Nelle belle sale di Palazzo Zabarella, appuntamento con l'universo creativo di Vittorio Corcos fra i maggiori protagonisti della pittura tra Otto e Novecento. Oltre cento i dipinti che ripercorrono cronologicamente le vicende artistiche del pittore livornese, ritrattista eccezionale che ripropose volti e mode della Belle Epoque. Del resto la fama di Corcos era già notevole alla fine dell'Ottocento, rappresentante del cosidetto gruppo degli Italiens de Paris con De Nittis e Boldini. Riportando le parole di Ugo Ojetti, scrittore e critico d'arte "Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d'essere, non come sono". In effetti è questa sua visione pittorica che colpisce immediatamente: pennellate morbide ed insieme attente nell'esaltazione dei dettagli. C'è coda all'ingresso. Nella prima sala l'unico autoritratto di Corcos, proveniente dagli Uffizi, e della bella moglie Emma che ben lo introdusse negli ambienti letterari e culturali che contavano e, a far da contralto, le grandi personalità a tutto tondo del poeta Giosuè Carducci e il volto dell'eroe antico Giuseppe Garibaldi. E poi in successione itinerante le delicate vedute dell'amata Castiglioncello ma anche gli scorci di Parigi, i suoi capolavori en plein air. Le morbidezze dei toni autunnali del bellissimo "Le istitutrici ai Campi Elisi" (1892) nella terza tappa della mostra, ferma gesti di quotidiana realtà descritti con stupefacente realismo.
come la definì Gabriele D'Annunzio.Lo sguardo lontano quasi distaccato, il corpo sinuoso avvolto da un elegante vestito tratteggiato magnificamente, cattura l'attenzione dei presenti. "Una pittura chiara, dolce,liscia,ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io" affermava Vittorio Corcos.
Poi la luce, le trasparenze e i caldi bagliori nell'affettuoso quadro "La Coccolì", protagonista curiosa la nipotina del pittore ritratta sulle sponde marine della Toscana dove l'artista fa ritorno negli anni della maturità, conclude l'esposizione. Che dire? Pura emozione visiva...
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