lunedì 14 marzo 2022

Montisola e la salita al Santuario della Ceriola - domenica 13 marzo


Il barcone da Sulzano attraversa il breve tratto che separa la terraferma dalla verdeggiante Montisola, annoverata tra i Borghi più belli d'Italia. Avvicinandosi al molo ancora assopito si ha l’impressione di fare un viaggio nel tempo tra ulivi, l’acqua blu del lago, le barche attraccate, le reti tirate, testimonianza di un passato vissuto di pesca e non a caso, infatti fino agli anni Settanta è stato uno dei maggiori produttori al mondo di reti da pesca. Ma Montisola e il lago d'Iseo è anche The Floating Piers, l'incredibile installazione preparata dall'artista Christo nel 2016, che ha messi questi luoghi al centro dell'attenzione del mondo facendo camminare sulle acque lacustri migliaia di visitatori. Attracchiamo a Peschiera Maraglio, la zona più visitata dell'isola, tra barche ormeggiate, alberi in fiore e strette viette fino alla Chiesa di San Michele, da visitare per i suoi bellissimi affreschi. Dal pontile n°1 si segue la strada principale imboccando successivamente il sentiero a sinistra che sale inizialmente a gradoni attraverso rigogliose macchie boschive. Proseguendo lo sguardo viene catturato dalla splendida vista sulla sottostante Isola di San Paolo e la Rocca Martinengo. Da qui il sentiero diventa meno ripido e tra ombreggiati castagni raggiunge località Cure. A questo punto le possibilità per salire al Santuario sono due di diversa lunghezza, noi scegliamo la variante breve che, attraversato l’abitato di Cure raggiunge la piccola santella dedicata alla Madonna e, svoltando a destra, risale la mulattiera acciottolata nel bosco sino a incontrare un bell'arco che indica l'inizio della via Crucis sino all'entrata del Santuario della Madonna della Ceriola. La visuale del panorama sul lago e le montagne circostanti come il Guglielmo è eccezionale. Le origini di questo luogo sacro risalgono circa alla metà del V secolo quando San Vigilio, Vescovo di Brescia, portò la fede nella zona del Sebino sopprimendo il culto pagano. La statua lignea della Vergine in trono con in braccio il Bambino, venerata nel santuario risale al XII secolo ed è nota con il nome di Madonna della Ceriola probabilmente perché l'essenza legnosa utilizzata è il cerro. Dopo una sosta tra gli uliveti percorriamo la strada asfaltata fino a Menzino, e poi seguendo il "Sentiero didattico della Rocca" raggiungiamo il bel maniero. Rocca Martinengo si erge sopra il golfo di Sensole, tra Peschiera e Siviano su uno sperone roccioso rivolto sulla sponda bergamasca, di fronte a Tavernola, scelto dalla nobile famiglia iseana degli Oldofredi nel Quattrocento in modo da visualizzare quella zona di lago. Il castello non sorgeva nel punto più alto dell'isola, già occupato dal Santuario della Ceriola, e non si preoccupava di controllare la sponda bresciana in quanto anche questa era sotto la giurisdizione degli Oldofredi e da essa non potevano venire offese.
Dopo il 1427, con la rocca passata nelle mani dei Martinengo e il territorio bergamasco sotto il controllo della Serenissima, la funzione difensiva della struttura venne meno e fu quindi trasformata in residenza nobiliare. Così fanno supporre le cornici e le montature nelle finestre e l'ampio portale, scolpiti in pietra di Sarnico, ma in un'isola lontana dal mondo, senza terreni adiacenti e lontana anche dai loro diretti interessi già nel Seicento la Rocca risultava in decadenza denunciata come "rocchetta mezzo in rovina". Su base quadrata attorno ad un’imponente torre a pianta circolare e base scarpata, con il lato verso monte adibito a residenza opera del secolo XV. La torre cilindrica, a base troncoconica, era impiantata sulla roccia al piano dell’odierno circuito al primo livello, coperto dal cortile in un secondo tempo. Verso sud sopravvive una balaustra, forse un tempo muro consistente, che guarda verso l'isoletta di San Paolo. Questa balaustra circonda una corte pavimentata in cotto. Vi si entra da una gradinata. Qui un rivellino è unito ad un piccolo ponte in legno al portale d'ingresso. Il portale, dai grossi contorni bugnati inquadrati di lesene, vede capeggiare sulla trabeazione la scritta “ex alto”. Questo piano conserva anche tracce di un portico ed ospita locali abitabili coperti a volta. Il mastio funge da scala per i collegamenti coi piani superiori e sottostanti. Scendendo al piano terra si nota la testimonianza della presenza delle antiche scuderie, a loro volta collegate da una scala con la corte principale del castello. Oggi qui vi è la cucina con sala da pranzo. Al secondo piano le camere e, da qui alla sommità del mastio vi sono coperture a terrazzo. Oggi Rocca Martinengo è proprietà privata e visitabile solo all'esterno...ma grazie alla disponibilità del custode abbiamo potuta visitarla. In ripida discesa si raggiunge Sensole che collegato con Peschiera Maraglio da una "deliziosa e romantica strada che si snoda fra gli olivi e le palme" (Guerrini, 1932) di fronte all'isoletta di San Paolo e con la Rocca svettante sul colle di Sensole, costituisce un elemento peculiare del paesaggio di tutto il bacino inferiore del lago d'Iseo.
Lungo la strada ristorantini la cui caratteristica consiste nello stendere a seccare al sole i persici, gli agoni (impropriamente, chiamati sardine) e le alborelle sugli archi di legno pronti per i piatti più importanti del Sebino.
PARTENZA: Peschiera Maraglio mt 186
SEGNAVIA: sentiero n° 1
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 400
ALTITUDINE:  Santuario della Ceriola mt 600
LUNGHEZZA: km 12

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