giovedì 24 luglio 2025

Domenica 27 luglio giornata al Parco delle Fucine di Casto (Valsabbia - BS). Ritrovo ore 8.45 parcheggio del parco. Pranzo al sacco e sempre abbigliamento trekking

Ci sono due percorsi trekking: percorso BLU lungo km 3,5 dislivello mt 150 e percorso ARANCIONE di km 9 dislivello circa mt 200 entrambi con partenza dal chiosco informazioni.
E poi c'è la zip line (8 euro), i ponti tibetani, le ferrate, il laghetto, la natura...
Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog

domenica 20 luglio 2025

Alla Grande Festa d'Estate ottimo buffet, splendida musica, bellissime risate e tante fantastiche marmotte! Un ringraziamento particolare a Sonia e Hicham bravissimi padroni di casa e ora nuove marmotte!! - sabato 19 luglio

sabato 19 luglio 2025

Estrazione del lotto di Sabato 19 luglio
ruota di PALERMO
71 – 66 – 72 – 64 – 23
COMPLIMENTI ALLE VINCITRICI!!!!


martedì 15 luglio 2025

Prossimamente...con le marmotte

PROGRAMMA 2025

- Anello di Forte Ora (Anfo-lago di Idro) - sabato 2 agosto
- Grigliata da Bice - domenica 3 agosto
Pranzo alla Trattoria Loncrino (Torri del Benaco) - domenica 10 agosto

…e fra le altre proposte: Il sentiero dell’infinito in Liguria (6-7 settembre), due tappe del Cammino di Oropa (settembre), la Viel del Pan (inizi ottobre) e tanti altri programmi
Le escursioni in montagna tra le Dolomiti e le Prealpi lombarde, le cene, pranzi e apericene saranno inseriti di volta in volta nel programma considerando anche il venerdì sera e il sabato
Contatto telefonico: 347 1527671
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domenica 13 luglio 2025

Statuto dell'Associazione Allegre Marmotte (depositato il 7 marzo 2019)

Statuto dell’Associazione
ALLEGRE MARMOTTE

Costituzione e scopi

Art. 1
È costituita l’Associazione denominata Allegre Marmotte, disciplinata dagli artt. 36 e segg. del Codice Civile.
L’associazione ha sede legale in Via Salvador Allende n° 13 – 25018 MONTICHIARI (BS).

Art. 2
L’Associazione ha durata illimitata nel tempo e potrà essere sciolta solo con delibera dell’assemblea straordinaria dei soci, come previsto dall'art. 18 del presente statuto. L’associazione può gestire strutture sociali e svolgere attività nei settori escursionistico, ambientale, culturale, ricreativo e turistico senza finalità di lucro.

Art. 3
L’Associazione è apolitica, non ha scopo di lucro ed è aperta a tutti coloro che intendono praticare l’attività escursionistica e associativa, è caratterizzata dalla democraticità della struttura, dell’elettività e gratuità delle cariche associative. L’Associazione per il raggiungimento degli scopi associativi può avvalersi della collaborazione di professionisti, lavoratori dipendenti e/o autonomi, potrà erogare compensi, premi, indennità e rimborsi forfettari conformemente alla legislazione vigente.
In particolare i fini istituzionali dell’associazione sono:
a) lo sviluppo, la promozione, la diffusione, l’organizzazione, la disciplina e l’esercizio delle attività escursionistiche nei vari settori e nelle specialità ad esso/a appartenenti e anche in collaborazione con Enti e Associazioni locali, di attività scientifiche, culturali, artistiche e didattiche in tutte le forme e manifestazioni, esplicando la sua attività nel territorio dello Stato Italiano ed a livello internazionale;
b) gestire un eventuale spaccio ad uso esclusivo dei soci per la somministrazione di alimenti pronti e bevande che diventi il punto d’incontro ed il luogo dove vengono ideate ed organizzate le varie iniziative dell’associazione;
c) organizzare iniziative, convegni, meetings, raccogliere sponsorizzazioni e rivendere ai soli soci prodotti legati alle attività sopra citate per soddisfare le esigenze di conoscenza, di intrattenimento e di ricreazione dei soci.

Art. 4
Il numero dei soci è illimitato. All'associazione possono aderire tutti i cittadini italiani e stranieri di ambo i sessi. Fino al compimento del 14° anno di età, il minore è rappresentato nei rapporti sociali dai genitori. Il diritto di voto viene esercitato dal 18° anno di età. Tutti gli associati hanno eguali diritti. Il rapporto associativo è disciplinato in maniera uniforme per tutti gli associati.

Art. 5
Chiunque intenda aderire all'Associazione è necessario presentare domanda di ammissione al Consiglio Direttivo su apposito modulo con le seguenti modalità:

1) indicare nome e cognome, luogo e data di nascita, e residenza;
2) dichiarare di attenersi al presente Statuto ed alle deliberazioni degli organi sociali;
3) pagamento delle quote associative.
E’ compito del legale rappresentante dell’Associazione o da altra persona da lui delegata anche verbalmente, valutare in merito all'accettazione o meno di tale domanda.
L’accettazione, comunicata all'interessato e seguita dall'iscrizione al libro soci, dà diritto al ricevimento della copia dello Statuto, del Regolamento Generale dell’Associazione e della tessera sociale. L’adesione all'associazione è a tempo indeterminato, con esclusione di partecipazioni temporanee alla vita associativa. Resta salvo in ogni caso il diritto di recesso da parte del socio.

Art. 6
Qualora si manifestino motivi di incompatibilità del nuovo socio con le finalità statutarie e con i regolamenti dell’Associazione, entro i 30 giorni successivi all'iscrizione del socio stesso, il Consiglio Direttivo ha la possibilità di revocare tale iscrizione.
In questo caso l’interessato potrà presentare ricorso sul quale si pronuncia in via definitiva l’Assemblea dei soci alla prima convocazione. Le dimissioni da socio vanno presentate per iscritto al Consiglio Direttivo dell’associazione.

Art. 7
Tutti i soci hanno eguali diritti e cioè di:
1. partecipare a qualsiasi manifestazione e attività organizzata dall'Associazione, nelle condizioni stabilite dall'Associazione;
2. partecipare con diritto di voto alla delibera dell’Assemblea, purché in regola con la qualifica di socio;
3. essere delegati ad assumere incarichi sociali se è rispettato il requisito di eleggibilità;
4. esercitare il diritto di voto per l’approvazione dello Statuto Sociale.
I soci con la domanda di iscrizione, eleggono domicilio per i rapporti sociali presso la sede dell’Associazione.

Art. 8
I soci sono tenuti:
1. al puntuale pagamento della quota associativa annuale, uguale per tutti i soci, stabilita annualmente dal Consiglio Direttivo.
2. al puntuale pagamento della quota aggiuntiva per il pagamento di corrispettivi specifici.
3. a mantenere un comportamento sempre corretto nei confronti dell’Associazione.
4. alla osservanza dello Statuto, delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia sportiva, degli eventuali regolamenti interni e delle deliberazioni prese dagli organi sociali, comprese eventuali integrazioni della cassa sociale attraverso versamenti di quote straordinarie.
Ogni socio deve versare la quota associativa stabilita dal Consiglio Direttivo entro il 30 giugno ed ha validità sino al 31 dicembre dell’anno in corso, termine fissato dal Consiglio Direttivo. La quota associativa non è rivalutabile, non è trasmissibile neanche in caso di morte e non verrà rimborsata né al socio dimissionario, né al socio radiato. Il Socio non in regola con i versamenti non potrà partecipare alla vita associativa.

Art. 9
Il Socio cessa di far parte dell’Associazione:
a. per dimissioni presentate per iscritto al Consiglio Direttivo
b. per mancato rinnovo delle quote sociali e di iscrizione nei termini stabiliti dal Consiglio Direttivo;
c. per inosservanza del presente Statuto, dei regolamenti interni o delle deliberazioni prese dagli organi sociali;
d. per decisione del Consiglio Direttivo a causa di gravi inadempienze; quando, in qualunque modo, arrechi danni morali o materiali all'associazione o dimostri di non condividere più le finalità dell’associazione;
e. per decesso.
In caso di trasgressioni alle norme sportive e sociali nonché alla disciplina tecnica il Consiglio direttivo può infliggere al socio le seguenti sanzioni:
a. avvertimento;
b. diffida;
c. sospensione a tempo limitato;
d. radiazione.

Patrimonio sociale

Art. 10
Il patrimonio sociale è indivisibile ed è costituito:
1. da beni mobili ed immobili che diverranno di proprietà dell’associazione;
2. da contributi, erogazioni, donazioni e lasciti diversi effettuati da soci, da privati o da Enti;
3. da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio.
Le entrate dell’associazione sono costituite:
1. dalle quote associative e dai corrispettivi specifici versati dai soci per le attività sociali;
2. dall'avanzo derivante dalle attività e manifestazioni eventualmente organizzate o alle quali essa partecipa;
3. da ogni eventuale entrata che concorra ad incrementare l’attivo sociale;
4. dagli introiti derivanti dalla vendita ai soci di materiale sportivo necessario per lo svolgimento della pratica sportiva, nonché da eventuali sponsorizzazioni e pubblicità o altra attività di carattere commerciale che l’associazione pone in essere al fine dell’autofinanziamento.

Art. 11
Le somme versate per la tessera e per le quote sociali non sono rimborsabili in nessun caso.
I soci non possono vantare alcun diritto nei confronti del fondo comune, né di altri cespiti di proprietà dell’Associazione.

Rendiconto economico e finanziario


Art. 12
Il rendiconto economico e finanziario comprende l’esercizio sociale dal 31 marzo corrente anno al successivo e deve essere sottoposto all'approvazione dell’Assemblea dei Soci entro quattro mesi dalla chiusura. Il bilancio economico deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale ed economica dell’associazione, nel rispetto del principio della trasparenza nei confronti degli associati. All'Associazione è vietato distribuire, anche in modo indiretto, i proventi delle attività, utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione stessa, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla Legge.

Organi dell'Associazione

Art. 13
Sono organi dell’Associazione:
l’Assemblea dei Soci;
il Consiglio Direttivo;
il Presidente;

Assemblea

Art. 14
L’Assemblea dei Soci è composta da tutti i soci in regola con il pagamento della quota sociale. La partecipazione del socio all'Assemblea è strettamente personale ed ogni socio ha diritto ad un voto. Non sono ammesse deleghe.

Le Assemblee dei Soci possono essere ordinarie e straordinarie. Le Assemblee sono convocate con l’invio di lettere e/o posta elettronica, con almeno 7 giorni di preavviso. L’avviso dovrà riportare luogo, data, ora della prima e della seconda convocazione e ordine del giorno dell’Assemblea. La seconda convocazione può aver luogo anche mezz'ora dopo la prima.

Art. 15
L’Assemblea dei Soci convocata almeno una volta all'anno entro il termine del 31 marzo

· approva le linee generali del programma di attività per l’anno sociale;

· approva i bilanci d’esercizio e la relazione del Presidente

· delibera su tutte le questioni attinenti alla gestione sociale

Le votazioni possono avvenire per alzata di mano, per appello nominale o a scrutinio segreto. Alla votazione partecipano tutti i soci

Art. 16
L’Assemblea straordinaria è convocata:
- tutte le volte il Consiglio Direttivo lo ritenga necessario;
- allorché ne faccia richiesta motivata almeno 1/3 dei soci, purché in regola con il versamento delle quote associative.
L’Assemblea dovrà essere convocata entro 30 giorni dalla data in cui viene richiesta.
Essa delibera lo scioglimento dell’Associazione, sulle modifiche allo Statuto, su ogni altro argomento di carattere straordinario sottoposto alla sua approvazione dal Consiglio Direttivo.

Art. 17
In prima convocazione l’Assemblea, sia ordinaria che straordinaria, è regolarmente costituita con la presenza di metà più uno dei soci.
In seconda convocazione l’Assemblea è regolarmente costituita qualunque sia il numero dei presenti e che dovrà tenersi almeno ventiquattro ore dopo la prima.
Art. 18
Per deliberare sullo scioglimento o sulla liquidazione dell’Associazione, è indispensabile la presenza di almeno il 50 %, dei soci e il voto favorevole dei 3/5 dei presenti. In seconda convocazione, e che è validamente costituita qualunque sia il numero degli intervenuti è sufficiente il voto favorevole dei 2/3 dei presenti. In caso di scioglimento l’Assemblea delibera con la maggioranza prevista dall'art. 18 sulla designazione del patrimonio residuo, dedotte le passività, per uno o più scopi stabiliti dal presente Statuto, o devolverlo ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità, sentito l’eventuale organismo di controllo di cui all’art. 3 comma 190, della legge 23/12/1996, n. 662.

Art. 19
L’Assemblea, tanto ordinaria che straordinaria, è presieduta da un Presidente e un Segretario. Le deliberazioni adottate dovranno essere riportate su apposito libro dei verbali.

Consiglio direttivo

Art. 20
Il Consiglio Direttivo è l’organo esecutivo dell’Associazione, è composto da un minimo di 3 consiglieri e dura ad interim decadendo solo nel caso di dimissioni degli stessi. I sostituti saranno designati dagli stessi consiglieri uscenti.

Art. 21
Il Consiglio Direttivo elegge il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario Amministrativo e fissa le responsabilità degli altri consiglieri in ordine all'attività svolta dall'Associazione per il conseguimento dei propri fini sociali (attività culturale, sportiva, turistica, ecc.). Le funzioni dei membri del Consiglio Direttivo sono completamente gratuite e saranno rimborsate le sole spese inerenti l’espletamento dell’incarico o eventuali compensi per prestazioni lavorative.

Art. 22
Il Consiglio Direttivo è convocato dal Presidente almeno due volte all'anno mediante avviso contenente l’ordine del giorno, il luogo, la data, l’ora della convocazione ed inviato almeno cinque giorni prima della riunione, salvo i casi d’urgenza. In assenza del Presidente la riunione sarà presieduta dal Vice Presidente. In caso di parità nelle delibere prevale sempre il voto del Presidente. I verbali delle sedute sono redatti dal Segretario e sottoscritti dal Presidente. I verbali possono essere consultati dai Soci nella sede sociale, previa richiesta al presidente, che non ha comunque facoltà di consentire il rilascio delle copie o di stralci dei singoli atti consultati.

Il Consiglio Direttivo decade prima della fine del mandato:
a) quando l’assemblea sociale non approvi il rendiconto economico e finanziario consuntivo
b) quando il totale dei suoi componenti sia ridotto a meno di tre.

Art. 23
Il Consiglio Direttivo deve:
– redigere i programmi di attività sociale previsti dallo Statuto sulla base delle linee approvate dall'Assemblea dei Soci;
– prendere decisioni inerenti alle spese ordinarie e straordinarie, di esercizio e in c/capitale, per la gestione dell’associazione;
– curare l’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea;
– curare la redazione dei bilanci di esercizio;
– compilare i progetti per l’impiego del residuo del bilancio da sottoporre all'Assemblea;
– approvare tutti gli atti e contratti di ogni genere inerenti alla attività sociale;
– formulare il regolamento interno e proporre eventuali modifiche dello statuto da sottoporre all'approvazione dell’Assemblea;
– deliberare i provvedimenti disciplinari nei confronti dei Soci;
– fissare le quote sociali;
– possedere la facoltà di stabilire sedi decentrate dell’associazione sul territorio nazionale;
– nominare, in caso di necessità, commissioni provvisorie con compiti e poteri particolari;
– favorire la partecipazione dei soci alle attività dell’Associazione.

Nell'esercizio delle sue funzioni il Consiglio Direttivo può avvalersi di responsabili di commissioni di lavoro da esso nominati.

Art. 24
Il Presidente ha la rappresentanza legale e la firma sociale e può aprire e gestire conti correnti o altre forme di finanziamento. In caso di assenza o di impedimento del Presidente tutte le sue mansioni spettano al Vice Presidente. Il Segretario amministrativo ha la responsabilità della custodia dei fondi dell’Associazione. Ne tiene la contabilità, conservandone la documentazione.

Disposizioni finali


Art. 25
L’associazione declina ogni responsabilità per incidenti e danni di ogni specie che possano accadere ai soci ed a qualsiasi altra persona durante le attività organizzate o promosse dall'associazione.

Art. 26
Le eventuali controversie che dovessero insorgere tra i Soci relative alla vita associativa non potranno essere deferite all’autorità giudiziaria, né al parere o all’arbitrato di persone o enti estranei al sodalizio senza che prima vengano ascoltati gli organi competenti in giudizio, secondo le norme stabilite dallo Statuto e dal Regolamento Generale dell’Associazione, e non si sia esaurito l’intero iter della relativa controversia.
Art. 27
Per quanto non compreso nel presente Statuto decide l’Assemblea a maggioranza assoluta dei partecipanti.
Particolari norme di funzionamento e di esecuzione del presente Statuto potranno essere eventualmente disposte con regolamento interno adottato dal Consiglio Direttivo.

sabato 12 luglio 2025

Concorso fotografico "L'overtourism: dinamiche e problematiche"



 CONCORSO FOTOGRAFICO
ASSOCIAZIONE ALLEGRE MARMOTTE

“L’overtourism: dinamiche e problematiche”


ORGANIZZATORI Il concorso fotografico, giunto alla quinta edizione, promosso dall’Associazione Allegre Marmotte si svolgerà dal 14 luglio al 5 ottobre 2025 

TEMA Il tema del concorso è un invito a raccontare attraverso l’occhio digitale di una macchina fotografica o di un cellulare le diverse chiavi di lettura di un fenomeno crescente, denominato overtourism, che vede accentrarsi in una destinazione turistica un numero eccessivo di visitatori. In questi casi si oltrepassa la soglia ricettiva del luogo e il sistema non è più in grado di gestire i flussi turistici in maniera razionale e funzionale. La facilità di spostamento e lo smisurato aumento della popolarità di alcuni luoghi grazie ai social, hanno prodotto a livello globale un incremento dei viaggi producendo nel contempo una concentrazione insostenibile di presenze in talune località tali da minacciare l’ambiente circostante e falsando le dinamiche dell’economia locale nei suoi meccanismi ed equilibri naturali con una ricaduta negativa sull’esperienza degli stessi turisti.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i fotografi non professionisti e senza limiti di età. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di quattro fotografie da inviare unitamente a tutti i propri dati personali. Sono esclusi dal concorso i membri della commissione giudicatrice e i rispettivi familiari, nonché tutti i soggetti che a vario titolo collaborano all’organizzazione del concorso.

CARATTERISTICHE TECNCHE IMMAGINE Sono ammesse fotografie in bianco/nero e a colori con inquadrature sia verticali che orizzontali. La risoluzione di ciascuna foto deve essere di 300 dpi e in formato JPG. Le fotografie dovranno essere inedite. Non sono ammesse opere interamente realizzate al computer o recuperate da fonti web. Ogni immagine deve avere un numero progressivo ed essere titolata. Le immagini non conformi alle specifiche condizioni non verranno prese in considerazione.

MODALITA’ E TERMINI DI CONSEGNA DEL MATERIALE La consegna delle opere dovrà avvenire, unitamente ai propri dati personali, al seguente indirizzo di posta elettronica allegremarmotte@gmail.com oppure tramite Whatsapp al 347 1527671 entro le ore 23.59 del 5 ottobre 2025

PRIVACY, RESPONSABILITA’ DELL’AUTORE E FACOLTA’ DI ESCLUSIONE Ogni partecipante è responsabile del materiale presentato al concorso. Pertanto si impegna ad escludere ogni responsabilità degli organizzatori del suddetto nei confronti di terzi, nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie. Il concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dal D. Leg 10 agosto 2018, n. 101 nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi. In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili. Ogni partecipante dichiara inoltre di essere unico autore delle immagini inviate e che esse sono originali, inedite e non in corso di pubblicazione. Gli organizzatori si riservano, inoltre, di escludere dal concorso e non pubblicare le fotografie non conformi nella forma e nel soggetto a quanto indicato nel presente bando di concorso oppure alle regole comunemente riconosciute in materia di pubblica moralità, etica e decenza, a tutela dei partecipanti e dei soggetti ritratti. Non saranno ammesse le immagini ritenute offensive, improprie e lesive dei diritti umani e sociali.

DIRITTI D’AUTORE E UTILIZZO DEL MATERIALE IN CONCORSO I diritti sulle fotografie rimangono di proprietà esclusiva dell’autore che le ha prodotte, il quale ne autorizza l’utilizzo per eventi o pubblicazioni connesse al concorso stesso senza finalità di lucro. Ogni autore è personalmente responsabile delle opere presentate e salvo espresso divieto scritto, si autorizza l’organizzazione alla riproduzione su catalogo, pubblicazioni, cd e su internet senza finalità di lucro e con citazione del nome dell’autore. Ad ogni loro utilizzo le foto saranno accompagnate del nome dell’autore e, ove possibile, da eventuali note esplicative indicate dallo stesso. Si informa che i dati personali forniti dai concorrenti saranno utilizzati per le attività relative alle finalità promozionali secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 per tutto l’anno in corso.

GIURIA E PREMI La giuria, esterna all'organizzazione, esprimerà un giudizio insindacabile. Le prime tre fotografie classificate saranno premiate mentre a tutte le altre opere in concorso verrà donato un ricordo by marmotte.

SERATA FINALE In data da definire si svolgerà la serata con la premiazione delle opere in concorso e le presentazioni delle stesse.


sabato 5 luglio 2025

Anello del Forte Ora - RINVIATO A SABATO 2 AGOSTO

I dati meteorologici danno per il week end, soprattutto sull'arco alpino ma non disdegnando anche le più basse Prealpi, tempo decisamente instabile con rovesci nell'arco della giornata quindi nel dubbio abbiamo pensato sia il caso di rimanere più vicino a casa con un anello con partenza dal Rifugio Rosa di Baremone, sopra Anfo (Lago di Idro), con il Forte di Ora, Monte Breda, le Palazzine e nuovamente il rifugio sabato 5 oppure domenica 6 luglio (entro giovedì sera la conferma)

Lunghezza km 7 dislivello mt 400. Abbigliamento trekking e pranzo al sacco
Info e prenotazioni al 347 1527671, sulle nostre pagine Facebook e su questo blog

domenica 29 giugno 2025

L'anello del Monte Pora in Val Seriana - sabato 28 giugno

L’Anello del Monte Pora (mt 1880) è una facile escursione che si snoda in Val Seriana e non presenta dislivelli elevati. Si raggiunge il parcheggio fronte strada del Bar Nani, in frazione Malga Alta di Sotto (Castione della Presolana), sul retro dello stesso troviamo la mulattiera che sale con secco dislivello puntando alla nostra sinistra in direzione della Baita Termen (a destra si tira dritto verso il Rifugio Magnolini). Arrivate alla Baita troviamo l'incavo svuotato del laghetto artificiale detto "Pora Beach". Non ci fermiamo proseguendo sul sentiero che attraversa un vasto pianoro, versante camuno, verso i
l rifugio Pian de la Palù (mt 1595) ai piedi del Monte Alto dove facciamo una sosta. Da qui ha inizio la dolce salita sugli ampi pendii settentrionali del Monte Alto (mt 1721) che si risalgono zigzagando in un rado bosco di piccoli abeti. La salita non è ripida e la vista sulla cima merita questo sforzo. Dalla sommità il panorama è meraviglioso: si domina tutta la parte terminale della valle Camonica e gran parte del lago d’Iseo che, come un fiordo, si insinua tra i monti abbracciando Montisola mentre verso nord lo sguardo viene catturato dall’imponenza della regina delle Orobie, la Presolana. Iniziamo la dolce discesa al rifugio Magnolini (mt 1610) in terreno aperto e su dossi erbosi. Costruito negli anni 40 e dedicato al colonnello Leonida Magnolini, il rifugio è adagiato sul pian de La Palù e gode di una visuale bellissima tanto che nelle limpide giornate si possono ammirare in lontananza il Monte Rosa, il Monviso e gli Appennini. Credo che sia uno dei rifugi più belli della bergamasca, dentro è un gioiello e fuori altrettanto con le statue lignee e la panchina gigante. Punto di appoggio anche per i bikers dove è presente una stazione gratuita di ricarica per bici elettriche. Nel frattempo nel pianoro pascolano placidamente mucche, cavalli e asinelli mentre noi ci concediamo il piacere della cucina di montagna: strepitosi i tagliolini al taleggio con funghi porcini e tartufo e ottima la polenta con formaggio fuso. Dopo aver pigramente sostato al rifugio riprendiamo l'ampia forestale lasciando in alto sulla destra la casetta della partenza dello skilift, una volta raggiunto un fresco boschetto il dislivello
diminuisce per poi riprendere in decisa discesa fino a tornare al punto di partenza

PARTENZA: Bar Nani mt 1514
SEGNAVIA: ---
DIFFICOLTA': T/E
DISLIVELLO: mt 200
ALTITUDINE: Monte Alto mt 1721
LUNGHEZZA: km 7

lunedì 23 giugno 2025

L'anello dei Laghi di Grom e dei Laghi Seroti in Valcamonica - domenica 22 giugno

La conca ai piedi della panoramica Cima di Grom (mt 2770) sul versante orientale, racchiude due bellissimi laghetti morenici. La conca si trova alla testata della Valle Andrina ed è racchiusa, oltre che dalla già citata Cima di Grom a ovest, dai Dossoni (mt 2953) a nord e dal Monte Seroti (mt 2645) a nord-est. Sul crinale tra i Dossoni e il Monte Seroti c'è un passo a 2640 metri che permette, con sentiero poco evidente, di scendere nella sottostante conca dei Seroti e quindi di raggiungere la zona dei laghi che sono diciassette considerando anche delle pozze di diversa forma e diversa grandezza. I principali sono il Lago Inferiore (mt 2196), il Lago Storto (mt 2700) e i Laghetti Seroti Superiori Orientali (mt 2650). La collocazione dei laghi occupa una ampia area e quindi l’escursione completa prevede tempi abbastanza lunghi. Oltretutto la segnaletica, per quanto riguarda la parte orientale, è decisamente scarsa.
Dalla statale 42 si sale in direzione di Monno e poco oltre l’Albergo Passo Mortirolo, si prende a destra la stradella asfaltata che porta alla località Pianaccio. La si percorre interamente per raggiungere il punto oltre il quale si incomincia a scendere verso la Val Bighera di Vezza d’Oglio. Qui si lascia l’automezzo, non lontano da un’ampia conca erbosa intrisa d’acqua, e ci si dirige verso Malga Salina Bassa. Si risalgono i pascoli verso nord sopra la malga stessa fino al sentiero Cai 73B. Superato il primo tornante, incontriamo un tracciato poco battuto che si stacca sulla destra.
Questo sentierino, indicato da sassi colorati di giallo, ci porta al primo dei laghi di Grom. Seguendo l’evidente giallo dei sassi, avanziamo tra i pascoli fino ad arrivare a un tratto in cui il sentiero è un po’ esposto: voltandoci alla nostra sinistra possiamo vedere i ruderi della vecchia Malga Salina Alta. Comunque, una volta rimontato il costone, con un semi-pianeggiante traversone verso sinistra si raggiunge il sovrastante Lago di Grom (mt 2340). Il sentiero prosegue in salita mantenendosi sulla destra del lago, oltrepassiamo un torrentello e poi si risale un gradone roccioso un poco esposto fino a raggiungere un ampio pianoro, alla sinistra del quale è situato il secondo lago di Grom. Per visitare il Lago Superiore (mt 2415), 
di un colore verde intenso, si deve abbandonare temporaneamente il sentiero in modo da scavalcare il cordone morenico che nasconde il bacino immerso tra i massi. Tornate sul sentiero bisogna risalire il costone per altri 200 metri fino a raggiungere il passo (mt 2640) che divide la Valle Andrina dalla Val Bighera. Il nostro sguardo domina tutta l’Alta Valcamonica, con le valli laterali disposte come quinte sulla scena. Maestoso il Gruppo dell’Adamello-Presanella che si staglia di fronte con le sue rocce scure e i bianchi ghiacciai. Dopo una breve pausa affrontiamo il sentiero, poco evidente, che precipita letteralmente sulla sottostante valle fino a incontrare il segnavia Cai 73 a circa 2580 metri, e con questo si sale in direzione nord, puntando verso Monte Serottini. Si passa di poco sopra ad uno dei laghi e in breve si raggiunge il Lago Storto (mt 2700) che troviamo ancora parzialmente ghiacciato anche a stagione inoltrata.
Le sue acque sono di un blu intenso perché risulta profondo circa dieci metri. Si costeggia il lago nella parte inferiore e con vari saliscendi, caliamo verso un altro laghetto a quota 2573 metri. Mantenendo sempre la direzione est e tenendo anche come punto di riferimento il Corno Tremoncelli (mt 2836) e il Corno di Cevole (mt 2785), si raggiunge uno dei Laghi Seroti Orientali. Ora, con sentiero poco visibile e con rari segni sbiaditi (bianco/rosso) ci si orienta aggirando la valletta tra pascoli sassosi e terreno dissestato in un ambiente di alta quota con pascolo magro e conche nivali in cui la neve può attardarsi fino in piena estate dopo inverni particolarmente nevosi. Ora si scende decisamente con direzione nord-ovest superando tratti erbosi e grandi pietraie - un percorso spacca ginocchia - verso il Lago Seroti Inferiore. Poco prima del lago si ignora il Sentiero dell’Asino (Cai 2/A) che risale il costone e dopo aver aggirato il Corno dell’Omacciolo entra in Val Grande. Attraversato un torrentello impetuoso, raggiungiamo il bel Lago Inferiore sulla destra orografica per poi proseguire su sentiero che a un certo punto si biforca: uno (Cai 73) scende verso la sottostante Nuova Malga di Val Bighera, il nostro (Cai 73/A) prosegue a mezza costa fino al Col Carette di Val Bighera (mt 2083),
si passa accanto a Malga Salina Bassa e infine si cammina nell'ultimo tratto su strada asfaltata dove si raggiunge l’auto.

PARTENZA: Pianaccio (mt 2120)
SEGNAVIA: Cai 73-73a-73b
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 700
ALTITUDINE: mt 2700
LUNGHEZZA: km 12,5

lunedì 16 giugno 2025

Palazzo Montanari nel cuore della Valpolicella - sabato 14 giugno

Una bellissima scoperta quella di Palazzo Montanari, villa trecentesca meravigliosamente affrescata con la sua torre colombaia risalente al XIV secolo, situata sulla collina di Bure nel cuore della Valpolicella Classica. Un viaggio immersivo nel mondo della storia, del vino e del territorio. La torre colombaia situata all'angolo nord-ovest, rappresenta il nucleo più antico del complesso e faceva parte del sistema difensivo intorno alla città di Verona poi, nel corso dei secoli, si è arricchito di saloni per le feste, un roccolo di caccia con vista panoramica su tutta la Valpolicella e una chiesetta dedicata a Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, ancora oggi funzionante. Dal Quattrocento la villa perde la sua funzione militare e con casamenta, orto, aia, caneva (in dialetto veneto la cantina) e brolo viene convertita a fondo agricolo. La riedificazione cinquecentesca è attribuita probabilmente alla famiglia Montanari che ha preso il controllo delle terre che dipendevano dalla chiesetta di San Micheletto. La villa, con le sue radici profonde nel passato, conserva tradizioni secolari, come dimostrano gli affreschi del Cinquecento scoperti durante il restauro della struttura. Tra questi, scene tratte dall’Orlando Furioso di Ariosto che affascinano per la loro intensità narrativa, le vicende degli Dei tratte dalle Metamorfosi di Ovidio che trasportano in un mondo mitico e le scene bibliche, come quella di Giuditta e Oloferne, che rivelano la profonda spiritualità dei proprietari.
Nel primo decennio dell'Ottocento, la villa passa al demanio austriaco e successivamente ai Bonamico. Nel 2001 Massimo Nicolis decide di acquistare la villa con vigneto attiguo, prima condotto in affitto, e con la sua famiglia gestisce la cantina di Palazzo Montanari nonché l’intera struttura di cui da anni segue i lavori di restauro conservativo dando vita a un ambiente unico dove il passato e il presente convivono in armonia.
Il brolo della villa è il cuore della produzione vitivinicola. Un anfiteatro naturale con i filari di viti posti sulle classiche “marogne” a secco, con una esposizione verso sud-est particolarmente soleggiata che cattura il respiro della valle di Fumane contribuendo all’unicità dei vini. Il terreno asciutto, calcareo e ricco di scheletro garantisce l’altissima qualità delle uve, punto di partenza irrinunciabile per produrre vini di grande classe.
La vendemmia è un momento fondamentale per Palazzo Montanari. L’azienda realizza due raccolte manuali, senza l’uso di macchinari, per garantire la massima qualità. La prima vendemmia è dedicata alla selezione dei grappoli perfetti per la produzione dell’Amarone, un vino d’eccellenza. Solo grappoli spargoli e privi di imperfezioni vengono scelti, per evitare il rischio di muffe durante l’appassimento, che dura circa quattro mesi. La seconda raccolta utilizza le uve rimanenti per produrre il Valpolicella, un vino fresco. Il metodo dell’appassimento, patrimonio immateriale in candidatura per l’UNESCO, è una delle peculiarità della cantina.
Dopo la raccolta, i grappoli selezionati vengono posti in ambienti arieggiati, dove si disidratano lentamente, concentrando aromi e sapori. Questo processo permette di ottenere vini complessi e strutturati come l’Amarone e il Ripasso. Quest’ultimo, realizzato facendo ripartire la fermentazione del Valpolicella con le vinacce dell’Amarone, rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione. Pur non essendo certificata biologica, l’azienda adotta pratiche sostenibili che rispettano la natura e il territorio. L’uso di rame e zolfo in agricoltura limita l’impiego di agenti chimici, mentre le trappole a feromoni per le mosche garantiscono una protezione naturale delle viti. Inoltre, l’antico sistema della pergola veronese, con grappoli distanti dal suolo, aiuta a prevenire l’umidità e le muffe.
Tra le vigne, piccoli olivi raccontano un passato in cui il legno degli alberi era usato come sostegno per i filari. Sebbene non ci sia un oliveto dedicato, Palazzo Montanari produce un olio extravergine d’oliva delicato, profumato e completamente naturale, privo di trattamenti chimici, ideale per esaltare piatti semplici e tradizionali. Prodotto con passione dalla famiglia, l’olio rappresenta un’aggiunta recente ma già apprezzata, a dimostrazione della cura e dell’attenzione per la qualità in ogni dettaglio.
Dopo la nostra passeggiata alla scoperta delle sue stanze e vigneti, abbiamo provato la degustazione dei loro vini nella corte panoramica abbinati con i prodotti locali, come salumi e formaggi, per amplificare al meglio l’olfatto e il gusto. Abbiamo iniziato con il Valpolicella Classico, che si fa sentire per la sua freschezza e la piacevolezza del frutto. L’annata 2021, in particolare, risulta equilibrata, con una ciliegia fresca che emerge sia al naso che in bocca. Perfetto per accompagnare antipasti leggeri, salumi e formaggi. E concluso con il Valpolicella Ripasso, conosciuto come il “vino ruffiano”, perché riesce a conquistare ogni palato. Questo vino nasce da una tecnica unica, una seconda fermentazione sulle vinacce dell’Amarone. Il risultato è un prodotto con note di marmellata di ciliegia, vaniglia e cannella, arricchito da sentori speziati. Grazie al suo equilibrio e alla versatilità, è ideale per aperitivi, primi piatti e secondi a base di carne. Una appassionante esperienza di visita in un territorio straordinario come la Valpolicella.

L'incantevole Seceda in Val Gardena - domenica 15 giugno

Dal centro di Ortisei, nei pressi della statua di Luis Trenker (alpinista e regista altoatesino), si sale sul
la comoda funivia che, superando ben 1217 metri di dislivello, si collega alla stazione a monte del Seceda (mt 2453). Si tratta in realtà di due diversi impianti: la cabinovia Ortisei-Furnes, poi a Furnes si cambia con la funivia che raggiunge la splendida cima dolomitica nel cuore del parco naturale Puez-Odle. Arrivate alla stazione a monte abbracciamo con lo sguardo l'incredibile paesaggio mentre la visuale si perde per chilometri nello skyline naturale delle Dolomiti. In una giornata particolarmente tersa come quella di oggi si riescono ad ammirare le vette austriache, il Gruppo del Brenta, le Alpi dello Stubai, dalle Tofane allo Sciliar, il Massiccio del Sella, il Sasso Lungo e il Sasso Piatto fino alla regina delle Dolomiti, la Marmolada. Sulla nostra sinistra incontriamo le Odle, con le sue formazioni che riconosciamo facilmente essendo l’anima e l’immagine del Seceda, avvolte da tappeti verdissimi tempestati di botton d'oro. Il trekking comincia proprio all’uscita della stazione dove una breve salita porta alla sommità del Seceda (mt 2519) dove svetta il maestoso crocifisso ligneo, alto otto metri, opera giovanile dello scultore gardenese Vinzenz Peristi morto sul fronte russo durante il secondo conflitto mondiale.
Queste fantastiche torri di pietra si innalzano elegantemente nel cielo e una inquadratura particolarmente suggestiva si otterrebbe lungo la Forcella Pana (mt 2444) ma il sentiero 6 che la attraversa è purtroppo ancora chiuso per pericolo caduta massi. Prendiamo il bel sentiero 1 e a seguire il sentiero 2B fino a ritrovarci ad una intersezione con un tracciato che sale e uno che scende. Optiamo per quello in discesa che porta alla Baita Troier (mt 2250), dove incontriamo dei simpatici alpaca, per continuare il cammino fino a Malga Pieralongia, una delle più antiche malghe della Val Gardena. Il paesaggio muta completamente, dal verde intenso dei prati all’atmosfera lunare delle Odle, dominato da un maestoso sperone roccioso di 60 metri (la piera longia appunto) che si trova nei pressi del rifugio sull'omonimo alpeggio. Si prosegue comodamente fino al Plan Ciautier e poi in ripida discesa sul sentiero 13 fino al Rifugio Firenze (mt 2040) che si trova sui dolci declivi dell'alpe Cisles sul versante meridionale delle Odle. Il rifugio venne costruito nel 1889 dalla sezione di Ratisbona del Deutscher und Österreichischer Alpenverein, poi data in consegna al Cai di Firenze nel 1920. Ancora oggi il nome del rifugio si riferisce alla città di Ratisbona (in tedesco Regensburg). Dal rifugio ci si alza di quota prendendo in successione il sentiero 2 e il sentiero 1A. Superiamo 
la panoramica Baita Daniel Hütte (mt 2240), tantissime malghe e pure la presenza curiosa di due simpatiche marmotte.
Giusto il tempo per un saluto a questo scenario spettacolare e si salta sull'ultima corsa della funicolare.


PARTENZA: stazione funivia (mt 2453)
SEGNAVIA: 1-1a-2-2b-6-13
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 500
ALTITUDINE: mt 2519
LUNGHEZZA: km 10
   

martedì 3 giugno 2025

Sul Sentiero dei Grandi Alberi - lunedì 2 giugno

Il Sentiero dei Grandi Alberi ci porta alla scoperta di giganti silenziosi, alberi secolari testimoni di tempi antichi. Raggiungiamo l’altopiano delle Montagnole nelle Prealpi Vicentine, in corrispondenza della seggiovia di Recoaro Mille-Monte Falcone (località Pizzegoro) da dove parte questa bellissima escursione. Tra dolci pascoli e boschi incantati arriveremo al rifugio Cesare Battisti alla Gazza. Dopo aver lasciato l’automobile nell’ampio parcheggio vicino al bar Castiglieri ci incamminiamo lungo la strada delle Casare finché, alla nostra sinistra, non imbocchiamo il sentiero 120 con la presenza, lungo tutto l’itinerario, di numerosi pannelli didattici che descrivono i grandi alberi e il loro contesto naturale. Tra brevi tratti in mezzo al bosco e ampi alpeggi, il percorso si sviluppa lungo leggeri saliscendi. Superiamo dapprima la vecchia cava di marmo e poi malga Anghebe a 1178 metri dove si apre una vista spettacolare sulle Piccole Dolomiti, dal Monte Mesole fino al Gruppo del Carega.
Proseguiamo per malga Morando e il sentiero, in costante leggera salita, ci porta a Malga Podeme. La superiamo e dopo pochi passi, in basso a destra, è possibile scorgere il suggestivo Laghetto Sea Del Risso. Si tratta di un piccolo specchio d’acqua circondato dal bosco che si raggiunge percorrendo un piccolo tracciato boschivo anche se non è segnalato. Il sentiero procede in leggera salita, superiamo Malga Morando, che troviamo aperta, e chilometro dopo chilometro ci avviciniamo sempre più al bosco. Si raggiunge senza troppo sforzo Malga Ofra poi in successione si superano diverse malghe: malga Raute, Malga Pace e la vicina Malga Rove alta dopo la quale si trova un bivio che da un lato sale un po’ ripido sul colletto del Monte Rove e dall’altro, quello che seguiamo noi, il sentiero più semplice che, anche se leggermente più lungo, procede nel bosco con un dislivello minimo. Continuiamo la nostra escursione seguendo la segnaletica che fortunatamente è sempre presente. Talvolta si palesa con il classico cartello bianco e rosso del Cai mentre altre volte con cartelli bianchi e azzurri scritti a mano. Li troviamo ad ogni bivio e a cadenza regolare anche laddove il sentiero procede lineare. Oltrepassata quest’ultima malga, il sentiero prosegue in salita fino ad un bivio ignorando il sentiero che porta a Passo Ristele. Adesso la salita si fa un po’ più accentuata ma mai difficile e il sentiero è un continuo dentro e fuori dal bosco. Le soste fotografiche sono numerose perché il panorama ha dei colori meravigliosi. Alla fine, dopo oltre otto chilometri percorsi sbuchiamo sulla strada asfaltata ma non siamo ancora arrivate al rifugio. Dobbiamo percorrere altri 600 metri in salita seguendo i tornanti della strada e stando attente alle vetture che sporadicamente passano.
Ed eccoci finalmente al Rifugio Cesare Battisti alla Gazza (mt 1265). Si trova ai piedi del massiccio del Carega alla base dei ghiaioni che scendono dal Passo delle Tre Croci. A nord si erge la maestosità delle Creste del Fumante, caratteristico l’imponente spigolo del Torrione Recoaro. Il Rifugio Battisti è ricavato da una vecchia caserma della guardia di finanza dismessa e ceduta nel 1922 all’Unione Sportiva Pasubio di Valdagno e da quest’ultima adattata al rifugio dopo vari ampliamenti, passaggi di proprietà e di gestione. Nel 1963 il lanificio Marzotto lo ha donato alla sezione Cai di Valdagno. 
Su un vicino dosso è stata eretta una cappella in memoria degli alpinisti valdagnesi caduti in montagna tra cui la grande alpinista Cristina Castagna scomparsa il 18 luglio 2009, sul Broad Peak (il suo quinto Ottomila himalayano) durante la discesa in un crepaccio a quota 7000 metri dopo aver raggiunto la vetta con il compagno di cordata Giampaolo Casarotto. Accanto alla chiesetta c'è un reticolo di trincee difensive con il punto più elevato denominato caposaldo al Colle della Gazza. Dopo la sosta nell'ampio pianoro si prosegue transitando nuovamente davanti al rifugio che scende all’enorme trincea Sarantonjo che s'impenna attraversando prima il sentiero 120 e una parte del 121 del Ristele. Il percorso continua addentrandosi in un fitto bosco per poi uscire nei ghiaioni detritici del Vajo dell’Acqua e della Fratta Grande alle pendici del Monte Zevola (mt 1976). Con una serie di ripide serpentine tra i mughi il percorso boschivo cala in ripida discesa fino a trovare la traccia di raccordo con il sentiero dei Grandi Alberi e da qui
proseguire sullo stesso percorso dell'andata.

PARTENZA: Recoaro 1000 (mt 1019)
SEGNAVIA: Cai 120
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 250
ALTITUDINE: mt 1265
LUNGHEZZA: km 18

domenica 1 giugno 2025

Splendida escursione ai piedi delle Odle - sabato 31 maggio

Ci troviamo all’interno dello splendido Parco Naturale Puez-Odle, area naturalistica protetta dal 1978, e l’escursione a Geisleralm - il Rifugio delle Odle - è una delle più scenografiche della Val di Funes. E’ un percorso di moderata 
difficoltà e una volta arrivate al rifugio il panorama sul Gruppo delle Odle si presenterà in tutta la sua bellezza. Raggiunta località Santa Magdalena (BZ) il parcheggio di Malga Zannes (mt 1680) è situato pochi chilometri più avanti ma prima di metterci in cammino puntiamo al vicino rifugio Treffpunkt Zans, un terrazzo con splendida vista sul gruppo delle Odle e crocevia da cui dipartono tutte le escursioni del parco, per un ottimo panino. Imbocchiamo il sentiero Cai 6 che corre in modo deciso nel bosco a lato del torrente fino ad arrivare al ponte sul rio Ciancenon
La segnaletica è davvero ben segnata ed è difficile sbagliare quindi, oltrepassato il ponticello, si prosegue sul sentiero Cai 35 che 
coincide con una parte dell’Adolf Munkel Weg, il sentiero panoramico ai piedi delle Odle tracciato dal Club Alpino di Dresda nel 1905 e intitolato all’alpinista tedesco e, successivamente, presidente della sezione Adolf Munkel. Nel continuo alternarsi di piccoli tratti ripidi a lunghi percorsi semi pianeggianti nel bosco, ecco che tutto d'un tratto fanno capolino tra gli abeti le splendide vette delle Odle, imponenti guglie calcaree frastagliate dal profilo inconfondibile che si stagliano sul cielo terso (Odle in ladino significa aghi). Il sentiero passa vicinissimo ai pendii detritici sotto la Furchetta che conduce fino ad un avvallamento pianeggiante punteggiato da grossi massi franati. Superata la radura, attraversiamo un lungo ponticello, il tracciato s'impenna e a metà corsa troviamo l'ennesimo bivio. Seguiamo le indicazioni per il sentiero Cai 36 che sale dolcemente fino a portarci fuori dal bosco nel mezzo di un enorme prato alpino con le Odle sempre lì a sorvegliare il nostro cammino. Dopo un centinaio di metri raggiungiamo Geisleralm, o Rifugio delle Odle, a quota 1996 metri.
D'improvviso ci si ritrova avvolte da un meraviglioso spettacolo della natura, oltre al verde sconfinato, con le cime delle Odle che si stagliano sull'orizzonte. Da destra a sinistra il panorama offre il profilo dei prati del Seceda (2519 metri) e le inconfondibili vette del Sass Rigais e del Furchetta ambedue a 3025 metri, le due vette più alte di tutto il Parco Naturale Puez-Odle. 
Il 
Geisleralm è piuttosto affollato ma ci trovano velocemente un tavolo. Sgranocchiamo pane croccante accompagnato da un tagliere ricco di vari assaggi: dagli affettati ai formaggi di malga, alle salse e sfiziose verdurine. Risalita la dorsale, dove il rifugio ha creato delle sdraio in legno per i propri ospiti, andiamo a contemplare uno scenario naturale di rara bellezza. Ma è anche tempo di riprendere il cammino procedendo a sinistra lungo il sentiero Cai 34. Si procede su una piacevole forestale che nella penombra del bosco scende zigzagando, pieghiamo prima verso il sentiero Cai 33B per poi prendere il sentiero Cai 33. Ormai ci siamo, l'escursione prosegue in semipiano fino al parcheggio. Sulla via del ritorno fermata obbligatoria a Ruini per visitare la celeberrima chiesetta di San Giovanni, parte del maso Ansitz Ranuihof, uno dei soggetti più fotografati dell’Alto Adige. Non c’è escursionista che non rimanga affascinato dalla cappella barocca con il suo campanile a cipolla in rame coronato da una stella, che si protende fiero verso le cime delle Odle...

PARTENZA: Malga Zannes (mt 1680)
SEGNAVIA: Cai 6-33-33B-34-35-36
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 320
ALTITUDINE: mt 1996
LUNGHEZZA: km 10,1

lunedì 26 maggio 2025

Le malghe alte tra Erbezzo e Ala - domenica 25 maggio

Malga Lessinia (mt 1616) è il punto di partenza di un itinerario che attraversa le malghe alte tra i comuni di Erbezzo e Ala, a cavallo quindi tra le regioni Veneto e Trentino Alto Adige. Lasciato il parcheggio limitrofo alla malga si prosegue per poche centinaia di metri raggiungendo il Ridotto del Pidocchio (sentiero 250), parte di un caposaldo militare sapientemente recuperato dall'Associazione Nazionale Alpini e ora visitabile in tutto il suo articolato sviluppo. Si procede in leggera salita raggiungendo il bivio di Castelberto, e da qui si risale la dorsale al soprastante Rifugio Castelberto (mt 1765) fedele ricostruzione di un ex caserma della prima guerra mondiale. Si tratta della punta terminale, verso nord, dell’altopiano dei Monti Lessini. Nonostante il cielo si mantenga grigio con brevi sprazzi di sole la vista spazia dalla Val d’Adige e la sottostante Val dei Ronchi alle vicine cime del Pasubio e del Carega. Tutta la Lessinia è visibile, la Valpolicella e il lago di Garda verso Sirmione. A ovest, la tipica cornice del Monte Baldo, l’Altissimo, le cime meno vicine dell’Adamello, con il Carè Alto e la Presanella. Verso nord, inconfondibili le sagome delle dolomiti del Brenta, Bondone e Paganella. Il tempo di un buon bicchiere di rosso e torniamo sui nostri passi recuperando la forestale del giro delle malghe in direzione di Malga Coe di Ala (mt 1660). La malga è formata da due edifici, una casara settecentesca e un baito costruito in due tempi.
Dietro al caratteristico baito la strada prosegue in discesa, affiancando una bella casara in pietra, in direzione di Malga Revoltel (1547 metri) una delle malghe trentine dei Lessini. Posta su un dosso isolato altamente panoramico è un po’ defilata e quasi sempre non vi si passa davanti ma la si aggira, ma è di particolare importanza storica perché limitrofa ai resti di un grande caposaldo militare. Il fortilizio faceva parte della linea di difesa arretrata italiana che sarebbe entrata in funzione in caso di sfondamento del fronte da parte dell’esercito imperiale, ma questo non successe, nemmeno in occasione della Strafexpedition nel maggio/giugno del 1916. 
Il sentiero prosegue verso sud attraversando una folta abetaia fino a raggiungere Malga Lavacchione a quota 1402 metri. Ha una costruzione diversa dalle altre in quanto in un unico stabile sono concentrate casara, baito, stalla e porcilaia. Si continua in secca discesa lungo il Vaio delle Cisterne attraverso un bosco di grandi faggi secolari, e nel ritornare in Veneto, il sentiero piega decisamente a sinistra, riprende a salire con decisione per poi sboccare in una conca prativa. Il tracciato è fiancheggiato dai cippi che segnavano il confine tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-ungarico, e ci ricordano come questa zona sia stata per secoli terra di frontiera tra due stati.
Raggiungiamo malga Lavacchietto a 1487 metri, un baito dismesso che merita particolare attenzione essendo unica nel suo genere in quanto è l'ultimo rimasto di una particolare tipologia di edificazione, quella a laste in piedi tipica dei casoti della Lessinia Occidentale, ovvero per la costruzione dei muri portanti sono state utilizzate delle grandi lastre in pietra conficcate nel terreno. Si continua su traccia erbosa cercando di non disturbare un gruppo di placide mucche, prima di entrare in Malga Campo Retratto (mt 1653), gestita da più di trent’anni dalla famiglia Giacopuzzi che porta le proprie bovine in alpeggio nei mesi estivi. In malga si produce un formaggio tipico, dall’ottimo sapore e dalle caratteristiche organolettiche uniche in quanto il latte usato non è pastorizzato e
 viene utilizzato nella sua forma naturale, senza essere sottoposto a trattamenti termici che eliminino i batteri salvaguardando la sua biodiversità. La malga la si trova aperta da giugno a settembre. Risaliamo fino alla Pozza Morta, un grande invaso funzionale all'abbeveraggio del bestiame di ben quattro malghe, ed ora solo pochi metri ci separano da malga Lessinia, costruita nel 1915 come caserma per i finanzieri durante la Grande Guerra, dove andiamo ad onorare la loro cucina con un eccellente tagliere di salumi e formaggi
a chilometri
 zero che racconta, con gusto e semplicità, la storia e le tradizioni della meravigliosa Lessinia.

PARTENZA: Malga Lessinia (mt 1616)
SEGNAVIA: 250, Giro delle Malghe
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 470
ALTITUDINE: mt 1765
LUNGHEZZA: km 12,5

martedì 20 maggio 2025

La Valcamonica, dove antico e moderno si intrecciano (sabato 17 e domenica 18 maggio)

Un "tour leggero" che viaggia senza programmi scritti e con un itinerario flessibile. Un approccio al viaggio che privilegia la libertà e la spontaneità, permettendo di scoprire nuovi luoghi senza la rigidità di un percorso predefinito. Sabato 17 maggio - Con queste premesse andiamo alla scoperta della Franciacorta, un territorio di colline tappezzate di vigneti e modellate da piccoli borghi in pietra, torri merlate, castelli, prestigiose cantine, antichi palazzi e silenziosi monasteri a due passi dalle sponde meridionali del lago d'Iseo. Territorio e vino. Due parole che accostate in sequenza formano un connubio rilevante. Il prodotto diventa occasione per conoscere e valorizzare un territorio in un panorama contemporaneo in cui la richiesta non è più soltanto quella di degustare, ma anche quella di entrare in contatto con il luogo dove il prodotto trae origine, per scoprirne la storia e le caratteristiche più autentiche e genuine. Ed allora si va tra le colline moreniche, tra Brescia e il Sebino, in una delle realtà vinicole più prestigiose di questa terra: la cantina Berlucchi a Borgonato di Corte Franca. Fondata nel 1955 da Guido Berlucchi, discendente della nobile famiglia dei Lana de’ Terzi, insieme all’amico Giorgio Lanciani e all’enologo Franco Ziliani, è l’inizio di una storia leggendaria: dalle intuizioni di Franco Ziliani e dal suo desiderio di creare una bollicina “alla maniera dei francesi” nacque nel 1961 il primo Pinot di Franciacorta, capostipite di tutti gli spumanti Franciacorta.
Il grande successo riscontrato dalla Guido Berlucchi spinse, nel corso degli anni, altri produttori a intraprendere la stessa strada trasformando il territorio in quello che rappresenta la culla del Metodo Classico italiano. Nella cantina storica, scavata a dieci metri sotto il livello del suolo dagli antenati Lana de’ Terzi nel 1680, le bottiglie trovano l’ambiente ideale per l’affinamento. Accanto alle antiche cantine sorge il Palazzo Lana, un’affascinante dimora seicentesca impreziosita da fregi, affreschi e antichi arredi. La visita si conclude con un'ottima degustazione di splendide bollicine. Dalle terre franciacortine si s
egue blandamente la costiera dell'Iseo con le sue acque cristalline e la vegetazione rigogliosa. Una curiosa segnaletica ci porta diritto alla “Big Bench” di Sale Marasino, una panchina gigante arancione, posizionata in località Maspiano a circa 300 metri di quota all'interno di un bel bosco che regala una vista mozzafiato sul Sebino e su Monte Isola. L’installazione è parte del progetto Big Bench Community Project del designer americano Chris Bangle, che vive a Clavesana nelle Langhe dove ha costruito nel 2010 la prima panchina gigante di colore rosso. A dire il vero molti prendono le distanze dalla proliferazione incontrollata delle panchine giganti che si sta verificando nei nostri territori con le loro tonalità improbabili...
La serata si conclude nella saletta dell'agriturismo "I due Angeli" di Ome, splendidamente insediato su una terrazza naturale tra vigneti e rilievi collinari che si perdono nell'infinito orizzonte della pianura, in un viaggio sensoriale alla scoperta di piatti tipici del territorio della Franciacorta reinterpretati in chiave contemporanea nel pieno rispetto delle materie prime locali. Domenica 18 maggio - Riprendiamo il nostro placido peregrinare risalendo la bassa Valcamonica in direzione del Lago Moro, compreso nel territorio tra Darfo Boario Terme e Angolo Terme, a 381 metri di altitudine. E' un piccolo e incantevole lago alpino adagiato tra le colline delle Sorline e di Rodino, al di sotto dei monti Pora e Altissimo. 
L'unico centro costiero (abitato solo da poche decine di persone) è il caratteristico borgo di Capo di Lago, presso la punta orientale del lago. E da questo punto si parte per una tranquilla escursione che porta, tra stradicciole e sentieri, alla scoperta del suggestivo lago, uno specchio d’acqua che dal fondovalle rimane nascosto dalle montagne che lo circondano tra castagneti, casette e punti panoramici mozzafiato. Questa zona è di grande pregio naturalistico perché vi si ha la più alta concentrazione di biodiversità d’Europa, trovandosi a metà strada tra il Lago d’Iseo, con il suo clima mediterraneo, e l’Adamello, con il suo clima glaciale, una condizione favorevole che si riflette anche sulle produzioni di formaggi, miele, olio locali.
Più a nord ci si cala nelle atmosfere medievali del Castello di Breno. Ad attenderci in cima, dopo una breve camminata dal centro cittadino, il bel castello arroccato su un colle con vista spettacolare sul gruppo montuoso della Concarena. Come tutta la Langobardia Maior, la Val Camonica entra a far parte dell'Impero carolingio nel 774 mentre l'imperatore Federico Barbarossa nel 1164 le concede ampi privilegi considerandola come un'entità unitaria e omogenea distinta dal bresciano. A partire dal 1337 l’intero territorio bresciano, inclusa la vallata camuna, entra definitivamente a far parte dei domini dei Visconti ma è durante la dominazione della Serenissima che i veneziani realizzano consistenti opere di consolidamento consapevoli che il castello avesse un interesse strategico per il controllo dell'intera valle. L'evoluzione delle armi da fuoco, delle tecniche e delle tattiche di guerra, diminuì l'importanza strategica della rocca tanto che nella seconda metà del C
inquecento il castello risultava inhabitato, poi con un atto di cessione datato 16 aprile 1598, si vendette il terreno entro le mura castellane, venne assegnato al comune brenese. Il sito su cui si erge il castello ha un'origine ben più antica. Al di sotto del torrione ghibellino sono stati trovati i reperti di una abitazione neolitica, di forma trapezoidale, larga cinque metri appoggiata a guanciali laterali di roccia. Superata la torre di avvistamento ci si affaccia allo spiazzo aperto recintato di mura. 
Le due torri maggiori sono in parte diroccate, mentre il torrione dell’ingresso principale si presenta in buon stato di conservazione. Nella parte sud-ovest dell’area del castello venne costruito nel XIII secolo un edificio signorile dove sopravvivono solo tratti di murature. Poco distante si trova una piccola torre. Già verso il 1250 l’intera cima della collina doveva essere stata chiusa con un muro di cinta, come indicano i tratti superstiti di bella muratura ordinata. La maggior parte di ciò che oggi si vede nel castello corrisponde alla sua funzione di fortezza militare. Le tracce si osservano soprattutto nella parte superiore dei muri, i cosiddetti “merli ghibellini”. All’interno si possono ammirare i resti della chiesa di San Michele, di origine longobarda poi ampliata in periodo romanicoGli altri edifici, di cui rimangono soprattutto i muri perimetrali e i sotterranei con volte a botte, vennero aggiunti durante la dominazione veneziana. Torniamo verso Bienno e il suo bellissimo cuore medievale tra vicoli stretti, vecchi mulini e palazzetti rinascimentali. Reso fatato dalla luce delle torce, il borgo si accende l’ultima settimana di agosto con la Mostra Mercato dell’Artigianato e dell’Antiquariato dislocata lungo la suggestiva cornice del centro storico. Ora saliamo al soprastante Colle della Maddalena dove la possente scultura in oro zecchino di Cristo Re, con i suoi otto metri d'altezza, abbraccia un lembo meraviglioso della valle dell’Oglio. Opera dello scultore camuno Timo Bortolotti venne costruita per solennizzare la conciliazione tra lo Stato del Vaticano ed il Regno d’Italia attraverso i Patti Lateranensi. Terminati i lavori il 29 giugno 1931 iniziarono i festeggiamenti che proseguirono per un'intera settimana. La Valcamonica è un gioiello di eccellenze, naturali, gastronomiche e culturali, e il viaggio non può e non si deve fermare qui.