Venerdì 3 ottobre - Ha inizio il nostro viaggio nel suo cuore più intimo, l'Umbria da sempre incontro di culture differenti, custode accorta delle tracce del suo passato: l’Umbria santa, l’Umbria guerriera, l’Umbria verde che ben descrivono questa terra. E mentre si profila Assisi arroccata sulle pendici del monte Subasio nell'omonima frazione, si staglia maestosa la Basilica di Santa Maria degli Angeli uno dei luoghi più sacri del francescanesimo. Costruita tra il 1569 e il 1679 per proteggere la Porziuncola, la piccola chiesetta dove san Francesco trovò rifugio e fondò il suo ordine, questa basilica è un trionfo rinascimentale arricchito da secoli di storia e devozione. Assisi si presenta come un borgo fortificato che domina la valle umbra e dove si respira un’atmosfera mistica e suggestiva. Nel 1182 vi nacque San Francesco d'Assisi, uomo di Dio ed emblema della città ed alla sua figura si associa quella di Santa Chiara d'Assisi, sua allieva spirituale, fondatrice dell'ordine delle Clarisse.La Basilica Superiore di Assisi. In un’epoca di sovraccarico informativo si recupera la dimensione della meraviglia rapite dal ciclo di affreschi di Giotto, del Cimabue, di Simone Martini e di Pietro Lorenzetti fra i più influenti artisti del Trecento italiano. Raggiungiamo Piazza del Comune. Quando nel 1786 Johann Wolfgang von Goethe arriva ad Assisi per il suo viaggio in Italia, resta incantato davanti alle colonne del Tempio della Minerva, il primo monumento dell‘antichità che avesse mai visto integro! Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il principale luogo ecclesiastico di Assisi non è la Basilica di San Francesco ma il Duomo di San Rufino (XII secolo). La chiesa è la più antica di Assisi e si ritiene sorga nello spazio dove c’era l’antico Foro Romano e nello stesso luogo in cui esisteva un tempio dedicato alla Bona Mater (o Cerere dea delle messi). All’altro estremo della città la duecentesca chiesa di Santa Chiara. In alto troneggia la Rocca Maggiore. Da più di 800 anni il bastione domina la città di San Francesco e la campagna circostante. Un ultimo sguardo alla terra umbra prima di raggiungere Pitigliano in terra maremmana.
La prima cena: Il tagliere maremmano a San Quirico (GR)
Sabato 4 ottobre - Raggiungiamo Viterbo, capoluogo della Tuscia, che conserva un centro storico medievale ricchissimo di valenze storiche, artistiche e architettoniche, difficilmente riassumibili in poche righe. Una sorpresa ci aspetta subito osservando dall'alto la Valle di Faul, polmone verde del centro storico disteso tra il colle del Duomo e l’area di parcheggio del Sacrario. In una sorta di museo a cielo aperto, è stata collocata un’opera ciclopica dello scultore americano Seward Johnson intitolata Risveglio. Si tratta di un figura gigantesca che sembra emergere dal sottosuolo. Si raggiunge il cuore antico di Viterbo salendo in piazza San Lorenzo sui cui si affacciano il Duomo e il Palazzo dei Papi, sede papale fra il 1257 al 1281. Una visita è doverosa alla chiesa di Santa Maria Nuova, prestigioso esempio di romanico, sede della parrocchia più antica della città risalente al 1217, non distante dal Quartiere medioevale di San Pellegrino, il vero gioiello della città. Lasciamo Viterbo non prima di aver visitato fuori dalle mura storiche, la settecentesca Chiesa della Santissima Trinità un gioiello "nascosto" (si vede benissimo ma è poco conosciuta) con un grandioso chiostro affrescato. Il piccolo borgo di Bagnaia si trova a circa cinque chilometri da Viterbo e deve la sua fama per la splendida Villa Lante con i suoi giardini all’italiana del XVI secolo e il parco monumentale. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di San Giovanni Battista mentre sul lato sud della stessa la Chiesa di Sant’Antonio. Dalla parte opposta spicca la caratteristica torre circolare con l’orologio alla cui base si trova un arco sormontato dallo stemma del cardinale Ridolfi. Davanti all’arco la Fontana del Pisciarello circondata da alberi. Procedendo verso Caprarola raggiungiamo Palazzo Farnese uno dei più affascinanti esempi di dimora rinascimentale di tutta Europa. Il cardinale Alessandro Farnese il Giovane nel 1555 affida all’architetto Jacopo Birozzi detto il Vignola l'esecuzione di un palazzo al posto della fortezza originaria, avviando una serie di lavori per adattare l’assetto urbano di Caprarola alle esigenze architettoniche del Palazzo. Fu così che vennero abbattuti alcuni edifici per realizzare una nuova grande strada in asse con il palazzo, la via Diritta, oggi via Filippo Nicolai. Palazzo Farnese si compone di cinque piani a forma pentagonale e un cortile interno circolare. Il Vignola fu anche autore degli affreschi della sontuosa Scala Regia elicoidale poggiante su trenta colonne doriche. Gli ambienti vennero decorati con affreschi di soggetto mitologico e con episodi storici della famiglia Farnese. Una delle stanze più rappresentative è la Sala dei Fasti di Ercole decorata magistralmente dai Fratelli Zuccari con la raffigurazione della creazione mitologica del lago di Vico.Dai piani più alti del palazzo si gode una vista spettacolare sul Monte Soratte, il Terminillo e i Monti Sabatini.
Sabato 4 ottobre - Raggiungiamo Viterbo, capoluogo della Tuscia, che conserva un centro storico medievale ricchissimo di valenze storiche, artistiche e architettoniche, difficilmente riassumibili in poche righe. Una sorpresa ci aspetta subito osservando dall'alto la Valle di Faul, polmone verde del centro storico disteso tra il colle del Duomo e l’area di parcheggio del Sacrario. In una sorta di museo a cielo aperto, è stata collocata un’opera ciclopica dello scultore americano Seward Johnson intitolata Risveglio. Si tratta di un figura gigantesca che sembra emergere dal sottosuolo. Si raggiunge il cuore antico di Viterbo salendo in piazza San Lorenzo sui cui si affacciano il Duomo e il Palazzo dei Papi, sede papale fra il 1257 al 1281. Una visita è doverosa alla chiesa di Santa Maria Nuova, prestigioso esempio di romanico, sede della parrocchia più antica della città risalente al 1217, non distante dal Quartiere medioevale di San Pellegrino, il vero gioiello della città. Lasciamo Viterbo non prima di aver visitato fuori dalle mura storiche, la settecentesca Chiesa della Santissima Trinità un gioiello "nascosto" (si vede benissimo ma è poco conosciuta) con un grandioso chiostro affrescato. Il piccolo borgo di Bagnaia si trova a circa cinque chilometri da Viterbo e deve la sua fama per la splendida Villa Lante con i suoi giardini all’italiana del XVI secolo e il parco monumentale. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di San Giovanni Battista mentre sul lato sud della stessa la Chiesa di Sant’Antonio. Dalla parte opposta spicca la caratteristica torre circolare con l’orologio alla cui base si trova un arco sormontato dallo stemma del cardinale Ridolfi. Davanti all’arco la Fontana del Pisciarello circondata da alberi. Procedendo verso Caprarola raggiungiamo Palazzo Farnese uno dei più affascinanti esempi di dimora rinascimentale di tutta Europa. Il cardinale Alessandro Farnese il Giovane nel 1555 affida all’architetto Jacopo Birozzi detto il Vignola l'esecuzione di un palazzo al posto della fortezza originaria, avviando una serie di lavori per adattare l’assetto urbano di Caprarola alle esigenze architettoniche del Palazzo. Fu così che vennero abbattuti alcuni edifici per realizzare una nuova grande strada in asse con il palazzo, la via Diritta, oggi via Filippo Nicolai. Palazzo Farnese si compone di cinque piani a forma pentagonale e un cortile interno circolare. Il Vignola fu anche autore degli affreschi della sontuosa Scala Regia elicoidale poggiante su trenta colonne doriche. Gli ambienti vennero decorati con affreschi di soggetto mitologico e con episodi storici della famiglia Farnese. Una delle stanze più rappresentative è la Sala dei Fasti di Ercole decorata magistralmente dai Fratelli Zuccari con la raffigurazione della creazione mitologica del lago di Vico.Dai piani più alti del palazzo si gode una vista spettacolare sul Monte Soratte, il Terminillo e i Monti Sabatini.
La seconda cena: Agriturismo Podere del Lepre a San Quirico (GR)
Domenica 5 ottobre - Pitigliano è uno splendido borgo della Maremma scavato nel tufo in verticale sullo strapiombo delimitato da valli verdissime solcate dai fiumi Lente, Meleta e Prochio. Passiamo sotto l’arco delle mura e già ci si ritrova in una deliziosa piazzetta con vista sui tetti di quel colore caldo toscano che accomuna i borghi antichi di questa terra. Sulla nostra sinistra ecco l'acquedotto Mediceo grandiosa opera idraulica costruito tra il 1636 e il 1639 fortemente voluto dalla famiglia Medici per l’approvvigionamento idrico alla cittadella, e nel prosieguo della visita si passa davanti a Palazzo Orsini, imponente costruzione di origine aldobrandesca (XII secolo) fatto ristrutturare dagli Orsini a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento. Si è ammagliate dalla magia di Pitigliano passeggiando tra gli antichi vicoli e il famoso ghetto ebraico. Lo splendido borgo è infatti passato alla storia come la Piccola Gerusalemme per la numerosa e attivissima comunità ebraica che dal XV secolo vi si stabilì. Pregevole la duecentesca Chiesa di San Rocco.Il centro storico di Sovana si sviluppa nel corso del Medioevo nelle vicinanze della preesistente necropoli etrusca, sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi, che edificarono un castello intorno all'anno mille. Il periodo di massimo splendore è legato alla figura di Ildebrando di Sovana divenuto Papa Gregorio VII e considerato uno dei papi più importanti della storia, dal 1073 al 1085. La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di investitura lo condusse a uno scontro che lo vide contrapposto al futuro imperatore Enrico IV di Franconia, lotta che sfociò con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest'ultimo a rispondere scomunicandolo. Emblematica la cosiddetta "umiliazione di Canossa" di Enrico IV nel 1077, in cui il re si sottomise e fu liberato dalla scomunica, è considerata il culmine del conflitto con il papato. Piazza del Pretorio rappresenta il fulcro di Sovana, contornata dai più importanti edifici medievali del borgo. Il duecentesco Palazzo Pretorio, che conserva sulla facciata gli stemmi gentilizi dei capitani di giustizia che si avvicendarono alla guida della città. Il Palazzo dell'Archivio risalente alla fine del XII secolo. Nel 1588 fu aggiunto l'orologio e successivamente il campanile. La Chiesa di San Mamiliano, ora sconsacratala e sede di un museo archeologico, è la più antica del borgo e durante recenti restauri al suo interno sono stati rinvenuti importantissimi reperti, numerose tombe e perfino un tesoro di 498 solidi d'oro coniati sotto l'imperatore romano Antemio, tra il 457 e il 474. La Concattedrale dei Santi Pietro e Paolo (VIII-IX secolo) è un imponente esempio romanico-gotico in Toscana, celebre per le sue peculiarità architettoniche, come il portale scolpito, i capitelli figurati, una cripta e il particolare orientamento astronomico: ogni 21 giugno, il primo raggio del sole attraversa la monofora absidale e si proietta sulla parete opposta dando vita ad uno spettacolo di rara bellezza. Dalla sommità di una rupe di tufo posta al vertice dell'abitato, svettano i possenti ruderi della Rocca Aldobrandesca. Oggi restano in piedi una torre e un tratto di mura. La zona circostante è ricca di stupende tombe etrusche. La necropoli di Sovana si trova ad appena un chilometro dal piccolo borgo medievale in direzione San Martino sul Fiora. La parte più imponente della necropoli etrusca si trova sulle colline a nord del torrente Calesine dove si possono raggiungere, attraverso percorsi immersi nella fitta vegetazione, le straordinarie architetture funerarie rupestri: le tombe monumentali a fronte colonnata come la tomba Pola e la tomba Ildebranda. Oltre ai monumenti sepolcrali la necropoli è caratterizzata da numerose vie cave tra le più grandiose e suggestive della zona come il Cavone, la via cava di Poggio Prisca e la via cava di San Sebastiano. Il pomeriggio va ora declinando e il mare non è poi così lontano. Allora andiamo a raggiungere Albinia, una tranquilla località balneare della Toscana, situata sulla costa tirrenica della Maremma. Al tramonto il cielo si infiamma e il silenzio è rotto solo dal fruscio delle onde. In alto una meravigliosa luna piena ci osserva compiaciuta.
La terza cena: Ristorante Da Renato ad Albinia (GR)
(...continua)
La terza cena: Ristorante Da Renato ad Albinia (GR)
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