Il Monte Grappa, cima più alta dell'omonimo massiccio delle Prealpi Venete, si divide tra le province di Vicenza, Treviso e Belluno ergendosi isolato tra le valli dei fiumi Brenta e Piave. Nella memoria collettiva questa montagna è legata agli eventi bellici della Grande Guerra. E' l'occasione per gustare i prodotti tipici d'alpeggio come il morlacco o il bastardo o semplicemente godersi il sole accarezzati dall'aria fresca di montagna e dalla visione di meravigliosi paesaggi. Tralasciando la stradina che sale alla ex Base Militare Nato, ora in completo abbandono, svoltiamo sul sentiero in leggera discesa che si dirama dietro il grande parcheggio del Rifugio Bassano e lambisce importanti tracce di postazioni e gli sbocchi della grande Galleria Vittorio Emanuele. Man mano che si avanza il panorama si apre su tutta la pianura, nelle giornate più limpide fino alla laguna di Venezia e aguzzando bene la vista sui pendii erbosi che si hanno intorno incontriamo dei camosci che se ne vanno qua e là. Ad un certo punto lasciamo il percorso principale continuando ripide in ambiente roccioso alla volta del valico di Croce dei Lèbi (mt 1550), e successivamente sempre in netta discesa poi sul sentiero 151 che fionda dolcemente nella dorsale erbosa del Grappa. Raggiunto Pian dela Bala (mt 1380) si volta a destra e si sale sul fianco della montagna, che si mantiene sempre comodo e abbastanza largo, adatto a chiunque non soffra in modo esagerato di vertigini con gli strapiombi sottostanti alla scoperta di questa straordinaria opera militare costruita durante la Grande Guerra. L'importante tracciato militare merita d’essere ammirato per la sua arditezza. Il Sentiero delle Meatte è parte di una vecchia mulattiera di arroccamento scavata nella roccia dalle truppe italiane in tutta fretta dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917. Con la rottura del fronte italiano a Caporetto il Monte Grappa divenne prima linea del settore montano tra Brenta e Piave. Le truppe italiane dopo una drammatica ritirata giunsero sul massiccio stremate e logorate, ma si prodigarono alacremente per costruire una nuova barriera difensiva. La perdita del Grappa, infatti, avrebbe consentito agli austro-ungarici di dilagare nella pianura veneta. Sulle pendici di tutto il monte Boccaor c'erano gallerie e baraccamenti, a volte arroccati in maniera temeraria. Paradossalmente la mulattiera risultava “protetta” proprio dai dirupi della valle del Lastego l'escursione permette di ricostruire un quadro sufficientemente chiaro dell'ultimo anno di guerra dopo Caporetto che soprattutto in questi luoghi risultarono come 'diversivo' per distrarre l'attenzione dal vero cuneo di sfondamento che fu il Montello verso l'Isola dei Morti sul Piave. Tutti questi luoghi sono ancora oggi devastati da scavi di trincee, postazioni, gallerie e profonde buche di migliaia di granate, facile ancora trovare qualche reperto come i resti ormai arrugginiti di una gavetta che affiorava tra l'erba alta. Se le ferite non ancora rimarginate inferte al monte dalla Grande Guerra condizionano la nostra passeggiata e si manifestano come un grande museo all'aperto, a farla veramente da padrone è l'immenso paesaggio aereo che s'impone da Cima Grappa e lungo le sue dorsali erbose. Si passano diverse gallerie, corte abbastanza da non richiedere l'uso della torcia. Passiamo sotto un ponte sospeso, punto di arrivo della ferrata dei Sass Brusai che sale da San Liberale. Guardando le creste di fronte si può facilmente scorgere il Col dell’Orso. Ignoriamo la svolta per la Val delle Mure continuando sullo stesso percorso. Poi il versante della montagna svolta bruscamente e ci si trova la meravigliosa vista sui Colli Euganei. Si prosegue ancora per un po' sino a raggiungere malga Vedetta dove si conclude di fatto lo storico percorso. In lontananza la bellissima chiesetta di Cima delle Mandria che abbiamo tenuto d'occhio per l'intero cammino ma che rimandiamo ad una successiva escursione. Ritornate a Pian dela Bala decidiamo di risalire sulla mulattiera che porta ai ruderi di Cason Val de Melin e successivamente a Malga Val Vecia, da qui risalire risalire tutto il crinale per poi sbucare al Rifugio Bassano, esattamente sotto il Sacrario con successiva visita a questo imponente mausoleo. Il Sacrario Militare di Cima Grappa, progettato dall'architetto Giovanni Greppi con la collaborazione dello scultore Giannino Castiglioni e inaugurato il 22 settembre 1935 si sviluppa da sud a nord sul costone di Cima Grappa a 1776 metri di altezza. Nel corpo centrale del monumento sono custoditi i resti di migliaia di caduti nell'inferno della Grande Guerra. Il monumento è composto da cinque gironi concentrici posizionati uno sopra all'altro in modo da formare una piramide. Nella sommità sorge il sacello della "Madonnina del Grappa". Dal piazzale si sviluppa la suggestiva Via Eroica che partendo dai pendii del tempio arriva fino al Portale di Roma, dove si possono trovare quattordici cippi di pietra con i nominativi delle località del Grappa coinvolte nel conflitto. Dal piazzale antistante l'ossario si può vedere la Galleria Vittorio Emanuele III, un'estesissima opera di fortificazione sotterranea.
venerdì 20 maggio 2022
martedì 10 maggio 2022
NUOVA CONVENZIONE - con ottimi sconti - CON LA AVON aperta a tutte le marmotte!!
Vi lasciamo alla presentazione della Avon Leader, Rosangela Zamboni
Bellissimo gruppo!
Sento parlare di voi da Linda e vi seguo nei vostri spostamenti tramite Facebook, sperando in un prossimo futuro di potermi aggregare
Nel frattempo per allietare le vostre giornate ho proposto a Linda una convenzione da me sponsorizzata.
Sono Rosangela Zamboni Avon Leader con oltre 20 anni di esperienza con un gruppo attivo di circa 40 persone tra cui donne e uomini dai 16 hai 60 anni.
È un lavoro/hobby che faccio con tanta serietà e soddisfazione.
La mia proposta personale è di farvi sempre uno SCONTO DEL 15% e in più quando Avon mette a disposizione scontistiche particolari di tenervi sempre aggiornate.
Per questo motivo vi pubblico il mio contatto telefonico
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GRAZIE MILLE PER LA VOSTRA ATTENZIONE E BUONE PASSEGGIATE A TUTTE LE MARMOTTE
lunedì 9 maggio 2022
Ma che bel castello...domenica 8 maggio
Si arriva a San Secondo Parmense in una giornata dall'umore variabile. E' un piccolo centro della pianura emiliana tra un intreccio fluviale, ad est il fiume Taro divide il territorio da quello di Sissa Trecasali, a nord il torrente Stirone funge da divisione amministrativa con Roccabianca mentre a ovest è il torrente Rovacchia a segnare il confine comunale con Soragna. Solo a sud la divisione con Fontanellato è puramente politica. D'improvviso appare la Rocca dei Rossi, maestoso maniero a pochi passi dal cuore storico del borgo. Dell'antico ingresso del castello si conserva soltanto l'arco con la prima delle tre arcate che in origine si aprivano sul ponte che scavalcava il fossato, accanto svetta l'antico mastio. La storia della casata parte dal 1365 quando il vescovo di Parma, Ugolino dè Rossi cede le terre al nipote Bertrando dando inizio alla dinastia dei Conti di San Secondo. Nel sedicesimo secolo il casato raggiunge il massimo splendore e il castello si trasforma in una sfarzosa residenza. Nel 1817 l’ultimo conte dei Rossi, Gian Girolamo, indica come unico erede il Conte Ferdinando Vaini e tutta la proprietà passa alla nuova famiglia che nell'impossibilità di sostenere i costi di gestione, vende gli arredi demolendo una vasta zona del maniero occupato oggi da un parco ottocentesco. Nonostante questa perdita, la parte più bella del castello è ancora oggi visitabile, con il piano nobile e la zona di rappresentanza, e riscoprire così i fasti della nobile famiglia come il grande condottiero Pier Maria II, detto il Magnifico, che fece costruire tra il 1448 e il 1460 il castello di Torrechiara (allora chiamata Rocca di Torchiara), con la cosiddetta Camera d'Oro creata per l'amante Bianca Pellegrini. Nello stesso periodo ricostruì il castello di San Secondo e, più tardi, fece edificare la Rocca dei Rossi a Roccabianca.La Sala delle Gesta Rossiane è la più importante e maestosa del castello. Un capolavoro di ben 1200 mq di affreschi eseguiti da alcuni tra gli artisti più importanti dell’epoca (Cesare Baglione, Orazio Samacchini, Ercole Pio, Jacopo Zanguidi detto il Bertoja). Un susseguirsi di grottesche e allegorie interrotto da tredici quadri-arazzo dalle grandi dimensioni raffiguranti altrettanti episodi fondamentali della famiglia Rossi, in un arco di tempo che va dal 1199 per arrivare al 1542, e l'imponente camino in marmo rosso e bianco dove si trova lo stemma di famiglia. In questa magnifica cornice scenografica - al termine della visita guidata - si propone il concerto dei Mandolinisti di Parma, sotto la direzione della vicentina Maria Cleofe Miotti con un repertorio che spazia dalla struggente melodia tratta dal film "La vita è bella" ai motivi della canzone napoletana di fine Ottocento in un crescendo emozionale. E' ora di ritornare sui nostri passi, in direzione di Brescia, ma è all'altezza del comune di Pralboino, che l'attenzione viene catturata dall'antica Villa Fontanili Morelli costruita sul finire dell'Ottocento dall'avvocato Pietro Morelli, in realtà un castello con echi bizzarri di architetture gotiche e medievali. Castello pieno di fascino e mistero in balia di piante rampicanti e degli agenti atmosferici, abbracciato dall'immenso prato incolto, non riesce comunque a cancellare una sua originale bellezza. E con molte storie da raccontare, confermate dalle parole del signor Angelo. Un incontro casuale il nostro con questo arzillo ottantacinquenne, profondo conoscitore di questi luoghi dove ha trascorso la sua infanzia. Peccato perché il castello merita di essere rivalutato ma l'ultimo degli eredi di quel Morelli si è cocciutamente opposto alla sua vendita preferendo lasciarlo andare alla mercé del tempo. Peccato davvero.
domenica 1 maggio 2022
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