lunedì 14 ottobre 2024

Trekking e grigliata in Valcamonica (19-20 ottobre) SIAMO IN ATTESA DEL METEO DEL WEEK END...

Ed infine trekking (sabato 19 ottobre) e grigliata in baita (domenica 20 ottobre) in Val Camonica. Tenetevi libere! A breve tutte le informazioni

Info e prenotazioni: 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e sul blog allegremarmotte.blogspot.com

mercoledì 9 ottobre 2024

Domenica 27 ottobre ore 12.30 il miglior spiedo è alla Trattoria Da Pina, Via Galli n° 25 a Gussago (BS). Circa 35 euro
Abbiamo già prenotato diversi posti perchè la trattoria è gettonatissima!! FORZA MARMOTTE!

Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e sul blog allegremarmotte.blogspot.com

lunedì 7 ottobre 2024

Dal Corno d'Aquilio il panorama è infinito - domenica 6 ottobre

La cima del Corno d'Aquilio (mt 1547) è un pilastro nord orientale dei Monti Lessini che si affaccia alto e solenne sulla Val d'Adige, tra Verona e Trento. Per salire alla cima del Corno d'Aquilio si può partire da contrada Tommasi di Fosse di Sant'Anna d'Alfaedo, come pure dal passo di Fittanze della Sega. Noi preferiamo optare per la prima soluzione. Il sentiero 240, che corrisponde in larga parte al sentiero europeo E7, si stacca da una comoda strada di avvicinamento asfaltata, poco distante dal parcheggio più alto in Contrada Tommasi. Iniziato il sentiero, ci si inerpica lungo una salita immersa nel bosco che come per incanto è passato in pochi giorni dal verde brillante al giallo senape, all’arancio, al rosso e al marrone. I passi si fanno silenziosi, la prospettiva infinita. Dal bosco si raggiunge una selletta tralasciando le stradine per il passo Fittanze, e si proseguire in leggera salita, ad aggirare malga Pretta di Sopra (m.1527) poco sotto la gobba del Cornetto (mt 1543) con relativo brutto edificio in cemento armato del ripetitore, dalla quale si apre lo straordinariamente bello piccolo e dolcissimo altopiano di malga Fanta, dove si trova la celebre Spluga della Preta, una delle grotte più profonde al mondo con i suoi 877 metri esplorati sotto la cima del Corno d’Aquilio. Poco lontano dalla dolina della Spluga della Preta - completamente recintata - si trova la chiesetta degli speleologi e a qualche centinaio di metri la Grotta del Ciabattino, facilmente visitabile da tutti. Tutto attorno un bucolico paesaggio popolato esclusivamente da mucche al pascolo. Oltrepassato il recinto ora si mira alla croce della cima che si raggiunge con salitella tra prati e balze erbose.
La cima è davvero stupefacente. All'improvviso, ai piedi della grande croce di ferro, si spalanca lo strapiombo sulla val d'Adige e sulle contrade di Sant'Anna d'Alfaedo. Intorno lo sguardo spazia su tutta la Lessinia, le Piccole Dolomiti, i contrafforti della Valle dell'Adige, il Baldo ed anche il lago di Garda...peccato per il grande ammasso nuvoloso che copre la vetta e che fa solo percepire la straordinaria bellezza paesaggistica. Dopo la meritata sosta e scattate le foto di rito si riprende la discesa raggiungendo malga Preta di Sotto (mt 1482) dove andiamo a gustare i deliziosi "gnocchi sbatui" tipici della Lessinia, i corposi antipasti e la rustica polenta. Assaggiare la loro grappa e un vino sincero è quasi d'obbligo. E' tempo di ritornare. Affiancata la ghiacciaia della malga si scende nuovamente lungo il sentiero 240 nel bosco della val Liana che sbocca nella strada sterrata non lontano da contrada Tommasi.


PARTENZA: Contrada Tommasi 
(mt 1130)
SEGNAVIA: Cai 240
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 415
ALTITUDINE: mt 1545
LUNGHEZZA: km 7,5

domenica 6 ottobre 2024

Festival del Cammino: incontro emozionante con Nives Meroi - sabato 5 ottobre

Lei scalza senza bombola d'ossigeno e senza aiuto di portatori d'alta quota. Gioca pulito col mondo Nives Meroi la tigre sopra i grattacieli di madre natura.
Sono le parole dello scrittore Erri De Luca estratte dal bellissimo libro "Sulla traccia di Nives". Solo il meteo inclemente nega la possibilità della camminata sotto le stelle alla Santissima di Gussago al cospetto della grande alpinista Nives Meroi. Tutto è rimandato ad un incontro nella meno spettacolare Sala Polifunzionale del centro franciacortino - moderato dal giornalista Andrea Mattei della Gazzetta dello Sport - dove a raccontarsi c'è Nives Meroi, la prima italiana ad aver scalato tutti i 14 ottomila del mondo insieme a suo marito Romano Benet, che l'ascolta seduto in prima fila. E' una Nives semplice e disincantata che dà quasi l'impressione di non prendersi sul serio nonostante il prestigioso curriculum sportivo. Un cammino iniziato dalle Alpi Giulie per arrivare sulle cime più alte della Terra, senza l’ausilio dell’ossigeno, di portatori d'alta quota o di altri aiuti. Un cammino fatto di piccoli passi, passione, umiltà, pazienza. Ma anche di libertà e responsabilità, di curiosità e attenzione per i particolari perché in montagna le distanze non si calcolano in chilometri ma in giorni di percorso. Bergamasca di Bonate di Sotto, classe 1961, Nives si racconta partendo dall'ultimo ottomila, l'Annapurna - conquistato l'11 maggio 2017 - attraverso le immagini proiettate sullo schermo, senza musica se non la sua voce narrante mai monotona. 
"Alle 10:30 (ora locale) Nives Meroi e Romano Benet hanno raggiunto la cima dell’Annapurna a 8091 metri riuscendo così a completare il “grande tour” dei 14 Ottomila della Terra. Cinque settimane di duro lavoro per i due che hanno fatto squadra con gli spagnoli Alberto Zerain e Jonatan Garcia. Dieci ore di salita per l’attacco alla vetta con meteo instabile per oltre 1.100 metri di dislivello. La vetta dell’Annapurna alle 6,30 di questa mattina. Ora stanno scendendo verso campo 4".
Nives conosce bene la difficoltà della salita, del gelo e della solitudine. Ma è bella anche l’attesa della fatica, che significa strada fatta, metri conquistati e la vetta più vicina. La vetta però non la si deve guardare se non di nascosto, altrimenti il cammino sembra più faticoso, il respiro si fa più affannoso e il passo più breve. Nives e Romano sono un unicum nell’alpinismo. Hanno iniziato insieme nel 1994 su una delle montagne più temute e simboliche, il K2, che però quell'anno non li ha lasciati salire, anche perché loro l'avevano tentato da nord per una nuova via. Il primo ottomila arriva nel 1998 con il Nanga Parbat, mentre è del 2003 la scalata di tre Ottomila in soli venti giorni (Gasherbrum II, Gasherbrum I, Broad Peak), seconda cordata al mondo a realizzare quest’impresa e Nives, prima donna in assoluto. Oppure il loro “K in 2” del 2006 attraverso lo Sperone degli Abruzzi, salito e disceso in cinque giorni in completa solitudine. E ancora l’Everest nel 2007. L'anno successivo, in stagione invernale, tentano il Makalu senza raggiungere la vetta, mentre nella discesa Nives si frattura una gamba. E poi il Lhotse (2004), il Kangchenjunga (2009), fino alla cima del Makalu (2016) e l'ultima incredibile impresa dell’Annapurna.
Si racconta con emozione Nives quando rinuncia nel 2009 al tentativo di scalata del Kangchenjunga per l'improvviso peggioramento delle condizioni fisiche di Benet quando si trovano in arrampicata sopra i settemila metri. Non ci pensa un solo momento a rinunciare anche alla competizione per la prima scalata femminile degli ottomila himalayani. Tornati in Italia, Romano Benet scopre d'essere affetto da un'aplasia midollare severa. La grave malattia li tengono lontani fino al 2012, nuovamente respinti dal Kangchenjunga che si arrenderà finalmente nel 2014.
Il racconto è terminato. Nives Meroi si lascia avvolgere dal nostro abbraccio. In disparte Romano ascolta. Nelle sue parole scorre la narrazione di un alpinismo attento a rispettare la natura, i paesi e le genti di cui sono ospiti. "Il buono dei viaggi in Himalaya è che si fanno ancora a piedi. Si cammina per avvicinarsi alle montagne e le distanze ritornano vere. La lentezza permette di entrare nel paesaggio, di registrare i sensi su di esso. Mi fermo spesso per annusare, bere, salutare le persone che incontro. I saluti aprono le porte"

Erri De Luca " Sulla traccia di Nives" (Feltrinelli - 2005)