lunedì 29 agosto 2016

Griglie accese sul lago di Idro (domenica 28 agosto)

Il lago d'Idro, o anche Eridio, è un gioiellino lacustre di origine glaciale incastonato nelle verdi montagne della Val Sabbia confinante tra le province di Brescia e Trento e alimentato dal fiume Chiese. La bellezza di questo bacino è strettamente legato ai paesi che vi si affacciano, un tempo villaggi di pescatori, che hanno mantenuto nel tempo le antiche stradine strette, i suggestivi porticati e le piccole corti. Ma è anche terra di fortezze come la Rocca d'Anfo e il forte di Valledrane, testimonianze di un passato ricco e importante. Grazie alle temperature piacevoli, il lago d'Idro è balneabile fino a settembre ed è meta preferita per gli amanti degli sport acquatici. Un piccolo angolo di paradiso insomma...
Lungo la statale del Caffaro, in località Pieve Vecchia, su una lunga striscia prativa ecco presenti due barbecue messi gentilmente a disposizione dall'amministrazione locale: adocchiate nei giorni precedenti non potevamo certo farci sfuggire questa occasione e lasciati da parte zaini e scarponcini, oggi è semplicemente la domenica della grigliata! 
E mettiamoci anche una bella passeggiata pomeridiana a Crone d'Idro e al suo caratteristico porticciolo, qualche buona bracciata nelle acque smeraldine del lago per terminare con alcuni spassosi giri di briscola davanti alle sue rive...

martedì 16 agosto 2016

"Ferragosto con le marmotte" (venerdì 12 e sabato 13 agosto)

Il "Ferragosto con le marmotte" parte venerdì 12 agosto sulla strada che da Trento s'inerpica dolcemente verso l'altopiano della Paganella per raggiungere Andalo, sotto un cielo tinto d'azzurro. Oggi "I suoni delle Dolomiti" ci portano oltre i duemila metri del Monte Gazza con lo spettacolo di Cristina Donà accompagnata da musicisti del calibro di Xavier Girotto al sax, Fabrizio Bosso alla tromba, Saverio Lanza alla chitarra, Enzo Pietropaoli al basso, Cristiano Calcagnile alla batteria e percussioni e Rita Marcotulli al pianoforte. L'appuntamento è di quelli che non si possono assolutamente mancare e questo pensiero deve essere stato generale vista la lunghezza della coda in paziente attesa di prender posto sulle telecabine che salgono a Doss Pelà. Raggiunta l'uscita, mentre il caldo comincia a farsi sentire, imbocchiamo la comoda strada forestale 610 inghiottite dalla fiumana di gente che calpesta l'intero tracciato e dopo oltre un'ora e mezza di cammino si raggiunge il Bait del Germano, sede del concerto. E' una coloratissima invasione di felpe, zaini e scarponcini, l'addetta dell'organizzazione parla di oltre tremila presenze mentre la scenografia alle spalle dei musicisti è fortemente emozionale con il Brenta in tutta la sua imponenza coperto ancora da nubi veloci che via via si sono dissipate durante il concerto. A sud la Valle dei Laghi con i suoi splendidi specchi d'acqua dal Lago di Toblino a quello di Cavedine sino ad intravedere in lontananza le rive del Garda.
Sono le donne e le loro storie quelle ispirate da Fabrizio De Andrè e il concerto di oggi prende lo spunto dalla canzone "Amore che vieni, amore che vai". E' la stessa Cristina Donà che nell'intervista al quotidiano "Trentino" descrive il suo progetto musicale. "Credo che De Andrè faccia parte del nostro Dna e ammetto che mi sono lasciata coinvolgere in questo progetto anche per costringermi ad andare in fondo nello studio della sua musica. Ne esce la sensibilità di un grande conoscitore dell'animo femminile, al punto che pare impossibile che l'autore di certe canzoni sia un uomo. Ne escono ritratti di donne libere, cosa che anche oggi risulta difficile per l'universo femminile che è relegato anche qui in Occidente in una condizione che, pur con molte libertà, non permette la totale espressione. Quello che mi colpisce di De Andrè è la capacità di andare nel profondo ma sempre con totale assenza di giudizio. Credo sia una dote davvero unica e questo rende il cantautore De Andrè una perla di profonda onestà intellettuale e un fine narratore".
Ne viene fuori uno spettacolo in cui la voce femminile scivola morbida tra le onde vibranti del sax di "Ho visto Nina volare", l'ingenua carnalità di "Bocca di Rosa", le note jazz di "Hotel Supramonte", l'antica poetica de "La canzone di Marinella" sino all'applauso finale...e al nostro ritorno verso località Vason, base di partenza di queste giornate ferragostiane. Quest'anno il meteo ci regala finalmente giornate di sole quindi sabato 13 agosto si procede verso Castel Stenico. Arroccato su un dosso roccioso da cui si domina la conca delle Giudicarie Esteriori e caratterizzato dall'alto corso del Sarca , immissario del lago di Garda, il castello è uno dei simboli temporali più importanti dei Vescovi di Trento in questa regione. Fortificazione del XIII secolo, nei secoli successivi fu oggetto di continue modifiche sino a fargli assumere l'aspetto di una elegante fortezza. L'interno è impreziosito da mobili importanti (i cassoni sono delle splendide lavorazione lignee) e pregevoli affreschi che conferiscono un aspetto gentilizio. Una importante collezione d'armi e antichi utensili da cucina provenienti dalle collezioni del Castello del  Buonconsiglio di Trento concludono il percorso interno. 
Affacciandoci ad una delle finestre, in lontananza si intravedono le Cascate del Rio Bianco. Ed è quella la meta successiva raggiungibile in una quindicina di minuti d'auto. La cascata è una delle perle del Gruppo del Brenta e la forza delle sue acque si trasforma in energia elettrica tale da alimentare l'intera vallata. La particolarità di questa cascata è di essere "intermittente" ovvero la sorgente si blocca durante la stagione fredda per poi esplodere in primavera. Il percorso, morbido e alla portata di tutti, si snoda nel bosco, sulla grande cascata e le sue sorgenti minori con una serie di passerelle di legno che portano a tu per tu con la potenza dell'acqua in caduta libera. 
Mentre il pomeriggio entra nelle ore più bollenti, la curiosità delle marmotte si sposta verso un piccolo ma particolarissimo centro montano: Balbido, il paese dei murales, nella misteriosa Val Marcia. Passando tra corti silenziose, lungo brevi salite e androni nascosti, la mano pittorica di molti artisti ha fissato segni di tempi lontani, di antichi mestieri e di vecchie leggende sulle facciate di fienili, casette e piccole baite, e ogni svolta è una curiosità emozionale. Ma ora si ritorna alla base, sono in arrivo altre marmotte a Vason. E allora in tarda serata ci spostiamo verso la piana delle Viote alla Terrazza delle Stelle dove si svolge il programma "Percorsi di Stelle" con esperti astronomici del Muse di Trento...e dove riusciamo a catturare visivamente splendide stelle cadenti (continua...)

"Ferragosto con le Marmotte" (domenica 14 e lunedì 15 agosto)

(...segue) L'Associazione Amici della Chiesetta di Vason, organizza per questa gioiosa domenica 14 agosto una camminata non competitiva per la raccolta fondi destinati alla chiesetta di Vason, simbolo da oltre cinquant'anni di questo angolo di Trentino. Alla partenza in piazza Riccardo Cetto si presentano oltre duecento persone e ovviamente, ci sono pure le marmotte. La giornata è splendida. Pronti, via! Tutti gasati col loro bel numero di pettorale, il gruppone dei partecipanti, molti i bambini, parte lancia in resta lungo la panoramica che spettacolarizza sul massiccio del Brenta. Giunti alle Rocce Rosse si svolta seccamente a destra sul sentiero dei Cercenari e se molti velocizzano il passo altri si perdono tra foto, selfie e tante chiacchiere, infatti il gruppo si è sfilacciato in un lungo e coloratissimo serpentone lungo il Sentiero del Fieno, parallelo alla pista del fondo.
Anche tra noi marmotte si sono creati dei distacchi, ci si segnala da lontano agitando i bastoncini da trekking mentre giunge voce che una nostra velocissima marmotta è già sulla via del ritorno! Noi ce la prendiamo con calma oltremodo il solleone comincia a non dare tregua. Oltrepassata la Terrazza delle Stelle con lo sguardo rivolto alle tre verdissime cime del Bondone - il Monte Cornetto, il Doss d'Abramo e la Cima Verde - costeggiamo le Caserme delle Viote, splendido esempio di architettura militare austro-ungarica, salendo poi verso la Pedemontana, una piacevole forestale che poi s'immette sulla provinciale 85. Un ultimo strappo e raggiungiamo nuovamente la piazzetta del Vason accolte dal profumo della grigliata. Duecento metri di dislivello e dieci chilometri di camminata, davvero un bel percorso, struttura organizzativa attenta e perfetta e dulcis in fundo, simpatica lotteria dove il nostro gruppo ha fatto incetta di premi! Dopo l'ottima cena nella sala ristorante del "Vason", ecco la serata a tema fotografico con la premiazione del nostro concorso "Noi e la Montagna".
E arriva anche Ferragosto! La mattina scivola leggera tra un panino imburrato, un succo d'arancia e un buon cappuccino. Gli arrivi delle marmotte nella zona colazione sono ad intermittenza mentre il sole sembra voler giocare a nascondino con un gruppo di nubi birichine. Meta di oggi è il Santuario di San Romedio nella splendida Val di Non, esempio importante di arte cristiana medievale costruito su un ripido sperone di roccia calcarea alto oltre 70 metri.
Immerso in una splendida cornice naturale, il complesso architettonico, creato originariamente sulla tomba del Santo e risalente all'anno Mille, è formato da più chiese e cappelle ed è collegato da una spettacolare e ripidissima scalinata di ben 131 gradini. Questo luogo spirituale, visitato ogni anno da moltissimi pellegrini, nasce attorno alla figura dell'eremita Romedio di Thaur sulla cui esistenza girano diverse leggende, la più nota è certamente quella che riguarda un orso. Si narra che l'eremita Romedio ormai anziano fosse diretto a Trento per incontrare il Vescovo quando un orso sbranò il suo cavallo. Per nulla scomposto Romedio rese mansueto l'animale, ordinò di sellarlo e con questo raggiunse Trento. Fin qui la leggenda. Noi raggiungiamo il sacro luogo partendo da Sanzeno e dopo breve strada, si affronta a sinistra una ripidissima mulattiera che sbocca in un meleto, da qui si entra nel bosco da cui parte un lungo camminamento in legno che va a lambire il basso promontorio roccioso, facendo ben attenzione a non sbatterci la testa!
Il percorso termina nei pressi dell'VIII stazione della Via Crucis marmorea, ancora un breve tratto asfaltato e si arriva alla grande scalinata del santuario, già brulicante di visitatori. La vista sulla forra è spettacolare! Sulla via del ritorno siamo sorprese da un temporale ma riusciamo a sgattaiolare appena in tempo...
Un ringraziamento particolare va allo staff dell'Albergo Vason che in queste intense"quattro giornate"ci ha seguite con infinita pazienza, molta simpatia e grande professionalità.