domenica 27 aprile 2014

Fantastico il picnic a Mantova!

Se avessimo prestato orecchio alle più nefaste previsioni meteorologiche, beh saremmo ancora qui a morderci le mani tanto questo 25 aprile ha fatto il bravo regalandoci una giornata "di sole e d'azzurro" parafrasando Giorgia. Appena umida di rugiada, Mantova sorride sorniona alle alacri marmotte armate di tutto punto sul verde del Belfiore. Dal nulla spuntano sedioline, plaid di fogge e misure diverse, tavolinetti, un invitante barbecue e la pacifica invasione ha inizio, prima sommessa poi sempre più vociante. Le braci si arrossano, ecco le salamelle in attesa di ballare sulla griglia, sul tavolo si affollano verdure, pani immensi, acqua a go-go nonché qualche buona bottiglia di spremuta d'uva. Il prato si tappezza di mille colori, l'odore dalla "cucina" diventa stuzzicante mentre in lontananza si avvicina il gruppetto delle cicliste sottolineando sempre di più lo spirito di avventura delle marmotte. In una curiosa e divertente girandola di donne, tante belle donne, nell'allegria solare del pomeriggio che brucia sulle agili ali dell'eterno femminino (wow!), il festante picnic insegue giocosamente il calar del sole ma con le menti operative già rivolte al prossimo appuntamento.

lunedì 14 aprile 2014

La Rocca di Manerba (13 aprile)


Il mattino domenicale è avvolto dal grigiore... Niente sole, nessun azzurro. Orpolè, si son sbagliati i meteo doctor anche perché la meta delle marmotte è la splendida Rocca di Manerba. L'attesa viene comunque premiata e all'appuntamento con le marmotte c'è pure il sole, prima fa timidamente capolino ma poi si riprende il cielo mentre i nostri passi tracciano la salita che porta ai resti della fortificazione medievale (circa XII secolo) sormontati da una grande croce. Respiri a pieni polmoni mentre lo sguardo si perde nell'impercettibile moto ondoso del bacino lacustre, in lontananza la splendida isola di Garda, sotto di noi un ripido sentiero porta al promontorio del "Sasso" a strapiombo sul Benaco, e poi a sud dove Verona e Brescia s'incontrano. Prendiamo il percorso che scende velocissimo attraverso il bosco raggiungendo brevemente la riva del lago, poi una traccia d'asfalto ci fa risalire al parcheggio. Tutte in auto e via, direzione Moniga dove al chiosco O'Pescador si esibisce la brava Rossella Nazionale. Tra una canzone, un balletto e un aperitivo le prime ombre della sera calano silenziose, c'è giusto il tempo per una pizza...

domenica 13 aprile 2014

Marmotte al compleanno (12 aprile)


Le date scandiscono il tempo in un ordine rigorosamente cronologico ma possono anche diventare pretesto per creare intorno un evento importante. E l'occasione è di quelle che non si lasciano scappare. Da un lato c'è un birthday ragionato come momento di convivio tra confronto e progettazione, sinonimo d'avventura e di tragitti paralleli trasformato in una festa, anzi no, nella Festa per eccellenza! La sala festaiola si ubriaca di risate, una musica di sottofondo riecheggia ritmi dance, da un capo all'altro della lunga tavola imbandita rimbalzano propositi, idee, programmi di un gruppo che via via sta tessendo trame sempre più curiose e accattivanti. Di colpo si abbassano le luci e tremoli bagliori di poche bugiarde candeline fanno la loro comparsa affondate in un dolce tripudio di crema, pandispagna e frutta. Stasera la parola "dieta" è bandita! L'illuminazione riprende vigore, i toni musicali diventano roboanti e la grande stanza si riempie della fragorosa presenza delle Swiffer Drag Queen, con tutto il loro carico di gags e ironia, accompagnando così la serata verso la notturna conclusione....o forse no, perché in un fine serata annunciato appare sull'improvvisato proscenio un nuovo trio, le Mocio Marmotte, in una esilarante esibizione...ma questa è un'altra storia da raccontare....

martedì 8 aprile 2014

domenica 6 aprile: CENTO CAPOLAVORI BRESCIANI

Una vivacissima Brescia vestita d'aprile ci accompagna nel nucleo storico dell'antica Brixia romana. Lasciata a sinistra piazza della Loggia, attraversiamo a vista l'imponente Duomo, deviando poi verso via Musei dove, appena oltre il Capitolium riportato all'antica bellezza, si aprono le porte di Palazzo Martinengo. E miglior sede non si poteva scegliere per ospitare "Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori delle collezioni private bresciane". La rassegna riunisce per la prima volta un centinaio di antichi dipinti provenienti da importanti collezioni private di tutta la provincia, cogliendo così l'opportunità pressoché irripetibile di visionare con occhi attenti e curiosi tesori di grande valenza storica, pronte a cogliere l'ideale artistico di quello che viene considerato, a ragione, il periodo d'oro dell'arte pittorica bresciana, dal Quattrocento al Settecento, non solo seguendo un percorso cronologico ma sulla maniera del gusto scenografico del soggetto. Le sale, affollatissime, ci obbligano ad un vero e proprio tour de force nella visualizzazione delle tele esposte, meriterebbero sicuramente un respiro diverso ma l'eccezionalità della presenza di questi capolavori mette in secondo piano persino la "nostra fatica" nella prosecuzione del percorso espositivo. Sette le sezioni proposte. Stacchi il biglietto e sei immediatamente in full immersion con l'Arte: un bellissimo polittico di Maestro Paroto si contrappone alle due tavole con i santi Giovanni Battista e Stefano di Vincenzo Foppa. Pochi passi ed entri nella sala traboccante di capolavori di Moretto, Savoldo e Romanino in cui fronteggia un'imponente "Venere con amorino", unico esempio di pittura profana del Moretto. Salendo al piano superiore ecco introdurci di prepotenza nel '600, nei lampi di luce di Andrea Celesti, di Luca Giordano, di Simone Cantarini, una breve saletta e ci ritroviamo nel mondo visionario di nani e pigmei di Faustino Bocchi e di Enrico Albrici, altra sala e vivono le splendide nature morte del Ceruti, le due incredibili vedute di Francesco Battaglioli, e un "Agar e l'angelo" che ha rapito la nostra attenzione, pennellate morbide punteggiate di luce dalla mano ispirata del Celesti. L'ultima camera teatrale emoziona con le tre straordinarie tele di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, famoso per la rappresentazione in chiave realistica dei poveri, i "pitocchi" appunto, e ci congeda con un monumentale ritratto della Contessa Virginia Sacchetti Caprara, opera di Giuseppe Maria Crespi, riemerso dall'oblio in cui giaceva da decenni. Fortissime le sensazioni ed emozioni rivissute nel convivio allegro della cena.