lunedì 27 luglio 2015

Il Parco delle Fucine (domenica 26 luglio)

Prendo spunto da un pensiero di Michel de Mountaigne "Libera la mente e i piedi non tarderanno a seguire..." e senza forzare tempi e tappe lascio che la curiosità  faccia da guida tra i docili sentieri del Parco delle Fucine. Oggi ci troviamo a Casto, piccolo centro valsabbino in provincia di Brescia. Il parco è un gioiellino naturalistico dove i sentieri si alternano a ferrate in taluni casi impegnative, e se alzi lo sguardo osservi ragni umani arrampicarsi sulla roccia mentre i più temerari si lanciano dalle zip line fendendo il cielo. L'area del parco è già affollata sin dal primo mattino e i laghetti presi d'assalto, del resto l'aria è piacevolmente fresca dopo i solleoni dei giorni precedenti. Lasciamo dietro di noi il baccano gioioso dei villeggianti e su suggerimento di Annalisa decidiamo di percorrere il perimetro del parco unendo i sentieri blu e arancio per un totale di una decina di chilometri. Avventurose passerelle magicamente sospese sull'acqua vanno ad incastrarsi tra le strette gole del torrente, ci si  immerge per brevi attimi nell'oscurità di una grotta e poi mille cascatelle si susseguono lungo il percorso. Con passo celere raggiungiamo il rifugio Paradiso e superato, si entra nel bosco che richiama atmosfere fantasy. Una breve sosta e via gli scarponcini: le acque del torrente sono invitanti!
Dopo circa un chilometro un cartello sbiadito indica il Pos de l'Acqà e senza esitazione si va da quella parte. La cascata è davvero suggestiva. Si sale poi lungo una mulattiera che ci fa apprezzare il panorama della sottostante valle Duppo, ancora una ventina di minuti e ci avviciniamo ad Alone. Lungo il tracciato ecco un antico capitello dedicato a Santa Caterina e dopo una buona mezz'ora di cammino giungiamo alla periferia di Alone a ridosso della Chiesetta di san Rocco, oggi purtroppo chiusa, dove sostiamo per un panino. Riprendendo il percorso le viette silenti del paesino seguono i nostri passi sino alla strada principale che collega Alone con Casto. Rimaniamo poco sull'asfalto perchè un sentiero ci riporta nel bosco dove troviamo i ruderi di un vecchio mulino. Un ponticello ancorato nella roccia passa rasente uno strettissimo canyon che crea la cascata della Stretta del Pisot, poi si scende lasciando il Tovere alla nostra sinistra trovando in successione le rovine della vecchia Fucina Furche, le imprese intraprendenti sulle ferrate a pelo d'acqua di quattro ragazzotti, i resti della Calchera Dolcetti e di altre vecchie fucine, mentre il torrente adesso sì che rumoreggia gettandosi nell'invaso naturale. All'uscita del bosco davanti a noi giganteggia la palestra di roccia con un agile arrampicatore in azione, la prima delle 14 ferrate che sono disseminate lungo il parco. Poi una fresca birra e via! 



PARTENZA: Casto
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 200
ALTITUDINE: mt 600
LUNGHEZZA: km 9


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