lunedì 27 maggio 2019

La Val Trebbia e il Castello di Rivalta (PC) - domenica 26 maggio

Castello di Rivalta
La Val Trebbia è una delle vallate più suggestive del piacentino definita da Ernest Hemingway “la più bella valle del mondo”. Il fiume Trebbia che nasce dalle pendici del monte Prelà in Liguria,si incunea dentro profonde gole conferendo al paesaggio un aspetto selvaggio e incantevole al tempo stessoLa Rocca di Rivalta, insieme ai castelli di Lisignano, Rezzanello, Momeliano, Torre di Momeliano, Castel Roveto, Monticelli e Monte Bissago, tutti nel territorio comunale di Gazzola, costituivano una vera e propria catena organica di fortificazione nella vallata. E' tempo di andare a visitare il Castello di Rivalta, o “Ripa Alta” all’imbocco della Val TrebbiaQuesto maniero vanta origine lontane e fu scenario di una delle pagine più sanguinose della seconda guerra punica nel III sec a.c. : qui l’esercito romano si scontrò con quello cartaginese comandato da Annibale. Dopo il crollo dell’impero romano e l’invasione barbarica della penisola italiana, Rivalta divenne territorio prima dei Longobardi e successivamente dei Franchi. Nel 1048 l’imperatore Enrico II ne donò una parte al monastero benedettino di San Savino di Piacenza. Nel XII secolo passa sotto il controllo dei Malaspina, mentre nel secolo successivo furono papato e impero a contendersi il feudo tanto che nel 1255 il marchese Oberto Pallavicino, nemico agguerrito dei guelfi, ordinò la distruzione dei complessi fortificati legati alla Chiesa. 
Nel 1412 Filippo Maria Visconti, duca di Milano succeduto al fratello Giovanni Maria, confermò a Manfredo Landi l’investitura del feudo di Rivalta. La difficile convivenza nel Ducato di Parma e Piacenza, costituito da Paolo III nel 1543 e il conseguente accentramento del potere nelle mani dei Farnese, significò per molte influenti famiglie la confisca delle loro ricchezze. Con la presunta congiura del 1612 Ranuccio I incamerò diversi castelli del contado e nel 1682 i Landi dovettero cedere a Ranuccio II i feudi di Bardi e Compiano e poco dopo (1687) rinunciare anche al controllo sulle acque del Trebbia ottenendo in cambio il meno redditizio marchesato di Gambaro in Val Nure. Nel Settecento il castello fu anche saccheggiato, dai tedeschi nel 1746 e dai francesi nel 1799. Con la morte nel 1808 del marchese Giuseppe Landi, si estinse il ramo dei Landi di Rivalta. Il castello passò di mano ai Landi delle Caselle, marchesi di Chiavenna. Verso la fine dell’Ottocento il castello e il borgo vennero acquistati dalla famiglia dal Conte Carlo Zanardi Landi di Veano, i cui discendenti ne sono tutt’ora proprietari. Entriamo nel suggestivo borgo medievale dove oggi sono presenti un albergo, un bistrot e due ristoranti. Graziosa l’antica chiesa di San Martino, menzionata in un documento datato 1037 e forse già esistente in epoca longobarda, poco oltre il grande cancello si apre su un bellissimo parco di impianto settecentesco, costituito da alberi secolari e da un giardino all’italiana, che ha spodestato l’antico fossato medievaleLa planimetria del complesso è quadrangolare. Da uno degli angoli spicca l’elegante Torre cilindrica, quattrocentesca.
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uesta torre a guglia fu costruita dall’architetto Guiniforte  Solari, torre che rese moderna per l’epoca e all’avanguardia sia sotto il profilo difensivo  sia sotto quello offensivo, con le postazioni d’artiglieria poste a riparo al suo interno. Nella torre, a cui si accede lungo una tortuosa scala a chiocciola, è ben visibile anche il famigerato pozzo del taglio, profondo sessanta metri, dove venivano gettati i prigionieri. Varcando l’ingresso ci si ritrova in un elegante cortile quattrocentesco, costruito per volere del conte Manfredo Landi e scandito dall’intervallo irregolare delle colonne del loggiatoNel cortile sono presenti fregi in cotto, capitelli, cornici e medaglioni che ne accrescono la funzione rappresentativaLe ulteriori modifiche intraprese nel 1780 dal marchese Giuseppe Landi rivestono all’edificio l’eleganza di una villa residenziale. Allo stesso periodo risale lo scalone che porta al piano superiore dove si aprono le numerose stanze arredate con mobili coevi e dove è possibile ammirare splendide collezioni di argenterie, strumenti musicali, armature e armi e tavole apparecchiate con cristalli di Boemia, porcellane inglesi e Richard Ginori . Nella splendida Sala delle Armi vi sono di particolare interesse storico tre bandiere con gli stemmi della casata Landi che sventolarono nel corso della battaglia di Lepanto (1571).
Castello di Rezzanello
Non di meno i magnifici locali delle cucine con le casseruole in rame e i vecchi ferri a carbonella, così come la Camera Verde e la Camera del Falcone e la Sala da biliardo. 
Addentrandosi nei sotterranei si giunge alla cantina che fino al Quattrocento era utilizzato come scuderia. Grazie al fatto che temperatura e umidità rimangono costanti, in questa immensa stanza sotterranea il vino Gutturnio invecchia attualmente all’interno di botti di rovere. Rimanendo nei sotterranei si trovano anche le prigioni, cinque anguste celle. Dopo un fantastico assaggio di Gutturnio nell'antico borgo, ci muoviamo verso il castello di Rezzanello (mt 374) non prima di fermarci brevemente all'ottocentesca Chiesa di San Savino, dalla lunga scalinata di pietra che porta al sagrato e la facciata in stile neogotico con paramento murario in pietra a fasce bianche e nere alternate. Il Castello di Rezzanello si trova sulle ultime pendici delle colline della val Luretta, castello che però troviamo chiuso. Arrampicandoci sulla Strada delle Rose possiamo vedere dall'alto la ben conservata struttura a pianta trapezoidale con slanciate torrette circolari agli angoliLa stretta strada sale sino ai 540 metri del Castello di MonticelloSituato sul crinale tra le valli del Luretta e del Trebbia, il castello rappresentava un particolare punto strategico. Nel 1372, quando fu occupato dalle truppe papali nella sommossa contro i Visconti, fu difeso dagli Arcelli, successivamente cofeudatari. Nel corso dei secoli, l'edificio passò a diverse casate, ed è noto per essere stato coinvolto nel 1945 in una battaglia tra partigiani e fascisti. La planimetria del castello rispecchia il tradizionale schema quadrato piacentino, con torri angolari: una a base quadrata e tre circolari rastremate verso l'alto, come nel vicino castello di Rezzanello.
Torrione di Bobbiano
Una quinta torre, collocata sul prospetto orientale, ospitava l'ingresso con ponte levatoio, di cui resta testimonianza nelle tracce delle sedi dei bolzoni. 
Il castello è in vendita e attualmente vige in uno stato di semi abbandono. Ora la strada si addentra nell'amena valle di Bobbiano dove andiamo ad ammirare la Chiesa romanica di San Michele e il poderoso Torrione, nel quale la banda del brigante Bertoletto ai primi del '500 aveva il covo. Fortilizio di impianto medioevale, secondo un documento del 1037, venne acquistato insieme alla Chiesa di S.Michele. Nel 1164 passò sotto al feudo dei Malaspina. Nel 1255 subì un attacco e venne in parte distrutto dal marchese Oberto Pallavicino e successivamente passò agli Anguissola. Nel 1311 il forte venne conquistato da Rolando II Scotti che dovette cederlo, a causa dell'intervento di Riccardino Langosco, podestà di Piacenza, agli Anguissola. Nel 1546 con investitura feudale venne assegnato dai Farnese insieme a Caverzago ed altre terre di Travo, a Ettore Maria Anguissola che prestò giuramento di fedeltà. Del primitivo castello rimane solamente la poderosa torre isolata a pianta quadrata, in cui i muri di base sono notevolmente scarpati. Il Torrione e la chiesa versano da anni in situazione di degrado. Alle loro spalle "svettano" la Pietra Perduca (mt 659) e la Madre Pietra Parcellara a metri 836 che emergono dal paesaggio collinare come proiettate dal centro della Terra da un'immane forza centrifuga e che rappresentano gli affioramenti ofiolitici posti più a settentrione dell'intero Appennino.

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