domenica 12 giugno 2022

La straordinaria Strada delle 52 gallerie del Pasubio - sabato 11 giugno

Per raccontare la Strada delle 52 gallerie bisogna percorrerla. Si legge in un vecchio manualetto del Touring Club "Itinerario di straordinario interesse storico e ambientale, che non ha eguali per la sua arditezza: di tratta di una autentica meraviglia dell'ingegneria militare e dell'umano lavoro, su idea del capitano Leopoldo Motti e progetto del tenente Giuseppe Zappa (era ingegnere ma meccanico) della 33° compagnia muratori del 5° genio". La Strada delle 52 gallerie è una mulattiera militare costruita durante la Grande Guerra sul massiccio del Pasubio, a cavallo tra Veneto e Trentino, e si snoda fra Bocchetta Campiglia (mt 1216) e le porte del Pasubio (mt 1934) attraversando il versante meridionale del monte. La sua realizzazione fu di grande importanza strategica, in quanto permetteva la comunicazione e il passaggio dei rifornimenti dalle retrovie italiane alla zona sommitale del Pasubio, importante scacchiere per le sorti del fronte trentino, ovviando ad un'altra strada già esistente (la Strada degli Scarubbi) ma pericolosamente esposta al tiro austriaco. I lavori a colpi di esplosivo e di braccia umane iniziarono nel rigidissimo inverno del 1917 e la sua realizzazione durò meno di un anno. Si arriva a Bocchetta Campiglia dal sottostante Passo Xomo (mt 1058), percorrendo una stretta strada di montagna, in una splendida giornata di sole. L'entrata del percorso storico è contrassegnato da due muraglioni di cemento rosso, la scritta a caratteri cubitali invita ad entrare, d'obbligo la foto ricordo di chi ha voglia di avventurarsi nella Storia...arrancando. Sì perché la mulattiera (segnavia Cai 366) incide e trafora picchi e burroni del tormentatissimo sottogruppo dei Monti Forni Alti, si butta su precipizi e incuneate vallate conferendo al tutto sensazioni incredibili. E si superano gallerie. Tante. Durante la guerra erano illuminate, oggi necessitano di un frontalino che illumini il percorso scavato nel ventre della montagna, in modo da lasciare le mani libere soprattutto quando ci si arrampica su pendenze di oltre il 20%. Nel frattempo il nostro gruppo si è inevitabilmente sgranato. Ogni galleria è numerata e caratterizzata da una propria denominazione. Caratteristica è la 19ª perché, oltre a essere la più lunga (320 metri), ha un tracciato elicoidale a quattro tornanti, all'interno di un gigantesco torrione di roccia.
La successiva, la ventesima, è scavata dentro ad una conformazione rocciosa e per superare il notevole dislivello, si avvita su sé stessa come un cavatappi, un vero prodigio di ingegneria militare paradossalmente dedicata al generale Luigi Cadorna su cui grava la responsabilità della disfatta di Caporetto. Il tratto della 43ª galleria corre sotto il passo Fontana d'Oro (mt 1875), da questo punto si continua a salire sopra il tracciato scavato nella roccia, largo un paio di metri, attrezzato di tanto in tanto con un cordino d'acciaio che precipita sul vuoto della Val Canale, dove sono "vietatissime" le vertigini  ma che regala una panorama mozzafiato. Agili gracchi alpini sorvolano leggeri le nostre teste quando usciamo dalla 47ª galleria, il punto più alto della storica strada (mt 2002), dove intravediamo il Rifugio Achille Papa (mt 1928) raggiungendolo dopo le ultime due in ripida discesa e sdrucciolevoli per l'umidità. Il tempo di uno spuntino nel rifugio, già brulicante di escursionisti, e si sale sul sentiero 120 (Sentiero Europeo E5), panoramico sulle valli Sorapache e Pruche, che raggiunge in breve tempo al cimitero italiano della Brigata Liguria. Nel 1926 venne posta l'eloquente scritta "Di qui non si passa", una frase che era diventata il motto della brigata dopo la battaglia di Monte Zovetto avvenuta nel 1916. Oggi, al posto del vecchio monumento piramidale prima esistente, trova spazio al centro del cimitero il maestoso Arco Romano eretto nel 1935. Ci troviamo nella cosiddetta "Zona Sacra" e numerose sono le testimonianze della Grande Guerra. Più in alto la Chiesetta di Santa Maria del Pasubio voluta da Monsignor Francesco Galloni, cappellano degli alpini del Battaglione "Monte Suello" con la collaborazione dei reduci del Battaglione "Monte Berico".
Negli anni '60 il Comune di Vallarsa (TN) ha donato al Comune di Schio il terreno per l'edificazione di una chiesetta in memoria dei Caduti della Grande Guerra e a pochi passi dalla stessa vi è la tomba del generale Vittorio Emanuele Rossi, Comandante del Battaglione "Monte Berico", che ha voluto essere sepolto nella zona sacra del Pasubio. Mantenendoci in salita sul tracciato 142, saliamo alla Selletta dei Due Denti (mt 2166). Qui si svolse quella che fu definita la guerra di mine. Sovrastata da giganteschi massi spostati dalle esplosioni, la selletta è interessante anche per l'enorme cratere prodotto dalla prima mina italiana del 2 ottobre 1917. Trincee e camminamenti, feritoie e grotte, crateri di bombarde e mortai appaiono ai nostri occhi. Frontalmente spicca il Dente Italiano (mt 2221), sconvolto dalla guerra di mine e, in particolare, dall'esplosione del 13 marzo 1918 che portò al crollo della parte settentrionale della cresta, fin dai primi giorni punto di forza del Regio Esercito sul Pasubio, e dietro il Dente austriaco (mt 2203), uno squadrato roccione, occupato il 20 maggio 1916 dalle truppe imperiali che si stabilirono sulla sua sommità nel pieno della Strafexpedition.
e che rimase in possesso dei reparti austroungarici fino alla fine del conflitto. Si scende seccamente per recuperare la lunga Strada degli Scarubbi, accompagnate per un tratto dalla presenza di agili marmotte. La carrabile procede per un chilometro in modo quasi pianeggiante, sopra alle guglie degli Scarubbi, poi si affrontano ben dodici tornanti in netta pendenza, evitando le scorciatoie spacca ginocchia, col paesaggio circostante che passa dalle rocce del Pasubio a rigogliosi boschi fino a raggiungere la sella di Bocchetta Campiglia.

PARTENZA: Bocchetta Campiglia (mt 1216)
SEGNAVIA: 366-E5
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 805
ALTITUDINE: mt 2002
LUNGHEZZA: km 21

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