romedio in Val di Non, il più interessante esempio di arte cristiana medievale presente in Trentino. Immerso in una splendida cornice naturale, il complesso architettonico è formato da più chiese e cappelle costruite sulla roccia collegato da una ripida scalinata di 131 gradini. Il nobile Romedio, erede della prestigiosa casata tirolese dei Thaur (IV secolo), abbandonate tutte le sue ricchezze, decide di cercare la comunione con Dio ritirandosi in meditazione sulla cima di questa roccia. La chiesa originaria sorge attorno all'anno Mille sulla tomba del santo con le pietre portate fin lassù dagli antichi pellegrini.
Per quasi cinquecento anni la roccia su cui sorge l'antico eremo rimane nuda, con una scalinata scoperta e qualche edicola ora scomparsa. Nel 1489 inizia la costruzione della seconda chiesa dedicata a san Giorgio, nel 1513 viene eretta la chiesa di san Michele a cui si aggiunge nel 1536 la chiesa maggiore di san Romedio. Della stessa epoca (XVI secolo) è anche il campanile. Per ultima viene costruita la chiesa dell'Addolorata (1918), in segno di ringraziamento per la pace ritrovata dopo la tragedia della prima guerra mondiale. E c'è pure l'orso. La presenza del plantigrado in questo luogo di culto è legata alla leggenda secondo cui Romedio, ormai vecchio si sarebbe incamminato dal suo luogo di eremitaggio verso Trento deciso ad incontrare il Vescovo Vigilio. Lungo il percorso il suo cavallo viene sbranato da un orso, Romedio tuttavia non si da' per vinto e avvicinatosi alla bestia riesce miracolosamente a renderla mansueta e a cavalcarla fino alla città. Ricordando questa leggenda nel 1958 il senatore conte Gian Giacomo Gallarati Scotti, appassionato naturalista e promotore del futuro Parco Naturale Adamello Brenta, recupera Charlie, un orso cresciuto in un circo, donandolo al santuario.
Da allora questo sacro luogo ha sempre dato asilo a diversi orsi destinati ad una sorte ben più triste ed oggi Bruno, un bellissimo esemplare di orso dei Carpazi, dal 2013 trascorre qui la sua vecchiaia in una vasta area boschiva. L’itinerario per raggiungere il Santuario di San Romedio ha inizio proprio di fronte al Museo Retico, a nord dell’abitato di Sanzeno. Dal lato opposto della statale parte una passerella in legno che dopo aver costeggiato in parte le campagne coltivate a meleto penetra nella roccia percorrendo l’intero percorso dell’antico canale irriguo. La camminata si sviluppa per 2,5 chilometri e alcuni scorci sullo strapiombo sono sensazionali. Il percorso termina all'altezza dell’VIII stazione della bella Via Crucis marmorea, ancora pochi metri su strada asfaltata fino alla scalinata ciottolata che porta all'entrata dell’eremo. Solo una manciata di chilometri, sempre nella trentina Val di Non, tanto basta per raggiungere il Lago Smeraldo, un bacino artificiale a circa mille metri di altitudine, nei pressi di Fondo, realizzato nel 1965 sbarrando il corso del torrente Sass.
Il lago è raggiungibile attraverso la suggestiva passeggiata che parte dal centro di Fondo attraverso un sentiero lungo circa un chilometro che attraversa un orrido, scavato nel corso del tempo dal Rio Sass, e risale lungo il corso del torrente attraverso un paesaggio magico, dove si ammira anche un antico mulino, fino ad arrivare nel punto più stretto del percorso, all’incrocio con la piccola cascata che dal lago si immette nel Rio Sass, per poi snodarsi attorno al suo perimento dove si trovano anche una spiaggetta con area pic-nic e due punti di ristoro.
Domenica 21 settembre - Punto di partenza per la nostra escursione è il piccolo paese Missiano (Missian) del comune di Appiano e precisamente nel parcheggio al di sotto di Castel Corba (Schloss Korb), castello che ammiriamo brevemente da fuori, dato che è stato adibito a hotel. La caratteristica più evidente di questo maniero è l'ampia torre difensiva risalente al XIII secolo. Ci avviamo lungo la strada asfaltata in direzione nord e da qui possiamo già vedere due dei castelli meta della nostra escursione: Castel Corba, da dove siamo partite, e le rovine di Castel Boymont sopra di noi.
Il sentiero numero 12 ci accompagna tra le vigne e poi si snoda all’interno del bosco, la strada è tutta in costante salita ma il panorama che si scorge attraverso gli alberi è davvero meraviglioso. Imbocchiamo un piccolo sentiero in salita nella selva boschiva. In poco tempo lasciamo dietro di noi un discreto dislivello e raggiungiamo infine la Torre del Gesso detta Kreideturm.
 Superata la torre ci teniamo alla sinistra per giungere al sentiero che porta verso Castel d'Appiano (Burg Hocheppan). Uno stupendo panorama ci accoglie. Vediamo la valle sotto di noi, la città di Bolzano e l'imponente Sciliar. Il castello rappresenta una delle più importanti costruzioni difensive medievali dell'Alto Adige ed era fortificato già al tempo dei Reti, circa duemila anni fa. Nel castello ci aspetta la bella taverna dove vengono serviti i piatti tipici della tradizione locale nonché un'ottima birra Weizen. Si prosegue in direzione delle rovine di Castel Boymont (Schloss Boymont). Il tracciato attraversa una profonda gola nel fitto bosco di castagni scendendo vertiginosamente verso l’alveo del ruscello Wieser, per poi superarlo con una serie di passerelle e scale in legno risalendo sul versante opposto della vallecola. Tra sassi, radici, foglie e qualche buon fungo (sentiero n° 14) ci avviciniamo alle rovine di Castel Boymont, senza perderci il bellissimo punto panoramico sulla valle sottostante che offre un’ennesima prospettiva sui vigneti. Il maniero si presenta come un contenitore quasi vuoto, un guscio di pietra risalente al Duecento. Poi entri e ci scopri un delizioso punto di ristoro e una atmosfera ancestrale. Per un piccolo tratto ritorniamo per la via che ci ha portato alle rovine del castello e ad un incrocio svoltiamo infine a destra. L'ultimo tratto dell'escursione è una carrareccia un po’ ripida nel bosco che ci riporta a Castel Corba.

lunedì 8 settembre 2025

Le Cinque terre e il Sentiero dell'Infinito: da Porto Venere a Riomaggiore tra cieli azzurri e mare blu - sabato 6 e domenica 7 settembre

Liguria
. Terra di bellezze naturali sorprendenti, con viste e panorami che lasciano senza fiato. Il Sentiero dell’Infinito è uno dei percorsi più belli che, in soli 14 chilometri, collega Portovenere con Riomaggiore passando tra terrazze coltivate, il Parco Nazionale delle Cinque Terre (Patrimonio Unesco) e il santuario di Nostra Madonna di Montenero. Il cammino ripercorre antichi tratti senza tempo immergendosi nella macchia mediterranea, tra boschi, terrazzamenti, ulivi e vigneti, senza perdere mai di vista il mare che gli fa da sfondo. E poi ci sono i borghi arroccati dalle inconfondibili case di mille colori, meravigliose cartoline di un’Italia pittoresca. Tra i paesi attraversati dal Sentiero dell’Infinito oltre a Portovenere, che è il nostro punto di partenza, ci sono anche Monesteroli, Campiglia e Riomaggiore.
Portovenere incantevole borgo sorge all’estremità meridionale di una penisola che, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della Riviera Ligure di Levante, si affaccia sul celeberrimo Golfo dei Poeti chiuso dalle tre piccole isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Arrampicata sul promontorio si trova l'antica Chiesa di San Pietro risalente al V Secolo costruita su un antico tempio romano mentre in posizione dominante, alle spalle della borgata, il Castello Doria costruito intorno al 1160 e considerato una delle più maestose architetture militari della Repubblica di Genova.
Monesteroli è uno degli angoli più incredibili della Liguria. Un luogo dimenticato dal tempo. Si raggiunge attraverso una scalinata di quasi 1200 gradini che scendono dalla collina, passando tra boschi e vigneti per poi aprirsi in una discesa mozzafiato. Un borgo unico al mondo che domina il mare azzurro, ai confini tra realtà e fantasia. Soltanto il rumore della natura del vento e delle onde rompe il silenzio in questo borgo incantato, aggrappato alla roccia, sul filo del mare. Il borgo conta pochissime case, molte delle quali abbandonate. Un tempo erano delle cantine, nelle quali si vinificava l’uva. Oggi alcune di esse sono state lasciate così com’erano mentre altre sono state trasformate in deliziose case di villeggiatura.
ll borgo di Campiglia si trova in una posizione privilegiata in quanto gode di un doppio panorama: da un lato offre scorci che si spingono oltre la zona orientale del golfo, fino alle Alpi Apuane e dall’altro la vista si estende verso il mare, l’Arcipelago Toscano, la Corsica e le Alpi Marittime. Un tempo era dominato da un castello del quale non è rimasto più nulla e dalla trecentesca chiesa di Santa Caterina di Alessandria. Oggi, l’attività principale del borgo è la coltivazione della vite da cui si ricava uno dei vini più famosi, lo Sciacchetrà, con i suoi pittoreschi terrazzamenti che degradano verso il mare.
Uno scenario assolutamente imperdibile di Riomaggiore, borgo di pescatori costruito lungo il ripido versante della scogliera verso il mare, è quello che regala il suo castello conosciuto anche come il Castellazzo di Cerricò per la sua posizione sull’omonimo colle, fortificazione difensiva risalente al tredicesimo secolo. Di giorno sembra una fiaba tra i colori delle barche e delle casette verticali mentre al tramonto diventa un sogno. Ma torniamo al percorso. Portovenere è davvero una meravigliosa visione in questa frizzante domenica 7 settembre. Si parte da piazza Bastreri di fronte alla Porta del Borgo. Una ripida scalinata fiancheggia le mura del Castello Doria facendo subito recuperare quota. Da qui si gode il superbo panorama sull’intero Golfo dei Poeti fino all’Isola d’Elba, nelle giornate più terse. Lasciamo alla nostra sinistra il Monte Muzzerone - un rilievo di modesta elevazione ma che si presenta come una grandiosa falesia calcarea che precipita strapiombante nelle acque del Mar Ligure sulla cui sommità
 si trova un forte ottocentesco - continuando lungo il sentiero AV5T. Si procede in costante salita, superando con molta attenzione alcuni tratti esposti, sino a Sella dei Derbi (mt 190) poi uscite dal bosco una breve lingua d'asfalto ci fa raggiungere Campiglia (mt 390) con scorci sul mare da cartolina. Dopo una breve sosta si prende il sentiero 535, in alternativa a proseguire su AV5T da prendere più a monte. In successione tocchiamo il Valico di Sant'Antonio (mt 510) e poi il Colle del Telegrafo (mt 516).
Da questo punto si scende a gradoni lungo il segnavia SVA dove raggiungiamo il Santuario di Nostra Signora di Montenero (mt 340) ascrivibile al 1335 ma con profonde ristrutturazioni sette-ottocentesche. Una scaletta scende ripidissima lungo il sentiero 593V e in un alternarsi continuo di gradoni, brevi asfalti e scalinate raggiungiamo una movimentata Riomaggiore. Il rientro lo facciamo via mare, una rotta che ci regala panorami straordinari trasformando la traversata in un viaggio indimenticabile. 
Ma anche sabato 6 settembre dispensa emozioni. Le spiagge di San Terenzo costeggiano tutto il paese e sulle sue acque cristalline si riflettono i mille colori delle case. Il castello medievale troneggia sul borgo marinaro in una suggestiva cornice paesaggistica fronteggiato dal più imponente castello di Lerici che chiude a sud la baia. E mentre l'arena ingoia la varia umanità noi saliamo a Villa Marigola dove il profumo della macchia mediterranea si integra sapientemente nel sapore della brezza marina. L'edificio originario, di struttura settecentesca, fu la dimora di villeggiatura dei Marchesi Ollandini a partire dal XVIII secolo. Dalla metà dell'Ottocento la storia architettonica della Villa e del giardino si modula su quella della grande cultura romantica e decadente europea. La macchia mediterranea s'ingentilisce nelle forme del giardino dove i sentieri si intersecano terminando improvvisamente in balconi e finestre naturali sul Golfo di Lerici, sul castello, sulle isole del golfo, con effetti sorprendenti. E poi si arriva a Lerici, Perla del Golfo dei Poeti ritratta, descritta e ammirata da grandissimi artisti di tutte le epoche. Dante Alighieri la cita nel Purgatorio, i poeti del Gran Tour Byron, Shelley, la moglie Mary e Virginia Woolf vi hanno soggiornato ispirandosi.
Simbolo della città è il Castello di San Giorgio, superbo esempio di architettura militare, che come un gigante domina e protegge dall’alto del promontorio roccioso il golfo. Grazie alle sue imponenti dimensioni crea un singolare contrasto con le case multicolori che si stringono ad esso. E in serata, mentre una luna color fragola accende il cielo notturno, ci si arrampica fino a Valgraveglia, sulla dorsale montuosa del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara. Una bella scoperta è l'Osteria da Bardin. Ambiente spartano ma la cucina ligure che propone è semplicemente fantastica. 
Per coccolarci la signora Giusi ci offre focaccine con curcuma, fiori di zucchine e sambuco in pastella, tutto cucinato al momento. E tra le portate all'insegna del mare si esalta una frittura calamari gamberi acciughe con verdurine, leggera croccante e asciutta. Un Vermentino Colli di Luni ci ha fatto compagnia e la Monterossina una esperienza dolciaria unica nel suo genere.

mercoledì 3 settembre 2025

Statuto dell'Associazione Allegre Marmotte (depositato il 7 marzo 2019)

Statuto dell’Associazione
ALLEGRE MARMOTTE

Costituzione e scopi

Art. 1
È costituita l’Associazione denominata Allegre Marmotte, disciplinata dagli artt. 36 e segg. del Codice Civile.
L’associazione ha sede legale in Via Salvador Allende n° 13 – 25018 MONTICHIARI (BS).

Art. 2
L’Associazione ha durata illimitata nel tempo e potrà essere sciolta solo con delibera dell’assemblea straordinaria dei soci, come previsto dall'art. 18 del presente statuto. L’associazione può gestire strutture sociali e svolgere attività nei settori escursionistico, ambientale, culturale, ricreativo e turistico senza finalità di lucro.

Art. 3
L’Associazione è apolitica, non ha scopo di lucro ed è aperta a tutti coloro che intendono praticare l’attività escursionistica e associativa, è caratterizzata dalla democraticità della struttura, dell’elettività e gratuità delle cariche associative. L’Associazione per il raggiungimento degli scopi associativi può avvalersi della collaborazione di professionisti, lavoratori dipendenti e/o autonomi, potrà erogare compensi, premi, indennità e rimborsi forfettari conformemente alla legislazione vigente.
In particolare i fini istituzionali dell’associazione sono:
a) lo sviluppo, la promozione, la diffusione, l’organizzazione, la disciplina e l’esercizio delle attività escursionistiche nei vari settori e nelle specialità ad esso/a appartenenti e anche in collaborazione con Enti e Associazioni locali, di attività scientifiche, culturali, artistiche e didattiche in tutte le forme e manifestazioni, esplicando la sua attività nel territorio dello Stato Italiano ed a livello internazionale;
b) gestire un eventuale spaccio ad uso esclusivo dei soci per la somministrazione di alimenti pronti e bevande che diventi il punto d’incontro ed il luogo dove vengono ideate ed organizzate le varie iniziative dell’associazione;
c) organizzare iniziative, convegni, meetings, raccogliere sponsorizzazioni e rivendere ai soli soci prodotti legati alle attività sopra citate per soddisfare le esigenze di conoscenza, di intrattenimento e di ricreazione dei soci.

Art. 4
Il numero dei soci è illimitato. All'associazione possono aderire tutti i cittadini italiani e stranieri di ambo i sessi. Fino al compimento del 14° anno di età, il minore è rappresentato nei rapporti sociali dai genitori. Il diritto di voto viene esercitato dal 18° anno di età. Tutti gli associati hanno eguali diritti. Il rapporto associativo è disciplinato in maniera uniforme per tutti gli associati.

Art. 5
Chiunque intenda aderire all'Associazione è necessario presentare domanda di ammissione al Consiglio Direttivo su apposito modulo con le seguenti modalità:

1) indicare nome e cognome, luogo e data di nascita, e residenza;
2) dichiarare di attenersi al presente Statuto ed alle deliberazioni degli organi sociali;
3) pagamento delle quote associative.
E’ compito del legale rappresentante dell’Associazione o da altra persona da lui delegata anche verbalmente, valutare in merito all'accettazione o meno di tale domanda.
L’accettazione, comunicata all'interessato e seguita dall'iscrizione al libro soci, dà diritto al ricevimento della copia dello Statuto, del Regolamento Generale dell’Associazione e della tessera sociale. L’adesione all'associazione è a tempo indeterminato, con esclusione di partecipazioni temporanee alla vita associativa. Resta salvo in ogni caso il diritto di recesso da parte del socio.

Art. 6
Qualora si manifestino motivi di incompatibilità del nuovo socio con le finalità statutarie e con i regolamenti dell’Associazione, entro i 30 giorni successivi all'iscrizione del socio stesso, il Consiglio Direttivo ha la possibilità di revocare tale iscrizione.
In questo caso l’interessato potrà presentare ricorso sul quale si pronuncia in via definitiva l’Assemblea dei soci alla prima convocazione. Le dimissioni da socio vanno presentate per iscritto al Consiglio Direttivo dell’associazione.

Art. 7
Tutti i soci hanno eguali diritti e cioè di:
1. partecipare a qualsiasi manifestazione e attività organizzata dall'Associazione, nelle condizioni stabilite dall'Associazione;
2. partecipare con diritto di voto alla delibera dell’Assemblea, purché in regola con la qualifica di socio;
3. essere delegati ad assumere incarichi sociali se è rispettato il requisito di eleggibilità;
4. esercitare il diritto di voto per l’approvazione dello Statuto Sociale.
I soci con la domanda di iscrizione, eleggono domicilio per i rapporti sociali presso la sede dell’Associazione.

Art. 8
I soci sono tenuti:
1. al puntuale pagamento della quota associativa annuale, uguale per tutti i soci, stabilita annualmente dal Consiglio Direttivo.
2. al puntuale pagamento della quota aggiuntiva per il pagamento di corrispettivi specifici.
3. a mantenere un comportamento sempre corretto nei confronti dell’Associazione.
4. alla osservanza dello Statuto, delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia sportiva, degli eventuali regolamenti interni e delle deliberazioni prese dagli organi sociali, comprese eventuali integrazioni della cassa sociale attraverso versamenti di quote straordinarie.
Ogni socio deve versare la quota associativa stabilita dal Consiglio Direttivo entro il 30 giugno ed ha validità sino al 31 dicembre dell’anno in corso, termine fissato dal Consiglio Direttivo. La quota associativa non è rivalutabile, non è trasmissibile neanche in caso di morte e non verrà rimborsata né al socio dimissionario, né al socio radiato. Il Socio non in regola con i versamenti non potrà partecipare alla vita associativa.

Art. 9
Il Socio cessa di far parte dell’Associazione:
a. per dimissioni presentate per iscritto al Consiglio Direttivo
b. per mancato rinnovo delle quote sociali e di iscrizione nei termini stabiliti dal Consiglio Direttivo;
c. per inosservanza del presente Statuto, dei regolamenti interni o delle deliberazioni prese dagli organi sociali;
d. per decisione del Consiglio Direttivo a causa di gravi inadempienze; quando, in qualunque modo, arrechi danni morali o materiali all'associazione o dimostri di non condividere più le finalità dell’associazione;
e. per decesso.
In caso di trasgressioni alle norme sportive e sociali nonché alla disciplina tecnica il Consiglio direttivo può infliggere al socio le seguenti sanzioni:
a. avvertimento;
b. diffida;
c. sospensione a tempo limitato;
d. radiazione.

Patrimonio sociale

Art. 10
Il patrimonio sociale è indivisibile ed è costituito:
1. da beni mobili ed immobili che diverranno di proprietà dell’associazione;
2. da contributi, erogazioni, donazioni e lasciti diversi effettuati da soci, da privati o da Enti;
3. da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio.
Le entrate dell’associazione sono costituite:
1. dalle quote associative e dai corrispettivi specifici versati dai soci per le attività sociali;
2. dall'avanzo derivante dalle attività e manifestazioni eventualmente organizzate o alle quali essa partecipa;
3. da ogni eventuale entrata che concorra ad incrementare l’attivo sociale;
4. dagli introiti derivanti dalla vendita ai soci di materiale sportivo necessario per lo svolgimento della pratica sportiva, nonché da eventuali sponsorizzazioni e pubblicità o altra attività di carattere commerciale che l’associazione pone in essere al fine dell’autofinanziamento.

Art. 11
Le somme versate per la tessera e per le quote sociali non sono rimborsabili in nessun caso.
I soci non possono vantare alcun diritto nei confronti del fondo comune, né di altri cespiti di proprietà dell’Associazione.

Rendiconto economico e finanziario


Art. 12
Il rendiconto economico e finanziario comprende l’esercizio sociale dal 31 marzo corrente anno al successivo e deve essere sottoposto all'approvazione dell’Assemblea dei Soci entro quattro mesi dalla chiusura. Il bilancio economico deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale ed economica dell’associazione, nel rispetto del principio della trasparenza nei confronti degli associati. All'Associazione è vietato distribuire, anche in modo indiretto, i proventi delle attività, utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione stessa, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla Legge.

Organi dell'Associazione

Art. 13
Sono organi dell’Associazione:
l’Assemblea dei Soci;
il Consiglio Direttivo;
il Presidente;

Assemblea

Art. 14
L’Assemblea dei Soci è composta da tutti i soci in regola con il pagamento della quota sociale. La partecipazione del socio all'Assemblea è strettamente personale ed ogni socio ha diritto ad un voto. Non sono ammesse deleghe.

Le Assemblee dei Soci possono essere ordinarie e straordinarie. Le Assemblee sono convocate con l’invio di lettere e/o posta elettronica, con almeno 7 giorni di preavviso. L’avviso dovrà riportare luogo, data, ora della prima e della seconda convocazione e ordine del giorno dell’Assemblea. La seconda convocazione può aver luogo anche mezz'ora dopo la prima.

Art. 15
L’Assemblea dei Soci convocata almeno una volta all'anno entro il termine del 31 marzo

· approva le linee generali del programma di attività per l’anno sociale;

· approva i bilanci d’esercizio e la relazione del Presidente

· delibera su tutte le questioni attinenti alla gestione sociale

Le votazioni possono avvenire per alzata di mano, per appello nominale o a scrutinio segreto. Alla votazione partecipano tutti i soci

Art. 16
L’Assemblea straordinaria è convocata:
- tutte le volte il Consiglio Direttivo lo ritenga necessario;
- allorché ne faccia richiesta motivata almeno 1/3 dei soci, purché in regola con il versamento delle quote associative.
L’Assemblea dovrà essere convocata entro 30 giorni dalla data in cui viene richiesta.
Essa delibera lo scioglimento dell’Associazione, sulle modifiche allo Statuto, su ogni altro argomento di carattere straordinario sottoposto alla sua approvazione dal Consiglio Direttivo.

Art. 17
In prima convocazione l’Assemblea, sia ordinaria che straordinaria, è regolarmente costituita con la presenza di metà più uno dei soci.
In seconda convocazione l’Assemblea è regolarmente costituita qualunque sia il numero dei presenti e che dovrà tenersi almeno ventiquattro ore dopo la prima.
Art. 18
Per deliberare sullo scioglimento o sulla liquidazione dell’Associazione, è indispensabile la presenza di almeno il 50 %, dei soci e il voto favorevole dei 3/5 dei presenti. In seconda convocazione, e che è validamente costituita qualunque sia il numero degli intervenuti è sufficiente il voto favorevole dei 2/3 dei presenti. In caso di scioglimento l’Assemblea delibera con la maggioranza prevista dall'art. 18 sulla designazione del patrimonio residuo, dedotte le passività, per uno o più scopi stabiliti dal presente Statuto, o devolverlo ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità, sentito l’eventuale organismo di controllo di cui all’art. 3 comma 190, della legge 23/12/1996, n. 662.

Art. 19
L’Assemblea, tanto ordinaria che straordinaria, è presieduta da un Presidente e un Segretario. Le deliberazioni adottate dovranno essere riportate su apposito libro dei verbali.

Consiglio direttivo

Art. 20
Il Consiglio Direttivo è l’organo esecutivo dell’Associazione, è composto da un minimo di 3 consiglieri e dura ad interim decadendo solo nel caso di dimissioni degli stessi. I sostituti saranno designati dagli stessi consiglieri uscenti.

Art. 21
Il Consiglio Direttivo elegge il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario Amministrativo e fissa le responsabilità degli altri consiglieri in ordine all'attività svolta dall'Associazione per il conseguimento dei propri fini sociali (attività culturale, sportiva, turistica, ecc.). Le funzioni dei membri del Consiglio Direttivo sono completamente gratuite e saranno rimborsate le sole spese inerenti l’espletamento dell’incarico o eventuali compensi per prestazioni lavorative.

Art. 22
Il Consiglio Direttivo è convocato dal Presidente almeno due volte all'anno mediante avviso contenente l’ordine del giorno, il luogo, la data, l’ora della convocazione ed inviato almeno cinque giorni prima della riunione, salvo i casi d’urgenza. In assenza del Presidente la riunione sarà presieduta dal Vice Presidente. In caso di parità nelle delibere prevale sempre il voto del Presidente. I verbali delle sedute sono redatti dal Segretario e sottoscritti dal Presidente. I verbali possono essere consultati dai Soci nella sede sociale, previa richiesta al presidente, che non ha comunque facoltà di consentire il rilascio delle copie o di stralci dei singoli atti consultati.

Il Consiglio Direttivo decade prima della fine del mandato:
a) quando l’assemblea sociale non approvi il rendiconto economico e finanziario consuntivo
b) quando il totale dei suoi componenti sia ridotto a meno di tre.

Art. 23
Il Consiglio Direttivo deve:
– redigere i programmi di attività sociale previsti dallo Statuto sulla base delle linee approvate dall'Assemblea dei Soci;
– prendere decisioni inerenti alle spese ordinarie e straordinarie, di esercizio e in c/capitale, per la gestione dell’associazione;
– curare l’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea;
– curare la redazione dei bilanci di esercizio;
– compilare i progetti per l’impiego del residuo del bilancio da sottoporre all'Assemblea;
– approvare tutti gli atti e contratti di ogni genere inerenti alla attività sociale;
– formulare il regolamento interno e proporre eventuali modifiche dello statuto da sottoporre all'approvazione dell’Assemblea;
– deliberare i provvedimenti disciplinari nei confronti dei Soci;
– fissare le quote sociali;
– possedere la facoltà di stabilire sedi decentrate dell’associazione sul territorio nazionale;
– nominare, in caso di necessità, commissioni provvisorie con compiti e poteri particolari;
– favorire la partecipazione dei soci alle attività dell’Associazione.

Nell'esercizio delle sue funzioni il Consiglio Direttivo può avvalersi di responsabili di commissioni di lavoro da esso nominati.

Art. 24
Il Presidente ha la rappresentanza legale e la firma sociale e può aprire e gestire conti correnti o altre forme di finanziamento. In caso di assenza o di impedimento del Presidente tutte le sue mansioni spettano al Vice Presidente. Il Segretario amministrativo ha la responsabilità della custodia dei fondi dell’Associazione. Ne tiene la contabilità, conservandone la documentazione.

Disposizioni finali


Art. 25
L’associazione declina ogni responsabilità per incidenti e danni di ogni specie che possano accadere ai soci ed a qualsiasi altra persona durante le attività organizzate o promosse dall'associazione.

Art. 26
Le eventuali controversie che dovessero insorgere tra i Soci relative alla vita associativa non potranno essere deferite all’autorità giudiziaria, né al parere o all’arbitrato di persone o enti estranei al sodalizio senza che prima vengano ascoltati gli organi competenti in giudizio, secondo le norme stabilite dallo Statuto e dal Regolamento Generale dell’Associazione, e non si sia esaurito l’intero iter della relativa controversia.
Art. 27
Per quanto non compreso nel presente Statuto decide l’Assemblea a maggioranza assoluta dei partecipanti.
Particolari norme di funzionamento e di esecuzione del presente Statuto potranno essere eventualmente disposte con regolamento interno adottato dal Consiglio Direttivo.

lunedì 1 settembre 2025

"Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta" a Palazzo Reale di Milano - domenica 31 agosto

Nel centenario della nascita di Mario Giacomelli, uno dei fotografi italiani più noti del Novecento, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra , un’opportunità unica per riscoprire Giacomelli non solo come fotografo ma come figura centrale nel panorama artistico e culturale del Novecento, capace di costruire un ponte tra fotografia, pittura, poesia e scultura. La mostra milanese, si svolge in parallelo ad un altro importante progetto espositivo, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma e propone un itinerario che esplora il rapporto tra fotografia e poesia nella produzione di Giacomelli, sottolineando come la parola poetica abbia costituito una fonte costante di ispirazione nella sua ricerca. L’artista stesso definiva la fotografia un’alchimia, un processo in cui materiali e tecniche assumono significati simbolici, riflettendo il percorso esistenziale dell’autore.
Il percorso espositivo si apre con una sezione introduttiva in cui si delineano le premesse del legame tra fotografia e poesia. La serie Per poesie (realizzata tra gli anni Sessanta e Novanta) raccoglie un ampio repertorio di immagini che Giacomelli utilizza come materia visiva da trasformare in composizione.
A questa si affianca la serie Favola, verso possibili significati interiori (1983–1984), in cui la fotografia si trasforma in segno, in simbolo, e assume la funzione di racconto visivo. Uno dei fulcri della mostra è rappresentato dal dialogo con L’Infinito di Giacomo Leopardi. In questo caso, l’omonima serie fotografica (1986–1990) e quella di Presa di coscienza sulla natura (1976–1980) si confrontano con l’essenza contemplativa dei versi leopardiani, trasfigurando luce e ombra in forme liriche sospese nel tempo. La sala successiva è interamente dedicata alla serie Bando (1997–1999), ispirata all’omonima poesia di Sergio Corazzini. In questo nucleo, la fotografia si fa parola visiva, coi suoi bianchi bruciati e con le sagome che si dissolvono complice di un’espressività che affonda le radici nella fragilità dell’esistenza. Cuore pulsante della mostra è la sala dedicata alla straordinaria serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto  ispirata alla poesia di Padre David Maria Turoldo. Nel bianco del cortile del Seminario Vescovile di Senigallia, un gruppo di giovani pretini si rincorre, come se volessero volare, come se i mantelli neri fossero delle ali. Queste immagini, che appaiono sospese, surreali, poetiche e insieme anche un poco disturbanti, immagini che ancora oggi sfidano lo spettatore, sono forse tra le più celebri della fotografia italiana. Siamo tra il 1961 e il 1963 e Mario Giacomelli, all’epoca giovane fotografo autodidatta, stava realizzando quella che sarebbe presto diventata una delle sue serie più celebri e controverse.
Nella sala successiva si celebra il tema dell'amore, accostando la serie Passato (1986-90), ispirata ai versi di Vincenzo Cardarelli, a quella nata dalle suggestioni di Caroline Branson da Spoon River (1967-73), di Edgar Lee Masters. Qui, la fotografia di Giacomelli si fonde con la parola poetica, restituendo immagini cariche di malinconia e memoria, dove il tempo si cristallizza. Viene poi celebrata la collaborazione con il poeta Francesco Permunian, in cui Giacomelli costruisce un contrappunto visivo alle poesie Ho la testa piena, mamma (1994-95) e Il teatro della neve (1984-86). In questo spazio, le immagini si fanno eco delle parole, in un dialogo serrato tra versi e fotografia, tra sogno e realtà, facendo vibrare il bianco e nero come un linguaggio poetico autonomo. La parte conclusiva della mostra raccoglie due opere della maturità, Ninna nanna (1985–1987), ispirata a Leonie Adams, e Felicità raggiunta, si cammina (1986–1988), nata dai versi di Eugenio Montale. In queste serie si percepisce una tensione verso l’essenzialità e la sintesi, in cui la fotografia eco di un pensiero intimo e universale. Ed infine l’omaggio che Giacomelli dedica alla Calabria del poeta Franco Costabile con la serie Il canto dei nuovi emigranti (1984–1985). Un racconto per immagini intriso di vissuto e nostalgia, che condivide con i versi di Costabile uno sguardo lucido e affettuoso sulla propria terra d’origine. La mostra si arricchisce della ricostruzione della sua camera oscura che consente di entrare in contatto diretto con il suo processo creativo, offrendo uno sguardo ravvicinato su tecniche, materiali e gesti dell’artista. Alcune bacheche espositive presentano composizioni poetiche autografe e materiali documentari che testimoniano l’intimo legame di Giacomelli con la parola scritta.

(fonte: finestresullarte.info)

Al Rifugio Capanna 2000 (Val Brembana) - sabato 30 agosto

Una escursione breve ma ugualmente spettacolare ci porta al rifugio Capanna 2000 situato in Val Serina, una laterale della Val Brembana (Prealpi Orobiche) a 1969 metri di altezza e posto sul versante sud del Pizzo Arera (mt 2512). Per raggiungere l'inizio del nostro percorso ci rechiamo a Zambla Alta dove, arrivando da Oltre il Colle, si vanno a seguire le indicazioni per il Monte Arera fino alla località Plassa (punto di partenza obbligato durante i mesi invernali). Da qui proseguiamo fino a quota 1600 metri dove sostiamo nell'ampio piazzale sotto i vecchi impianti di risalita. Ma attenzione! Prima della salita è obbligatorio fare il biglietto che consente la sosta. A sinistra possiamo imboccare il sentiero Cai 221 che per qualche centinaio di metri continua a seguire i tornanti della strada asfaltata per poi staccarsi e proseguire nei prati. A destra invece si prende il sentiero 237, che di fatto è la carrabile utilizzata dal rifugio, che con un giro più ampio e dolcemente sale verso Pian Cansaccio - punto di partenza per l'escursione che porta alla cima del pizzo Arera - e in un'ora circa ci porta direttamente al rifugio. Noi decidiamo di percorrere il sentiero 237. Davanti a noi il Pizzo Arera si erge in tutta la sua magnificenza ma più ci si avvicina e più la montagna tende ad essere meno visibile.
Passo dopo passo alla ricerca del silenzio e dei panorami mozzafiato appare l'anfiteatro naturale delle montagne circostanti, il Monte Alben, Cima della Croce e Cima della Spada. Guardando verso est rispetto alla direzione di salita svetta invece cima Foppazzi con i suoi 2903 metri. La montagna estremamente rocciosa crea un bellissimo stacco di colore rispetto ai prati verdeggianti presenti lungo il sentiero. Procediamo in costante salita e finalmente arriviamo a scorgere il rifugio in una incredibile posizione panoramica e soleggiata. Nelle giornate terse si può godere del panorama sulle Prealpi bergamasche, il Disgrazia, la Grigna, il Monte Rosa e il Monviso. Ai piedi del Pizzo Arera, nel tratto che collega il Rifugio Capanna 2000 al Lago Branchino, si trova il Sentiero dei Fiori, un percorso che permette agli escursionisti di ammirare le fioriture uniche presenti solo alle pendici di questa montagna, detti endemiti. Il sentiero è studiato con un percorso ad anello (circa 7 chilometri) lungo un tracciato che si snoda tra i 1800 metri e i 2000 metri di quota. Ma intanto fermiamoci a gustare taglieri di formaggi e saluti avvolti dalla polenta.

ESCURSIONE ANNULLATA!!!!

Sabato 27 settembre andiamo al Rifugio Val di Fumo METEO PERMETTENDO nell'omonima valle (chiamata il piccolo Canada per la sua bellezza) partendo dal parcheggio del Lago di Malga Bissina.

Lunghezza a/r km 12,6 Dislivello metri 130
RITROVO: parcheggio Malga Bissina "Pozzo Cava" ore 9.00/9.30
BIGLIETTO PARCHEGGIO:
in loco € 8,00
online € 6,00
(orario 8.00-18.00)
PRANZO IN RIFUGIO: da prenotare
Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog

venerdì 29 agosto 2025

Concorso fotografico "L'overtourism: dinamiche e problematiche"



 CONCORSO FOTOGRAFICO
ASSOCIAZIONE ALLEGRE MARMOTTE

“L’overtourism: dinamiche e problematiche”


ORGANIZZATORI Il concorso fotografico, giunto alla quinta edizione, promosso dall’Associazione Allegre Marmotte si svolgerà dal 14 luglio al 5 ottobre 2025 

TEMA Il tema del concorso è un invito a raccontare attraverso l’occhio digitale di una macchina fotografica o di un cellulare le diverse chiavi di lettura di un fenomeno crescente, denominato overtourism, che vede accentrarsi in una destinazione turistica un numero eccessivo di visitatori. In questi casi si oltrepassa la soglia ricettiva del luogo e il sistema non è più in grado di gestire i flussi turistici in maniera razionale e funzionale. La facilità di spostamento e lo smisurato aumento della popolarità di alcuni luoghi grazie ai social, hanno prodotto a livello globale un incremento dei viaggi producendo nel contempo una concentrazione insostenibile di presenze in talune località tali da minacciare l’ambiente circostante e falsando le dinamiche dell’economia locale nei suoi meccanismi ed equilibri naturali con una ricaduta negativa sull’esperienza degli stessi turisti.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i fotografi non professionisti e senza limiti di età. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di quattro fotografie unitamente a tutti i propri dati personali. Sono esclusi dal concorso i membri della commissione giudicatrice e i rispettivi familiari, nonché tutti i soggetti che a vario titolo collaborano all’organizzazione del concorso.

CARATTERISTICHE TECNCHE IMMAGINE Sono ammesse fotografie in bianco/nero e a colori con inquadrature sia verticali che orizzontali. La risoluzione di ciascuna foto deve essere di 300 dpi e in formato JPG. Le fotografie dovranno essere inedite. Non sono ammesse opere interamente realizzate al computer o recuperate da fonti web. Ogni immagine deve avere un numero progressivo ed essere titolata. Le immagini non conformi alle specifiche condizioni non verranno prese in considerazione.

MODALITA’ E TERMINI DI CONSEGNA DEL MATERIALE La consegna delle opere dovrà avvenire, unitamente ai propri dati personali, al seguente indirizzo di posta elettronica allegremarmotte@gmail.com oppure tramite Whatsapp al 347 1527671 entro le ore 23.59 del 5 ottobre 2025

PRIVACY, RESPONSABILITA’ DELL’AUTORE E FACOLTA’ DI ESCLUSIONE Ogni partecipante è responsabile del materiale presentato al concorso. Pertanto si impegna ad escludere ogni responsabilità degli organizzatori del suddetto nei confronti di terzi, nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie. Il concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dal D. Leg 10 agosto 2018, n. 101 nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi. In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili. Ogni partecipante dichiara inoltre di essere unico autore delle immagini inviate e che esse sono originali, inedite e non in corso di pubblicazione. Gli organizzatori si riservano, inoltre, di escludere dal concorso e non pubblicare le fotografie non conformi nella forma e nel soggetto a quanto indicato nel presente bando di concorso oppure alle regole comunemente riconosciute in materia di pubblica moralità, etica e decenza, a tutela dei partecipanti e dei soggetti ritratti. Non saranno ammesse le immagini ritenute offensive, improprie e lesive dei diritti umani e sociali.

DIRITTI D’AUTORE E UTILIZZO DEL MATERIALE IN CONCORSO I diritti sulle fotografie rimangono di proprietà esclusiva dell’autore che le ha prodotte, il quale ne autorizza l’utilizzo per eventi o pubblicazioni connesse al concorso stesso senza finalità di lucro. Ogni autore è personalmente responsabile delle opere presentate e salvo espresso divieto scritto, si autorizza l’organizzazione alla riproduzione su catalogo, pubblicazioni, cd e su internet senza finalità di lucro e con citazione del nome dell’autore. Ad ogni loro utilizzo le foto saranno accompagnate del nome dell’autore e, ove possibile, da eventuali note esplicative indicate dallo stesso. Si informa che i dati personali forniti dai concorrenti saranno utilizzati per le attività relative alle finalità promozionali secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 per tutto l’anno in corso.

GIURIA E PREMI La giuria, esterna all'organizzazione, esprimerà un giudizio insindacabile. Le prime tre fotografie classificate saranno premiate mentre a tutte le altre opere in concorso verrà donato un ricordo by marmotte.

SERATA FINALE In data da definire si svolgerà la serata con la premiazione delle opere in concorso e le presentazioni delle stesse.


lunedì 25 agosto 2025

La bella Ciclopedonale del Lago di Idro (Anfo-Ponte Caffaro) - domenica 24 agosto

Una mattina in pieno clima autunnale. Così Anfo ci accoglie col cielo bigio, nuvoloni in chiaroscuro ed è pure caduta qualche goccia. Si scende lungo via Lago dove all'altezza della pizzeria "La Boa" inizia la bella Ciclopedonale del lago di Idro,
 inaugurata  a giugno 2025 che collega Anfo a Ponte Caffaro per circa sei chilometri di percorso, lungo la sponda occidentale del lago, con la possibilità di utilizzare il battello per tornare al punto di partenza. Il tracciato si inserisce in un progetto più ampio che si sviluppa dalla sponda trentina del lago fino a Cologna, frazione di Pieve di Bono, attraverso la fertile valle del Chiese per una ventina di chilometri. Tra le località di Darzo, Condino, Cimego, Pieve di Bono, il tracciato corre tra i campi coltivati a granoturco di Storo, che una volta macinato, diventa l’oro rosso della valle, una farina da polenta per intenditori. Complice il meteo sul percorso incontriamo qualche bicicletta e pochi camminatori. Raggiungiamo la spettacolare Rocca d'Anfo passando, nella parte più bassa, da una trincea fortificata difesa da una caserma detta Rocca Vecchia, a sua volta sovrastata dalla Batteria Veneta, delimitata una bassa muraglia con feritoie sulla riva del lago che consentiva di chiudere completamente la zona difensiva della piazzaforte
La Rocca  è un complesso militare fortificato eretto 
sul pendio del monte Censo nel quindicesimo secolo dalla Repubblica di Venezia e posto a guardia del vicino confine con il Principato vescovile di Trento. Notevolmente ampliata in epoca napoleonica, perse ogni funzione strategica alla fine della Grande Guerra. La camminata è resa magica dal gioco di contrasti del cielo sulla superficie dell'Eridio, in fondo è un ottimo modo per entrare in contatto con la natura e ammirare il paesaggio del lago oggi incredibilmente verde anche a causa della fioritura di alghe unicellulari favorita dall'aumento della temperatura dell'acqua e dalle abbondanti piogge di giugno, e per quanto la colorazione è di fatto un fenomeno naturale e passeggero, rimane indubbiamente un indicatore della fragilità dell'ecosistema lacustre. La strada viene divorata in scioltezza. Siamo arrivate a Ponte Caffaro, in Pian d'Oneda dove il Chiese e il torrente Caffaro si immettono nel lago, e dagli zaini spuntano quasi per magia, salami, formaggi e bottiglie di rosso sincero. Nel frattempo si stanno preparando i protagonisti della rievocazione storica “Gli eroi di Montesuello 1866”, organizzata sul sovrastante Eremo di San Giacomo, fondato intorno al decimo secolo dai monaci benedettini. La battaglia di Monte Suello venne combattuta il 3 luglio 1866 nel quadro della terza guerra d'indipendenza italiana, tra il 1º e il 3º reggimento del Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi e gli austriaci dell'8ª Divisione del generale Von Kuhn. Vinta dai garibaldini, costrinse gli austriaci a ritirarsi dalla piana della Valle del Chiese e a ripararsi oltre i forti di Lardaro e d'Ampola.
Nel combattimento rimase ferito ad una gamba anche Garibaldi. Una rievocazione storica molto suggestiva e finalmente in una cornice di sole. Ritorniamo ad Anfo imbarcandoci sul Battello Idra, una esperienza che permette di scoprire il lago da una prospettiva diversa. Il Castello San Giovanni di Bondone dall’alto di uno sperone roccioso domina il lago di Idro e la parte meridionale della Valle del Chiese. Le prime notizie riguardanti un castello nella zona risalgono al 1086 quando, in un contratto per l'affitto di alcuni pascoli della valle del Caffaro viene citato un castrum de summo lacu. Posto a controllo dell’imboccatura delle Valli Giudicarie, delicata area di confine dei domini vescovili tridentini e feudo dei Lodrón di Storo dal XIII secolo, rimase in mano alla potente casata ininterrottamente fino al ventesimo secolo. Oggi il castello è proprietà del comune di Bondone ed è raggiungibile solo a piedi percorrendo un sentiero che parte direttamente da Baitoni, in prossimità del parcheggio in località Miralago, che si inoltra nel bosco in un susseguirsi di scalette, ponti e tanto verde. Grazie alla costante presenza dell’Ander, il vento che soffia su queste acque nelle ore pomeridiane, le onde scintillano alla luce del sole e l’aria è pervasa dall’energia e dalla dinamica del vento. La natura quasi selvaggia del lago si rivela in tutta la sua bellezza, le colline e i monti in un gioco quasi geometrico contengono il dolce bacino e a noi resta il piacere della brezza che avvolge il viaggio.