venerdì 14 ottobre 2022

La Sicilia barocca dalla storia millenaria (8-11 ottobre)

La Sicilia è un’isola multicolore dove è tutto cangiante e dai mille volti. In effetti qui le Sicilie sono tante. Vi è la Sicilia del Carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla delle zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava e lo spiega benissimo lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino. "Perché tante Sicilie? Perché la Sicilia ha avuto la sorte di trovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione”. Questa splendida isola è ricca di bellezze e la nostra breve storia ci conduce nella sua parte orientale che da Messina lungo la costa, con l’entroterra dell’Etna, raggiunge più a sud Siracusa. S
abato 8 ottobre - Il nostro itinerario on the road parte da Catania importante centro universitario. La scenografia in cui è inserita è di tutto rispetto, con l’Etna che vigila a nord e la proiezione spettacolare sul mar Ionio. Catania è la seconda città dell'isola dopo Palermo Sicilia ma non bisogna fermarsi all'apparenza. Dall'aeroporto si attraversano quartieri periferici grigi e tristi, industrie pesanti e zone portuali che è difficile apprezzare, ma quando si arriva nel cuore storico è tutta un’altra prospettiva. Il centro è un summa di magnifici edifici barocchi, di chiese monumentali, di teatri e di mercati.
Dopo esserci fermate a far colazione, che non ha nulla a che vedere col nordico cappuccino e brioche ma è un vero trionfo del dolce tra cannoli, cassate variopinte e granite, si raggiunge lo storico mercato catanese, la fera 'o luni situata tra la nota Piazza Carlo Alberto e la centralissima Piazza Stesicoro, 
e distribuita nelle viuzze circostanti. Se si chiede a un catanese cosa significa "fera 'o luni" vi risponderà che il mercato anticamente si svolgeva solo il lunedì, ma il nome potrebbe derivare dall'antica presenza di un tempio dedicato alla dea Luni, antica dea italica romana, spesso rappresentata come il complemento femminile del dio Sole. In età medievale il mercato di Catania era ubicato presso il Foro lunaris che si trovava davanti alla Chiesa della Madonna dell'Elemosina, ricostruita dopo il terremoto del 1693 e oggi nota come Chiesa della Collegiata. Spostata prima in Piazza Università, nel 1832 la fera 'o luni si stabilì definitivamente nella bellissima piazza in stile barocco, fiancheggiata dalla splendida chiesa della Madonna del Carmine e dalla chiesa di San Gaetano alle Grotte, che fanno da scenografia alle tante bancarelle che ogni giorno si accalcano e colorano l’atmosfera, inebriati dagli odori e dai colori dei vestiti ammucchiati nei banchi, accanto al vocio di chi cerca di richiamare l’attenzione dei passanti. Buttarsi nel traffico a Catania è come dire.. un bell'azzardo!
Diciamo che abbiamo ricevuto più suonate di clacson quando si stava diligentemente ferme ad un incrocio più del dovuto, rispetto a quando ci si buttava in mezzo ad una strada senza averne la precedenza. Comunque si riesce a raggiungere il centro storico catanese. Due gravissime catastrofi naturali, l'eruzione dell’Etna del 1669 e il terremoto del Val di Noto del 1693, portarono di fatto Catania nell'era moderna: lo stile barocco predominante è il risultato della sua ricostruzione. Nel passeggio tra le vie del centro si affacciano splendidi palazzi in bianco e nero, primo fra tutti Palazzo Biscari, il più importante palazzo privato catanese e preziosa testimonianza del barocco siciliano. Ecco Piazza Duomo cuore pulsante del centro storico. Situata nel punto di incontro tra Via Etnea, Via Vittorio Emanuele II e Via Garibaldi, è un crocevia d'arte, cultura e socialità. Su di essa affacciano la Cattedrale di Sant'Agata e il Palazzo degli Elefanti, ovvero il palazzo municipale, mentre al centro troneggia l'elefantino simbolo della città (u Liotru in siciliano). Arrivate alle spalle della bellissima Fontana dell'Amenano, posizionata sul lato meridionale di piazza Duomo, un brusio di voci indistinte, misto all'intenso profumo di pescato fresco, ci conduce alla Peschiera di Catania, l'antico e chiassoso mercato mattutino del pesce. La Pescheria è il luogo dove la tradizione peschiera siciliana incontra la tipica atmosfera del suq arabo. Un mix di usi e colori tipici di una città che ha conosciuto il susseguirsi di dominazioni, contaminazioni e influenze di popoli provenienti da tutto il bacino mediterraneo.
Domenica 9 ottobre 
Con i suoi 3357 metri l’Etna - dai catanesi chiamato Idda, al femminile intesa come "a muntagna" - è il vulcano attivo terrestre più alto d'Europa. Con la preparatissima guida Angela, dell'associazione Panorama Sicilia, abbiamo organizzato un bellissimo trekking per raggiungere i crateri sommitali, i coni di cenere, le colate di lava e la depressione della valle del Bove, uscendo dai sentieri più turistici, ma essendo un vulcano attivo non è stato possibile avvicinarsi al cratere principale. E sul ritorno dalla bella escursione vulcanica, passiamo prima da Milo fermandoci nella piazza principale all'ingresso del paese, uno splendido belvedere sulla costa ionica e sui comuni dell'entroterra che diradano fino al mare, dove è stata posta nell'agosto 2022 una scultura in bronzo, a grandezza naturale, raffigurante Franco Battiato e Lucio Dalla abituali frequentatori di questo piccolo centro. E mentre si presentano le prime ombre della sera si va a raggiungere Zafferana Etnea dove si festeggia l'Ottobrata Zafferanese, l’evento gastronomico più importante del Sud Italia, alla scoperta delle eccellenze della Sicilia, palcoscenico privilegiato dei piatti tipici della tradizione e delle primizie locali: miele, funghi, castagne, uva, mele. Lunedì 10 ottobre - proseguiamo il nostro viaggio nella Sicilia Sud-Orientale facendo tappa a Siracusa. Grazie alla sua posizione, con un porto naturale e l’accesso alle rotte commerciali nel Mediterraneo, Siracusa impose il suo dominio sulle altre città della Sicilia per più di cinquecento anni. Questo passato importante si riflette sui suoi monumenti, che vanno dall’epoca greca a quella romana fino a quella medievale, rinascimentale e barocca.
Cuore pulsante della città è l’isola di Ortigia, il Duomo, alcuni resti di epoca ellenistica e il Castello Maniace sulla punta. Il tutto circondato dal mare e piccole spiagge. Peccato che il meteo sia inclemente quindi ritorniamo sui nostri passi prima del previsto andando a raggiungere i borghi marinari della lava. A meno di un quarto d’ora dal centro di Catania si raggiunge la riviera dei ciclopi. Le rocce basaltiche porose color nero intenso frutto della lava dell’Etna, emergono dal mare e rendono questo uno degli scorci più iconici di tutta la Sicilia. I gabbiani utilizzano questi “isolotti di lava” come punto d’appoggio, rendendo la passeggiata sul lungo mare qualcosa di unico. I borghi che si sono sviluppati lungo le coste erano principalmente villaggi di pescatori, ma il turismo ha dato loro il giusto risalto. La prima tappa è Aci Castello: il grande castello normanno a strapiombo sul mare è il simbolo della città. Sorge su un promontorio di roccia lavica a picco sul mare blu cobalto ed inaccessibile tranne che attraverso una scalinata in muratura. Il ponte levatoio in legno che oggi non esiste più occupava parte della scalinata d'ingresso. Al centro della fortezza si trova il «donjon», la torre quadrangolare fulcro del maniero.
Rimangono poche strutture superstiti: l'accesso che conserva i resti dell'impianto del ponte levatoio, il cortile dove si trova un piccolo orto botanico, diversi ambienti, fra cui quelli dove è accolto il museo e una cappella (secondo alcuni bizantina) ed un'ampia terrazza panoramica sul golfo antistante. La seconda tappa è il borgo di Aci Trezza: qui è possibile visitare uno storico cantiere navale e ammirare le piccole barche dei pescatori. Cuore della Riviera dei Ciclopi, è il luogo dove secondo la tradizione è ambientato il IX canto dell'Odissea nel quale Ulisse si scontra con Polifemo accecandolo dopo averlo fatto ubriacare. Così facendo riesce a fuggire dalla grotta dove era stato intrappolato con i suoi compagni. Il Ciclope, cieco e infuriato, scaglia contro le navi dei greci in frettolosa fuga degli enormi massi che secondo la tradizione divennero le Isole dei Ciclopi. Martedì 11 ottobre Oggi si riparte ma non prima di raggiungere la Collegiata S. Maria dell’Elemosina, a lato della celebre via Etnea, costruita sull'antico tempio pagano di Proserpina. Rasa al suolo dal terribile terremoto del 1693, la sua ricostruzione la rese uno degli esempi di spicco del tardo barocco catanese. Tappa irrinunciabile è una delle piazze centrali di Catania: Piazza Università dove ha sede il rettorato dell’Università.
 All'interno è presente un cortile a forma di chiostro mentre nell'aula magna, affrescata da Giovan Battista Piparo, spicca alle spalle del podio accademico un arazzo con lo stemma degli Aragona.
Nella piazza circostante è possibile ammirare quattro candelabri artistici in bronzo, realizzati dagli scultori catanesi Mimì Maria Lazzaro e Domenico Tudisco nel 1957, rappresentanti quattro antiche leggende locali: Gammazita, il Paladino Uzeda, i fratelli Pii e Colapesce
. Infine si raggiunge nuovamente il 
mercato catanese di piazza Carlo Alberto fermandoci in via Pacini, ovviamente invasa dalle bancarelle, e più precisamente al Bar Termin dove si va ad apprezzare splendide grigliate di pesce cucinate al momento mentre il grido di battaglia dei contorni è soprattutto uno: melanzane e peperoni in ogni forma e ricetta, fritte, ripiene, arrostite! Ad onor di cronaca uno dei vanti del territorio è anche rappresentato dalla grande e variegata coltivazione di vitigni da cui vengono prodotti vini di qualità come il Nerello Mascalese, la Malvasia, il Carricante e il Nero d’Avola. Chiudiamo il nostro giro a Catania, prima di tornare in aeroporto, visitando Villa Bellini in onore del famoso compositore catanese, giardino costruito nel Settecento. Sul lato occidentale della villa è possibile passeggiare lungo il viale degli "Uomini illustri" tra i busti dei personaggi più famosi della storia catanese e italiana.

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