martedì 9 ottobre 2018

I forti Hlawaty e Mollinary della Val d'Adige (sabato 6 ottobre)

Forte Hlawaty
Sotto un cielo plumbeo e mantenendo a sinistra il corso dell'Adige, si oltrepassa la Chiusa di Ceraino dove accanto all'omonimo albergo giacciono aggrovigliati da rovi e spini i resti di forte Chiusa, e attraversata la statale 12 del Brennero all'altezza della chiesa di Ceraino, una pila, una felpa e poco altre cose trovano spazio nei nostri zaini quando ci alziamo sulla carrareccia militare che porta ai due forti austriaci. Usciamo abbastanza presto dal bosco e la sottostante Val d'Adige si offre ad uno spettacolo di forte suggestione: davanti a noi forte Rivoli, sopra uno sperone roccioso del monte Cordespino spunta forte San Marco e in basso spicca tra il verde il monumento di Napoleone. Tra il 1849 ed il 1852 per proteggere la strada per il Brennero e lo sbocco della Val d’Adige gli austriaci crearono la piazza di sbarramento di Rivoli-Ceraino con quattro forti: la Chiusa Veneta ed il Hlawaty a Ceraino, il Mollinary a Monte di Sant’Ambrogio ed il Wohlgemuth a Rivoli. 
Tre forti vennero collocati in destra Adige: il Mollinary, situato a 410 metri sulle pendici sud-occidentali del Monte Pastello, era raggiunto da una ardita strada militare che partendo da Ceraino si innalzava con una serie di 16 tornanti, toccando il forte Hlawaty a quota 236 metri, e proseguiva per l’abitato di Monte mentre il forte della Chiusa Veneta venne costruito in basso a 115 metri a sbarramento della strada del Brennero in riva all'Adige. Il forte di Rivoli, posto in sinistra Adige, fu invece edificato sul Monte Castello a 227 metri d’altezza. Le quattro fortificazioni erano molto vicine tra loro: circa 860 metri in linea d’aria tra il forte di Rivoli e quello di Ceraino, circa 940 metri tra il forte di Ceraino e quello di Monte e circa 500 metri tra quello di Monte e la Chiusa Veneta. Questa vicinanza permetteva l’incrocio dei tiri di artiglieria tra forte e forte con il risultato di una migliore difesa dello sbocco della vallata. Il forte Hlawaty costruito sempre tra il 1850 ed il 1851 su di un piccolo ripiano del Monte Pastello era a dominio dell’ansa dell’Adige e dei traghetti, e possiede una pianta irregolare per adattarla alle asperità rocciose del luogo. 
Fu intitolato al luogotenente feldmaresciallo Johann von Hlawaty come riconoscimento per la sua attività di architetto militare. Il forte è dotato di una recinzione esterna che racchiude a nord le cannoniere in casamatta protette da uno strato di terra battuta spesso oltre due metri, mentre a sud si trova il ridotto a forma di parallelepipedo. All’interno vi sono grandi cisterne per l’acqua piovana raccolta con un sistema ingegnoso di canalizzazioni. Pregevoli e ben studiati sono alcuni particolari architettonici, in conci di pietra di rosso ammonitico, che ne fanno un'opera dalle suggestioni artistiche mentre le varie stanze sono collegate da corridoi e scale di interessante manifattura. Merita una citazione anche la strada militare d'accesso all'opera tuttora in ottime condizioni. Questa strada è stata intagliata nella roccia viva e solidi muri di sostegno sono presenti nei tornanti e nelle numerose piazzole. L'ingresso era garantito da un ponte levatoio. Dopo il 1866 e il passaggio all'Italia il forte ha perso la sua funzionalità difensiva per essere adibito a deposito di munizioni e ora versa in uno stato di totale desolazione lasciato alla mercè della vegetazione. 
Forte Mollinary
Munite di torcia ci siamo avventurate all’interno del forte prestando molta attenzione a dove si camminava. Questo forte è stato anche utilizzato come luogo di incontro per i seguaci di alcune sette sataniche. Usciamo da forte Hlawaty riprendendo la salita sulla strada militare e in poco meno di un'ora si raggiunge forte Mollinary in gran parte crollato. Si può visitare anche l’interno con la massima accortezza alla struttura pericolante ed ai fori nei pavimenti. Forte Mollinary venne costruito tra il 1849 ed il 1852 e poteva contenere ventiquattro bocche da fuoco. Venne edificato su di un ripiano ad ovest del paese di Monte di Sant’Ambrogio e intitolato al generale austriaco Anton von Mollinary. L'edificazione del forte è stata caratterizzata da un'esecuzione particolarmente accurata, in pietra di rosso ammonitico locale, che ha messo in evidenza particolari di pregevole impronta artistica.
"Interno" del forte
La sua pianta era irregolare: mentre il lato ad est (contro monte) era protetto da un fossato intagliato nella viva roccia con un ponte levatoio che dava accesso al forte attraverso un bel portale bugnato, il lato ad ovest (verso valle) presentava il ridotto con le cannoniere in casamatta su due piani. Inoltre al centro vi era un ampio piazzale superiore che poteva accogliere alcuni pezzi di artiglieria allo scoperto ma protetti da un parapetto in pietra.
 Diversi locali erano poi destinati alla guarnigione che arrivava ad un centinaio di uomini. Dopo il 1866, con l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, il forte passò nelle mani del Regio Esercito che lo considerò strategicamente valido tanto da ammodernarlo nel 1884 invertendo il tiro d'artiglieria da nord a sud. Dismesso a seguito di una esplosione che lo ha fortemente mutilato ora versa nel più completo abbandono.


PARTENZA: Ceraino (mt 115)
SEGNAVIA: sentiero 240
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 300
ALTITUDINE: mt 410
LUNGHEZZA: km 9

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