lunedì 18 luglio 2016

La leggendaria Charly Gaul, una giornata di grande sport (domenica 17 luglio)

La sua specialità erano le salite, quelle aspre e impossibili delle Alpi, quelle degli strappi verticali che non permettono di rifiatare. Capace di sfiancare gli avversari sulle salite delle montagne più aspre come fece con il mitico Anquetil nel Giro '59 ma soprattutto le sue imprese sono straordinarie visto che spesso erano solitarie e senza l'appoggio di gregari e di una grande squadra. Eppure il lussemburghese Charly Gaul rimane legato indissolubilmente a una delle tappe più drammatiche del Giro d'Italia, la Merano-Monte Bondone, dell'8 giugno 1956, esattamente sessant'anni fa.
Nove ore, sette minuti e ventotto secondi questo il tempo finale. Nulla di strano se non fosse per le terribili condizioni meteo susseguiti dopo i passi Rolle e Brocon. Sopra il Monte Bondone si scatenò una tremenda bufera con neve, vento e gelo che non diede scampo ai corridori. Più della metà abbandonò quella tappa impossibile e chi giunse al traguardo, compreso lo stesso Charly Gaul, arrivò quasi in stato di assideramento. Gaul diede otto minuti al secondo arrivato, Alessandro Fantini, e dodici a Fiorenzo Magni giunto terzo e con una spalla fratturata. In una sola tappa il lussemburghese salì dal quattordicesimo posto al primo in classifica difendendo il primato e la maglia rosa sino al trionfo di Milano. Erano anni in cui il ciclismo era sinonimo di fatica e di gesta eroiche e quella di Charly Gaul rimase negli annali della storia dello Sport. 
"Il Monte Bondone è una salita che va rispettata. E' una montagna per gente esperta e bisogna prepararla bene, questa non è la salita della domenica. Devi alzarti spesso sui pedali e, quando sotto le ruote, la strada s'impenna del 18%, il rischio di andare in debito di energie è sempre molto alto" afferma Gilberto Simoni, un campione che di salite se ne intende, presente anche in questa edizione, la undicesima, che vede la partecipazione di oltre duemila corridori con partenza da piazza Duomo a Trento ed arrivo sul Monte Bondone in località Vason a 1700 metri. Due i tracciati: la Mediofondo di 57 km e la Granfondo di 141 km con un dislivello di quattromila metri! Un tracciato tecnicamente impegnativo per scalatori abituati alla fatica, insomma. La domenica di oggi ci regala un sole splendido e una brezza leggera, lontana dai caldi torridi delle edizioni precedenti. Intanto a Vason, in attesa dei primi arrivi della mezzofondo, girano degli strani ciclisti in abbigliamento d'epoca: sono i partecipanti della Moserissima, svoltasi sabato 16 luglio, gara fortemente voluta da Francesco Moser con un percorso che da Trento percorre i dolci paesaggi della Val d'Adige e le sue caratteristiche borgate. Curiose ci avviciniamo a questi pezzi di antiquariato sportivo (le bici devono essere rigorosamente precedenti al 1987), vanto dei loro proprietari abbigliati in pendant con la propria bicicletta. Intanto radio corsa, attraverso la voce di Paolo Savoldelli, ciclista di fama e ora commentatore Rai, comunica concitato l'arrivo sul traguardo del vincitore della mediofondo maschile, Andrea Zamboni, e poco più tardi, il trionfo di Barbara Lancioni, già vincitrice quest'anno della Maratona delle Dolomiti che sottolinea un movimento ciclistico femminile sempre più partecipe ed entusiasta. Poi lentamente sfilano gli altri corridori, e sono tanti, tra sudore, fatica e qualche inizio di crampi visto che al mezzodì il caldo ora picchia davvero.
Nel frattempo giunge al traguardo un provato Kristian Ghedina, campione di sci e Franco Cacciatori, un ciclista sui generis visto che scala i picchi dolomitici in sella alla sua "vecchia" ma accessoriatissima Graziella! Noi preferiamo rifugiarsi nella sala ristorante dell'albergo Vason dove la polenta, anche in estate, la fa da padrona! Intanto sul traguardo si susseguono gli arrivi, la piazzetta della chiesetta si riempe di bici e di colori e mettici pure le spiritose canzoni dell'orchestra Avant e 'ndre a rendere l'atmosfera gioiosa. Si avvicina anche l'ora dei protagonisti della granfondo e intorno alle 14 ecco giungere per primo sul traguardo il teutonico Bernd Hornetz che domina la ""Charly Gaul" 2016 precedendo in ordine Luciano Mencaroni ed Enrico Zen. In campo femminile perentoria vittoria della lombarda Simona Parente che, sempre sola al comando, lascia Marina Ilmer a nove minuti mentre per la terza posizione bisogna aspettarne altri undici prima di vedere sul rettilineo del Bondone la sagoma di Gloria Bee. Un'edizione bellissima e una domenica di grande sport.

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