giovedì 27 aprile 2017

La verdissima Valle Isarco (22-23 aprile)

La Valle Isarco, una terra verdissima dove s'innalzano montagne stupefacenti, dove la cucina è inconfondibile, dove l'arte si esprime in realtà quasi insospettabili, silente nei suoi luoghi di preghiera quanto maestosa nei suoi castelli, sovrani arroccati sui costoni dolomitici in un contesto naturale unico al mondo. "Da qui, messere, si domina la valle: ciò che si vede, è. Ma se l'imago è scarna al vostro occhio, scendiamo a rimirarla da più in basso". Rubiamo versi illustri all'Ariosto per descrivere il paesaggio che si gode dal Gasthof Kircher Sepp di Barbiano (BZ), base del nostro fantastico sabato 22 aprile. Le indicazioni di Renate, titolare della locanda, ci portano di buon mattino sulla "Wasserfallweg" o Sentiero delle Cascate e seguendo inizialmente un tracciato prativo per poi attraversare ripidamente il bosco, si raggiunge prima la cascata intermedia e poi, con passo robusto, anche la cascata superiore a quota 1170 metri. La cascata, alimentata dal Rio Gondo, cade fragorosa davanti a noi con un salto di 85 metri nella sua incomparabile bellezza. A questo punto una parte del gruppo decide di proseguire seguendo il sentiero numero 6 in direzione "Tre Chiese". Questo borgo è composto da una serie di edifici centenari e da tre cappelle gotiche costruite una accanto all'altra. Il sole declina dolcemente abbracciando il lontananza il Renon, è ora di tornare sui nostri passi. La serata si trascorre al Gasthof Traube, situato nel cuore di Barbiano a due passi dal curioso campanile della chiesa di San Giacobbe: alto 37 metri e con la sua punta inclinata di ben 1,57 metri rispetto alla base è, a detta della gente del luogo, più inclinato della torre di Pisa. Il locale è in linea con le tradizioni sudtirolesi, parlata tedescofona, personale cortese e piatti abbondanti, e non mancano sulla tavola le deliziose grappe della casa. E' già domenica 23 aprile. Lo sguardo del primo mattino si perde sulla sottostante vallata.
Una forte colazione offre da spunto a chiacchiere e risate. Il programma ci porta alla visita prenotata a Castel Trostburg, dominio dei conti Wolkenstein per quasi sei secoli. Il castello è situato sullo sperone roccioso di una collina sopra Ponte Gardena e risale al XII secolo, in precedenza solo baluardo difensivo nel corso dei secoli si è trasformato in una dimora gentilizia. Recuperato dal Sudtiroler Burgeninstitut (Associazione dei Castelli dell'Alto Adige) dopo un periodo di inevitabile decadenza è stato restituito alla sua antica bellezza. Ecco la stube gotica con la maestosa volta in legno, la ricca biblioteca, la pittoresca cappella, le varie stanze alcune con affreschi quattrocenteschi riscoperti dopo un accurato restauro e la cantina con il torchio e le enormi botti di quercia. L'ultima stanza del castello da spazio ad oltre 80 modelli in scala dei castelli altoatesini. Il viaggio attraverso i secoli è terminato, ci appropriamo dei nostri mezzi spostandoci verso Chiusa, centro medievale. Vigneti e castagneti ci accompagnano lungo il viaggio. Attraversata dal fiume Isarco, Chiusa "borgo tra i più belli d'Italia", è sovrastata dall'imponente monastero di Sabiona. Culla spirituale dell'intero Tirolo, il monastero costituisce uno dei più antichi monumenti cristiani dell'arco alpino.
Per raggiungerlo dal centro di Chiusa, oltrepassiamo il Muhlgasse (vicolo del Mulino), affrontiamo una scala in pietra sino al Castello di Branzollo o Torre del Capitano, posto anticamente a difesa del monastero, scale che lasciano poi il posto ad una strada lastricata in pietra che sale ripida sino alla sommità della rupe, la Chiesa del Santissimo Crocifisso, a 729 metri di altezza con duecento metri secchi di dislivello. Dalle solidi cinte murarie lo sguardo si perde sulla valle dell'Isarco e sulle vicine Dolomiti illuminate da uno splendido sole. Al ritorno inevitabile la fermata alla Gassl Brau, una birreria famosa per le sue birre artigianali, e al cui interno si può osservare il processo produttivo della birra nelle megabotti di rame: spettacolari!!

mercoledì 19 aprile 2017

Pasquetta con The Sisters Events alla Baia delle Sirene (17 aprile)

La costiera sfila quasi serpentina e superata Garda culmina a nord con Punta San Vigilio, uno spuntone di roccia che si tuffa nelle acque del lago per poi riemergere con il famoso "Scoglio della Stella", delimitando naturalmente la meravigliosa Baia delle Sirene, di proprietà dei conti Guarienti. Molte sono le leggende legate a questa parte del Garda, sicuramente la più suggestiva racconta di Vigilio, nipote del dio dei boschi, che un giorno vide una bellissima ninfa di nome Stella e se ne innamorò perdutamente. Lei però lo rifiutò deridendolo e per questo suo gesto fu trasformata in una pietra, appunto lo Scoglio della Stella.
Al di là della leggenda questo tratto costiero è davvero incantevole. All'interno del parco le passeggiate sono accompagnate dal sonoro ondeggio del lago, percorrendo il Viale dei Cipressi si raggiunge la bellissima villa cinquecentesca, opera del Sanmicheli, con i suoi giardini all'italiana.
Proseguendo per la stradina ciottolosa si intravede uno scorcio di un'antica limonaia con la statua di Venere, la Locanda San Vigilio, uno degli alberghi più antichi d'Italia e il Bar Taverna affacciato sul porticciolo da cui si gode uno splendido panorama del basso Garda. Noi siamo arrivate di buon'ora, l'aria del mattino è frizzante e il lago è di un blu intenso. A piccole frotte si avvicendano gruppetti con borse, sedioline e plaids pronte a spiaggiarsi alla Baia delle Sirene dove oggi si svolge la festa, la Grande Festa, organizzata dalle Sisters Events e dove è attesa una grande partecipazione grazie ad una Pasquetta finalmente assolata. Nel programma definito con Orietta l'organizzatrice, il gruppo marmotte ha inserito anche una breve sgambata, quindi zaino in spalle e via lungo il percorso Cai 41 partendo da località Castei (Percorso del Pellegrino) per poi piegare sul ripido "sentiero delle incisioni rupestri", risalenti al primo millennio A.C. e di grandissimo valore storico,
tra punti panoramici e...spunti di vario chiacchiericcio. Qualche buon chilometro e un piccolo dislivello rassodano muscoli e cervello ma le "sirene" della festa giù in basso reclamano la nostra presenza. Sicuramente la spiaggia si sarà animata. E infatti è proprio così. Centinaia di donne hanno allegramente preso possesso della baia e nell'aria aleggia profumo di grigliata. Talvolta il sole gioca a nascondino tra strati nebulosi, ma questo non sembra allertare nessuno. E tra quattro calci al pallone, tante parole all'ombra di ulivi secolari, qualche aperitivo e la musica per nulla assordante della dj Fena il pomeriggio si stempera verso il crepuscolo, concluso con una buona pizzata in compagnia. Un plauso a tutto lo staff delle Sisters Events!


domenica 9 aprile 2017

Cena e premiazione del concorso fotografico "I colori e I sapori della montagna" (sabato 8 aprile)

Mariaelena Pompili, buon sesto posto per la brava trentina
"Generalmente i fotografi  sono ossessionati dalla necessità di eliminare dall'inquadratura tutto ciò che ricorda l'esistenza dell'uomo. La presenza di un cavo elettrico, di un cavo telefonico o di una costruzione è considerata alla stregua di un abominio inguardabile, senza considerare che persino un elemento tecnologico può rivelarsi compositivamente utile. Chi fotografa le Alpi sa bene che anche in territori selvaggi la presenza umana (antica di migliaia di anni) è sempre avvertibile, pur se discreta. Nel sentiero, nei muretti a secco, nel bosco stesso e nel pascolo non c'è nulla di naturale: fino al limite dei ghiacciai perenni il paesaggio alpino appare letteralmente forgiato dall'uomo che ovunque diffonde i segni della sua vita e del suo lavoro. Ricordiamo che la cultura dell'uomo è anche fatta di usanze, costumi, cucina e vini: conoscere un territorio vuol dire saper approfondire questi aspetti che possono apparire marginali ma che rappresentano elementi fondanti del vivere civile e dell'appartenenza ad una comunità. Conoscere un territorio vuol dire viverlo, annusarlo, assaggiarlo, interiorizzarne lo spirito (il genius loci di cui parlavano i latini) con una disposizione ben diversa da quella che muove il fotografo-turista da cartoline saluti da in vendita dal tabaccaio. La conoscenza del territorio, il saper entrare in contatto con la sua anima costituiscono presupposti irrinunciabili per chi voglia raccontare per immagini e non soltanto fotografare" (Michele Vacchiano, Nadirmagazine 2011).
Judith Prossliner,  terza nella graduatoria finale
L'introduzione descrive benissimo lo spirito del nostro concorso fotografico con tema "I colori e i sapori della montagna", punto di vista consapevolmente recepito dai partecipanti che hanno mostrato fantasia, sensibilità e improvvisazione, attori principali nella ricerca della percezione e creazione dell'immagine. Spirito colto anche nella divertentissima serata di premiazione, organizzata sabato 8 aprile nella saletta del ristorante "L'angolo nascosto" ai Novagli di Montichiari (BS). Al termine della kermesse è risultata vincitrice Elvira Canarino con la foto "Sguardi di montagna", Rossella Romagnoli è la seconda classificata, terza Judith Prossliner e via via tutti gli altri...
La 2° classificata Rossella Romagnoli