lunedì 22 giugno 2020

Giro delle malghe della Lessinia, una tavolozza di colori - domenica 21 giugno

L'itinerario che attraversa le malghe alte tra i comuni di Erbezzo e Ala, a cavallo tra Veneto e Trentino Alto Adige è caratterizzato dalla presenza delle malghe, manufatti funzionali alla pratica d'alpeggio estivo, che per secoli ha regolato la vita di montagna e che nonostante l'ingombrante industrializzazione casearia, ha mantenuto l'eccellenza dei suoi formaggi tanto da pregiarsi della Denominazione di Origine Protetta. Il nostro percorso si trasforma in un modo di camminare dall'incedere lento che permette di osservare con calma il bucolico mondo del pascolo, dei campanacci e delle casere. E poi quelle gobbe erbose, praterie di fiori uscite da una tavolozza di colori che si rinnovano con lo scorrere del giorno e degli angoli di luce, con l'intrecciarsi delle nuvole e con l'avvicendarsi delle stagioni. Raggiungiamo Malga Lessinia che già profuma d'estate e con andatura moderata si va ad impegnare l'ampia mulattiera che risale la dorsale in direzione del Monte Castelberto e dell'omonimo rifugio posto a 1765 metri. La zona circostante il Castelberto rientra nell'Ecomuseo delle trincee della Lessinia il cui punto di maggior interesse è rappresentato dai 430 metri lineari di trincee di Malga Pidocchio (oggi però chiusa). Fra queste trincee una galleria collegava le due postazioni a cavallo della strada e l'artiglieria era costituita da quattro cannoni.
Saliamo ora la ripida carrareccia che esce sul pianoro del rifugio, fedele ricostruzione di un ex caserma della prima guerra mondiale e punta terminale a nord dell’altopiano dei Monti Lessini. Sembra di avere il paradiso a portata di mano: da lassù la visuale spazia dalla Val d’Adige alla sottostante Val dei Ronchi, alle vicine cime del Pasubio e del Carega. Tutta la Lessinia è visibile ed il lago di Garda verso Sirmione. A ovest la tipica cornice del Monte Baldo, l’Altissimo, le cime meno vicine dell’Adamello, con il Carrè Alto e la Presanella. Verso nord inconfondibili le sagome delle dolomiti di Brenta, il Bondone e la Paganella. Chi ama la montagna non può che raggiungere il vicino osservatorio distante un centinaio di metri dal rifugio, e dal punto di osservazione, come fosse un gioco, si vanno a scoprire i nomi, le direzioni e le altitudini delle vette più famose che fanno da corona naturale a questo bellissimo rifugio. Approfittiamo della lunga sosta per assaggiare gli gnocchi di malga, un piatto "povero" che nasce nelle prealpi venete, in particolare in Lessinia. I pascoli e le malghe sono l'origine di questo piatto semplice e gustoso che i contadini preparavano durante la stagione estiva, quella dell’alpeggio con i pochi prodotti di cui disponevano: formaggio, burro e farina. Gli gnocchi vengono preparati con un impasto di farina e acqua bollente sbattuto energicamente, da qui il gergo “gnocchi sbatui”.
Si condiscono con il burro fuso e vengono arricchiti dal sapore deciso del Monte Veronese stravecchio. Scendiamo il pendio e al secondo bivio si seguono le indicazioni per Malga Coe di Ala (mt 1659) dove lungo il sentiero si incontrano i cippi in pietra dell’Impero Austro-Ungarico. Dietro al caratteristico baito la strada prosegue in discesa, affiancando una bella casara in pietra e raggiungendo il confine trentino con Malga Revoltel (mt 1549), i cui edifici sono limitrofi ai resti di un altro grande caposaldo militare. Da Revoltel si ritorna in Veneto attraverso uno stradello erboso che porta a Malga Coe Veronesi (mt 1558). Lo sterrato scende seccamente in direzione di Malga Lavacchione per cui preferiamo scollinare seguite dallo sguardo indifferente di placide vacche al pascolo, dalle parti di Malga Camporetratto (mt 1561)
raggiungere il Bivio del Pidocchio e con un ultimo sforzo riportarci verso Malga Lessinia (mt 1616) dove ci aspetta una prelibata selezione dei loro prodotti di malga.
PARTENZA: Malga Lessinia (mt 1616)
SEGNAVIA: Cai 257 - 180
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 220
ALTITUDINE: mt 1765
LUNGHEZZA: km 10

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