mercoledì 18 giugno 2025

GRANDE FESTA D'ESTATE con le marmotte!!!

SABATO 19 LUGLIO
appuntamento alla casa-vacanze "Sole&Luna" in via San Zeno 31 a Montichiari (festa dei 15 anni marmotte)
- ottima musica con dj Andreas
- dalle ore 14.30 apertura alla piscina da esterno allestita nella location (sovrapprezzo di 5 euro compresa di merenda)
- dalle ore 19.30 aperitivo di benvenuto e apericena a buffet
- tombola serale...e chissà cos'altro...
Costo della serata: 35 euro (solo apericena) con una caparra di € 15 da dare "brevi manu" in occasione dei nostri eventi oppure tramite versamento sulla nostra Postapay Evolution n° 5333 1712 2956 3610 a nome Teodolinda Mian
(causale GRANDE FESTA D'ESTATE 19 LUGLIO)
IBAN: IT20P3608105138244435344441 (verrà emessa regolare ricevuta della caparra)
Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog ENTRO DOMENICA 13 LUGLIO

Prossimamente...con le marmotte

PROGRAMMA 2025

- I laghi Seroti in Val Camonica (21-22 giugno)
- Trekking al Passo della Presolana (BG) - sabato 28 giugno
- Pranzo al Ristorante Pizzeria Camping di Sirmione - domenica 29 giugno
- Serata pizza - venerdì 4 luglio
- Trekking al Rif. Fiori del Baldo - domenica 6 luglio
- Torneo di bowling al Centro Commerciale La Grande Mela -venerdì 11 luglio)
- Trekking al Rifugio Mirtillo - domenica 13 luglio
- Serata in musica con le marmotte al "SoleLuna" di Montichiari - sabato 19 luglio
Pranzo alla Trattoria Loncrino (Torri del Benaco) - domenica 10 agosto
…e fra le altre proposte: Il sentiero dell’infinito in Liguria (6-7 settembre), due tappe del Cammino di Oropa (settembre), la Viel del Pan (inizi ottobre) e tanti altri programmi
Le escursioni in montagna tra le Dolomiti e le Prealpi lombarde, le cene, pranzi e apericene saranno inseriti di volta in volta nel programma considerando anche il venerdì sera e il sabato
Contatto telefonico: 347 1527671
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martedì 17 giugno 2025

Sabato 21 e domenica 22 giugno week end in Valcamonica con l'escursione ai Laghi Seroti (meteo permettendo che sarà monitorato in questi giorni)

Lunghezza km 12 Dislivello mt 700. Abbigliamento trekking e pranzo al sacco
Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog

lunedì 16 giugno 2025

Palazzo Montanari nel cuore della Valpolicella - sabato 14 giugno

Una bellissima scoperta quella di Palazzo Montanari, villa trecentesca meravigliosamente affrescata con la sua torre colombaia risalente al XIV secolo, situata sulla collina di Bure nel cuore della Valpolicella Classica. Un viaggio immersivo nel mondo della storia, del vino e del territorio. La torre colombaia situata all'angolo nord-ovest, rappresenta il nucleo più antico del complesso e faceva parte del sistema difensivo intorno alla città di Verona poi, nel corso dei secoli, si è arricchito di saloni per le feste, un roccolo di caccia con vista panoramica su tutta la Valpolicella e una chiesetta dedicata a Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, ancora oggi funzionante. Dal Quattrocento la villa perde la sua funzione militare e con casamenta, orto, aia, caneva (in dialetto veneto la cantina) e brolo viene convertita a fondo agricolo. La riedificazione cinquecentesca è attribuita probabilmente alla famiglia Montanari che ha preso il controllo delle terre che dipendevano dalla chiesetta di San Micheletto. La villa, con le sue radici profonde nel passato, conserva tradizioni secolari, come dimostrano gli affreschi del Cinquecento scoperti durante il restauro della struttura. Tra questi, scene tratte dall’Orlando Furioso di Ariosto che affascinano per la loro intensità narrativa, le vicende degli Dei tratte dalle Metamorfosi di Ovidio che trasportano in un mondo mitico e le scene bibliche, come quella di Giuditta e Oloferne, che rivelano la profonda spiritualità dei proprietari.
Nel primo decennio dell'Ottocento, la villa passa al demanio austriaco e successivamente ai Bonamico. Nel 2001 Massimo Nicolis decide di acquistare la villa con vigneto attiguo, prima condotto in affitto, e con la sua famiglia gestisce la cantina di Palazzo Montanari nonché l’intera struttura di cui da anni segue i lavori di restauro conservativo dando vita a un ambiente unico dove il passato e il presente convivono in armonia.
Il brolo della villa è il cuore della produzione vitivinicola. Un anfiteatro naturale con i filari di viti posti sulle classiche “marogne” a secco, con una esposizione verso sud-est particolarmente soleggiata che cattura il respiro della valle di Fumane contribuendo all’unicità dei vini. Il terreno asciutto, calcareo e ricco di scheletro garantisce l’altissima qualità delle uve, punto di partenza irrinunciabile per produrre vini di grande classe.
La vendemmia è un momento fondamentale per Palazzo Montanari. L’azienda realizza due raccolte manuali, senza l’uso di macchinari, per garantire la massima qualità. La prima vendemmia è dedicata alla selezione dei grappoli perfetti per la produzione dell’Amarone, un vino d’eccellenza. Solo grappoli spargoli e privi di imperfezioni vengono scelti, per evitare il rischio di muffe durante l’appassimento, che dura circa quattro mesi. La seconda raccolta utilizza le uve rimanenti per produrre il Valpolicella, un vino fresco. Il metodo dell’appassimento, patrimonio immateriale in candidatura per l’UNESCO, è una delle peculiarità della cantina.
Dopo la raccolta, i grappoli selezionati vengono posti in ambienti arieggiati, dove si disidratano lentamente, concentrando aromi e sapori. Questo processo permette di ottenere vini complessi e strutturati come l’Amarone e il Ripasso. Quest’ultimo, realizzato facendo ripartire la fermentazione del Valpolicella con le vinacce dell’Amarone, rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione. Pur non essendo certificata biologica, l’azienda adotta pratiche sostenibili che rispettano la natura e il territorio. L’uso di rame e zolfo in agricoltura limita l’impiego di agenti chimici, mentre le trappole a feromoni per le mosche garantiscono una protezione naturale delle viti. Inoltre, l’antico sistema della pergola veronese, con grappoli distanti dal suolo, aiuta a prevenire l’umidità e le muffe.
Tra le vigne, piccoli olivi raccontano un passato in cui il legno degli alberi era usato come sostegno per i filari. Sebbene non ci sia un oliveto dedicato, Palazzo Montanari produce un olio extravergine d’oliva delicato, profumato e completamente naturale, privo di trattamenti chimici, ideale per esaltare piatti semplici e tradizionali. Prodotto con passione dalla famiglia, l’olio rappresenta un’aggiunta recente ma già apprezzata, a dimostrazione della cura e dell’attenzione per la qualità in ogni dettaglio.
Dopo la nostra passeggiata alla scoperta delle sue stanze e vigneti, abbiamo provato la degustazione dei loro vini nella corte panoramica abbinati con i prodotti locali, come salumi e formaggi, per amplificare al meglio l’olfatto e il gusto. Abbiamo iniziato con il Valpolicella Classico, che si fa sentire per la sua freschezza e la piacevolezza del frutto. L’annata 2021, in particolare, risulta equilibrata, con una ciliegia fresca che emerge sia al naso che in bocca. Perfetto per accompagnare antipasti leggeri, salumi e formaggi. E concluso con il Valpolicella Ripasso, conosciuto come il “vino ruffiano”, perché riesce a conquistare ogni palato. Questo vino nasce da una tecnica unica, una seconda fermentazione sulle vinacce dell’Amarone. Il risultato è un prodotto con note di marmellata di ciliegia, vaniglia e cannella, arricchito da sentori speziati. Grazie al suo equilibrio e alla versatilità, è ideale per aperitivi, primi piatti e secondi a base di carne. Una appassionante esperienza di visita in un territorio straordinario come la Valpolicella.

martedì 3 giugno 2025

Sul Sentiero dei Grandi Alberi - lunedì 2 giugno

Il Sentiero dei Grandi Alberi ci porta alla scoperta di giganti silenziosi, alberi secolari testimoni di tempi antichi. Raggiungiamo l’altopiano delle Montagnole nelle Prealpi Vicentine, in corrispondenza della seggiovia di Recoaro Mille-Monte Falcone (località Pizzegoro) da dove parte questa bellissima escursione. Tra dolci pascoli e boschi incantati arriveremo al rifugio Cesare Battisti alla Gazza. Dopo aver lasciato l’automobile nell’ampio parcheggio vicino al bar Castiglieri ci incamminiamo lungo la strada delle Casare finché, alla nostra sinistra, non imbocchiamo il sentiero 120 con la presenza, lungo tutto l’itinerario, di numerosi pannelli didattici che descrivono i grandi alberi e il loro contesto naturale. Tra brevi tratti in mezzo al bosco e ampi alpeggi, il percorso si sviluppa lungo leggeri saliscendi. Superiamo dapprima la vecchia cava di marmo e poi malga Anghebe a 1178 metri dove si apre una vista spettacolare sulle Piccole Dolomiti, dal Monte Mesole fino al Gruppo del Carega.
Proseguiamo per malga Morando e il sentiero, in costante leggera salita, ci porta a Malga Podeme. La superiamo e dopo pochi passi, in basso a destra, è possibile scorgere il suggestivo Laghetto Sea Del Risso. Si tratta di un piccolo specchio d’acqua circondato dal bosco che si raggiunge percorrendo un piccolo tracciato boschivo anche se non è segnalato. Il sentiero procede in leggera salita, superiamo Malga Morando, che troviamo aperta, e chilometro dopo chilometro ci avviciniamo sempre più al bosco. Si raggiunge senza troppo sforzo Malga Ofra poi in successione si superano diverse malghe: malga Raute, Malga Pace e la vicina Malga Rove alta dopo la quale si trova un bivio che da un lato sale un po’ ripido sul colletto del Monte Rove e dall’altro, quello che seguiamo noi, il sentiero più semplice che, anche se leggermente più lungo, procede nel bosco con un dislivello minimo. Continuiamo la nostra escursione seguendo la segnaletica che fortunatamente è sempre presente. Talvolta si palesa con il classico cartello bianco e rosso del Cai mentre altre volte con cartelli bianchi e azzurri scritti a mano. Li troviamo ad ogni bivio e a cadenza regolare anche laddove il sentiero procede lineare. Oltrepassata quest’ultima malga, il sentiero prosegue in salita fino ad un bivio ignorando il sentiero che porta a Passo Ristele. Adesso la salita si fa un po’ più accentuata ma mai difficile e il sentiero è un continuo dentro e fuori dal bosco. Le soste fotografiche sono numerose perché il panorama ha dei colori meravigliosi. Alla fine, dopo oltre otto chilometri percorsi sbuchiamo sulla strada asfaltata ma non siamo ancora arrivate al rifugio. Dobbiamo percorrere altri 600 metri in salita seguendo i tornanti della strada e stando attente alle vetture che sporadicamente passano.
Ed eccoci finalmente al Rifugio Cesare Battisti alla Gazza (mt 1265). Si trova ai piedi del massiccio del Carega alla base dei ghiaioni che scendono dal Passo delle Tre Croci. A nord si erge la maestosità delle Creste del Fumante, caratteristico l’imponente spigolo del Torrione Recoaro. Il Rifugio Battisti è ricavato da una vecchia caserma della guardia di finanza dismessa e ceduta nel 1922 all’Unione Sportiva Pasubio di Valdagno e da quest’ultima adattata al rifugio dopo vari ampliamenti, passaggi di proprietà e di gestione. Nel 1963 il lanificio Marzotto lo ha donato alla sezione Cai di Valdagno. 
Su un vicino dosso è stata eretta una cappella in memoria degli alpinisti valdagnesi caduti in montagna tra cui la grande alpinista Cristina Castagna scomparsa il 18 luglio 2009, sul Broad Peak (il suo quinto Ottomila himalayano) durante la discesa in un crepaccio a quota 7000 metri dopo aver raggiunto la vetta con il compagno di cordata Giampaolo Casarotto. Accanto alla chiesetta c'è un reticolo di trincee difensive con il punto più elevato denominato caposaldo al Colle della Gazza. Dopo la sosta nell'ampio pianoro si prosegue transitando nuovamente davanti al rifugio che scende all’enorme trincea Sarantonjo che s'impenna attraversando prima il sentiero 120 e una parte del 121 del Ristele. Il percorso continua addentrandosi in un fitto bosco per poi uscire nei ghiaioni detritici del Vajo dell’Acqua e della Fratta Grande alle pendici del Monte Zevola (mt 1976). Con una serie di ripide serpentine tra i mughi il percorso boschivo cala in ripida discesa fino a trovare la traccia di raccordo con il sentiero dei Grandi Alberi e da qui
proseguire sullo stesso percorso dell'andata.

PARTENZA: Recoaro 1000 (mt 1019)
SEGNAVIA: Cai 120
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 250
ALTITUDINE: mt 1265
LUNGHEZZA: km 18

domenica 1 giugno 2025

Splendida escursione ai piedi delle Odle - sabato 31 maggio

Ci troviamo all’interno dello splendido Parco Naturale Puez-Odle, area naturalistica protetta dal 1978, e l’escursione a Geisleralm - il Rifugio delle Odle - è una delle più scenografiche della Val di Funes. E’ un percorso di moderata 
difficoltà e una volta arrivate al rifugio il panorama sul Gruppo delle Odle si presenterà in tutta la sua bellezza. Raggiunta località Santa Magdalena (BZ) il parcheggio di Malga Zannes (mt 1680) è situato pochi chilometri più avanti ma prima di metterci in cammino puntiamo al vicino rifugio Treffpunkt Zans, un terrazzo con splendida vista sul gruppo delle Odle e crocevia da cui dipartono tutte le escursioni del parco, per un ottimo panino. Imbocchiamo il sentiero Cai 6 che corre in modo deciso nel bosco a lato del torrente fino ad arrivare al ponte sul rio Ciancenon
La segnaletica è davvero ben segnata ed è difficile sbagliare quindi, oltrepassato il ponticello, si prosegue sul sentiero Cai 35 che 
coincide con una parte dell’Adolf Munkel Weg, il sentiero panoramico ai piedi delle Odle tracciato dal Club Alpino di Dresda nel 1905 e intitolato all’alpinista tedesco e, successivamente, presidente della sezione Adolf Munkel. Nel continuo alternarsi di piccoli tratti ripidi a lunghi percorsi semi pianeggianti nel bosco, ecco che tutto d'un tratto fanno capolino tra gli abeti le splendide vette delle Odle, imponenti guglie calcaree frastagliate dal profilo inconfondibile che si stagliano sul cielo terso (Odle in ladino significa aghi). Il sentiero passa vicinissimo ai pendii detritici sotto la Furchetta che conduce fino ad un avvallamento pianeggiante punteggiato da grossi massi franati. Superata la radura, attraversiamo un lungo ponticello, il tracciato s'impenna e a metà corsa troviamo l'ennesimo bivio. Seguiamo le indicazioni per il sentiero Cai 36 che sale dolcemente fino a portarci fuori dal bosco nel mezzo di un enorme prato alpino con le Odle sempre lì a sorvegliare il nostro cammino. Dopo un centinaio di metri raggiungiamo Geisleralm, o Rifugio delle Odle, a quota 1996 metri.
D'improvviso ci si ritrova avvolte da un meraviglioso spettacolo della natura, oltre al verde sconfinato, con le cime delle Odle che si stagliano sull'orizzonte. Da destra a sinistra il panorama offre il profilo dei prati del Seceda (2519 metri) e le inconfondibili vette del Sass Rigais e del Furchetta ambedue a 3025 metri, le due vette più alte di tutto il Parco Naturale Puez-Odle. 
Il 
Geisleralm è piuttosto affollato ma ci trovano velocemente un tavolo. Sgranocchiamo pane croccante accompagnato da un tagliere ricco di vari assaggi: dagli affettati ai formaggi di malga, alle salse e sfiziose verdurine. Risalita la dorsale, dove il rifugio ha creato delle sdraio in legno per i propri ospiti, andiamo a contemplare uno scenario naturale di rara bellezza. Ma è anche tempo di riprendere il cammino procedendo a sinistra lungo il sentiero Cai 34. Si procede su una piacevole forestale che nella penombra del bosco scende zigzagando, pieghiamo prima verso il sentiero Cai 33B per poi prendere il sentiero Cai 33. Ormai ci siamo, l'escursione prosegue in semipiano fino al parcheggio. Sulla via del ritorno fermata obbligatoria a Ruini per visitare la celeberrima chiesetta di San Giovanni, parte del maso Ansitz Ranuihof, uno dei soggetti più fotografati dell’Alto Adige. Non c’è escursionista che non rimanga affascinato dalla cappella barocca con il suo campanile a cipolla in rame coronato da una stella, che si protende fiero verso le cime delle Odle...

PARTENZA: Malga Zannes (mt 1680)
SEGNAVIA: Cai 6-33-33B-34-35-36
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 320
ALTITUDINE: mt 1996
LUNGHEZZA: km 10,1