Da questo momento nel tronco di questa famiglia si innesta così un nuovo ramo, detto degli Aldighieri di Contignaco. Gli Aldighieri proseguiranno nei loro lucrosi commerci di sale mettendosi sotto l'ala protettrice degli Sforza ai quali assicurano "fedeltà, amicizia e servitù" fino al 1537, quando Gian Matteo Aldighieri, sposato con Caterina Rossi di San Secondo, muore senza lasciare figli maschi. Si estingue così il ramo degli Aldighieri di Contignaco e la Camera Ducale di Milano passa ogni diritto sul feudo a un ramo della famiglia Pallavicino che assumerà il nome di Sforza-Pallavicino. Successivamente il castello diventa proprietà dei Terzi di Sissa che si estinsero a loro volta nel 1758, poi della Camera Ducale Farnese. Nel 1762 Filippo di Borbone lo vende ai marchesi Ponticelli di Sasso, nella persona dell'archiatra di corte Silvestro Antonio Ponticelli. In pessime condizioni di conservazione nel 1834 viene offerto, suo malgrado, al capitano Alberto Leva per poi venire acquistato, alla fine del diciannovesimo secolo, da Luigi Boschi che ne fa dono non alla sua discendenza maschile ma all'unica figlia Maria, cosa inusuale per l'epoca. La curiosità di questo castello è legato al sommo poeta Dante Alighieri. Infatti gli Aldighieri di Parma, signori del castello per più di due secoli (1315-1537) appartenevano alla stessa famiglia da cui discende Dante Alighieri. Si narra che proprio Dante, durante gli anni del suo esilio, abbia soggiornato presso il maniero, fatto di cui non esiste alcuna documentazione storica. Il legame di Dante con queste zone è corroborato dalla presenza nella Biblioteca Nazionale di Napoli, di un codice miniato della Commedia a firma di Giovanni de' Gambis, un chierico fidentino che nel 1411 vergò una delle sette migliori versioni della Commedia fra le seicento esistenti.
Attualmente il castello domina i campi e i vigneti dell'azienda vitivinicola della famiglia Romanini, discendenti di Maria Boschi e proprietari del Castello di Contignaco. Tra i loro vini sono da segnalare il Rosso del Sasso, rosso robusto dal sapore intenso, il carico ma anche leggermente amabile Rosso del Rio dei Predoni e il Bianco del Conte, spumante brut ottenuto col metodo classico. I Romanini sono impegnati anche nella produzione di latte. L'allevamento è composto esclusivamente da capi di razza Bruna Italiana e segue il rigido disciplinare del Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano che mira a mantenere costantemente alte la qualità e la genuinità del prodotto. Prima di riprendere la via del ritorno una visita alle "Antiche Bontà da Renato", a due passi dal casello di Fidenza, i migliori salumi e formaggi della zona accompagnati dai frizzanti rossi emiliani
(fonte: www.castellodicontignaco.it)
Nessun commento:
Posta un commento