lunedì 23 dicembre 2013

L'aria sospesa del Palon...(15-16 dicembre)

Trovarsi in Trentino, ma in quella parte meno conosciuta, meno avvezza ai grandi clamori, talvolta snobbata dalle grandi masse che vanno a perdersi nelle varie Cortine e Madonne campigliesi. Trovarsi ad un pugno di chilometri dal cuore di Trento, città con la miglior qualità della vita a detta del quotidiano il Sole 24 Ore, ma è già lontana mentre stai salendo e i rumori si assopiscono e già senti la montagna. Impegni la salita accarezzando i rotondi tornanti, frange di bosco affondano nei prati imbiancati, fronde di abeti resi pesanti dalla neve solleticano la terra candida. Affronti le anse d'asfalto e s'avvicina il passo del Vason. Nel frattempo lo spettacolo va in scena. Sulle piste librano come giovani aquilotti gli atleti delle Universiadi, una curiosa varietà di razze, uniformi e sorrisi che bizzarramente s'incrociano sotto lo sguardo distaccato del Palon, una delle quattro cime del gruppo montuoso del Bondone, la vetta caposaldo della città di Trento che si proietta sulla Valle dell'Adige. Le seggiovie, già attive dal 1934 e primo impianto di risalita costruito in Europa, portano al cucuzzolo del Palon in modo blando. Teorizzi su questa cima mentre ciondoli sulla teleferica, memore delle escursioni dei mesi più caldi, ma è l'inverno a restituire la percezione del Tutto e il massiccio, ideale di purezza insita nel suo stesso status morfologico, ne è il miglior interlocutore. Non è certo un Ottomila di himalayana memoria il Monte Palon, ma appena arrivi in vetta e getti lo sguardo, là dove il gruppo del Brenta si staglia nell'azzurro di una giornata dicembrina e sull'altro versante vedi campeggiare le tre Belle, il Cornetto, il Doss d'Abramo e la Cima Verde, ecco accendersi onde emozionali. Sotto, il mondo impazza ma quassù tocchi davvero il cielo con un dito...

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