martedì 14 ottobre 2014

Le meravigliose cascate del Saent (domenica 12 ottobre)

Non sembra vero ma la nostra domenica ottobrina si apre con un timido sole! Per nulla condizionate dagli umori di un meteo quanto mai improbabile, si decide di andare a scoprire le cascate del Saent in uno degli angoli più suggestivi del Trentino, nel cuore stesso del Parco Nazionale dello Stelvio. Da Trento si inforca la statale 42 della Val di Sole e Val di Non, il regno delle mele tanto per intenderci. All'altezza di Malè seguiamo l'indicazione per la bellissima Val di Rabbi e raggiungendo successivamente il parcheggio in località Coler (mt 1380). Lo zaino è pronto, infiliamo gli scarponcini e attacchiamo il largo sentiero sterrato che costeggia il torrente Rabbies. L'impetuoso corso d'acqua porta i segni dei continui rovesci temporaleschi trascinando con sé radici informe e fusti di alberi sradicati dalla furia dell'acqua. Ora il terreno sale seccamente. Poi il respiro del bosco, il silenzio quasi magico rotto dai nostri passi e in lontananza il sentore della cascata. Percorriamo un sentiero curatissimo, ripidi scalini tagliano il fiato e il Rabbies diventa una massa vorticosa d'acqua. Lungo il tracciato s'incontrano piccole balconate intese come punti di osservazione dove ammirare la spettacolare cascata bassa del Saent. Zampilli d'acqua librano in aria per poi infrangersi sulle nude rocce. Dai che si sale. Più in alto il grande salto superiore della cascata, centinaia di metri cubi d'acqua che precipitano davanti a noi, poi il percorso scosceso raggiunge il Doss dela Cros quasi a quota 1800 metri. Una pausa mentre intorno il bosco esplode dei colori dell'autunno. Oltre la selva dei rossi, dei gialli, degli arancioni si apre la suggestiva Prà del Saent, regno delle marmotte, dominata dalla Scalinata dei Larici monumentali, una vera scalinata di ben 700 gradini al cospetto di ventitré giganti verdi ultracentenari e tutti con un nome che li identifica e ne traccia la storia. In fondo le Cascate Alte del Saent. La baita ai piedi della scalinata è aperta, inebriante l'odore del legno, addirittura un locale si accende automaticamente al nostro passaggio grazie a una serie di piccoli pannelli fotovoltaici. Vorremmo continuare verso il rifugio Dorigoni ma le ore luce cominciano a ridursi, recuperiamo il sentiero 106 mentre il cielo s'incupisce regalandoci qualche goccia d'acqua. Si raggiunge la Malga Stablasolo e più in basso il parcheggio...

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