mercoledì 6 giugno 2018

Due giorni sull'Appennino bolognese: la Rocchetta Mattei (domenica 3 giugno)

(...segue)
Rocchetta Mattei
La mattinata è già  calda quando scendiamo verso Grizzana Morandi, e precisamente in località Riola di Vergato, alla scoperta di un castello fiabesco (a proposito bisogna prenotare la visita, obbligatoria, con notevole anticipo) perché Rocchetta Mattei è una meravigliosa follia architettonica incastonata nel bellissimo paesaggio appenninico. Dimora del conte Cesare Mattei letterato, politico e soprattutto medico autodidatta fondatore della cosiddetta elettromeopatia ovvero basata sull'abbinamento di granuli medicati e liquidi detti "fluidi elettrici" (citiamo testualmente) in antitesi con la medicina classica colpevole di non aver saputo curare adeguatamente la madre, una medicina alternativa che riscosse dalla metà dell'Ottocento una incredibile popolarità anche tra i potenti dell'epoca. La produzione dei suoi medicamenti naturali, che prendevano spunto dalle teorie omeopatiche di Samuel Hahnemann, continuarono oltre la sua morte avvenuta nel 1896, poi anche sul conte Mattei e la sua Rocchetta cadde una pesante coltre di oblio e presto furono dimenticati e i suoi metodi di studio rimasero un mistero, fino al recentissimo recupero.
"Salendo la gradinata scoperta, l'occhio liberamente si posa fra le rocce, vedendo sorgere torri e muraglie con archi e finestre squisitamente decorate a stile, a reticolati, a poliedri ove predominano le tinte bianche e nere. Animali fantastici qua e là guardano dalle mure merlate. Dappertutto un'aria di mistero che colpisce e ricorda quei soggiorni incantati che la poesia orientale faceva edificare dalle fate" così scriveva un visitatore della Rocchetta nel 1882. Sopra una rocca medievale emergono cupole a cipolla dorate, minareti, torri e torrette quadrate e cilindriche. L'ingresso di indubbio sapore moresco con una larga scala, conduce al vestibolo dell'edificio. Un ippogrifo è a guardia dell'entrata mentre due gnomi, a guisa di cariatidi, sostengono lo stipite di una porta che introduce al cortile. La nostra giovane guida ci prende per mano immergendosi nella storia di questo complesso architettonico mentre entriamo in un magnifico loggiato orientaleggiante chiamato Loggia Carolina. Da qui una scaletta della torre conduce attraverso un ponte levatoio ad una stanzetta piccola che fu la camera del conte ma che ora è in fase di restauro. Quasi di fronte si trova la Scala delle visioni dove una fantasia allegorica nella volta rappresenta la nuova scienza che vince sulla vecchia medicina.
La scala conduce alla Sala inglese sul torrione principale. La guida non lesina aneddoti mentre ammiriamo le eclettiche camere di questo incredibile castello. Dopo aver attraversato un breve tratto di roccia scoperta, rupe e balcone nello stesso tempo, ci si ritrova nel Cortile dei Leoni di fatto la riproduzione in miniatura del cortile dell'Alhambra, la famosa fortezza di Granada. A lato di questo cortile si entra nella chiesa del castello che con i suoi giochi di arcate in marmo bianco e nero fanno ritornare alla mente le moschee meravigliose dell'Andalusia ma richiamano anche gli estri bizzarri di Escher. Qui all'interno di un'arca in maiolica riposa Cesare Mattei. Ripassando dal cortile dei Leoni si entra nel Salone della pace e successivamente nella Sala della musica, imitazione della cattedrale di Cordova. Niente sembra ciò che è a Rocchetta Mattei: quello che appare costruito in laterizio è in legno, quello che sembra legno è in cartapesta, i mosaici sono invece dipinti, in una girandola di elementi apparentemente in aperta contraddizione ma che andavano a rispecchiare l'animo complesso del conte. Da qui ripercorriamo la scala che riconduce al cortile. Lasciamo alle nostre spalle questa visionaria antica rocca rimanendo sulla cresta appenninica per una parte del viaggio di ritorno tra mille punti panoramici ed echi di storia come il duecentesco Santuario di Montovolo (mt 962) prima di farci inghiottire dall'affollata rete autostradale.

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