La mostra è visitabile fino all’8 febbraio 2026
lunedì 27 ottobre 2025
"M.C. Escher. Tra arte e scienza" al Mudec di Milano - domenica 26 ottobre
Il Museo delle Culture di Milano (MUDEC) riporta in città, dopo un’assenza di dieci anni "M.C. Escher. Tra arte e scienza" una rassegna dedicata a Maurits Cornelis Escher, uno degli artisti più incredibili del Novecento, famoso per le sue architetture impossibili, illusioni ottiche, tassellazioni e metamorfosi con un linguaggio visivo che unisce arte e matematica, quella matematica non di astratti ragionamenti accademici ma di un lungo, minuzioso e appassionato lavoro basato su un approccio più intuitivo e percettivo. In Escher l’arte e la scienza si incontrano in modo rigoroso e personale, creano un fil rouge che caratterizza l’intero percorso espositivo evidenziando inoltre come l’artista abbia trasferito questa grammatica visiva anche nella produzione commerciale con la realizzazione di copertine di libri e riviste, illustrazioni, ex libris, biglietti d’auguri, motivi decorativi per tessuti e carta da regalo, nonché progetti di banconote. La mostra ospita circa novanta opere tra incisioni, acquerelli, xilografie e litografie integrate da oltre quaranta splendidi oggetti islamici provenienti dal Kunstmuseum Den Haag e dai musei milanesi lungo un percorso cronologico e tematico che ci accompagna dagli esordi influenzati dall’Art Nouveau fino alle sperimentazioni con cicli metamorfici, illusioni ottiche e rappresentazioni dell’infinito proposti in mostra da alcuni capolavori grafici come Giorno e notte (1938) e Cavalieri (1946). Tra il 1922 e il 1935 Escher viaggia a lungo in Italia. Folgorato dalla suadente plasticità della luce del Mezzogiorno si trasferisce sulla costiera amalfitana nella primavera 2023 e successivamente a Roma. L’esperienza italiana segna profondamente la sua produzione: i paesaggi collinari e montuosi, i borghi arroccati su costoni scoscesi, i monumenti nonché le vedute della Città Eterna diventano i temi preponderanti delle xilografie e litografie di questo periodo trasfigurando queste visioni con uno sguardo geometrico e strutturale dove luce e ordine spaziale giocano un ruolo fondamentale. Le vedute italiane sono più di semplici scorci, diventano luoghi mentali, costruiti con precisione e rigore, in cui la realtà si piega a una logica interiore. È in questo periodo che Escher affina lo sguardo che lo condurrà, negli anni successivi, a esplorare mondi impossibili e geometrie visionarie. Questo cambiamento di approccio si riflette chiaramente in Natura morta e strada (1937) dove una rappresentazione naturalistica della realtà cede il passo ad una dimensione surreale, grazie alla fusione di elementi paesaggistici con altri elementi figurativi estranei al paesaggio stesso. Il viaggio in Spagna, nell’autunno 1922 introduce Escher all’arte islamica e rafforza il gusto per l’ornamentazione geometrica riscontrata all’Alhambra a Granada. La copia di un motivo musivo del complesso palaziale andaluso, esposto in mostra, è una testimonianza diretta dell’interesse dell’artista per la struttura ornamentale moresca. Alla fine degli anni Trenta, Escher approfondisce il tema della trasformazione, dando vita a opere in cui forme astratte, geometriche o animate si evolvono gradualmente in altre, creando un flusso visivo ininterrotto. In Metamorfosi I (1937) e Metamorfosi II (1939-1940) utilizza per la prima volta la tecnica della tassellazione in cui motivi geometrici e figure animate si susseguono in cicli visivi continui. L’incontro, nel 1954, con il matematico Harold Scott MacDonald Coxeter gli fornisce gli strumenti concettuali per esplorare le tassellazioni nel disco iperbolico del matematico francese Henri Poincaré e sviluppare così la serie Limite del cerchio I – IV (1958-1960). Attraverso il suo intuito grafico, Escher riesce a visualizzare concetti complessi come le simmetrie iperboliche, l’auto similarità e i paradossi topologici trovando una sintesi nelle opere successive come Ordine e caos II (1955) e Nodi (1965). Accanto alle opere più note, l'esposizione milanese presenta disegni preparatori, acquerelli e materiali d’archivio, documentando il processo creativo di Escher. Il percorso include anche confronti con altri maestri della grafica, evidenziando influenze tematiche e affinità stilistiche che collocano l’artista in un contesto culturale più ampio, lontano dalle mode del suo tempo. Il progetto espositivo integra anche installazioni multimediali curate dallo studio Maurits che illustrano tassellazioni e concetti matematici attraverso video esplicativi e si conclude in maniera spettacolare con una infinity room dove, all’interno di una stanza a specchio, animazioni ad alta definizione sulle tassellazioni iperboliche creano un incredibile e quasi ubriacante effetto caleidoscopico.
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