sabato 16 gennaio 2016

Grandi Donne: ROSITA FORBES, da Kabul a Samarcanda

Spulciando antiche impronte di viaggi lontani e di intrepide avventuriere, donne di quel primo tumultuoso Novecento che infischiandosene di convenzioni ed etichette sociali, presero la via dell'avventura. Rintracciare le loro memorie di viaggio spesso è un'impresa titanica ma si trova anche l'occasione di sbattere il muso in qualche buon libro che ne traccia le gesta riportando alla luce profili di donne eccezionali. Donne come Rosita Forbes. Il pretesto è una selezione degli scritti di viaggio 1919-1937 raccolti in un libro da Margaret Bald e che ha gettato una luce nuova su questa instancabile viaggiatrice. Nata come Joan Rosita Tor il 16 gennaio 1890 e cresciuta in una famiglia della piccola nobiltà terriera del Lincolnshire, in Inghilterra, Rosita cresce con la grande voglia di avventura ispirata anche dai racconti della nonna scozzese-spagnola che aveva attraversato le Ande a cavallo. E la prima occasione di viaggiare fuori dai confini europei avviene con il matrimonio nel 1911 con un ufficiale dell'esercito scozzese, il colonnello Ronald Forbes, e con lui si reca in India, Australia e Sud Africa.
Ma quando il marito viene richiamato a Londra, preferisce dare in pegno il suo anello di nozze e parte in solitaria tra gli Zulu. Durante la Prima Guerra mondiale, dopo aver divorziato, si offre come autista di ambulanza in Francia ma appena terminato il conflitto Rosita intraprende un viaggio che in tredici mesi, in compagnia di un'altra viaggiatrice, attraversa una trentina di paesi del sud-est asiatico descritti poi nel suo primo libro "Unconducted Wanderers", libro che passò praticamente inosservato nonostante le critiche lusinghiere del Times. "Il viaggio perfetto non è mai finito, l'obiettivo è sempre sulla sponda opposta del fiume, oltre la montagna successiva. C'è sempre un'altra pista da seguire, un altro miraggio da esplorare". Tornata a Parigi nel 1918, lavora come giornalista e da un editore viene spedita a scrivere alcuni pezzi sulla colonizzazione francese del Nord Africa. Nel 1921 si risposa con il colonnello Arthur McGrath, al quale rimane legata per 40 anni. Nelle cronache dell'epoca Rosita fece scalpore per il suo abito da sposa nero accompagnato da un bastone da passeggio. Ma il suo viaggio più famoso avvenne durante l'inverno del 1920-1921 quando in compagnia dell'esploratore egiziano Ahmed Hassanein Bey decide di attraversare il deserto libico per raggiungere la mitica città di Kufra, vietatissima agli occidentali. Dopo sei mesi di preparazione si unisce ad una carovana per raggiungere questa oasi dispersa nell'immenso Sahara. Kufra era sulla via commerciale dei sanusi, una tribù beduina che aveva occupato la città espellendo gli antichi abitanti. Per tutti gli stranieri trovarsi in città poteva significare morte certa e Rosita viaggiò travestita da donna araba nelle vesti di una circassa di nome Sitt Khadija. Il viaggio non fu affatto semplice, lei e la sua guida furono derubati, poi presi prigionieri dai beduini e travolti da tempeste di sabbia ma ebbe un clamore incredibile attirando le antipatie di un'altra grande viaggiatrice, Gertrude Bell, che considerava la Forbes solo una ragazzina molto abile a farsi pubblicità.
Rosita raggiunge comunque l'obiettivo divenendo la prima donna non musulmana ad entrare nella città di Kufra e riuscendo a documentare fotograficamente la città e i suoi abitanti, il tutto raccontato nel libro "Il segreto del Sahara: Kufara" che la rende famosa, un diario di viaggio in cui il senso del pericolo e dell'avventura trasuda in ognuna delle sue pagine. Ma Kufra è solo l'inizio per lei. Nel 1924 si reca in Marocco e fa la conoscenza del sultano berbero El Raisuni, autore di innumerevoli rapimenti di cittadini occidentali, una figura che la Forbes renderà celebre nell'impalpabile tratteggio biografico "El Raisuni, il sultano delle montagne" e che ispirerà, in maniera decisamente romanzata, il film di John Milius "Il vento e il leone" (1975) con Sean Connery e Candice Bergen. L'anno successivo si sposta verso l'Abissinia immortalando il viaggio nel documentario "Dal mar Rosso al Nilo azzurro" di cui rimangono oggi purtroppo solo 6 minuti girati. Tra il '25 e il '30 si dedica alla scrittura e al giornalismo per 
il Daily Telegraph e due delle sue novelle "africane"  sono portate sul grande schermo: "Fighting for Love" nel 1927 e "Lo sceicco bianco" girato nel 1928. Negli anni 1929-1930 riprende a viaggiare percorrendo la Siria, Palestina, Iraq e Giordania e poi nel cuore dell'Asia sino alle estreme frontiere russe a cui segue un tour con il marito in Sud America, quasi quarantamila chilometri di cui metà percorsi su un piccolo aeroplano guidato dalla stessa Forbes! Nel 1935 attraversa l'Afghanistan, paese inaccessibile agli stranieri e ispiratore del libro "La strada proibita: da Kabul a Samarcanda". Rosita Forbes voleva arrivare a Samarcanda! Ci sono voluti sei anni per ottenere i permessi governativi per poter superare la frontiera russa. Rosita atterra in India, percorre il Gange in barca sino a Varanasi e raggiunge Peshawar, che allora era colonia delle Indie Britanniche. Affitta un'automobile con autista e caricata di materiale cinematografico, attraversa il Khyber Pass raggiungendo Jalalabad e Kabul.
Visita i Buddha giganti di Bamiyan, poi attraverso il Mazar Pass arriva a Mazar-I-Sharif considerata la Mecca dell'Asia Centrale. Con la ferrovia oltrepassa il confine russo per poi arrivare finalmente a Samarcanda. Nel 1940 pubblica "These Men I Knew" interviste ai leader del tempo, Hitler, Goebbels, Stalin e Benito Mussolini fra i tanti altri. E' in questo periodo che decide di stabilirsi col marito ad Eleuthera, un'isola quasi disabitata nelle Bahamas. 
Quando nel 1944 pubblica la sua biografia "Gypsy in the sun" è ormai un'autrice consacrata. E' singolare che in tutta la sua carriera di scrittrice abbia cercato di sfatare la visione distorta degli arabi agli occhi occidentali e che, paradossalmente, dai tratteggi dei suoi romanzi rifletteva gli stessi stereotipi che tentava di sfatare. Ha intervistato gli uomini potenti dell'epoca e scritto romanzi, memorie di viaggio, novelle e articoli per le più importanti testate giornalistiche sino alla fine degli anni Cinquanta. La Forbes, che nelle sue apparizioni pubbliche si vestiva in modo impeccabile, divenne agli occhi del pubblico "l'esploratrice che viaggiava con il rossetto" quanto di più lontano dalla sua realtà di viaggiatrice. La grande scrittrice scompare il 30 giugno 1967. Di Rosita Forbes rimangono i suoi ricordi di viaggio dove sapeva coniugare con superbo stile di scrittura, gli aspetti sociali dei paesi visitati e un innato senso dell'umorismo, al di fuori di tutte le convinzioni e che ne fanno ancora oggi una figura attualissima.

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