martedì 2 settembre 2025
Ecco il programma del week end 6-7 settembre del trekking sul SENTIERO DELL'INFINITO (da Portovenere a Riomaggiore), lunghezza km 13,2 e dislivello di mt 530, trekking che si affronterà domenica 7 settembre. Giovedì 4 settembre comunicheremo ora del ritrovo a piazzetta Bastreri (Portovenere) vicino all'albergo Genio, da dove parte l'escursione.
Chi fosse interessata, ci contatti al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog
Domenica 14 settembre si ripete l'appuntamento gastronomico nella bella location della nostra marmotta Bice.
"Spiedo, pollo, patatine etc...sempre da Bice" si terrà domenica 14 settembre a partire dalle ore 12.30 a Concesio in via Paolo Borsellino n° 32.
MAX 30 PERSONE
Anche alle vegetariane verrà data particolare attenzione!
Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog
lunedì 1 settembre 2025
"Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta" a Palazzo Reale di Milano - domenica 31 agosto
Nel centenario della nascita di Mario Giacomelli, uno dei fotografi italiani più noti del Novecento, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra , un’opportunità unica per riscoprire Giacomelli non solo come fotografo ma come figura centrale nel panorama artistico e culturale del Novecento, capace di costruire un ponte tra fotografia, pittura, poesia e scultura. La mostra milanese, si svolge in parallelo ad un altro importante progetto espositivo, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma e propone un itinerario che esplora il rapporto tra fotografia e poesia nella produzione di Giacomelli, sottolineando come la parola poetica abbia costituito una fonte costante di ispirazione nella sua ricerca. L’artista stesso definiva la fotografia un’alchimia, un processo in cui materiali e tecniche assumono significati simbolici, riflettendo il percorso esistenziale dell’autore.
Il percorso espositivo si apre con una sezione introduttiva in cui si delineano le premesse del legame tra fotografia e poesia. La serie Per poesie (realizzata tra gli anni Sessanta e Novanta) raccoglie un ampio repertorio di immagini che Giacomelli utilizza come materia visiva da trasformare in composizione. A questa si affianca la serie Favola, verso possibili significati interiori (1983–1984), in cui la fotografia si trasforma in segno, in simbolo, e assume la funzione di racconto visivo. Uno dei fulcri della mostra è rappresentato dal dialogo con L’Infinito di Giacomo Leopardi. In questo caso, l’omonima serie fotografica (1986–1990) e quella di Presa di coscienza sulla natura (1976–1980) si confrontano con l’essenza contemplativa dei versi leopardiani, trasfigurando luce e ombra in forme liriche sospese nel tempo. La sala successiva è interamente dedicata alla serie Bando (1997–1999), ispirata all’omonima poesia di Sergio Corazzini. In questo nucleo, la fotografia si fa parola visiva, coi suoi bianchi bruciati e con le sagome che si dissolvono complice di un’espressività che affonda le radici nella fragilità dell’esistenza. Cuore pulsante della mostra è la sala dedicata alla straordinaria serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto ispirata alla poesia di Padre David Maria Turoldo. Nel bianco del cortile del Seminario Vescovile di Senigallia, un gruppo di giovani pretini si rincorre, come se volessero volare, come se i mantelli neri fossero delle ali. Queste immagini, che appaiono sospese, surreali, poetiche e insieme anche un poco disturbanti, immagini che ancora oggi sfidano lo spettatore, sono forse tra le più celebri della fotografia italiana. Siamo tra il 1961 e il 1963 e Mario Giacomelli, all’epoca giovane fotografo autodidatta, stava realizzando quella che sarebbe presto diventata una delle sue serie più celebri e controverse. Nella sala successiva si celebra il tema dell'amore, accostando la serie Passato (1986-90), ispirata ai versi di Vincenzo Cardarelli, a quella nata dalle suggestioni di Caroline Branson da Spoon River (1967-73), di Edgar Lee Masters. Qui, la fotografia di Giacomelli si fonde con la parola poetica, restituendo immagini cariche di malinconia e memoria, dove il tempo si cristallizza. Viene poi celebrata la collaborazione con il poeta Francesco Permunian, in cui Giacomelli costruisce un contrappunto visivo alle poesie Ho la testa piena, mamma (1994-95) e Il teatro della neve (1984-86). In questo spazio, le immagini si fanno eco delle parole, in un dialogo serrato tra versi e fotografia, tra sogno e realtà, facendo vibrare il bianco e nero come un linguaggio poetico autonomo. La parte conclusiva della mostra raccoglie due opere della maturità, Ninna nanna (1985–1987), ispirata a Leonie Adams, e Felicità raggiunta, si cammina (1986–1988), nata dai versi di Eugenio Montale. In queste serie si percepisce una tensione verso l’essenzialità e la sintesi, in cui la fotografia eco di un pensiero intimo e universale. Ed infine l’omaggio che Giacomelli dedica alla Calabria del poeta Franco Costabile con la serie Il canto dei nuovi emigranti (1984–1985). Un racconto per immagini intriso di vissuto e nostalgia, che condivide con i versi di Costabile uno sguardo lucido e affettuoso sulla propria terra d’origine. La mostra si arricchisce della ricostruzione della sua camera oscura che consente di entrare in contatto diretto con il suo processo creativo, offrendo uno sguardo ravvicinato su tecniche, materiali e gesti dell’artista. Alcune bacheche espositive presentano composizioni poetiche autografe e materiali documentari che testimoniano l’intimo legame di Giacomelli con la parola scritta.
(fonte: finestresullarte.info)
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