lunedì 21 giugno 2021

Il castello di Zumelle e il divertente anello "Cison-La Via dell'Acqua-Cascata del Pissol-Cison" (19-20 giugno)

Sabato 19 giugno
 - La prima tappa del nostro breve viaggio è il Castello di Zumelle (Belluno) che si erge sulla cima di un colle a strapiombo sul torrente Terche, visibile dalla strada che congiunge l'abitato di Mel con Lentiai. Il primo nucleo di un castello fortificato risale probabilmente al I secolo d.C. quando i Romani stavano consolidando la loro influenza sulla Valbelluna. Il fortilizio si trovava lungo il transito, tra il passo di Praderadego e lo snodo del Municipium di Feltre della strada militare romana Claudia Augusta Altinate. Tra storia e leggenda il toponimo Zumelle trova maggior accredito storico da 'zumelo' ad indicare l'abbinamento strategico con il contrapposto Castelvint sul versante della Val Maor di cui rimangono solo esili tracce. Il castello ebbe un ruolo chiave nelle sanguinose lotte feudali della Valbelluna per tutto l'Alto Medioevo. Ricostruito nel 1311 da Rizzardo da Camino, signore di Treviso, Belluno e Feltre, il castello cadde successivamente in rovina poi con l'arrivo della Serenissima e delle armi da fuoco, le sue fortificazioni divennero di fatto inutili. Le cinta periferiche sono andate completamente distrutte, il nucleo centrale è cinto da un profondo fossato scavato nella roccia e si accede al castello e alla piccola corte interna attraverso una strada che si arrampica lungo il pendio.
La torre, alta trentasei metri, è a pianta quadrangolare e presenta cinque piani con ambienti di rievocazione, la casa torre (al suo interno la bottega dello speziale, la camera da letto medievale, il banchetto e la cucina) e lo scriptorium, collegati da una impervia scala in legno. Sul lato nord delle mura si trova l'antica chiesetta di San Lorenzo. Intorno si muovono figuranti in costume che anche a tavola riescono a creare un'atmosfera tipicamente medievale. E poi ritornando verso il trevigiano si aprono spettacolari le vedute sui dorsali collinari del Prosecco...
Domenica 20 giugno - Cison di Valmarino (Treviso) dal 2019 si fregia del marchio Bandiera arancione del Touring Club Italiano e si trova in una delle più belle valli della cornice prealpina della Marca Trevigiana. Piccolo centro dominato da CastelBrando, la fortezza che sovrasta dall'alto il paese, e dalla bellezza della Via dell’Acqua del torrente Rujo che taglia in lungo il paese e che da sempre ha connotato il paesaggio e ritmato la vita sociale ed economica.
Raggiunta piazza Roma di Cison di Valmarino (mt 256) su cui si affaccia la settecentesca Chiesa di Santa Maria Assunta puntiamo a nord, costeggiando per circa 200 metri il torrente Rujo per poi raggiungere l'altra riva. Oltre il ponte incontriamo due edifici, in passato sedi del Mulino Masutti e della latteria. Si continua in salita arrivando a Borgo Capretta Mugnai poi si raggiunge il Mulino Fiorin, notevole costruzione restaurata che sorge nei pressi di un ampio lavatoio. L’itinerario prosegue lungo il torrente fra cascatelle e marmitte dall'acqua limpidissima. Oltrepassato il Grande Faggio si arriva al Bosco delle Penne Mozze denominata “Bujon del Gal” (mt 460). Inaugurato nell'ottobre 1972 il bosco è un'area naturale protetta a ricordo di tutti gli alpini caduti in guerra. Si prosegue lasciando a sinistra la rupe con la bandiera italiana per entrare all'interno di una valletta secondaria sul Sentiero della Scaletta, Cai 987 che sale al parcheggio Peroz (mt 545) e, più avanti, ignorate le deviazioni per il Sentiero dell’Asta e Costa del Vent, si alza in direzione della cascata del Pissol.
Giunti alla deviazione per il capitello di San Gaetano si prosegue diritto per una manciata di metri fino a raggiungere la piccola cascata che alimenta il torrente Rujo (mt 600). Dopo una breve sosta torniamo al bivio e iniziamo il percorso di rientro seguendo la segnaletica del capitello. Con diversi saliscendi il sentiero taglia in costa il fianco della valle verso sud. Poco oltre, ad un bivio, si mantiene la traccia che sale a destra e si prosegue con piacevoli saliscendi in un contesto panoramico. Dopo aver perso nettamente quota con alcuni stretti tornanti che evitano una placca rocciosa si risale ad un piccolo promontorio sporgente, si supera una cengia esposta con splendida veduta sulla cima dello Schiaffet, su Cima Vallo Scuro e sul Crodon del Gevero e si raggiunge il capitello di San Gaetano con una veloce deviazione. A pochi metri ecco una bella area attrezzata con tavoli e panchine. Si riparte in direzione ovest oltre la testata della Valle di Castellazzo e ci si inoltra nel bosco in un ambiente suggestivo, isolato e selvaggio. Un paio di rapide svolte e si raggiungono i ruderi della storica Casera Ola (mt 450). In prossimità di alcuni schianti si mantiene la destra intercettando il sentiero che corre in basso. Usciti dal bosco e costeggiati alcuni vigneti, si attraversa il prato antistante, una casera abbandonata e si prosegue su via San Silvestro fino a raggiungere l’omonima chiesetta, sede del Gruppo Alpini, e ormai su sede stradale il centro storico di Cison di Valmarino.


PARTENZA: Cison di Valmarino (mt 256)
SEGNAVIA: Via dell'acqua-Trail del Gevero
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 400
ALTITUDINE: mt 687
LUNGHEZZA: km 10

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