sabato 11 ottobre 2025

I primi tre giorni in Tuscia - (3-5 ottobre)

Il toponimo Tuscia indicava il territorio abitato da quelli che i Romani chiamavano Tusci (gli Etruschi), un territorio assai vasto che comprendeva la Toscana, l'Umbria occidentale e il Lazio settentrionale dove storia e arte si uniscono perfettamente ad una natura composta da boschi, laghi vulcanici e vallate rapite dalle bellezze di antiche chiese, residenze nobiliari, palazzi eleganti e dai misteriosi siti archeologici.
Venerdì 3 ottobre - Ha inizio il nostro viaggio nel suo cuore più intimo, l'Umbria da sempre incontro di culture differenti, custode accorta delle tracce del suo passato: l’Umbria santa, l’Umbria guerriera, l’Umbria verde che ben descrivono questa terra. E mentre si profila Assisi arroccata sulle pendici del monte Subasio nell'omonima frazione, si staglia maestosa la Basilica di Santa Maria degli Angeli uno dei luoghi più sacri del francescanesimo. Costruita tra il 1569 e il 1679 per proteggere la Porziuncola, la piccola chiesetta dove san Francesco trovò rifugio e fondò il suo ordine, questa basilica è un trionfo rinascimentale arricchito da secoli di storia e devozione. Assisi si presenta come un borgo fortificato che domina la valle umbra e dove si respira un’atmosfera mistica e suggestiva. Nel 1182 vi nacque San Francesco d'Assisi, uomo di Dio ed emblema della città ed alla sua figura si associa quella di Santa Chiara d'Assisi, sua allieva spirituale, fondatrice dell'ordine delle Clarisse.
La Basilica Superiore di Assisi. In un’epoca di sovraccarico informativo si recupera la dimensione della meraviglia rapite dal ciclo di affreschi di Giotto, del Cimabue, di Simone Martini e di Pietro Lorenzetti fra i più influenti artisti del Trecento italiano. Raggiungiamo Piazza del Comune. Quando nel 1786 Johann Wolfgang von Goethe arriva ad Assisi per il suo viaggio in Italia, resta incantato davanti alle colonne del Tempio della Minerva, il primo monumento dell‘antichità che avesse mai visto integro! Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il principale luogo ecclesiastico di Assisi non è la Basilica di San Francesco ma il Duomo di San Rufino (XII secolo). La chiesa è la più antica di Assisi e si ritiene sorga nello spazio dove c’era l’antico Foro Romano e nello stesso luogo in cui esisteva un tempio dedicato alla Bona Mater (o Cerere dea delle messi). All’altro estremo della città la duecentesca chiesa di Santa Chiara. In alto troneggia la Rocca Maggiore. Da più di 800 anni il bastione domina la città di San Francesco e la campagna circostante. Un ultimo sguardo alla terra umbra prima di raggiungere Pitigliano in terra maremmana.
La prima cena: Il tagliere maremmano a San Quirico (GR)
Sabato 4 ottobre - Raggiungiamo Viterbo, capoluogo della Tuscia, che conserva un centro storico medievale ricchissimo di valenze storiche, artistiche e architettoniche, difficilmente riassumibili in poche righe.
Una sorpresa ci aspetta subito osservando dall'alto la Valle di Faul, polmone verde del centro storico disteso tra il colle del Duomo e l’area di parcheggio del Sacrario. In una sorta di museo a cielo aperto, è stata collocata un’opera ciclopica dello scultore americano Seward Johnson intitolata Risveglio. Si tratta di un figura gigantesca che sembra emergere dal sottosuolo. Si raggiunge il cuore antico di Viterbo salendo in piazza San Lorenzo sui cui si affacciano il Duomo e il Palazzo dei Papi, sede papale fra il 1257 al 1281. Una visita è doverosa alla chiesa di Santa Maria Nuova, prestigioso esempio di romanico, sede della parrocchia più antica della città risalente al 1217, non distante dal Quartiere medioevale di San Pellegrino, il vero gioiello della città. Lasciamo Viterbo non prima di aver visitato fuori dalle mura storiche, la settecentesca Chiesa della Santissima Trinità un gioiello "nascosto" (si vede benissimo ma è poco conosciuta) con un grandioso chiostro affrescato. Il piccolo borgo di Bagnaia si trova a circa cinque chilometri da Viterbo e deve la sua fama per la splendida Villa Lante con i suoi giardini all’italiana del XVI secolo e il parco monumentale. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di San Giovanni Battista mentre sul lato sud della stessa la Chiesa di Sant’Antonio.
Dalla parte opposta spicca la caratteristica torre circolare con l’orologio alla cui base si trova un arco sormontato dallo stemma del cardinale Ridolfi. Davanti all’arco la Fontana del Pisciarello circondata da alberi. Procedendo verso Caprarola raggiungiamo Palazzo Farnese uno dei più affascinanti esempi di dimora rinascimentale di tutta Europa. Il cardinale Alessandro Farnese il Giovane nel 1555 affida all’architetto Jacopo Birozzi detto il Vignola l'esecuzione di un palazzo al posto della fortezza originaria, avviando una serie di lavori per adattare l’assetto urbano di Caprarola alle esigenze architettoniche del Palazzo. Fu così che vennero abbattuti alcuni edifici per realizzare una nuova grande strada in asse con il palazzo, la via Diritta, oggi via Filippo Nicolai. Palazzo Farnese si compone di cinque piani a forma pentagonale e un cortile interno circolare. Il Vignola fu anche autore degli affreschi della sontuosa Scala Regia elicoidale poggiante su trenta colonne doriche. Gli ambienti vennero decorati con affreschi di soggetto mitologico e con episodi storici della famiglia Farnese. Una delle stanze più rappresentative è la Sala dei Fasti di Ercole decorata magistralmente dai Fratelli Zuccari con la raffigurazione della creazione mitologica del lago di Vico.
Dai piani più alti del palazzo si gode una vista spettacolare sul Monte Soratte, il Terminillo e i Monti Sabatini.
La seconda cena: Agriturismo Podere del Lepre a San Quirico (GR)
Domenica 5 ottobre - Pitigliano è uno splendido borgo della Maremma scavato nel tufo in verticale sullo strapiombo delimitato da valli verdissime solcate dai fiumi Lente, Meleta e Prochio. Passiamo sotto l’arco delle mura e già ci si ritrova in una deliziosa piazzetta con vista sui tetti di quel colore caldo toscano che accomuna i borghi antichi di questa terra. Sulla nostra sinistra ecco l'acquedotto Mediceo grandiosa opera idraulica costruito tra il 1636 e il 1639 fortemente voluto dalla famiglia Medici per l’approvvigionamento idrico alla cittadella, e nel prosieguo della visita si passa davanti a Palazzo Orsini, imponente costruzione di origine aldobrandesca (XII secolo) fatto ristrutturare dagli Orsini a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento. Si è ammagliate dalla magia di Pitigliano passeggiando tra gli antichi vicoli e il famoso ghetto ebraico. Lo splendido borgo è infatti passato alla storia come la Piccola Gerusalemme per la numerosa e attivissima comunità ebraica che dal XV secolo vi si stabilì. Pregevole la duecentesca Chiesa di San Rocco.
Il centro storico di Sovana si sviluppa nel corso del Medioevo nelle vicinanze della preesistente necropoli etrusca, sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi, che edificarono un castello intorno all'anno mille. Il periodo di massimo splendore è legato alla figura di Ildebrando di Sovana divenuto Papa Gregorio VII e considerato uno dei papi più importanti della storia, dal 1073 al 1085. La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di investitura lo condusse a uno scontro che lo vide contrapposto al futuro imperatore Enrico IV di Franconia, lotta che sfociò con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest'ultimo a rispondere scomunicandolo. Emblematica la cosiddetta "umiliazione di Canossa" di Enrico IV nel 1077, in cui il re si sottomise e fu liberato dalla scomunica, è considerata il culmine del conflitto con il papato. Piazza del Pretorio rappresenta il fulcro di Sovana, contornata dai più importanti edifici medievali del borgo. Il duecentesco Palazzo Pretorio, che conserva sulla facciata gli stemmi gentilizi dei capitani di giustizia che si avvicendarono alla guida della città. Il Palazzo dell'Archivio risalente alla fine del XII secolo. Nel 1588 fu aggiunto l'orologio e successivamente il campanile. La Chiesa di San Mamiliano, ora sconsacratala e sede di un museo archeologico, è la più antica del borgo e durante recenti restauri al suo interno sono stati rinvenuti importantissimi reperti, numerose tombe e perfino un tesoro di 498 solidi d'oro coniati sotto l'imperatore romano Antemio, tra il 457 e il 474.
La Concattedrale dei Santi Pietro e Paolo (VIII-IX secolo) è un imponente esempio romanico-gotico in Toscana, celebre per le sue peculiarità architettoniche, come il portale scolpito, i capitelli figurati, una cripta e il particolare orientamento astronomico: ogni 21 giugno, il primo raggio del sole attraversa la monofora absidale e si proietta sulla parete opposta dando vita ad uno spettacolo di rara bellezza. Dalla sommità di una rupe di tufo posta al vertice dell'abitato, svettano i possenti ruderi della Rocca Aldobrandesca. Oggi restano in piedi una torre e un tratto di mura. La zona circostante è ricca di stupende tombe etrusche. La necropoli di Sovana si trova ad appena un chilometro dal piccolo borgo medievale in direzione San Martino sul Fiora. La parte più imponente della necropoli etrusca si trova sulle colline a nord del torrente Calesine dove si possono raggiungere, attraverso percorsi immersi nella fitta vegetazione, le straordinarie architetture funerarie rupestri: le tombe monumentali a fronte colonnata come la tomba Pola e la tomba Ildebranda. Oltre ai monumenti sepolcrali la necropoli è caratterizzata da numerose vie cave tra le più grandiose e suggestive della zona come il Cavone, la via cava di Poggio Prisca e la via cava di San Sebastiano. Il pomeriggio va ora declinando e il mare non è poi così lontano. Allora andiamo a raggiungere Albinia, una tranquilla località balneare della Toscana, situata sulla costa tirrenica della Maremma. Al tramonto il cielo si infiamma e il silenzio è rotto solo dal fruscio delle onde. In alto una meravigliosa luna piena ci osserva compiaciuta.
La terza cena: Ristorante Da Renato ad Albinia (GR)
(...continua)

Gli ultimi tre giorni in Tuscia - (6-8 ottobre)

Lunedì 6 ottobre - Civita di Bagnoregio si erge su una piccola collina di tufo a dominio della Valle dei Calanchi. Lo scrittore Bonaventura Tecchi l'aveva denominata la Città che muore e questo è in effetti vero. Civita subisce una irrefrenabile erosione che vede lo sperone tufaceo progressivamente assottigliarsi dall'azione dilagante dei fenomeni atmosferici in maniera lenta ed inesorabile. Un lungo ponte in cemento collega il borgo isolato alla vicina terraferma, case antiche che abbracciano la piazza, balconi naturali sospesi nel vuoto panoramico dei Calanchi, case antiche che abbracciano la piazza e la  Chiesa di San Donato a far bella mostra di sé, piccolo scrigno di tesori come un affresco della scuola del Pinturicchio e un crocifisso ligneo quattrocentesco della scuola di Donatello. Il borgo quasi totalmente disabitato, negli ultimi anni è tornato a vivere con un importante flusso turistico e questo ha permesso la nascita di botteghe artigiane, il recupero e la valorizzazione delle tradizioni culturali ed enogastronomiche, lo sviluppo di una rete ricettiva ben integrata nel borgo e nel territorio. Sulla piazza si affaccia anche Palazzo Alemanni, edificio rinascimentale ora sede del Museo Geologico e delle Frane. C’era una volta il Paese delle Fiabe a Sant’Angelo di Roccalvecce. E ancora c’è!
E' il dicembre 2016 quando Gianluca Chiovelli, originario di questa frazione viterbese, decide di fondare l’associazione culturale ACAS per realizzare un audace progetto, ovvero trasformare il borgo in uno sfavillante palcoscenico dove far rivivere i personaggi della nostra infanzia. Grazie alla collaborazione di un team di street artist tutto al femminile, in testa Tina Loiodice splendida firma del primo murales del borgo, "Alice nel paese delle meraviglie", inaugurato il 27 novembre 2017 tanto che le lancette dell’orologio sono state appositamente disegnate sull’11 e sul 27 per ricordare questa data! E poi tra le tante artiste, la milanese SteReal (Cenerentola), le bolzanine Isabella Modanese e Cecilia Tacconi (Hansel e Gretel), la bresciana Vera Bugatti (Cappuccetto Rosso), la romana Manuela Merlo (La volpe e l'uva), una dopo l’altra si alternano nel borgo pronte a trasformare facciate anonime negli oltre 50 murales (sino ad oggi) capaci di cogliere la vera essenza della fiaba, riuscendo a coinvolgere anche gli abitanti di Sant’Angelo che, con i loro volti si inseriscono tra le trame delle colorate rappresentazioni. Un recupero che porta bellezza tra i vicoli di un borgo che rischiava tristemente lo spopolamento ma che si è trasformato in una delle mete turistiche più apprezzate. Dal piazzale del borgo colorato, proprio di fronte a noi, svetta non lontana Roccalvecce sulla sua collinetta affacciata su un territorio completamente intatto di boschi e coltivi che prosegue indisturbato sino ai Cimini. 
E la raggiungiamo. Roccalvecce è un piccolo borgo medievale di viuzze silenziose, nessuna attività commerciale, angoli panoramici dove troneggia il Castello Costaguti, citato già nel 1199 come Rocca del Veccio da cui il toponimo del paeseAlla base del centro abitato si estende il parco secolare, incluso nelle proprietà del castello, chiamato La Vignaccia. Oltre al castello su Piazza Umberto I si affaccia anche la seicentesca chiesa di San Paolo Apostolo. E mentre il pomeriggio va scemando raggiungiamo il Lago di Vico, bacino di origine vulcanica completamente circondato dal Monti Cimini. Le boscose sponde del lago, le acque e le colline che lo circondano hanno un grande valore naturalistico. Le coste del lago abitate fin dal neolitico, si presentano a tratti molto selvagge mentre in altri punti, la presenza di piccole spiagge permette l’accesso alle acque del lago. Riserva Naturale dal 1982, offre angoli di natura praticamente intatta. Gli insediamenti umani sono pochissimi e si concentrano principalmente in località Punta del Lago.
La quarta cena: Locanda del Pozzo Antico a Pitigliano (GR)
Martedì 7 ottobre - Suggestiva cittadina, Tuscania sorge su sette promontori di roccia tufacea, tra il Fiume Marta e il Torrente Capecchio, che domina sin dai tempi antichi la grande via di comunicazione che dal Mar Tirreno giungeva fino al Lago di Bolsena.
Importante soprattutto per le due splendide basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore, autentici capolavori dell’architettura romanica e per l'antico borgo perfettamente conservato in cui si respira un’atmosfera medievale di rara suggestione. La Chiesa di San Pietro si erge imponente sull’omonimo colle perfettamente collocata tra il Palazzo dei Canonici e tre torri (le uniche rimaste del sistema difensivo). La facciata presenta un portale centrale, due porte laterali e un grande rosone cosmatesco. L’interno è suddiviso in tre navate. Purtroppo, la gran parte delle opere pittoriche che arricchivano la chiesa sono andate perdute nel tempo. Solo nella parte sommitale del presbiterio rimane qualcosa del ciclo di affreschi riferiti alla vita di San Pietro. Molto interessante è la cripta, risalente al XII secolo, con eleganti volte a crociera. Altra bellissima testimonianza romanica è la Chiesa di Santa Maria Maggiore alle pendici del Colle di San Pietro. Da non perdere l’affaccio dal belvedere della Torre di Lavello che offre uno dei panorami più suggestivi del Lazio. Meritevoli di attenzione anche le mura di Tuscania che cingono interamente il nucleo medievale e giungono nei pressi delle rovine della primordiale cerchia etrusca situate vicino alle chiese principali. Disseminate un pò ovunque nel territorio comunale le necropoli etrusche. Ci spostiamo più a sud per raggiungere Tarquinia. Cuore del centro è il duecentesco Duomo, mentre la Chiesa di Santa Maria in Castello domina con la sua imponenza la vallata del fiume Marta sino al Mar Tirreno.
Dal lato opposto della città, lungo via San Giacomo si susseguono la particolare Chiesa della Santissima Annunziata del tredicesimo secolo, la piccola chiesa del Salvatore (XII secolo), con facciata lineare ed un unico portale sormontato da un arco, per poi raggiungere la Chiesa di San Giacomo (XIII secolo) caratterizzata dalla sua cupola bassa e di forma emisferica che rimanda allo stile bizantino e arabo, edificata sull'estremità della rupe che domina la valle del fiume Marta. In giornate particolarmente limpide si riesce a scorgere il Monte Argentario e le isole dell’arcipelago toscano. Sconsacrata e ora proprietà comunale, ospita spesso attività culturali. Al limite nord occidentale dell'agro di Tarquinia svetta la Torre Cialdi. Bella e imponente, è l'occhio vigile che controlla la vallata e lo sperone di castello sottostante. Ritornando sui nostri passi si raggiunge la Chiesa di San Martino risalente al XI-XII secolo, dedicata al santo cavaliere di Tours, nell’omonima piazza su cui si affacciano anche alcuni edifici medioevali e due eleganti torri gentilizie. Nel centro storico è possibile osservare i resti di quello che un tempo fu il Palazzo dei Priori e infine una menzione particolare lo merita il quattrocentesco Palazzo Vitelleschi attualmente sede del Museo Archeologico Nazionale. Risalendo verso Manciano andiamo a visitare una delle destinazioni della Toscana più amate: le Terme di Saturnia
A fianco degli stabilimenti termali c'è quella che forse è la sua cartolina più rappresentativa: le Cascate del Mulino, Completamente gratuita e aperta al pubblico 24 ore al giorno tutti i giorni dell’anno, è composta da una serie di cascatelle che hanno formato nei secoli numerose piscine calcaree, generate dal torrente termale Gorello, anche se nei periodi di alta stagione tendono ad essere molto affollate. 
La quinta e ultima cena: Osteria Passaparola Nell'Antico Frantoio a Montemerano (GR)
Mercoledì 8 ottobre - E' giorno di partenza e a malincuore ci portiamo sulla via del ritorno non prima di ripassare da Pitigliano per riempire l'automezzo di vino, olio toscano, salumi di cinghiale ed altre prelibatezze gastronomiche mentre dalle buste spuntano fasci enormi di cicoria appena acquistati, pianta erbacea che è stata praticamente il leitmotiv dei contorni di tutte le nostre cene! Entriamo in Umbria , tempi e distanze non consentono la visita a Todi e Guardo Tadino ma riusciamo comunque a fermarci a Gubbio. La città romana, di cui restano numerosi ed importanti reperti, si estendeva nella parte pianeggiante alle pendici del Monte Ingino. Nell’area archeologica della Guastuglia, fuori dalle mura medievali, si trovano i resti del Teatro Romano risalente al II-I secolo a.C.
Raggiungiamo Piazza Quaranta Martiri, in origine sede del mercato, dove si affaccia la duecentesca Chiesa di San Francesco che vestì il santo dopo l'abbandono della casa paterna. Lateralmente l’Ospedale Santa Maria della Misericordia, un lungo stabile con porticato eretto nel 1326 e sormontato dalle Logge dei Tiratori, così chiamata perché in passato veniva utilizzata per “tirare” i panni ossia per asciugare la lana tesa. Dalla parte bassa si sale a piazza Grande, un’imponente terrazza pensile dove si affacciano i due edifici più importanti della città: il palazzo del Podestà e il gotico ed imponente palazzo dei Consoli. Realizzato tra il 1332 e il 1338, ora è sede del Museo Civico e della Pinacoteca Comunale, che ospita le celebri Tavole Eugubine (III e I secolo a.C.). Nell’esile ed elegante torre campanaria si trova la grande campana, detta “Campanone”, che risale al 1769 e pesa oltre 20 quintali. Percorrendo via dei Consoli, si raggiunge il trecentesco Palazzo “del Bargello” e di fronte si trova l’omonima Fontana che viene detta anche “fontana dei matti”. Nella parte alta della città sorgono il Duomo di Gubbio, dedicato a San Mariano e San Giacomo  e l’elegante Palazzo Ducale voluto da Federico da Montefeltro intorno al 1476 come residenza per la famiglia sull’illustre esempio di quello urbinate. Che bell'Italia!