Stupefacente universo paesaggistico, il giardino barocco di Valsanzibio viene realizzato tra il 1665 e il 1696 dal nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo e soprattutto dal figlio Gregorio, vescovo di Padova, affidando l'alta simbologia del progetto all'architetto Luigi Bernini, fratello del celeberrimo Gian Lorenzo. Nel 1631 la famiglia Barbarigo, che era già proprietaria di gran parte delle terre in Valsanzibio, si rifugia in questo luogo per sfuggire al contagio della peste nera che imperversava a Venezia ed in tutta Europa, epidemia che aveva già ucciso Lucrezia Lion, moglie del Barbarigo. In quella occasione Zuane Francesco Barbarigo con solenne voto, promise la costruzione di un'opera grandiosa per glorificare la grandezza di Dio se fossero stati risparmiati dalla terribile pestilenza. Lo splendido giardino, mantenuto integro nei secoli, conta di oltre sessanta statue scolpite nella pietra d'Istria, opere in gran parte del Merengo - lo scultore tedesco della Vestfalia Heinrich Meyring - ed altre sculture che si integrano tra architetture, ruscelli, cascate, fontane, laghetti, scherzi d'acqua e peschiere su oltre dieci ettari di superficie.
L'itinerario inizia dal Padiglione di Diana, il principale ingresso via acqua alla tenuta dei Barbarigo.Qui c'era l'approdo delle barche che arrivavano attraverso la valle da pesca di santo Eusebio, un tempo estesa a tutta la pianura ma oggi limitata al laghetto preservato per rispecchiare l'elegante costruzione. Varcato l’ingresso solenne si costeggia il Bagno di Diana, la Fontana dell’Iride (che, grazie all’incrocio di quattro zampilli, rivela l’arcobaleno) e la Peschiera dei Venti. Attraverso l'arco di Sileno, si percorre il Decumano sino a raggiungere la Fontana della Pila che va ad intersecarsi con il Viale Centrale: a sinistra si fiancheggia il Labirinto di bossi, simbolo iconografico che ha accompagnato l’uomo fin dall’antichità, che si sviluppa per circa un chilometro e mezzo, e sull'altro fronte la Grotta dell'Eremita con il suo maestoso e secolare platano. Imboccando alla nostra destra il Gran Viale, in direzione della Villa, troviamo l'Isola dei Conigli a sinistra, unica garenna di ispirazione antico romana oggi esistente, e su un'altura alla nostra destra è collocato il Monumento al Tempo, fulcro del cammino salvifico.Si raggiunge così il piazzale davanti alla Villa dove otto allegorie fanno da corona alla Fontana dell'Estasi, meta finale di un percorso ricco di fascino, metafora e mistero. Tagliando dalla Fontana delle Insidie, tra gli innumerevoli vialetti immersi nella ricca vegetazione ove sono presenti molti alberi piantati nel Seicento (oltre il 60% delle piante fanno parte del progetto originale del Bernini), raggiungiamo le Scuderie dove si trova un fresco punto ristoro. Estinta la casata dei Barbarigo nel 1804 e dopo alcuni passaggi di proprietà, i nobili Pizzoni Ardemani prendono in mano le sorti del monumentale complesso nel 1929 riparando i disastri causati dalla seconda guerra mondiale e ripristinando tutti i trentatré punti d'acqua del giardino compromessi da ottanta anni di progressivo impoverimento sorgivo. Consigliata la visita guidata per scoprire la storia del giardino e i suoi simbolici significati.
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