mercoledì 6 giugno 2018

Due giorni sull'Appennino bolognese: le cascate del Dardagna (sabato 2 giugno)

Chi pensa che questa sia una zona priva di bellezza e attrattiva solo perché lontana dai poli turistici più famosi ebbene si sbaglia di grosso considerando la ricchezza di spunti che questo lembo di territorio offre sia dal punto paesaggistico, culturale e gastronomico. L'Appennino bolognese merita di essere guardato, scrutato e soprattutto raccontato e per farlo non bastano due giorni ma noi ci proviamo lo stesso. Si abbandona la grande arteria autostradale risalendo dolcemente i fianchi appenninici per entrare nel Parco Regionale del Corno alle Scale, il tempo di posare le valigie in un alberghetto di Vidiciatico (BO) e siamo già con zainetti e bastoncini in direzione del Santuario della Madonna dell'Acero (mt 1191). Si va alla scoperta delle Cascate del Dardagna. ahimè senza poter proseguire per il bellissimo lago Scaffaiolo vista l'ora tarda di partenza. Dalle conche del Cavone nasce il torrente Dardagna, in realtà due rami distinti, quello principale che scende dal Corno alle Scale e quello secondario dal Monte Spigolino, per poi precipitare per oltre 200 metri con una serie di spettacolari cascate. Il nostro giro parte dalla stradina sbarrata che si inoltra nel bosco a fianco del Santuario.
Dopo aver superato un agevole falsopiano il sentiero descrive un'ampia curva e oltre l'imbocco di un ponticello ci troviamo alla base del salto inferiore (mt 1170) con la prima delle sette cascate generate dalle balconate arenacee del Monte Cervarola. Ogni scatto fotografico è un omaggio alla potenza della natura mentre ci si arrampica sul sentiero 331 che fiancheggia il tumultuoso Dardagna, utilizzando tornanti scalinati che risalgono il bosco e così poter ammirare l'intero sviluppo delle cascate sino all'ultimo meraviglioso salto, quello superiore, con i suoi trenta metri di dislivello. Da questo punto il tracciato si biforca e noi proseguiamo su quello di sinistra, il sentiero 337, che sale verso il rifugio Cavone posto a 1422 metri di quota circondate da faggi maestosi, veri patriarchi vegetali. Mentre il pomeriggio dirada dolcemente dietro le montagne, usciamo dalla radura direttamente sulla provinciale 71, davanti a noi il Cavone e il suo grazioso laghetto, un invaso artificiale alimentato dalle acque del rio Piano. Non c'è molta gente al rifugio, per noi solo una breve pausa prima di recuperare la comoda forestale che ci riporta al punto di partenza. Il cinquecentesco Santuario della Madonna dell'Acero è una delle massime espressioni della religiosità montana bolognese e sorge su un precedente tempietto costruito per proteggere l'antico acero della leggenda (oggi sotto l'altare maggiore).
Non è un edificio imponente e lo troviamo in fase di parziale recupero architettonico. All'interno sono esposti i "Brunori", ovvero statue lignee a grandezza naturale donati come ex voto da Brunetto Brunori, uno dei comandanti delle forze fiorentine di Francesco Ferrucci, scampato miracolosamente alla morte nella battaglia di Gavinana del 3 agosto 1530 nonostante fosse stato trapassato da una lancia. Il ritorno a Vidiciatico è allietato dalla gastronomia locale ma è la notte, ancora frizzante e sincera, che ben si amalgama con le bollicine di un ottimo prosecco.
(continua...)

PARTENZA: Santuario Madonna dell'Acero (mt 1191)
SEGNAVIA: 331-333-337
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 230
ALTITUDINE: mt 1422
LUNGHEZZA: km 8

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