Cinquemila runner per dire no alla violenza contro le donne e per sostenere gli Spazi Donna WeWorld, luoghi di ascolto e sostegno. E' Brescia ad inaugurare la quattordicesima edizione della Strawoman, la corsa-camminata non competitiva di cinque chilometri, la prima delle 13 tappe italiane. La sindaca di Brescia, Laura Castelletti, non ha voluto mancare per far sentire il suo sostegno alla manifestazione. "È bellissimo vedervi in tantissime qui - ha detto la Castelletti - È testimonianza di una grande sorellanza ma anche di generosità nei confronti delle donne che stanno vivendo momenti di fragilità e difficoltà". Dopo il riscaldamento curato da Millennium Sport&Fitness e la musica di Radio Viva FM, radio ufficiale della tappa bresciana, alle ore 10.30 da una Piazza Vittoria coloratissima è partita la marea rosa che ha invaso pacificamente le vie del centro. C'è chi si è cimentata correndo ma la grande onda rosa ha preferito rallentare il passo lungo i luoghi simbolo della Leonessa d'Italia. Superata Piazza del Mercato si svolta sulla lunga arteria comunale dove a metà Corso Zanardelli incrociamo il cuore artistico di Brescia, Teatro Grande, dove ogni anno ha luogo il famoso festival pianistico internazionale in memoria del grande pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli.
Raggiungiamo tra mille chiacchiere e sorrisi Corso Magenta trovando sulla destra l'Auditorium San Barnaba, importante luogo di cultura ed eventi, all'interno di un antico monastero agostiniano del 1675, dalla bellissima facciata barocca. La grande marea color confetto raggiunge Piazzale Arnaldo situato all'estremità di via Tosio Martinengo e corso Magenta. Dominano la piazza il Mercato dei Grani, imponente porticato lungo più di cento metri, e il grande monumento ottocentesco ad Arnaldo da Brescia, un frate bresciano vissuto nel XII secolo famoso per essere stato uno dei primi religiosi a denunciare la corruzione della Chiesa romana. Il piazzale è oggi zona pedonale, grazie ai numerosi bar e ristoranti che vi si affacciano, e centro della vita notturna cittadina. Fanno da sfondo panoramico i Ronchi, le colline della città. Da qui si sale lungo via Brigida Avogadro svoltando a sinistra in Via Musei, una delle vie principali vie del centro storico bresciano in quella che viene unanimemente considerata l'area archeologica urbana più vasta della Lombardia. In rapida successione passiamo davanti al meraviglioso Museo di Santa Giulia, allestito nel complesso monastico omonimo di origine longobarda e pochi passi più avanti al Parco Archeologico. In quest’area si può ammirare ciò che rimane di alcuni importanti edifici della Brixia romana: il Capitolium, il Santuario, il Teatro e un tratto del decumano massimo, oggi patrimonio Unesco. In piazza del Foro il portale d'ingresso della bella mostra sui Macchiaioli, ancora in corso, ti rimanda al seicentesco Palazzo Martinengo. Mentre la presenza rosa lungo la via si frammenta sempre di più, all'angolo con via Gabriele Rosa una veloce occhiata alla piccola ma sorprendente Chiesa di Santa Maria della Carità, un gioiellino poco conosciuto che richiederebbe una sosta. Superiamo agevolmente via Reccagni per entrare nel grande cortile del Broletto che consente di cogliere le stratificazioni dell'intero complesso, di apprezzare la grande fontana a calice e l'ampia Loggia del Capitano con gli archi a tutto sesto. Da qui si esce sulla bella Piazza Paolo VI di origine medioevale e tra gli eleganti edifici che vi si affacciano, il Broletto con l’annessa Torre del Popolo che è il più antico palazzo pubblico della città, possiamo ammirare i due importanti edifici religiosi della città, uno di fianco all’altro. Il Duomo vecchio di Brescia è l’edificio in pietra sulla destra della piazza. Chiamato anche la Rotonda per la sua pianta circolare, all’interno è molto più luminoso di quanto ci si possa immaginare e custodisce ancora dei mosaici della basilica paleocristiana di cui ha preso il posto. Assolutamente da non perdere è il bellissimo sarcofago di Berardo Maggi, vescovo e primo signore di Brescia, realizzato a inizio Trecento in marmo rosso di Verona e che impressiona per la ricca e fine decorazione che si trova su entrambi i lati. Il Duomo nuovo si trova sulla sinistra di quello vecchio. È la chiesa principale di Brescia e al suo interno, molto ampio e pieno di luce, sono ospitate diverse opere d’arte tra cui l’arca di Sant’Apollonio nella terza cappella destra della navata sud. Sicuramente degna di citazione è la cupola del Duomo nuovo: con i suoi ottanta metri d’altezza è la terza in Italia per grandezza dopo San Pietro a Roma e Santa Maria del Fiore a Firenze. Alcune donne in rosa si attardano per un aperitivo mentre noi da via Beccaria si va ad uscire sulla splendida Piazza della Loggia dominata dal Palazzo rinascimentale oggi sede del comune. Sul lato ovest si erge la torre dell’Orologio che ospita un bellissimo orologio astronomico del Cinquecento accompagnato dai Macc dè lé ure (i matti delle ore), soprannominati dai bresciani Tone e Batista, che col loro martello scandiscono il tempo battendo contro la campana. Siamo giunte al termine dell'itinerario quando imbocchiamo via XXIV Maggio raggiungendo una Piazza della Vittoria, normalmente rigorosa nella sua architettura emblema del Ventennio fascista, ma oggi traboccante di musica, colori e con la marea rosa che va piano piano ricomponendosi.
lunedì 6 maggio 2024
giovedì 2 maggio 2024
Il Castello di Bornato: storia e vino in Franciacorta - mercoledì 1 maggio
Un pallido orizzonte di colline, dove tutto appare sospeso e irrisolto, si contrappone alla maestosità della fortezza medievale mentre l’occhio spazia libero tra mure merlate, contrafforti e giardini, tra forme e colori in attesa che la guida ci avvolga tra gli antefatti dello splendido Castello di Bornato, eretto nel Tredicesimo secolo sopra i resti di un castrum, e della rinascimentale Villa Orlando costruita al suo interno. Le indagini archeologiche svolte sul sito dell'antica pieve di San Bartolomeo (oggi chiusa per importanti restauri manutentivi) hanno rinvenuto la presenza di un insediamento longobardo. Sopra di esso fu probabilmente edificato un Castrum la cui presenza è attestata attorno all'anno Mille. In epoca tardocomunale il castello diventa proprietà dei Bornati, illustre famiglia franciacortina, discendente dal Capitano della Pieve, tal Mozzi da Bergamo. Quel che è certo è che l'aspetto attuale del complesso deve molto
all'ampliamento condotto da Everardo Bornati tra il 1266 e il
1275. Del forte duecentesco, pervenutoci comunque in un buono stato di
conservazione, sono visibili i muraglioni di contrafforte al terrapieno, corredati da due
torri angolari cilindriche sul lato nord e un torrione a base quadrata nel mezzo mentre il ponte levatoio, infine, situato verso il centro
abitato in un angolo della cortina, fu smantellato agli inizi del Ventesimo secolo Il castello fungeva da punto di controllo dell'antica strada consolare che collegava Brescia a Bergamo. Il feudo viene attraversato da un periodo di decadenza a partire dal 1326, quando Azzone Visconti invade la Franciacorta. Durante le ultime lotte tra i Visconti e la Repubblica di Venezia per il controllo della provincia bresciana (1438) Antonio Martinengo prende possesso del castello resistendo con energia alle truppe viscontee capitanate dal Piccinino, anche per difendere i privilegi che il 28 giugno aveva ottenuto con altri paesi della Franciacorta dal Gattamelata. E fu in effetti il celebre condottiero che arriva in suo soccorso cercando di cogliere alle spalle le truppe viscontee. Proprio sulla strada da Bornato e Calino avvengono due violenti scontri in cui cadde Federico Contarini e che obbligarono il Gattamelata a ritirarsi, lasciando il Piccinino padrone del terreno. Nel 1562 il nobile Lattanzio Bornati cede il castello alla famiglia Gandini che ristruttura la fortezza conferendole un aspetto più da villa signorile che non da elemento difensivo. Nel 1796, la proprietà passa ai Garbelli offerta in dote dall'ultima discendente dei Gandini, Giulia. Negli anni Trenta viene acquistato dall'armatore livornese Luigi Orlando dal quale deriva l'attuale denominazione Villa Orlando abitata ancora oggi dalla famiglia che condivide con gli ospiti la magia di queste possenti mura. La cinta muraria merlata in pietra grezza è circondata da un fossato sui lati nord ed est e difesa da torri circolari. Il percorso di avvicinamento all’unico accesso conferma ancora una volta l’uso di posizionare la porta in modo tale che le persone armate che giungevano al maniero fossero costrette a mostrare verso gli spalti la parte meno protetta del corpo cioè quella destra, che teneva la spada o la lancia, mentre lo scudo era solitamente portato con il braccio sinistro. All'interno delle mura castellane è presente il palazzo voluto dai Gandini con gli interni affrescati dal Sorisene e dal Ghitti di origine settecentesca. Si attraversano i sotterranei delle mura, si risale alla corte per poi entrare nella torre medievale dove si accede alla cappella dedicata a San Francesco, arricchita con una collezione di libri sacri del ‘700 e con una magnifica Biblia Breves in Eadem del 1536. Il parco che circonda la villa all'interno delle mura offre un giardino all’italiana verso sud ed un giardino all’inglese verso nord con numerose piante secolari tra le quali una rarissima Sophora laponica di 200 anni, unico esemplare sopravvissuto dei primi importati in Europa alla fine del Settecento. Imperdibile poco prima dell’uscita uno scatto fotografico dalla bifora che dà sui suggestivi vigneti circostanti. Sotto la torre principale del castello vi sono le antiche cantine dove per quasi otto secoli si è prodotto il vino del Castello di Bornato fino ai primi anni del 2000. Sono visibili le antiche botti in rovere che ospitavano il rosso, le botti in vetrocemento che accoglievano il bianco e una piccola esposizione di attrezzature antiche. Oggi la produzione del vino, una delle etichette più prestigiose della Franciacorta, è stata decentrata per accogliere i moderni macchinari e seguire le tecniche d’avanguardia in termini di vinificazione biologica. La visita si conclude felicemente con la degustazione dei loro vini, tutti rigorosamente DOCG, tra un Sebino Rosso, Curtefranca Bianco, Franciacorta Brut, Franciacorta Rosè e un Franciacorta Satèn. Ubicato nelle antiche scuderie a ridosso delle mura del castello e affacciato sui vigneti, il ristorante La Dama Bianca è stato ristrutturato mantenendo inalterati la struttura originaria, i materiali e i dettagli dell’epoca e, nota più importante, con una sapiente cucina della tradizione bresciana accompagnata dai fantastici vini del castello.
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