Nel frattempo ha smesso di piovigginare, seguiamo Via del Tritone e poi per via dei Due Macelli dove c'è lo storico Salone Margherita, cafè chantant d'altri tempi e regno per tanti anni della compagnia del Bagaglino, poi uno sguardo alla stupenda Basilica di Sant'Andrea delle Fratte a cui mise mano il Borromini, per raggiungere infine Piazza di Spagna e la sua famosissima scalinata a Trinità dei Monti. E ora su Roma scende la sera e le sue mille luci si riflettono in residui di pioggia tra auree di immota magnificenza. Ma è anche tempo di apprezzare i sapori romani e oltrepassata la colonna dell'Immacolata in piazza Mignanelli, via di corsa sul Lungotevere, un breve saluto alla Basilica di San Pietro mentre sprintiamo verso "Il ciociaro" trattoria di quelle buone dove si tira serata tra un bucatino e una cacio e pepe! Il giorno dopo è dedicato ai Musei Vaticani. Ci vorrebbe un capitolo a parte per descrivere le meraviglie che i musei del papa racchiudono nei loro sette chilometri di percorso espositivo, tra storia e bellezza, opulenza e grandiosità, uno scrigno di tesori dove pittura e scultura si elevano ad eccellenza e in un arco temporale che dall'antico Egitto fila verso l'arte contemporanea. E poi la Cappella Sistina, affrescata da Michelangelo e sulla cui volta troneggia la celeberrima Creazione di Adamo, tra le opere d'arte più celebrate del mondo. Nel silenzio quasi assoluto nonostante la cappella sia piena all'inverosimile, la visione si perde tra plastiche figure e profonda spiritualità.
Le ore scorrono veloci e dopo un breve spuntino, saltiamo sulla metropolitana dirette al Colosseo dove tra carrozze a cavalli, finti gladiatori e venditori di collanine, ammiriamo l'Arco di Costantino e i Fori Imperiali, già avvolti da ombre notturne, raggiungendo il Campidoglio, uno dei sette colli su cui venne fondata Roma. La statua equestre di Marco Aurelio trionfa in tutta la sua bellezza nel centro della piazza, anche se è solo una copia (l'originale è all'interno dei Musei Capitolini), alle sue spalle il Palazzo Senatorio con l'ampia vasca sormontata da un gruppo scultoreo con Minerva al centro e le colossali statue raffiguranti il fiume Nilo a sinistra dell'osservatore e il fiume Tevere a destra. Da qui scendiamo la scalea (o cordonata) che collega il Campidoglio con la sottostante piazza Aracoeli, resa leggendaria dall'episodio delle oche capitoline (390 a.C.) che nonostante fossero chiuse nel recinto sacro del tempio di Giunone con il loro starnazzare sventarono il tentativo di assalto notturno dei Galli.
In ricordo venne eretto il tempio di Giunone Moneta sui cui resti, in epoca medievale, fu costruita la Basilica di Santa Maria in Aracoeli a cui si accede da una ripidissima scalinata. Ripreso un pò di fiato proseguiamo per l'Altare della Patria e poi in direzione del Vaticano dove abbiamo appuntamento con la cucina di "Da Checco 65" a detta degli stessi romani fra le dieci migliori trattorie della città. E in effetti è un'esaltazione di odori e sapori. Il nostro terzo e ultimo giorno di Roma si perde tra chiacchiere e ultimissimi giri prima di risalire sul treno. Ciao Roma!
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