venerdì 29 agosto 2025

Concorso fotografico "L'overtourism: dinamiche e problematiche"



 CONCORSO FOTOGRAFICO
ASSOCIAZIONE ALLEGRE MARMOTTE

“L’overtourism: dinamiche e problematiche”


ORGANIZZATORI Il concorso fotografico, giunto alla quinta edizione, promosso dall’Associazione Allegre Marmotte si svolgerà dal 14 luglio al 5 ottobre 2025 

TEMA Il tema del concorso è un invito a raccontare attraverso l’occhio digitale di una macchina fotografica o di un cellulare le diverse chiavi di lettura di un fenomeno crescente, denominato overtourism, che vede accentrarsi in una destinazione turistica un numero eccessivo di visitatori. In questi casi si oltrepassa la soglia ricettiva del luogo e il sistema non è più in grado di gestire i flussi turistici in maniera razionale e funzionale. La facilità di spostamento e lo smisurato aumento della popolarità di alcuni luoghi grazie ai social, hanno prodotto a livello globale un incremento dei viaggi producendo nel contempo una concentrazione insostenibile di presenze in talune località tali da minacciare l’ambiente circostante e falsando le dinamiche dell’economia locale nei suoi meccanismi ed equilibri naturali con una ricaduta negativa sull’esperienza degli stessi turisti.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i fotografi non professionisti e senza limiti di età. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di quattro fotografie unitamente a tutti i propri dati personali. Sono esclusi dal concorso i membri della commissione giudicatrice e i rispettivi familiari, nonché tutti i soggetti che a vario titolo collaborano all’organizzazione del concorso.

CARATTERISTICHE TECNCHE IMMAGINE Sono ammesse fotografie in bianco/nero e a colori con inquadrature sia verticali che orizzontali. La risoluzione di ciascuna foto deve essere di 300 dpi e in formato JPG. Le fotografie dovranno essere inedite. Non sono ammesse opere interamente realizzate al computer o recuperate da fonti web. Ogni immagine deve avere un numero progressivo ed essere titolata. Le immagini non conformi alle specifiche condizioni non verranno prese in considerazione.

MODALITA’ E TERMINI DI CONSEGNA DEL MATERIALE La consegna delle opere dovrà avvenire, unitamente ai propri dati personali, al seguente indirizzo di posta elettronica allegremarmotte@gmail.com oppure tramite Whatsapp al 347 1527671 entro le ore 23.59 del 5 ottobre 2025

PRIVACY, RESPONSABILITA’ DELL’AUTORE E FACOLTA’ DI ESCLUSIONE Ogni partecipante è responsabile del materiale presentato al concorso. Pertanto si impegna ad escludere ogni responsabilità degli organizzatori del suddetto nei confronti di terzi, nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie. Il concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dal D. Leg 10 agosto 2018, n. 101 nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi. In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili. Ogni partecipante dichiara inoltre di essere unico autore delle immagini inviate e che esse sono originali, inedite e non in corso di pubblicazione. Gli organizzatori si riservano, inoltre, di escludere dal concorso e non pubblicare le fotografie non conformi nella forma e nel soggetto a quanto indicato nel presente bando di concorso oppure alle regole comunemente riconosciute in materia di pubblica moralità, etica e decenza, a tutela dei partecipanti e dei soggetti ritratti. Non saranno ammesse le immagini ritenute offensive, improprie e lesive dei diritti umani e sociali.

DIRITTI D’AUTORE E UTILIZZO DEL MATERIALE IN CONCORSO I diritti sulle fotografie rimangono di proprietà esclusiva dell’autore che le ha prodotte, il quale ne autorizza l’utilizzo per eventi o pubblicazioni connesse al concorso stesso senza finalità di lucro. Ogni autore è personalmente responsabile delle opere presentate e salvo espresso divieto scritto, si autorizza l’organizzazione alla riproduzione su catalogo, pubblicazioni, cd e su internet senza finalità di lucro e con citazione del nome dell’autore. Ad ogni loro utilizzo le foto saranno accompagnate del nome dell’autore e, ove possibile, da eventuali note esplicative indicate dallo stesso. Si informa che i dati personali forniti dai concorrenti saranno utilizzati per le attività relative alle finalità promozionali secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 per tutto l’anno in corso.

GIURIA E PREMI La giuria, esterna all'organizzazione, esprimerà un giudizio insindacabile. Le prime tre fotografie classificate saranno premiate mentre a tutte le altre opere in concorso verrà donato un ricordo by marmotte.

SERATA FINALE In data da definire si svolgerà la serata con la premiazione delle opere in concorso e le presentazioni delle stesse.


lunedì 25 agosto 2025

La bella Ciclopedonale del Lago di Idro (Anfo-Ponte Caffaro) - domenica 24 agosto

Una mattina in pieno clima autunnale. Così Anfo ci accoglie col cielo bigio, nuvoloni in chiaroscuro ed è pure caduta qualche goccia. Si scende lungo via Lago dove all'altezza della pizzeria "La Boa" inizia la bella Ciclopedonale del lago di Idro,
 inaugurata  a giugno 2025 che collega Anfo a Ponte Caffaro per circa sei chilometri di percorso, lungo la sponda occidentale del lago, con la possibilità di utilizzare il battello per tornare al punto di partenza. Il tracciato si inserisce in un progetto più ampio che si sviluppa dalla sponda trentina del lago fino a Cologna, frazione di Pieve di Bono, attraverso la fertile valle del Chiese per una ventina di chilometri. Tra le località di Darzo, Condino, Cimego, Pieve di Bono, il tracciato corre tra i campi coltivati a granoturco di Storo, che una volta macinato, diventa l’oro rosso della valle, una farina da polenta per intenditori. Complice il meteo sul percorso incontriamo qualche bicicletta e pochi camminatori. Raggiungiamo la spettacolare Rocca d'Anfo passando, nella parte più bassa, da una trincea fortificata difesa da una caserma detta Rocca Vecchia, a sua volta sovrastata dalla Batteria Veneta, delimitata una bassa muraglia con feritoie sulla riva del lago che consentiva di chiudere completamente la zona difensiva della piazzaforte
La Rocca  è un complesso militare fortificato eretto 
sul pendio del monte Censo nel quindicesimo secolo dalla Repubblica di Venezia e posto a guardia del vicino confine con il Principato vescovile di Trento. Notevolmente ampliata in epoca napoleonica, perse ogni funzione strategica alla fine della Grande Guerra. La camminata è resa magica dal gioco di contrasti del cielo sulla superficie dell'Eridio, in fondo è un ottimo modo per entrare in contatto con la natura e ammirare il paesaggio del lago oggi incredibilmente verde anche a causa della fioritura di alghe unicellulari favorita dall'aumento della temperatura dell'acqua e dalle abbondanti piogge di giugno, e per quanto la colorazione è di fatto un fenomeno naturale e passeggero, rimane indubbiamente un indicatore della fragilità dell'ecosistema lacustre. La strada viene divorata in scioltezza. Siamo arrivate a Ponte Caffaro, in Pian d'Oneda dove il Chiese e il torrente Caffaro si immettono nel lago, e dagli zaini spuntano quasi per magia, salami, formaggi e bottiglie di rosso sincero. Nel frattempo si stanno preparando i protagonisti della rievocazione storica “Gli eroi di Montesuello 1866”, organizzata sul sovrastante Eremo di San Giacomo, fondato intorno al decimo secolo dai monaci benedettini. La battaglia di Monte Suello venne combattuta il 3 luglio 1866 nel quadro della terza guerra d'indipendenza italiana, tra il 1º e il 3º reggimento del Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi e gli austriaci dell'8ª Divisione del generale Von Kuhn. Vinta dai garibaldini, costrinse gli austriaci a ritirarsi dalla piana della Valle del Chiese e a ripararsi oltre i forti di Lardaro e d'Ampola.
Nel combattimento rimase ferito ad una gamba anche Garibaldi. Una rievocazione storica molto suggestiva e finalmente in una cornice di sole. Ritorniamo ad Anfo imbarcandoci sul Battello Idra, una esperienza che permette di scoprire il lago da una prospettiva diversa. Il Castello San Giovanni di Bondone dall’alto di uno sperone roccioso domina il lago di Idro e la parte meridionale della Valle del Chiese. Le prime notizie riguardanti un castello nella zona risalgono al 1086 quando, in un contratto per l'affitto di alcuni pascoli della valle del Caffaro viene citato un castrum de summo lacu. Posto a controllo dell’imboccatura delle Valli Giudicarie, delicata area di confine dei domini vescovili tridentini e feudo dei Lodrón di Storo dal XIII secolo, rimase in mano alla potente casata ininterrottamente fino al ventesimo secolo. Oggi il castello è proprietà del comune di Bondone ed è raggiungibile solo a piedi percorrendo un sentiero che parte direttamente da Baitoni, in prossimità del parcheggio in località Miralago, che si inoltra nel bosco in un susseguirsi di scalette, ponti e tanto verde. Grazie alla costante presenza dell’Ander, il vento che soffia su queste acque nelle ore pomeridiane, le onde scintillano alla luce del sole e l’aria è pervasa dall’energia e dalla dinamica del vento. La natura quasi selvaggia del lago si rivela in tutta la sua bellezza, le colline e i monti in un gioco quasi geometrico contengono il dolce bacino e a noi resta il piacere della brezza che avvolge il viaggio.

martedì 19 agosto 2025

L'incantevole Piana del Gaver - domenica 17 agosto

L'incantevole Piana del Gaver si raggiunge risalendo la valle del Caffaro dall'abitato di Bagolino tramite la statale 669 del Passo Crocedomini. Da sempre legata a Bagolino, la piana appartiene al comune di Breno nonostante esso si trovi in Val Camonica e la strada di accesso - il passo di Crocedomini appunto - sia chiusa durante il periodo invernale, considerazioni geografiche ed amministrative le cui origini risalgono probabilmente a secolari attribuzioni di boschi e pascoli. Questa discrepanza ha spesso impedito un vero e proprio sviluppo turistico e infrastrutturale del Gaver ma ne ha anche preservato la conformazione naturale e ambientale, rendendo la zona uno scrigno di biodiversità per flora e fauna alpina. La piana è sormontata dal massiccio roccioso del Cornone di Blumone (mt 2843), una delle cime più meridionali del gruppo dell'Adamello. La zona circostante è stata interessata, nel corso della Grande Guerra, dai combattimenti. Ne sono testimonianza alcuni ruderi, nei pressi del Passo del Blumone, facenti parte di una postazione italiana. La piana è chiusa alla sua sinistra idrografica dalle creste del Monte Bruffione (mt 2665) del Monte Boia (mt 2582) e del Monte Vaimane (mt 2099). Sulla destra invece è delimitata dalle Creste di Laione (mt 2393) dalla Corna Bianca (mt 2119), dal Monte Colombina (mt 2151) e dal Monte Misa (mt 2184). In estate è meta di ciclisti che sfidano la salita del Crocedomini e di escursionisti che affrontano le cime del territorio. Nel frattempo eccoci arrivate al Blumon Break, albergo di antica tradizione. Un vento freschissimo ci avvolge e i 33 gradi della pianura diventano un lontano ricordo.
Il paesaggio è dominato dal verde acceso dell’erba e dai boschi di abeti e larici, il cielo è di un azzurro intenso anche se ad ovest sembrano iniziare ad accumularsi dei tetri nuvoloni che gravano bassi, quasi a voler sfiorare le cime più alte del pianoro. Non lontano si ascolta lo scrosciare del torrente Caffaro. Ma oggi ci si limita ad una lunga passeggiata, una sortita alla vicina malga e ad un viaggio nei sapori sensoriali di questa zona montana: il Bagòss, formaggio semigrasso a pasta extra dura con l'aggiunta di zafferano, prodotto con il latte crudo delle vacche di razza bruna che si alimentano naturalmente sui pascoli durante l'estate, quando vengono portate in alpeggio, e con il fieno da settembre in poi, quando il bestiame rientra con la transumanza. Ma il Bagòss è qualcosa di più del formaggio di Bagolino, rappresenta l’anima stessa del territorio e della sua gente. E il menu del Blumon Break ne è una prova conclamata. Pasta alla bagossa, casoncelli al bagoss senza comunque dimenticare il piatto montano per antonomasia - polenta e formaggio fuso - per poi concludere con l'ottimo strudel di mele della casa.

lunedì 18 agosto 2025

Le Tre Cime del Bondone (Trento) - sabato 16 agosto

L'anello delle Tre Cime del Bondone è una bellissima escursione che include Cima Verde, Doss d'Abramo e Cornetto, partendo dai Piani delle Viote dove si parcheggia nei pressi del Centro di Ecologia Alpina. Questa zona verde riveste particolare importanza per il notevole valore naturalistico: alle quote inferiori predominano praterie e foreste di abete rosso e salendo, affiora la mugheta montana mentre in quota prevalgono praterie cacuminali, ricche di piante erbacee di origine artico-alpina. Anche dal punto di vista faunistico le Tre Cime sono rifugio di marmotte, cervi, caprioli, e alle quote maggiori anche di camosci. Del giro delle cime noi f
aremo il percorso contrario rispetto a come proposto dalle cartine CAI, in questo modo affronteremo al meglio una salita abbastanza ripida per arrivare a Cima Verde. Percorrere questo tratto in discesa sarebbe ben più difficoltoso e faticoso per via delle innumerevole radici che si trovano lungo il sentiero e i salti di roccette. Punto di partenza è la Capanna Viote (mt 1540). Si oltrepassa la curiosa cupola dell’osservatorio astronomico Terrazza delle stelle, e dopo aver costeggiato il bosco si esce sulla Torbiera delle Viote (SAT 607).
Seguendo la carrareccia giungiamo in prossimità di Malga Fragari (mt 1620) e imbocchiamo il sentiero a sinistra (SAT 636) poco visibile in mezzo al prato ma dotato di segnavia Sentiero naturalistico. Da qui le opzioni per Cima Verde sono due: si può proseguire lungo una mulattiera che discende una vallecola fino a giungere nei pressi delle Caserme austroungariche. Il tracciato continua su sterrata ed al primo bivio impegna il sentiero SAT 630B-Acqua del Mandret. Si sale nel bosco fino all’ampia radura della ex Malga Pozze bassa procedendo fino al bivio con il sentiero SAT 630 che arriva da Aldeno e poco oltre sarà necessario affrontare un tratto di ferrata che porta sullo spigolo orientale di Cima Verde.
 Noi invece preferiamo continuare sul sentiero SAT 636 e dopo aver superato dei placidi bovini al pascolo, raggiungiamo una staccionata sul limitare del bosco entrando di fatto nella Riserva Naturale Integrale delle Tre Cime (Val del Merlo). Ora la strada diventa un sentiero ripido e tortuoso. La prima meta da raggiungere è Cima Verde (mt 2102).
La sommità è un immenso prato, un balcone naturale che ci regala una bellissima veduta panoramica sulla piana delle Viote e le Dolomiti di Brenta da un lato e dall'altro sulla sottostante città di Trento, i gruppi montuosi del Lagorai e degli Altopiani di Asiago, Folgaria e Lavarone, ma prestando molta attenzione a dove si mettono i piedi perché il vallone termina con un pendio verticale.
 Davanti a noi la seconda vetta, il Doss d'Abramo (mt 2140). Risalito il contrafforte di quest’ultimo, si trovano due bivi in rapida successione. Il primo è con il sentiero SAT 638 che conduce verso la Pala Granda mentre il secondo interessa il nostro percorso e per discenderlo dal lato opposto è necessario affrontare due brevi ferrate lungo il sentiero SAT 638A. Vi è un’altra via per raggiungere la sua sommità dove si trova la croce di vetta ed è la verticale ferrata Giulio Segatauno dei percorsi attrezzati più impegnativi del Trentino. Per non affrontare le ferrate è comunque possibile aggirare la cima seguendo il sentiero SAT 636, prima perdendo quota, per poi risalire lungo una valletta e raggiungere l’altro versante della cima. Ora una breve cresta conduce fin sotto al Cornetto (mt 2180) dove troviamo la sorgente Fontana delle Poggiole, notissima tra gli escursionisti che frequentano il Bondone perché per la sua ubicazione - in prossimità della cima - e per la sua portata perenne di freschissima acqua rappresenta una comoda sorgiva a cui rifornirsi.
Il Cornetto ha una valenza storica: durante la Grande Guerra è stato un caposaldo della difesa di Trento. Ancora oggi sono visitabili i ruderi di queste difese scavate sotto la vetta. Dalla sommità il panorama a 360 gradi si apre sull'Adamello, la Paganella, i monti della Lessinia, le Prealpi gardesane dove riconosciamo il Monte Stivo e il Baldo e molti altri ancora. E inoltre si osserva la notevole ampiezza della sottostante Valle del Sarca che si estende da Dro al Lago di Toblino. Perdiamo progressivamente quota attraversando il crinale erboso della Costa dei Cavai (mt 1796) penetrando successivamente in una fitta boscaglia che racchiude il tracciato come in una sorta di tunnel nella vegetazione. Inizia a piovigginare e il fondo pietroso si rivela infido.
Uscendo dal bosco
 spicca il verdeggiante rilievo conico del Palon, caliamo lungo la ripida scalinata di tronchi (SAT 607) e, attraversata la piana, raggiungiamo Capanna Viote.

PARTENZA: Capanna Viote (mt 1540)
SEGNAVIA: SAT 607-636
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 650
ALTITUDINE: mt 2180
LUNGHEZZA: km 11.5

Il Rifugio Fantoli nel Parco Nazionale della Val Grande - venerdì 15 agosto

Raggiungiamo il Rifugio Fantoli a quota 1005 metri, situato all’Alpe Ompio nel comune di San Bernardino Verbano, in una bella e calda giornata di sole. Dall'uscita autostradale di Verbania si prosegue in direzione di Bieno, tra vicoli stretti e antiche costruzioni, prestando attenzione ai cartelli del Parco Nazionale della Val Grande. La strada sale per alcuni chilometri tra i castagni per terminare in località Ruspesso a 937 metri. Da questo punto si imbocca a piedi una mulattiera acciottolata che conduce in breve al rifugio. Il Rifugio Fantoli rappresenta un’ottima occasione per lasciarci tentare dai sapori e dai profumi della sua cucina, strettamente legata al territorio, con caratteristiche organolettiche uniche e spesso inimitabili. Polenta e funghi, gli stufati e i spezzatini, i gustosi taglieri di formaggi di malga e gli affettati, il tutto annaffiato da un buon bicchiere di vino nel ricordo della più genuina cucina piemontese riscoperta con i sapori dell'Ossola.
Ma ora è tempo di muoverci. Dal rifugio si seguono le indicazioni per il Monte Fajè addentrandoci in un bosco di betulle che lo sovrastano fino ad una selletta, La Croce (mt 1110). Proseguendo diritti si percorre il sentiero che porta a Corte Buè mentre per il Fajè si tiene la sinistra risalendo lungo una dorsale di splendidi faggi. Camminare
nei boschi della Val Grande è davvero una
esperienza unica, l’isolamento è totale, completo, ancestrale soprattutto se si percorrono itinerari meno battuti. Giunti sulla cima del Monte Fajè (mt 1352) si rimane incantati dallo splendido panorama dei cinque laghi. Sotto di noi il Lago di Mergozzo, più a sinistra il ramo Borromeo del Lago Maggiore con le caratteristiche isole, sullo sfondo volgendo lo sguardo a sud il Lago d'Orta e a est i laghi di Varese e Monate. Alle nostre spalle in lontananza lo spettacolo selvaggio e affascinante del Monte Pedum (mt 2111), nel cuore della Val Grande, che gli abitanti del Verbano chiamano Testa di Napoleone. Il ritorno è più semplice perché si va a recuperare subito la traccia di sentiero dell'andata.

PARTENZA: Alpe Ruspesso (mt 937)
SEGNAVIA: A54
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 420
ALTITUDINE: mt 1352
LUNGHEZZA: km 4,6

lunedì 11 agosto 2025

Il Rifugio Mirtillo: dalle cime dei giganti delle Orobie alle guglie della Presolana - domenica 10 agosto

Il Rifugio Mirtillo è situato in Località Rambasì sopra Lizzola, in alta Val Seriana, con bella vista panoramica su due delle tre cime orobiche oltre i 3000 metri: il Pizzo Redorta (mt 3038) e il Pizzo Coca (mt 3052).

Da Valbondione, ultimo comune della vallata, risaliamo le vie del paese e superata la chiesa, prendiamo sulla destra la strada che sale a Lizzola. Oltrepassato il ponte sul torrente Bondione lasciamo la macchina nel grande parcheggio nei pressi del cimitero (mt 1240). Da qui parte la seggiovia che sale al rifugio. Impegnato il viottolo alla sinistra del cimitero raggiungiamo velocemente il sentiero che sale già ripido mentre il panorama intorno a noi mostra una splendida veduta sul Pizzo di Redorta, Pizzo Castello, Cima d'Avert, Pizzo di Coca, Pizzo del Diavolo della Malgina e Pizzo di Cravel. Raggiunte alcune case, dopo un tornante imbocchiamo con dislivello moderato la sterrata che sale ai Rifugio Campel. Sopra di noi si muove la seggiovia biposto e poco dopo raggiungiamo una stanga di colore giallo circondati dal bosco. La pendenza comincia ad aumentare, infatti camminiamo sopra una pista da sci, mentre l'infuocata sfera solare non concede sconti. Qui come in altri punti pericolosi lungo la pista per gli sciatori ci sono ovviamente delle reti di protezione.
Nel frattempo raggiungiamo il Rifugio Campel (mt 1490) dove parte il secondo troncone della seggiovia. Da qui si staccano due sterrate, quella verso sinistra conduce al Rifugio Due Baite a 1640 metri mentre noi proseguiamo su quella di destra che sale al Mirtillo. In entrambi i casi le condizioni del fondo stradale sono peggiori rispetto al tratto fin qui percorso. Il bosco dirada lasciando spazio ad ampi prativi. Dopo una serie di larghi tornanti troviamo davanti la seggiovia. In basso Lizzola e il Rifugio Campel appaiono ormai lontani. Il dislivello diminuisce, ultima curva a destra e raggiungiamo il Rifugio Mirtillo a 2000 metri di quota immerso nel cuore delle splendide Orobie Bergamasche. Non è pienissimo il rifugio ma si sente profumo di cucina di montagna, una cucina che propone piatti della tradizione bergamasca preparati con ingredienti locali e di alta qualità. Dai casoncelli ai formaggi di malga, allo stinco con polenta ai salumi km 0, ogni piatto racconta la storia del territorio. Ottima la birra e sincero il calicino di rosso. Dopo la sosta si riprende il cammino in direzione del Passo della Manina lungo il sentiero che abbraccia il Monte Sponda Vaga (mt 2071) sulla cui sommità vi è la stazione della seggiovia che scende verso la Val Sedornia. Il sentiero si stringe mentre scendiamo in direzione del passo, una moto da cross chiede strada nonostante la limitatezza dello spazio del tracciato (e probabilmente non sarebbe nemmeno consentito) ma tant'è che lasciamo perdere ogni protesta. Raggiungiamo una biforcazione che a destra scende al Rifugio Due Baite mentre il sentiero a sinistra torna ad essere lineare in direzione del passo orobico.
In lontananza scorgiamo la Cappella Manina dedicata alla Madonna Pellegrina, mentre guardando verso il basso osserviamo baita Asta Alta dove sosta placidamente una piccola mandria di bovini. Lasciato il sentiero principale ci arrampichiamo su tracce erbose sino alla chiesetta. Qui ogni anno viene celebrata la Santa Messa in ricordo dei caduti della montagna, ed il CAI di Bergamo ha posizionato una splendida rosa dei venti a ricordo di Mario Merelli, alpinista originario di Lizzola. Davanti a noi si apre uno scenario meraviglioso, là dove la Val Seriana si divide dalla Valle di Scalve. L'ultimo tratto in costa ci porta al Passo della Manina (mt 1798) da sempre utilizzato dagli abitanti delle due valli sia per il trasferimento del bestiame, che vi staziona in alpeggio, che per il trasporto ed il commercio del ferro e dello zinco estratti dalle miniere della zona, ormai in disuso. Da qui si aprono due prospettive di discesa: l'una, il sentiero Cai 304 che va poi ad incrociarsi con il Cai 322 Alta Via delle Grazie, molto più lungo ma con una pendenza dolce e l'altra che impegniamo, il sentiero Cai 307 che scende più seccamente nel bosco di latifoglie, attraversa ampi prati per poi incunearsi nuovamente tra fronde boschive, brevi scalinate di legno e conche verdeggianti. Dopo una lunga discesa raggiungiamo baita Asta Bassa, il paese di Lizzola appare vicinissimo, percorriamo ancora qualche tornante nel bosco, si esce 
su una stradella presso la scuola di sci ed infine l'ultimo tratto sull'asfalto che va a concludere il bell'anello escursionistico.

PARTENZA: mt 1240
SEGNAVIA: Cai 304 - 307
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 760
ALTITUDINE: mt 2000
LUNGHEZZA: km 9

mercoledì 6 agosto 2025

Si torna in Tuscia dal 3 all'8 ottobre 2025

Dal 3 all'8 ottobre torniamo in Tuscia, quella bellissima zona geografica compresa tra il grossetano, l'Umbria occidentale e il Lazio settentrionale, con base all'Agriturismo Eden (strada regionale n° 433 a Pitigliano) dove già siamo state ospiti nel 2021, già prenotata. L'agriturismo dispone di sette stanze con bagno privato. Sono circa 30 euro/giorno a persona e ci si muove in totale autonomia. Abbiamo anche opzionato il Renault nove posti (da Montichiari) a 120 euro/giorno. Il tour è in preparazione ma si visiteranno Pitigliano, la zona del tufo, Tarquinia, Villa Lante a Bagnaia, il Lago di Vico, etc..

Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog prenotazione subordinata al versamento di una caparra di 50 euro sulla nostra postapay evolution n° 5333 1712 2956 3610 a nome Teodolinda Mian (causale TOUR TUSCIA 3-8 OTTOBRE) IBAN: IT20P3608105138244435344441
oppure durante la partecipazione ai nostri programmi ENTRO DOMENICA 21 SETTEMBRE

lunedì 4 agosto 2025

Alla "Grigliata da Bice" - domenica 3 agosto

Alla "Grigliata da Bice" una splendida domenica di sole ha rallegrato la compagnia delle marmotte ospiti della mitica Beatrice, perfetta padrona di casa coadiuvata da Anna, Lucia, Daniela, Susanna, Mariuccia e Linda nella preparazione della location e della successiva buonissima grigliata.