Il Rifugio Mirtillo è situato in Località Rambasì sopra Lizzola, in alta Val Seriana, con bella vista panoramica su due delle tre cime orobiche oltre i 3000 metri: il Pizzo Redorta (mt 3038) e il Pizzo Coca (mt 3052). Da Valbondione, ultimo comune della vallata, risaliamo le vie del paese e superata la chiesa, prendiamo sulla destra la strada che sale a Lizzola. Oltrepassato il ponte sul torrente Bondione lasciamo la macchina nel grande parcheggio nei pressi del cimitero (mt 1240). Da qui parte la seggiovia che sale al rifugio. Impegnato il viottolo alla sinistra del cimitero raggiungiamo velocemente il sentiero che sale già ripido mentre il panorama intorno a noi mostra una splendida veduta sul Pizzo di Redorta, Pizzo Castello, Cima d'Avert, Pizzo di Coca, Pizzo del Diavolo della Malgina e Pizzo di Cravel. Raggiunte alcune case, dopo un tornante imbocchiamo con dislivello moderato la sterrata che sale ai Rifugio Campel. Sopra di noi si muove la seggiovia biposto e poco dopo raggiungiamo una stanga di colore giallo circondati dal bosco. La pendenza comincia ad aumentare, infatti camminiamo sopra una pista da sci, mentre l'infuocata sfera solare non concede sconti. Qui come in altri punti pericolosi lungo la pista per gli sciatori ci sono ovviamente delle reti di protezione.Nel frattempo raggiungiamo il Rifugio Campel (mt 1490) dove parte il secondo troncone della seggiovia. Da qui si staccano due sterrate, quella verso sinistra conduce al Rifugio Due Baite a 1640 metri mentre noi proseguiamo su quella di destra che sale al Mirtillo. In entrambi i casi le condizioni del fondo stradale sono peggiori rispetto al tratto fin qui percorso. Il bosco dirada lasciando spazio ad ampi prativi. Dopo una serie di larghi tornanti troviamo davanti la seggiovia. In basso Lizzola e il Rifugio Campel appaiono ormai lontani. Il dislivello diminuisce, ultima curva a destra e raggiungiamo il Rifugio Mirtillo a 2000 metri di quota immerso nel cuore delle splendide Orobie Bergamasche. Non è pienissimo il rifugio ma si sente profumo di cucina di montagna, una cucina che propone piatti della tradizione bergamasca preparati con ingredienti locali e di alta qualità. Dai casoncelli ai formaggi di malga, allo stinco con polenta ai salumi km 0, ogni piatto racconta la storia del territorio. Ottima la birra e sincero il calicino di rosso. Dopo la sosta si riprende il cammino in direzione del Passo della Manina lungo il sentiero che abbraccia il Monte Sponda Vaga (mt 2071) sulla cui sommità vi è la stazione della seggiovia che scende verso la Val Sedornia. Il sentiero si stringe mentre scendiamo in direzione del passo, una moto da cross chiede strada nonostante la limitatezza dello spazio del tracciato (e probabilmente non sarebbe nemmeno consentito) ma tant'è che lasciamo perdere ogni protesta. Raggiungiamo una biforcazione che a destra scende al Rifugio Due Baite mentre il sentiero a sinistra torna ad essere lineare in direzione del passo orobico. In lontananza scorgiamo la Cappella Manina dedicata alla Madonna Pellegrina, mentre guardando verso il basso osserviamo baita Asta Alta dove sosta placidamente una piccola mandria di bovini. Lasciato il sentiero principale ci arrampichiamo su tracce erbose sino alla chiesetta. Qui ogni anno viene celebrata la Santa Messa in ricordo dei caduti della montagna, ed il CAI di Bergamo ha posizionato una splendida rosa dei venti a ricordo di Mario Merelli, alpinista originario di Lizzola. Davanti a noi si apre uno scenario meraviglioso, là dove la Val Seriana si divide dalla Valle di Scalve. L'ultimo tratto in costa ci porta al Passo della Manina (mt 1798) da sempre utilizzato dagli abitanti delle due valli sia per il trasferimento del bestiame, che vi staziona in alpeggio, che per il trasporto ed il commercio del ferro e dello zinco estratti dalle miniere della zona, ormai in disuso. Da qui si aprono due prospettive di discesa: l'una, il sentiero Cai 304 che va poi ad incrociarsi con il Cai 322 Alta Via delle Grazie, molto più lungo ma con una pendenza dolce e l'altra che impegniamo, il sentiero Cai 307 che scende più seccamente nel bosco di latifoglie, attraversa ampi prati per poi incunearsi nuovamente tra fronde boschive, brevi scalinate di legno e conche verdeggianti. Dopo una lunga discesa raggiungiamo baita Asta Bassa, il paese di Lizzola appare vicinissimo, percorriamo ancora qualche tornante nel bosco, si esce su una stradella presso la scuola di sci ed infine l'ultimo tratto sull'asfalto che va a concludere il bell'anello escursionistico. PARTENZA: mt 1240 SEGNAVIA: Cai 304 - 307 DIFFICOLTA': E DISLIVELLO: mt 760 ALTITUDINE: mt 2000 LUNGHEZZA: km 9 |
lunedì 11 agosto 2025
Il Rifugio Mirtillo: dalle cime dei giganti delle Orobie alle guglie della Presolana - domenica 10 agosto
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