Ed alla poesia della laguna è dedicata la terza sala nella quale sono esposte dodici opere di Guglielmo Ciardi. Il pittore, oltre ad immortalarle con la sua luce dai valori illuministici e cromatici variabili, dedica molte delle sue opere anche ai paesaggi della campagna trevigiana, colta senza leziosità, nella sua essenza quotidiana. Sua la magnifica Veduta della laguna veneziana (1882) - immagine della mostra - caratterizzata da una pittura densa, a tratti materica e corsiva, come si può intuire nei dettagli delle vele e nei riflessi della stesse sull'acqua. Il quadro è estremamente luminoso e i riflessi, prima aranciati poi azzurri riassumono la tessitura cromatica della scena. Nelle sale a seguire è possibile ammirare opere che hanno per tema la vita quotidiana, gli affetti e la famiglia dedicate alla "pittura del vero" come Il bagno di Giacomo Favretto, Alle Zattere (1888) di Pietro Fragiacomo e il gioioso Girotondo (1886) di Ettore Tito. Sul mondo del lavoro scorrono altre opere vivaci e ricche di dettagli come le due tele di Favretto La raccolta del riso nelle terre del basso veronese e Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato, e Lavandaie sul Garda (1888) e Raggi di sole (1892) di Ettore Tito, il cui talento si espresse nel realismo della vita popolaresca. E per chiudere questa triplice sezione di vita quotidiana alcune rappresentazioni pittoriche dedicate agli idilli amorosi, un soggetto molto amato dai pittori del secondo Ottocento: all’Idillio (1884) di Luigi Nono, si aggiungono tele come "Corteggiamento al mercato" di Alessando Milesi.La settima sala è interamente dedicata a Luigi Nono e offre un focus su una delle opere più celebri del pittore, il Refugium peccatorum. Nella scena del dipinto è raffigurata una giovane ragazza accasciata davanti alla statua della Vergine Maria, ritenuta il rifugio di tutti i peccatori. L’opera è ambientata presso la Fondamenta del Vescovado a Chioggia e Luigi Nono ne realizzò diverse versioni. Oltre alle opere del 1881 e del 1883, sono esposti studi, disegni ed altre significative opere di confronto, come Le due madri (1886). L’ottava e ultima sala della mostra è invece dedicata alle opere realizzate dai medesimi artisti tra l'ultima decade dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, tele di ampio respiro che riflettono il rinnovamento e il cambiamento di gusto indotti nella pittura veneziana dal confronto diretto con la cultura figurativa dei numerosi pittori stranieri che partecipavano alle Biennali Internazionali d'Arte. Spiccano tra gli altri Il Bucintoro (1902-1903 circa) di Guglielmo Ciardi, Piazza San Marco (1900 circa) di Pietro Fragiacomo e Biancheria al vento (1901 circa) di Ettore Tito.
(fonte: finestresull'arte.it)
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