lunedì 28 luglio 2025

Il Parco delle Fucine di Casto - domenica 27 luglio

Il Parco delle Fucine di Casto si raggiunge sulla strada che da Casto porta ad Alone, nel cuore della Valle Sabbia - una splendida valle immersa nei boschi in un contesto storico ambientale notevole - un'area naturale sorprendente scavata da ruscelli e cascate con rocce a strapiombo, impegnative ferrate, pareti per arrampicate, percorsi da trekking, itinerari per mountain bike, ponti tibetani e una incredibile forra prodotta dall’erosione della roccia. Spettacolare il transito nella Stretta di Luina, un incantevole canyon naturale il cui percorso lungo 400 metri s'incunea tra due pareti rocciose a pelo d’acqua. Non mancano i punti di ristoro dalla Càa dele Strèe, sita all'entrata del parco, al Rifugio Paradiso gestito dagli Alpini e aperto la domenica e nei giorni festivi. I diversi livelli di difficoltà e le innumerevoli attrazioni fanno di questo meraviglioso parco una vera miniera del passatempo e della pratica sportiva, il tutto avvalorato da un percorso storico che permette di osservare ciò che rimane di un vecchio sito industriale abbandonato del 1930: tra i resti ben conservati ci sono sei fucine, un forno fusorio, un mulino e una calchera. Del resto la lavorazione del ferro nei centri valsabbini scorre parallelamente alla storia della vallataBagolino, Lavenone, Vestone, Casto e Navono possedevano alti forni sulle impetuose rive dei fiumi e dei torrenti. Gli alti forni servivano per colare il ferro della vena che veniva importata dalle miniere di Bovegno e di Collio in Val Trompia. Lungo il tracciato boschivo sono presenti anche i poiat, cataste di legna che venivano trasformate in carbone e le vecchie calchére per la produzione della calce. 
Dei due percorsi escursionistici noi abbiamo scelto quello Blu, il più semplice mentre quello arancione si dipana per nove chilometri fino ad arrivare ai Piani di Alone e al vecchio mulino del paese. Il percorso blu è un anello di circa quattro chilometri con un dislivello di 170 metri, che si percorre in circa tre ore con calma, soste e tante fotografie. Lungo il cammino selvatico attraversiamo ponticelli, passaggi tra rocce, si costeggiano cascate e pozze d’acqua limpida e si incontrano anche installazioni didattiche che raccontano la storia metallurgica di questa valle. Arriviamo anche ad una immensa panchina gigante in legno da cui si osserva uno splendido panorama. Seguendo i segnavia blu progrediamo in salita andando a raggiungere il punto più alto del parco (mt 615) poi il sentiero si amplia, lasciamo il bosco alle nostre spalle e sulla facile discesa la valle inizia visivamente ad aprirsi mentre compare il Rifugio Paradiso. Qui la sosta è d'obbligo quando appare la polenta sormontata da formaggio di malga. Riprendiamo il cammino attraversando l'alveo torrentizio, poi l'ambiente intorno a noi inizia a cambiare, le pareti diventano strette e minacciose, si prosegue all'interno di una grotta detta Galaria de Ragasina per poi passare sotto la cascata Pisot gonfia d'acqua. La vallata si fa via via più stretta e i fianchi rocciosi appaiono alti e incombenti in uno scenario quasi fiabesco. I ponticelli lasciano il passo al sentiero che ora scende sovrastante ai laghetti del parco. Sopra le nostre teste volteggiano a ottanta metri di altezza i coraggiosi sulla zip line (più tardi proveremo anche noi questa scarica di pura adrenalina) e i ponti sospesi 
di corda regalano fortissime emozioni, nel frattempo abbiamo raggiunto la 
Càa dele Strèe, punto di partenza della nostra escursione.

PARTENZA: Càa dele Strèe (mt 445)
SEGNAVIA: percorso blu
DIFFICOLTA': T
DISLIVELLO: mt 170
ALTITUDINE: mt 615
LUNGHEZZA: km 4



domenica 20 luglio 2025

Alla Grande Festa d'Estate ottimo buffet, splendida musica, bellissime risate e tante fantastiche marmotte! Un ringraziamento particolare a Sonia e Hicham bravissimi padroni di casa e ora nuove marmotte!! - sabato 19 luglio

domenica 13 luglio 2025

In canoa tra il Mincio e il Garda - sabato 12 luglio

Un giro in canoa sulle acque del Mincio ci porta alla scoperta degli angoli più suggestivi di Peschiera del Garda. Un momento di libertà e armonia dove la bellezza del paesaggio si unisce al piacere di pagaiare in compagnia, abbracciate da un lago stupendo, lungo i canali fluviali, tra le antiche mura fortificate. Situata strategicamente lungo la ciclabile del Mincio, l‘Associazione Remiera Peschiera è un punto fondamentale nel mondo delle canoe, del resto le loro attrezzature sono di alta qualità e vengono regolarmente controllate per garantire la massima sicurezza. Finalmente siamo in acqua! La canoa scivola silenziosa sul fiume mentre oltrepassiamo il magnifico ponte ferroviario. La strada ferrata Ferdinandea, progettata per unire Venezia a Milano, fu una delle opere più importanti del Lombardo-Veneto sotto il dominio asburgico, in quel periodo di metà Ottocento che vedeva nascere e crescere il trasporto ferroviario come precursore di un nuovo e inarrestabile progresso.
Inaugurato il 12 aprile 1854 il ponte, in origine a cinque arcate, aveva anche una funzione di diga/sbarramento per regolare le portate del Mincio, infatti era l’unico modo per gestire la risalita della piena del fiume Po garantendo la sicurezza idraulica della città di Mantova e delle Valli del Mincio, fino al Lago di Garda. Il ponte, distrutto novant'anni dopo dai bombardamenti alleati, venne ricostruito in cemento armato a sette arcate così come lo vediamo oggi. Lasciato il ponte alle spalle entriamo nel canale del Bastione Cantarane (il più meridionale della fortificazione). 
Non immaginiamoci il tipico castello medievale arroccato su una collina: la fortezza di Peschiera del Garda è un edificio militare di forma pentagonale e al suo interno è racchiuso il caratteristico centro storico. Già in epoca romana Peschiera, chiamata Arilica, è una località fortificata, a testimonianza i due torrioni romani sul fiume Mincio, ma la sua urbanistica cambia radicalmente in epoca medievale quando per costruire le fortificazioni difensive viene deviato il corso del Mincio, creando tre diversi rami di uscita dal lago che si incontrano a sud del centro storico.
Il risultato di questi interventi fu una fortezza inespugnabile che fece di Peschiera un luogo strategico sotto la Serenissima e successivamente, una delle quattro roccaforti del Quadrilatero (oltre a quelle di Mantova, Legnago e Verona comprese fra il Mincio, il Po e l'Adige) del poderoso sistema militare organizzato dall’Impero asburgico atte a difendere i propri domini nel Regno Lombardo-Veneto. Superato il cinquecentesco Ponte dei Voltoni ci troviamo in compagnia di alcune anatre che seguono le nostre scie.
 La pagaia entra leggera nell'acqua mentre raggiungiamo il Ponte di Viale Cordigero dove il brulicare dei turisti si placa nell'ora canonica dell'aperitivo. Ampie pagaiate ci spingono sulle tranquille acque lacustri, appena mosse dal passaggio dei natanti a motore, ma non ci spingiamo troppo verso il largo e remata dopo remata riprendiamo il periplo della fortezza che regala scatti fotografici emozionanti. Eccoci a Porta Verona, che avendo la sede stradale più bassa ci costringe ad abbassare la testa per superarla.
Mantenendo a destra il Bastione San Marco, compare la sagoma dello storico ristorante La Barcaccia, costruito sopra una piattaforma galleggiante sulle placide acque del Mincio e più avanti la piccolissima Isola dei Terrai, risultato dei "grandi lavori" idraulici che hanno modificato completamente sia l’assetto idraulico che il territorio di Peschiera. Fino a
qualche decennio fa era ancora presente il traliccio per il passaggio dell’energia elettrica, di cui rimangono le basi nel quadrato in cemento che funge da zona "barbecue" ed oggi, dopo un attento recupero, è diventata una piccola oasi di tranquillità. Messe le canoe a terra, allunghiamo il passo 
verso il ristorante 7 ponti riferimento ideale per un menu interessante, una buona carta dei vini e un ambiente unico. Situato lungo la pista ciclabile che collega Peschiera a Mantova, in località Portovecchio, questo locale ci accoglie in una struttura perfettamente integrata nel suggestivo paesaggio del lungofiume. Dopo l'ottimo pranzo e visto che abbiamo ancora voglia di una sgambata, si segue per circa un chilometro la bella ciclabile, da qui tagliamo attraverso un rigoglioso vigneto - questa è la terra del Lugana - e seguendo le indicazioni raggiungiamo Forte Ardietti, uno dei sedici forti che costituivano il campo trincerato a potenziamento della fortezza di Peschiera, organizzato dal genio militare austriaco. Il forte, che troviamo purtroppo chiuso, è oggi perfettamente conservato e merita una menzione particolare.