mercoledì 9 ottobre 2019

La Strada del Prosecco a Valdobbiadene (5-6 ottobre)

E dove non è vino non è amore; né alcun altro diletto hanno i mortali (Euripide)
Preziosa è l'uva con i suoi acini, turgidi e zuccherini, frutto dorato di una terra dolce e sinuosa che rosseggia ai clamori dell'autunno, nettare dolcissimo di questa zona proclamata a giusta ragione Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco. Valdobbiadene è caratterizzata da una particolare conformazione geomorfologica costituita da una serie di rilievi irti e scoscesi intervallati da piccole valli parallele tra loroNei secoli l'uomo ha modellato le ripide pendenze creando in questo modo un paesaggio "a mosaico" sia nelle forme che nella composizione rimasto sostanzialmente lo stesso nonostante l'evoluzione tecnica e agraria. In questa terra meravigliosa "nasce" il proseccovino a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) prodotto unicamente sulle colline dell'alta provincia di Treviso tra i 150 ed i 350 metri di altezza mentre la lingua di terra compresa tra San Pietro di Barbozza, Santo Stefano, Follo e Saccol è la zona d'oro del Cartizze, il cui perlage delicato e armonioso al palato lo rende perfetto in ogni occasione. Occasione che diventa anche nostra in questa due giorni che riesce ad abbinare sapientemente cultura estetica e gastronomica.
E miglior sede non poteva essere scelta: l'Hotel Vecchio Municipio (Borgo Berti, 6) dalle storiche origini visto che fu inaugurato nel 1815 come sede comunale di San Pietro di Barbozza e, dopo alterne vicende, trasformato in un delizioso albergo che spazia visivamente sui sottostanti vitigni. Sabato 5 ottobre il nostro viaggio inizia a Cison di Valmarino e con la funicolare dal borgo saliamo allo splendido Castelbrando per cinque secoli assoluto dominio della famiglia Brandolini e oggi riqualificato in lussuoso albergo. La brava guida Angela accompagna i nostri passi tra le molteplici sale del castello attraverso le diverse aree museali, le mostre iconografiche e le esposizioni tematiche. Riprendiamo la Strada del Prosecco non prima della sosta pranzo al Biorka Bar, riportandoci verso Follina e la sua meravigliosa Abbazia di Santa Maria abbracciata da un cielo perfettamente azzurro. I primi documenti risalgono al 1127 ma è con l'ordine cistercense e una serie di ricche donazioni che raggiunge l'apice dello splendore nei tre secoli successivi. Nella navata di destra si erge il pregevole Crocifisso ligneo seicentesco, mentre nella navata opposta l'affresco di Francesco da Milano "Madonna con bambino e due santi". Da una porticina sulla navata destra usciamo nel bellissimo chiostro del Duecento con al centro la tradizionale fontana monolitica. Manteniamo a vista la superba visione collinare mentre ci muoviamo verso Villa Brandolini, elegante residenza settecentesca nel cuore di Solighetto. Bellissimo l'ampio loggiato, la scalinata che fa da ponte alla provinciale e il grande parco con fontana regno incontrastato di una miriade gatti, sembra siano della custode. Da qui si punta in direzione del castello di Collalto, o meglio dei suoi ruderi. Nel 1312 il conte Rambaldo VIII ottiene piena giurisdizione sulle contee di Collalto e San Salvatore legittimando così il casato dei Collalto all'autorità imperiale.
Abbazia di Santa Maria a Follina
Nel 1806 Napoleone Bonaparte abolisce l'organizzazione feudale e per il feudo inizia un declino inesorabile. Collalto durante la Grande Guerra si trova sotto il tiro incrociato delle artiglierie e del maniero rimane ben poco, i resti della torre principale, parti delle mura e la bella porta principale il tutto avvolto in un rispettoso silenzio. Anche la vicina chiesa di San Giovanni è chiusa quindi ci riportiamo sulla provinciale in direzione Villa Maria (Via San Francesco, 15) antica casa di caccia padronale e oggi importante cantina. La famiglia Panigai affonda le radici nel lontano 1080 e viene elevata al rango di Conti con i feudi nella bassa friulana nel 1250. Un ramo della famiglia nobiliare si insedia a Farra di Soligo dove si srotolano filari di viti e fruttifera il futuro prosecco, attività di vignaioli portata avanti dai suoi discendenti.
 E ora fidati del tuo palato: coccolalo il più delle volte, educalo con pazienza e perseveranza e non dimenticarti di dargli, qualche volta, anche delle botte vicine al disgusto. Diventerà la tua guida più influente, l’unica della quale potrai sempre fidarti tra mille meravigliose bollicine che spezzano armoniosamente il nettare dorato racchiuso in quel fragile cristallo tra dita accarezzanti...E mentre l'orizzonte vela di rosso la terra trevigiana la giornata si consuma nelle sale della Trattoria Alla Cima (Via Cima, 13) di San Pietro di Barbozza. Una cucina che propone una rivisitazione moderna delle ricette tipiche, ma sempre con una scelta accurata dei prodotti di eccellenza del territorio. 
Castello di Collalto
Domenica 6 ottobre , dopo il sabato "turistico" la domenica è concentrata sull'escursione dalla lunghezza di nove chilometri che da San Pietro di Barbozza porta a Santo Stefano per poi scendere a San Giovanni risalendo località Saccol attraverso vigneti, spogli sì delle uve ma nell'infinito abbraccio dei tralci. Della bella camminata sono da menzionare il passaggio dal Convento dell'Immacolata di Lourdes, la successiva irta salita boschiva all'Eremo di Sant'Alberto, antico luogo di culto e meta di pellegrinaggi e la secca discesa lungo una traccia sassosa (sentiero 1014) sino alla sottostante provinciale a due passi da Santo Stefano. Da qui attraverso le vigne della tenuta Val d'Oca e un breve asfalto si raggiunge Cà Salina (Via Santo Stefano, 2), dove abbiamo prenotato la visita enologica. Gregorio Bortolin con la sua famiglia porta avanti tra esperienza innovativa e spirito più genuino, la cultura sapiente della vite e del suo territorio.
In escursione...
E dopo la spiegazione tecnica arriva l'attesa degustazione. Intorno tanti rotondi sorrisi. Non sappiamo come ma riusciamo a continuare la camminata tra infiniti vitigni, una breve sosta alla famosa Osteria senza Oste 
di Santo Stefano, scollinando spesso mentre il cielo si trova avvolto da feroci nuvoloni. Infine si risale seccamente  Via Piander, presenti in loco tracce della Grande Guerra, sino a San Pietro di Barbozza dove ci concediamo un ultimo prosecco alla Osteria alla Terrazza soffermandoci ancora una volta sull'impareggiabile bellezza secolare di queste colline di Valdobbiadene.

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