giovedì 2 maggio 2024

Il Castello di Bornato: storia e vino in Franciacorta - mercoledì 1 maggio

Un pallido orizzonte di colline, dove tutto appare sospeso e irrisolto, si contrappone alla maestosità della fortezza medievale mentre l’occhio spazia libero tra mure merlate, contrafforti e giardini, tra forme e colori in attesa che la guida ci avvolga tra gli antefatti dello splendido Castello di Bornato, eretto nel Tredicesimo secolo sopra i resti di un castrum, e della rinascimentale Villa Orlando costruita al suo interno. Le indagini archeologiche svolte sul sito dell'antica pieve di San Bartolomeo (oggi chiusa per importanti restauri manutentivi) hanno rinvenuto la presenza di un insediamento longobardo. Sopra di esso fu probabilmente edificato un Castrum la cui presenza è attestata attorno all'anno Mille. In epoca tardocomunale il castello diventa proprietà dei Bornati, illustre famiglia franciacortina,  discendente dal Capitano della Pieve, tal Mozzi da Bergamo. Quel che è certo è che l'aspetto attuale del complesso deve molto all'ampliamento condotto da Everardo Bornati tra il 1266 e il 1275. Del forte duecentesco, pervenutoci comunque in un buono stato di conservazione, sono visibili i muraglioni di contrafforte al terrapieno, corredati da due torri angolari cilindriche sul lato nord e un torrione a base quadrata nel mezzo mentre il ponte levatoio, infine, situato verso il centro abitato in un angolo della cortina, fu smantellato agli inizi del Ventesimo secolo  Il castello fungeva da punto di controllo dell'antica strada consolare che collegava Brescia a Bergamo. 
Il feudo viene attraversato da un periodo di decadenza a partire dal 1326, quando Azzone Visconti invade la Franciacorta. Durante le ultime lotte tra i Visconti e la Repubblica di Venezia per il controllo della provincia bresciana (1438) Antonio Martinengo prende possesso del castello resistendo con energia alle truppe viscontee capitanate dal Piccinino, anche per difendere i privilegi che il 28 giugno aveva ottenuto con altri paesi della Franciacorta dal Gattamelata. E fu in effetti il celebre condottiero che arriva in suo soccorso cercando di cogliere alle spalle le truppe viscontee. Proprio sulla strada da Bornato e Calino avvengono due violenti scontri in cui cadde Federico Contarini e che obbligarono il Gattamelata a ritirarsi, lasciando il Piccinino padrone del terreno. Nel 1562 il nobile Lattanzio Bornati cede il castello alla famiglia Gandini che ristruttura la fortezza conferendole un aspetto più da villa signorile che non da elemento difensivo. Nel 1796, la proprietà passa ai Garbelli offerta in dote dall'ultima discendente dei Gandini, Giulia. Negli anni Trenta viene acquistato dall'armatore livornese Luigi Orlando dal quale deriva l'attuale denominazione Villa Orlando abitata ancora oggi dalla famiglia che condivide con gli ospiti la magia di queste possenti mura.
La cinta muraria merlata in pietra grezza è circondata da un fossato sui lati nord ed est e difesa da torri circolari. Il percorso di avvicinamento all’unico accesso conferma ancora una volta l’uso di posizionare la porta in modo tale che le persone armate che giungevano al maniero fossero costrette a mostrare verso gli spalti la parte meno protetta del corpo cioè quella destra, che teneva la spada o la lancia, mentre lo scudo era solitamente portato con il braccio sinistro. All'interno delle mura castellane è presente il palazzo voluto dai Gandini con gli interni affrescati dal Sorisene e dal Ghitti di origine settecentesca. Si attraversano i sotterranei delle mura, si risale alla corte per poi entrare nella torre medievale dove si accede alla cappella dedicata a San Francesco, arricchita con una collezione di libri sacri del ‘700 e con una magnifica Biblia Breves in Eadem del 1536. Il parco che circonda la villa all'interno delle mura offre un giardino all’italiana verso sud ed un giardino all’inglese verso nord con numerose piante secolari tra le quali una rarissima Sophora laponica di 200 anni, unico esemplare sopravvissuto dei primi importati in Europa alla fine del Settecento.
Imperdibile poco prima dell’uscita uno scatto fotografico dalla bifora che dà sui suggestivi vigneti circostanti. Sotto la torre principale del castello vi sono le antiche cantine dove per quasi otto secoli si è prodotto il vino del Castello di Bornato fino ai primi anni del 2000. Sono visibili le antiche botti in rovere che ospitavano il rosso, le botti in vetrocemento che accoglievano il bianco e una piccola esposizione di attrezzature antiche. Oggi la produzione del vino, una delle etichette più prestigiose della Franciacorta, è stata decentrata per accogliere i moderni macchinari e seguire le tecniche d’avanguardia in termini di vinificazione biologica. La visita si conclude felicemente con la degustazione dei loro vini, tutti rigorosamente DOCG, tra un Sebino Rosso, Curtefranca Bianco, Franciacorta Brut, Franciacorta Rosè e un Franciacorta Satèn. Ubicato nelle antiche scuderie a ridosso delle mura del castello e affacciato sui vigneti, il ristorante La Dama Bianca è stato ristrutturato mantenendo inalterati la struttura originaria, i materiali e i dettagli dell’epoca e, nota più importante, con una sapiente cucina della tradizione bresciana accompagnata dai fantastici vini del castello.

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