lunedì 6 giugno 2016

L'imponente Rocca d'Anfo in Val Sabbia (domenica 5 giugno)

Dovevamo andare per monti trentini ma il sabato burrascoso ci costringe a più miti propositi. Apriamo una mappa e osservando con attenzione la zona del lago di Idro, uno splendido specchio d'acqua incastonato tra le montagne bresciane della Val Sabbia, decidiamo immediatamente: si va alla Rocca d'Anfo. Per visitarla dobbiamo prenotare, infatti la Comunità Montana Val Sabbia che ha in cura il ripristino dell'imponente struttura, organizza gruppi di partecipanti con ausilio di una guida - nel nostro caso un preparatissimo Davide - che conduce, tra note tecniche e storiche, alla scoperta di uno dei monumenti più significativi del territorio bresciano. L'intero percorso si snoda per poco più di 5 chilometri, con un dislivello di oltre 300 metri e con seicento "bellissimi" scalini da affrontare per raggiungere la Rocca. Nonostante un cielo pericolosamente plumbeo ci agganciamo ad una trentina di persone in attesa e sin dalla partenza il nostro cicerone snocciola una serie di informazioni mentre il tracciato prende a salire rapidamente dalla riva del lago sulla dorsale del Monte Censo.
La costruzione della fortezza di Anfo fu voluta nel 1450 dalla Repubblica di Venezia, che governò il territorio bresciano della Val Sabbia dal 1426 al 1797, e messa a guardia del confine col vicino Principato Vescovile di Trento. I lavori durarono fino al 1490 e secondo alcuni ricercatori il nuovo complesso difensivo fu edificato su una precedente fortezza di origine longobarda. Con l'avvento dell'era napoleonica, le mutate tecniche belliche imposero una completa revisione di tutta la struttura fortificata e dopo il trattato di Lunéville sottoscritta da Francia e Austria il 9 febbraio 1801, il generale Francois De Chasseloup-Laubat, su ordine diretto di Napoleone Bonaparte, consolidò la difesa della Rocca d'Anfo in modo da garantire un controllo più efficace della strada che univa Trento alla città di Brescia. Il Primo Console di Francia si era reso conto dell'importanza strategica dell'antica fortezza ma la Rocca mostrava i segni decadenti di tante guerre sostenute. 
Gli ingegneri militari napoleonici abbandonarono le strutture venete dando il via ad un grandioso progetto di ampliamento che aveva come fulcro il costone roccioso leggermente posto più a nord. I lavori ebbero inizio nel 1802 e in soli 10 anni furono portati a termine. La spesa sostenuta dai militari francesi di 2,5 milioni di franchi dell'epoca testimoniano lo sforzo di fare della Rocca d'Anfo una delle più grandiose e possenti fortezze d'Europa. La successiva caduta dell'impero napoleonico impedì il completamento dell'opera nella sua parte inferiore. Le integrazioni delle strutture, fino all'assetto definitivo attuale, vennero effettuate prima dagli Austriaci e poi portate a termine dal Regno d'Italia dal 1860 al 1914. La prima guerra mondiale con i suoi combattimenti sul fronte dell'Adamello e della Valle di Ledro tolse alla Rocca quel ruolo strategico che aveva avuto sino ad allora, tanto che il complesso fu adibito a polveriera per l'esercito che combatteva più a nord. Tra incendi e frane la Rocca sembrava destinata ad un completo abbandono sino al parziale recupero grazie all'impegno della Comunità Montana Val Sabbia e del Gruppo Sentieri Attrezzati Idro 95, che ha curato la manutenzione delle mulattiere e delle strade. Lo sviluppo in altezza della fortezza apre panorami notevoli sul piccolo bacino lacustre alimentato dal fiume Chiese, chiuso a nord da Ponte Caffaro. Interessante anche il museo della guerra all'interno della caserma, con cimeli di valore storico e militare e assolutamente suggestivo il cuore della fortezza nelle sue impervie e buie scalinate illuminate solo dalle nostre torce. E mettiamoci pure il sole che ha finalmente cacciato via i nuvoloni neri ritagliandosi un pezzo di azzurro. 


PARTENZA: Anfo (mt 300)
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 350
ALTITUDINE: mt 651
LUNGHEZZA: km 5

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