mercoledì 2 agosto 2023

Quattro giorni tra la Garfagnana e l'Abetone - (27-30 luglio)

La Garfagnana è un universo contratto, non c’è strada, cammino o sentiero che non porti a una visione inattesa, a qualcosa di inaspettatamente straordinario. Può essere una roccia, un eremo, un bosco, un fiume, un castello, ma può essere anche un uomo. La Garfagnana è di una bellezza struggente, una bellezza selvaggia e amorevole; e ciò che mi commuove è come il suo paesaggio sia stato plasmato, lavorato, addolcito anche nelle durezze più ardue da chi lo vive.

(Maurizio Maggiani)
La Garfagnana, regione della provincia di Lucca, interamente attraversata dal fiume Serchio, offre un'ampia variegata paesaggistica, a partire da una fascia montana impervia e rocciosa sulle Alpi Apuane, prativa e dal declivio più dolce in Appennino, che si trasforma alle quote minori in collina ricca di prati e coltivi di particolare bellezza.  Giovedì 27 luglio - Raggiungiamo Castiglione di Garfagnana (mt 545), inserito tra I Borghi più belli d’Italia, scavalcando il Ponte Medioevale, fatto costruire da Matilde di Canossa, che conduce sulla Via Matildica del Volto Santo lungo il fiume Esarulo. Subito fuori dalle mura si trova un ampio parcheggio e da questo si raggiunge Porta Nuova. Qui possiamo ammirare un tratto molto ben conservato delle mura dove spiccano il Torrione di San Michele sulla sinistra ed il Torrione San Pietro sulla destra. Oltrepassate le mura, imbocchiamo via Roma per raggiungere una deliziosa piazzetta con un pozzo al centro. Sulla destra il palazzo del comune, mentre sulla sinistra ci sono la Porta del ponte levatoio ed il Torrione dell'orologio. Tornate sui nostri passi, da via Roma prendiamo via San Michele per raggiungere la chiesa omonima. La chiesa risale agli inizi del Quattrocento ed è caratterizzata da una particolare facciata tardo-gotica in cui ai filari in pietra si alternano delle fasce in marmo rosa. All'interno sono presenti opere interessanti come la Madonna col Bambino di Giuliano di Simone (1389) ed un crocifisso ligneo del XV secolo. La chiesa di San Pietro si trova invece ai piedi della rocca. Consacrata nel 1197 ma documentata anche in precedenza, è la chiesa più antica del borgo. Delle murature originarie purtroppo non si conserva molto: il campanile della chiesa si innalza sul vicino Torrione San Pietro. La Rocca, di proprietà privata, è certamente il monumento più importante di Castiglione nonché il suo nucleo originario. Si tratta di una struttura poderosa dotata di tre torrioni da cui si può godere di uno splendido panorama sulla Garfagnana. Prima di ripartire andiamo a scoprire la graziosa chiesa della Corba, a brevissima distanza dalle mura di Castiglione, e il ponte medievale dei Molini con un unico arco a schiena d'asino.
Pochi chilometri ci separano da Castelnuovo di Garfagnana (mt 270) situato alla confluenza tra il fiume Serchio ed il torrente Turrite Secca, capoluogo amministrativo della Comunità Montana della Garfagnana che riunisce sedici comuni situati nell'alta valle del Serchio. Anche se l'area in cui sorge la città è abitata fin da epoca etrusca le prime notizie certe risalgono all'anno 740, in piena epoca Longobarda. Le notizie continuano ad essere scarse per gran parte del Medioevo, almeno fino al quattordicesimo secolo quando fa parte dei territori di Lucca governati da Castruccio Castracani. Nel Quattrocento, per sfuggire all'avanzata di Firenze, la città si consegna agli Este signori di Ferrara. Sotto il loro dominio Castelnuovo raggiunge il suo massimo splendore anche se viene coinvolta in alcune guerre con i fiorentini e il papa durante la prima metà del Cinquecento. Riconquistato il controllo del centro, il duca Alfonso I d'Este invia il poeta Ludovico Ariosto come commissario della Garfagnana mentre Alfonso II fa costruire la Fortezza di Mont'Alfonso. Il bel borgo comunale è dominato dalla possente Rocca Ariostesca dove fu governatore l'Ariosto (1522-1525). La rocca, che in passato ha ospitato il governo cittadino, oggi è la sede del Museo Archeologico del Territorio della Garfagnana che documenta la storia dell’Alta Valle del Serchio dall'età del bronzo fino all'epoca etrusco-romana. Posto più in alto ecco il cinquecentesco Duomo di Castelnuovo dove sono conservate alcune opere di grande pregio come la Pala di San Giuseppe, terracotta proveniente dalla bottega di Andrea della Robbia, un crocifisso ligneo del XV secolo conosciuto come il "Cristo Nero" e la cinquecentesca Madonna col Bambino e Santi. Merita una visita anche la Fortezza di Mont'Alfonso, ottimo punto panoramico sulle montagne circostanti, che raggiungiamo seguendo il Sentiero dell'Ariosto. Il castello venne costruito tra il 1579 ed il 1586 per volere di Alfonso II d’Este che affidò la progettazione all'ingegnere Marco Antonio Pasi. La fortezza rappresentava sia una importante roccaforte difensiva del Ducato di Ferrara che una rifugio per gli abitanti della città. Completiamo il giro raggiungendo Trassilico (mt 720) nel comune di Gallicano, alle spalle delle Alpi Apuane. La Rocca di Trassilico occupa la porzione più elevata a controllo della media valle del Serchio e la sua importanza era accentuata dal fatto di poter da qui agevolmente controllare un vasto territorio ricco di giacimenti minerari e corsi d'acqua dai quali trarre la forza motrice che alimentava diversi opifici, soprattutto mulini per la produzione di farina di castagne.
Venerdì 28 luglio - Escursione al Monte Gomito (mt 1892) conosciutissimo dagli amanti dello sci, ma anche spettacolare per i trekking estivi. Usato sin dall'antichità come attraversamento degli Appennini, come il passo Annibale, che si narra sia stato utilizzato dal generale africano per passare nell'Etruria il monte Gomito si compone di quattro vette distinte, la più alta è La Fariola a sud, presso l'omonimo passo. La seconda vetta è quella al centro dove sorge il rifugio Zeno Colò e l'arrivo degli impianti di risalita dell'ovovia. Più ad est si trova la vetta (mt 1874) su cui arrivano gli impianti che partono dal rifugio Selletta ed infine più a nord a 1884 metri dove svetta la grande croce. Noi partiamo dal centro abitato dell'Abetone (sentiero 00), a quota 1388 metri salendo, dopo un breve tratto asfaltato, lungo le piste da sci in mezzo a una bella faggeta e costeggiando la seggiovia che raggiunge il rifugio Selletta, coprendo così i primi 300 metri di dislivello e dove si apre la panoramica sulle vallate circostanti. Da qui si prosegue lungo lo sterrato sino a raggiungere il Monte Gomito. Sulla destra del rifugio Zeno Colò su una delle vette del monte svetta una grande croce. Da qui il sentiero 00 scende a sinistra costeggiando l'Alpe della Fariola per arrivare al Passo Fariola. Più avanti si sale ai Denti della Vecchia, lungo il sentiero 519, per raggiungere il Passo della Vecchia, crocevia di sentieri. Poco più in basso si osservano gli impianti di risalita e il tracciato (sentiero 104) che percorre la Val di Luce. Noi allunghiamo su un bel percorso panoramico lungo il sentiero 00 sino alla vetta dell'Alpe Tre Potenze a quota 1940 metri. Questa montagna è così chiamata perché un tempo era il confine tra il Granducato di Toscana, il Ducato di Lucca e quello di Modena. Ancora oggi percorrendo i sentieri della zona si vedono i cippi che segnavano il confine. Da lassù il panorama è spettacolare e se si trova il cielo terso si vedono il litorale toscano, la Corsica e dall'altro lato il Monte Cimone, una delle vette più alte dell'appennino tosco-emiliano. Guardando in basso si vedono da un lato il lago Piatto e dall'altro il lago Nero e intorno un mare di mirtilli. Completiamo l'anello lungo il sentiero 104 che dopo l'iniziale pendio corre abbastanza pianeggiante su uno sterrato pietroso. Quasi subito lo si abbandona per proseguire lungo il sentiero 102 che passa sempre in mezzo al bosco.
Oltrepassata la parete attrezzata per i rocciatori, il balzo di Peppone, si prosegue scendendo seccamente di quota sino al bivio col sentiero 86, praticamente una strada sterrata che corre parallela alla sottostante provinciale attraversando il bosco e in località Boscolungo diventa strada asfaltata, si continua nuovamente nel bosco lungo un sentiero indicato in verde col numero 13 sino a raggiungere nuovamente l'Abetone (Lunghezza km 13 Dislivello mt 590). Sabato 29 luglio - In mattinata raggiungiamo il Parco dell'Orecchiella ritornando ancora una volta in Garfagnana, oltre 5000 ettari di prati e boschi (carpino, cerro, pino nero, larice, abete, douglasia...) e casa di fauna naturale di lupi, caprioli, cinghiali, faine, faine, donnole, tassi, volpi, poiane, sparvieri, aquile reali, falchi pellegrini, gufi reali, parco gestito dal Corpo dei Carabinieri Forestali. Ci limitiamo ad una bella camminata di circa 6 chilometri lungo il sentiero "Sulle tracce del lupo". Nel pomeriggio ci spostiamo a San Romano di Garfagnana, famoso per la bellissima Fortezza di Verrucole che comanda imperiosamente la valle circostante (entrata € 7). Il borgo sorge al centro dell'Alta Garfagnana e il suo castello è considerato la più importante vestigia medievale della zona. Per secoli Verrucole non conosce pace: conteso fra Fiorentini, i marchesi Malaspina e gli Estensi fu sovente al centro di aspre battaglie. Finalmente dalla seconda metà del '500 i duchi d'Este consolidarono il loro dominio sulla valle e il borgo rimase sotto il loro controllo fino all'unità d'Italia. Come detto tutta la storia dell'alta Garfagnana è passata fra le mura di questa Fortezza che, grazie alla posizione su un rilievo di circa 600 metri d'altezza, domina le Alpi Apuane, gli Appennini e gran parte del fondovalle. La sua origine medievale è chiara nelle sue forme: originariamente era costituito da due nuclei posti all'estremità del colle, la Rocca Tonda al vertice più elevato a sud e la Rocca Quadra a nord. La Rocca Tonda è anche il nucleo più antico, probabilmente dell’undicesimo secolo, costituito da un massiccio mastio di forma ottagonale al quale si accede salendo una ripida scala in pietra, all'interno vi erano le stanze del signore poste su due piani. Il mastio è dotato a sud di un recinto merlato che racchiude il cortile interno. Altre due cortine merlate partono verso nord e, adeguandosi perfettamente ai margini dello strapiombo che circonda il rilievo, raggiungono l'estremità opposta.
Qui sorgeva la Rocca Quadra, nucleo prettamente militare del complesso, oggi totalmente scomparso e sostituito da due bastioni fatti costruire dagli Estensi i quali fino alla metà del 1600 mantenevano in loco un castellano con una guarnigione dotata di pezzi d'artiglieria leggera. L'area così racchiusa fra le due Rocche costituisce la piazza d'armi, dove trovavano posto anche altri edifici. Per anni abbandonato e ridotto a un ammasso di ruderi invasi dalla vegetazione, tanto da temere un definitivo collasso delle strutture, il castello di Verrucole è oggi riaperto al pubblico dopo anni di attento recupero che lo hanno riportato alla sua antica scenografica bellezza. Già in lontananza le sue mura, dotate di una merlatura quasi perfettamente intatta, sembrano ordinare al passante di rendere omaggio alla sua potenza. Domenica 30 luglio - ultimo giorno in terra toscana con in paio di chicche architettoniche. Raggiungiamo a Borgo a Mazzano il Ponte del Diavolo considerato la porta di ingresso per la Garfagnana. In realtà il suo nome è Ponte della Maddalena, poiché su di un fianco era presente una cappella dedicata a lei, la cui meravigliosa statua di ceramica, realizzata dai Della Robbia, è ora visitabile nella chiesa del piccolo centro. Il suo aspetto slanciato,doveva essere ancora più suggestivo in passato, quando non era stata ancora costruita la diga che, dal secondo dopoguerra, ha innalzato il livello dell’acqua nei pressi del ponte. Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione. Secondo la leggenda il ponte fu costruito da San Giuliano che, non riuscendo a completarlo per l'eccessiva difficoltà, chiese aiuto al diavolo in persona promettendogli in cambio l'anima del primo essere vivente che l'avesse attraversato. Una volta terminato il ponte però San Giuliano tirò sopra un pezzo di focaccia, attirando un cane e ingannando così il diavolo. Le notizie storiche sulla costruzione del ponte sono scarse. Nicolao Tegrimi, nella biografia di Castruccio Castracani, ne attribuisce la costruzione a Matilde di Canossa (1046-1125) e riferisce di un restauro da parte dello stesso Castracani a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. Secondo alcune ipotesi, durante il suo governo sono stati realizzati in muratura gli archi minori del ponte, sostituendo precedenti strutture in legno. Ciò potrebbe spiegare la differenza tra l’arco maggiore e quelli minori, oltre alla diversa pendenza della via sul lato sinistro del ponte, costruito a partire dall'arco preesistente. Ora ci spostiamo verso Mammiano Basso dove ci toglieremo il piacere del brivido sul Ponte sospeso delle Ferriere, in realtà una passerella pedonale che collega i due versanti del torrente Lima tra Mammiano Basso e Popiglio nel comune di San Marcello Piteglio. Inaugurato nel giugno del 1923, venne costruito seguendo l'idea di Vincenzo Douglas Scotti, conte di San Giorgio della Scala, direttore del laminatoio di Mammiano Basso della Società metallurgica italiana.
Sarebbe servito come passaggio degli operai che da Popiglio andavano a recarsi nelle fabbriche situate sul versante opposto: senza una struttura del genere gli operai avrebbero dovuto percorrere a piedi circa sei chilometri per raggiungere il posto di lavoro. L'opera, che ha perso la sua funzione originale, misura 227 metri di lunghezza, 36 metri di altezza massima sull'alveo del fiume e 80 centimetri di larghezza, trasformandosi in una attrazione turistica. Terminiamo il nostro tour raggiungendo Pistoia. Raccontare Pistoia non è facile, soprattutto perché rimane quasi "intrappolata" fra le più note città d'arte toscane. Passeggiare per Pistoia vuol dire salire in alto al Campanile del Duomo che raggiunge i 67 metri e la vista che si gode da lassù è straordinaria, soffermarsi ad ammirare il Battistero e la Cattedrale con l'Altare Argenteo.Vuol dire scendere fino alle viscere della città, attraverso il percorso ipogeo più lungo della Toscana e noto come Pistoia Sotterranea, per conoscere la sua storia partendo proprio dalle fondamenta. Un sali e scendi camminando fra i suoi vicoli dai nomi accattivanti e talvolta buffi che ne custodiscono la storia. Il nostro percorso inizia dal vero e proprio cuore del centro storico della città ovvero dall'incantevole Piazza del Duomo. Il Duomo risale al X secolo ed è intitolato a San Zeno, vescovo del 300 d.C. La statua del Santo si trova sul tetto della Cattedrale accanto a quella del Santo patrono della città San Jacopo. Le due figure dei Santi sono legate storicamente, infatti pare che fu proprio il vescovo Zeno a ottenere per la città di Pistoia un'importante reliquia di San Jacopo, a cui la città era devota, proveniente da Santiago de Compostela. La reliquia venne posta in un altare argenteo e collocata in una cappella costruita appositamente, la Cappella di San Jacopo. Oggi il bellissimo altare è stato posizionato nella Cappella del Crocifisso, che si affaccia sulla navata destra della Chiesa. Sulla destra del Duomo si nota un edificio in mattoni davvero particolare, caratterizzato da un loggiato con archi a sesto acuto e bifore: il Palazzo dei Vescovi. Qui, al piano terra, ha sede l'Ufficio per il Turismo di Pistoia (APT). Il bel campanile del Duomo si trova sul lato sinistro della Chiesa, caratterizzato da una torre in stile gotico e dalla merlatura a coda di rondine tipica del periodo ghibellino. È possibile salire fino in cima al campanile, accompagnati da una guida.
Di fronte alla Cattedrale troviamo l’antico Battistero di San Giovanni in Corte, un elegante esempio di architettura gotica risalente, nella sua forma attuale, al quattordicesimo secolo. Il Battistero ha pianta ottagonale ed una caratteristica facciata in marmo bicromo che si rifà alla tradizione romanica pistoiese. Il Battistero ha subito diversi interventi di restauro nel corso dei secoli ed entrando al suo interno si ha l’impressione di un ambiente solenne, ma anche spoglio. La nostra attenzione è catturata dallo splendido fonte battesimale realizzata da Lanfranco di Como e posizionato al centro dell’ottagono. Il Battistero oggi non ha più funzione liturgica, ma ospita saltuariamente degli eventi culturali. Lasciamo Piazza del Duomo e ci dirigiamo verso l’antico Ospedale del Ceppo, in piazza Giovanni XXIII. Fondato nel Tredicesimo secolo, l'Ospedale del Ceppo ha avuto un ruolo fondamentale nel 1349 quando la città venne colpita da un'epidemia di peste nera. Nel 1500 fu costruito il caratteristico loggiato esterno sulla cui facciata corre un prezioso fregio policromo in terracotta invetriata opera dello scultore Santi Buglioni e sotto il fregio, all'incrocio delle arcate, sono collocati dei tondi sempre in terracotta invetriata, realizzati da Giovanni della Robbia. L’Ospedale del Ceppo non è visitabile al suo interno, ma è possibile fare una visita guidata di parte dei suoi sotterranei grazie a "Pistoia Sotterranea". A questo punto del nostro itinerario è arrivata l'ora per uno spuntino e in Piazzetta dell'Ortaggio scopriamo "Trattoria Gargantua" con paste e prodotti provenienti dal loro laboratorio. Ottimi i pici al ragu accompagnati da Vernaccia di Gimignano. Miglior saluto non poteva esserci. Arrivederci Toscana.

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