martedì 31 maggio 2022

Il castello di Scipione e Salsomaggiore Terme - domenica 29 maggio

Scipione è un piccolo borgo di origine medievale sulle colline che dominano il Parco regionale dello Stirone e del Piacenzano, a pochi minuti da Salsomaggiore Terme, a ridosso dell'imponente castello dei marchesi Pallavicino le cui origini vengono fatte risalire al 1025 con l'audace condottiero Adalberto Pallavicino, capostipite della millenaria casata di cui sono narrate le lodi nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e nell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto , maniero ancora oggi abitato dai suoi diretti discendenti. Costruito secondo la leggenda sui ruderi della villa romana appartenuta al console Gneo Cornelio Scipione Calvo, zio di quel Publio Cornelio Scipione Africano che sconfisse il generale cartaginese Annibale nella battaglia di Zama. Il castello di Scipione, uno tra i più antichi della regione, ebbe una considerevole importanza strategica durante tutto il Medioevo per la difesa delle saline, elemento al tempo indispensabile per la conservazione del cibo, di cui i Marchesi Pallavicino erano i maggiori produttori. Arriviamo al borgo in una giornata carica di pioggia all'esterno dell'originario torrione d'ingresso su cui campeggia, fra le alte fessure che un tempo ospitavano i bolzoni del ponte levatoio, un affresco raffigurante un'aquila bicipite incoronata, stemma dei marchesi Pallavicino. Nell'alto muro di destra si apre l'elegante portale d'accesso ad arco seicentesco che conduce direttamente al Cortile d'Onore, da dove ha inizio la visita. In corrispondenza dell'angolo settentrionale del castello, si innalza una torre a pianta quadrata recuperata durante i restauri più recenti mentre nell'angolo posto a sud, si innalza una torre di forma cilindrica, detta "Piacentina", anch'essa edificata intorno alla metà del XV secolo. Dal Cortile d’Onore un portale circondato di rose si apre sul grande giardino panoramico, mentre la maestosa Scalinata dei Cavalli porta all'ampia terrazza fiorita e all'elegante loggiato seicentesco, affacciato sul paesaggio collinare.
Davanti a noi si innalza uno scalone in pietra che conduce agli splendidi ambienti interni del maniero che sono anche utilizzati per un soggiorno ricco di storia immerso in un’atmosfera romantica di un suggestivo borgo medievale. Dopo alcuni anni di abbandono nel 1969 il maniero fu acquistato dal conte Christian Frederik Pier von Holstein che ne fece dono alla moglie Maria Luisa Pallavicino, discendente dell'antico casato. Negli anni successivi sono stati avviati i lavori di restauro che hanno portato alla riscoperta di alcune decorazioni quattrocentesche sotto uno spesso strato di vernice bianca, che ricopriva due soffitti lignei ma anche il ritrovamento di due portali affrescati, il restauro delle pitture murali e degli stucchi seicenteschi ed il recupero dei colori originali sulle pareti. Uscite dal castello ci accorgiamo di una targa inusuale dedicata a Demetrio Stratos, sperimentatore vocale, polistrumentista nonché frontman dei Ribelli negli anni '70. Nato ad Alessandria d’Egitto da genitori greci il musicista ebbe modo di vivere i suoi ultimi anni proprio a Salsomaggiore Terme con la moglie Daniela Ronconi. Morì nel 1979 appena trentaquattrenne a causa di una grave forma di anemia aplastica. E' sepolto nel piccolo cimitero del borgo. Lasciamo il castello per raggiungere Salsomaggione Terme. Sotto un cielo plumbeo la cittadina emiliana, un tempo perla del termalismo europeo e ritrovo del jet set, pare ripiegata su se stessa. 
"Il termalismo sociale è tramontato alla fine degli anni Ottanta, prima di allora era possibile usufruire di cicli completi di cure termali rimborsati totalmente dal sistema sanitario nazionale, soggiorno compreso, ma lo Stato ha smesso di investire introducendo il ticket, fino ad arrivare a liberarsi delle terme alla fine degli anni Novanta". Eppure riesce a sorprenderci con la prorompente bellezza decò di Palazzo Berzieri, ovvero il centro termale, progettato dagli architetti Ugo Giusti e Giulio Bernardini. Inaugurato nel 1923, deve la sua magnificenza allo straordinario apporto artistico di Galileo Chini, maestro del Liberty Italiano, ceramista, pittore e decoratore di fama internazionale che dalla sua esperienza in Oriente presso la Casa Reale, trasse l'ispirazione per le meravigliose decorazioni che qui si incontrano. La cura del dettaglio che contraddistingue il corpo centrale prosegue in un trionfo di marmi e maioliche anche in quelli laterali e lungo i fianchi del complesso. E per concludere la vicina Chiesa di San Vitale dalle forme futuriste su progetto degli anni Trenta dell'architetto piacentino Giulio Ulisse Arata che si ispirò al movimento futurista di Marinetti.

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