La bellissima Val Grande si "apre" dietro l’abitato di Vezza, prosegue per oltre venti chilometri fino a giungere all’imponente ghiacciaio di Pietra Rossa a 3212 metri ed è percorsa dal torrente omonimo che poi va a sfociare nell'Oglio. E' la più lunga delle valli camune dalla peculiare conformazione perché va ad estendersi in modo pianeggiante all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Negli ultimi anni è diventata luogo privilegiato per gli ungulati che, durante la stagione degli amori fra settembre e ottobre, scorrazzano lungo i costoni erbosi, ma non mancano gli altri animali tipici della fauna alpina d’alta montagna, qui particolarmente protetta. Si possono udire i fischi delle marmotte, intravedere i simpatici musetti di scoiattoli ed ermellini. Non mancano volpi, lepri, ricci, ghiri e faine, più rari sono tassi e donnole. Se poi si presta attenzione si ascolta il melodioso cinguettio delle numerose famiglie di uccelli di piccole dimensioni dalle forme e dai colori più svariati e sgargianti. Non mancano il francolino di monte, la poiana, lo sparviero, il gufo e la pernice bianca e molti rapaci. Su tutti domina in alto nel cielo il volo della maestosa aquila reale e da qualche tempo è possibile avvistare anche il gipeto. E poi una moltitudine di meravigliose farfalle! Una riserva naturale da vivere e ammirare nelle sue mille sfaccettature.La Val Grande ha due accessi principali: da Grano e da Tù, entrambe frazioni di Vezza. In questo articolo abbiamo descritto l’itinerario con partenza da Grano per la maggior varietà di paesaggi che si incontrano soprattutto nella prima parte dell’escursione.
Da Piazza 4 luglio 1866, centro del piccolo e caratteristico borgo di Vezza d’Oglio, si supera il ponte sul torrente Grande seguendo le indicazioni per Grano. Una volta parcheggiato in località Rosolina (mt 1325), si imbocca una strada a fondo di cemento e pietre. Dopo una decina di minuti di cammino incontriamo le prime baite in località Vartighera (mt 1380), successivamente il torrente Grande, che scende dalla val Paraolo, con la nuova diga della centrale idroelettrica e arriviamo in località Plasabus dove è presente un pannello del parco (mt 1414). Proseguendo, al bivio in località “Le Roche” (mt 1464) incontriamo la strada acciottolata proveniente da Tù e da questo momento si segue un'unica strada. Entriamo per un breve tratto nel bosco. Si prosegue su fondo che alterna tratti sterrati a tratti acciottolati. Qui la pendenza aumenta leggermente e, al termine della breve salita, raggiungiamo la Locanda della Val Grande in località Scudeler. Alla locanda ci fermeremo nel ritorno. Superiamo splendidi cavalli al pascolo e successivamente delle rovine di antiche costruzioni, i Cüciarei. Lo scenario adesso cambia, la valle si apre sempre di più e il corso del torrente Grande, gonfio d'acqua, accompagna i nostri passi mentre raggiungiamo una piccola chiesa, la Chiesetta di Carèt a 1726 metri, che ricorda quelle del Far-West. Superato anche lo chalet Bramito, adagiato su un bel pascolo pianeggiante, in lontananza a quota 1785 metri vediamo stagliarsi la bianca sagoma di Malga Val Grande dove viene prodotto formaggio tipico.
Si può proseguire oltre in direzione del bivacco Occhi situato in località Plas de l’Asen (mt 2047).