lunedì 21 settembre 2020

Forte Corbin: tra paesaggi e memoria storica - domenica 20 settembre

Colpisce per l'ardita posizione, sopra uno sperone roccioso a picco sulla Val d'Astico, forte Corbin obiettivo della nostra escursione. 
Dal parcheggio della chiesa di Treschè Conca, 
famosa per la presenza della suggestiva e panoramica “fontana degli elfi”, ci si incammina in direzione di Forte Corbin lungo via Granatieri del Cengio e dopo circa un chilometro al bivio con Malga Ronchetto e la Val di Gevano, si mantiene la destra su una stradella leggermente in salita sempre seguendo le indicazioni per la fortezza. Giunte al bivio per Malga Roccolo si seguono le indicazioni scritte sul fondo stradale per poi continuare su una forestale che entra nel bosco. Oltrepassato il passo della Sgreva si raggiunge poco più avanti la località nota come “i Pilastri” in cui  ancora oggi è presente uno dei due pilastri che delimitavano la strada di accesso alla storica Caserma dei Regi Carabinieri, di cui oggi si intravedono solo le rovine. Lungo la strada è possibile notare un cippo commemorativo di Augusto Giuliani, giovanissimo soldato trentino caduto nel 1916 e pochi passi più avanti, nascosta sotto gli alberi, una seconda lapide a ricordo dello scrittore irredentista Carlo Stuparich, caduto durante la Strafexpedition, poi sul prosiego della comoda forestale si raggiunge il forte. Forte Corbin è una fortezza militare costruita a difesa del confine italiano contro l'impero austro-ungarico e si trova sullo spigolo sud-occidentale dell'Altopiano di Asiago e prende il nome dallo sperone roccioso che domina la Val d'Astico
Costruito tra il 1906 e il 1914  rimane praticamente inattivo per tutta la durata della prima guerra mondiale, a causa della sua posizione notevolmente arretrata rispetto al fronteIl progetto del forte fu curato dallo stato maggiore del Genio Militare di Verona e prevedeva un corpo principale che doveva ospitare le batterie, ma anche una palazzina comando, una polveriera, trincee di collegamento, punti di osservazione, magazzini e alloggi. Il cantiere viene aperto nel 1906 e vede un vasto dispiego di mezzi e uomini per la collocazione impervia della costruzione. Una strada militare viene appositamente costruita per collegare Treschè Conca a Punta Corbin, mentre i componenti delle cupole in acciaio, che avrebbero ospitato i cannoni del forte, sono trasportati fino alla stazione di Campiello con la Ferrovia Rocchette-Asiago, inaugurata nel 1910, quindi trasferiti a bordo di carri e saldati in locoNei primi due mesi di guerra il forte partecipa attivamente alle vicende belliche cercando di bersagliare con scarsi risultati le posizioni nemiche di Luserna. Lo Stato Maggiore a questo punto valuta che i pezzi di artiglieria del Corbin fossero maggiormente utili in prossimità del fronte e così i sei pezzi da 149 mm vengono smontati e sostituiti da tronchi d'albero in modo da ingannare le vedette austriache. Il camuffamento inganna effettivamente gli austriaci che continuano a bersagliare il forte con la loro artiglieria per quasi un anno e in particolare il 15 maggio 1916 quando viene colpito da una cinquantina di colpi dell'obice austriaco da 380 mm soprannominato "La Barbara" situato presso Forte Campo Luserna
Il 30 maggio 1916 - durante la Strafexpedition - viene occupato dalle avanguardie austriache della 28ª  Divisione del colonnello Kliemann, dopo essere stato pesantemente colpito dall'artiglieria pesante austro-ungarica e dopo che parte delle strutture del forte furono fatte saltare dagli italiani in ripiegamento. Ritorna in possesso delle truppe italiane solo il 25 giugno dello stesso anno quando le forze imperiali abbandonano la zona del Monte Cengio per stabilirsi sulla linea difensiva della Val d'Assa. A fine conflitto la struttura venne utilizzata come deposito per alcuni anni per poi venire praticamente abbandonata e preda dei recuperanti, ovvero di coloro che vivevano del recupero dei materiali, come il ferro e l'acciaio, che potevano avere valore economico. Questa attività creò notevoli danni alle armature del forte, visto il massiccio utilizzo di esplosivo per estrarre il metallo dalle strutture murarie. Solo negli anni Ottanta la fortezza viene messa in sicurezza con un accurato restauro conservativo. Nella caserma di comando adesso è stato allestito un piccolo museo e un bar-ristorante dove sostiamo prima di recuperare il sentiero Cai 804, alla nostra sinistra, che si alza in mezzo al bosco. Poco dopo il tracciato raggiunge un piccolo pianoro dove passa una stradina silvo pastorale, poi nuovamente nel bosco che chiude sulla strada in direzione contrada Mosca, e da qui in secca salita si ritorna a Treschè Conca.


PARTENZA: Treschè Conca
(mt 1079)
SEGNAVIA: Cai 804
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 265
ALTITUDINE: mt 1197
LUNGHEZZA: km 10

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