martedì 16 settembre 2014

Le cascate della Val Genova (14 settembre)

La Val Genova, nel cuore del Parco Adamello Brenta, è uno splendido scenario naturale dove si alternano rocce ardite e foreste
rigogliose di abeti, larici, faggi, prati inondati di fiori e tumultuosi torrenti, a buon titolo denominata la Valle delle cascate per la ricchezza delle acque sul suo territorio. Stavolta ce la facciamo. Escursione più volte rinviata per le bizze di un meteo impazzito, questo stralcio d'estate ci regala finalmente una splendida giornata di sole. L'appuntamento per tutte le marmotte è a Tione di Trento, per poi proseguire verso Carisolo lungo la statale 239. Una secca svolta a sinistra e subito la strada si restringe lasciando il passo a scenari incantevoli, mentre la valle si incunea fra strette pareti e ripidi versanti coperti da fitti boschi di conifere. Raggiungiamo Ponte Verde dove barattiamo l'auto per zaini e scarponcini, pochi passi e andiamo a raccogliere le emozioni della cascata del Nardis, un brivido d'energia di oltre centro metri d'altezza, alimentato dal ghiacciaio della Presanella, che si ammira senza parole e col naso all'insù. Seguiamo il sentiero delle cascate. Il tracciato è una intricatissima ragnatela di radici che affiorano sotto i nostri piedi, il bosco profuma di muschio. Il paesaggio sembra quasi rubato a certe scene del profondo Nord in totale sintonia col torrente Sarca che scalpita impetuoso sino a fondovalle. Lungo il cammino s'incontrano tracce importanti di trincee e fortificazioni, la linea degli Honved. Facevano parte del fronte austro-ungarico e qui vi erano dislocati i soldati ungheresi che controllavano le montagne circostanti, mute testimoni delle vicende belliche della Guerra Bianca. Superiamo ponticelli umidi saltando torrentelli borbottanti, poi di colpo il bosco si ferma aprendosi su un'ampia radura che porta ad un successivo strappo in quota verso le cascate di Làres, la prima più bassa, e trenta metri più in alto, quella maggiore, un'immensa montagna d'acqua che si abbatte fragorosa sulle grandi rocce. Le foto si sprecano. Sarebbe bello andare avanti sino al rifugio Bedole a mt 1584, ma il tempo fugge velocemente! Una marmotta chiede il perché del nome Val Genova. Mi informo e leggo che non è del tutto chiara l'origine della denominazione. Il toponimo "Zènua" compare già in documenti datati intorno al 1200 per indicare una regione particolarmente ricca di acque. Ritorniamo sui nostri passi stanche ma emozionate. Doverosa una sosta per un caffè, davanti al rimbombo scintillante del Nardis mentre il pomeriggio volge al termine...

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